La cenerentola

PALAZZO DEI CONGRESSI - STRESA

Settimane Musicali di Stresa e del Lago maggiore




48° edizione

Giovedì 27 agosto 2009

h. 20:00
Gioacchino Rossini (1792 - 1868)

La Cenerentola
 o sia La virtù in trionfo
Dramma giocoso in due atti  Libretto di Jacopo Ferretti

Personaggi

DON RAMIRO, Principe di Salerno (tenore) - Maxim Mironov
DANDINI, suo cameriere (baritono) - Franco Vassallo
DON MAGNIFICO, barone di Montefiascone, padre di (buffo) - Natale De Carolis
CLORINDA, (e di) (soprano) -  Eleonora Buratto
TISBE (soprano) - Annamaria Pennisi
ANGIOLINA, sotto il nome di CENERENTOLA, figliastra (mezzosoprano)   - Vivica Geneaux
ALIDORO, filosofo, maestro di Don Ramiro (basso) - Nicola Ulivieri
CORO di cortigiani del Principe
Coro Ars Cantica Choir - Chorus master Marco Berrini
Stresa Festival Orchestra
Maestro concertatore e direttore d'orchestra Gianandrea Noseda


Programma
Atto I prima parte - intervallo - Atto I seconda parte - intervallo - Atto II


Immagini della serata.....

**********************

Gabinetto nel casino di Don Ramiro.

Scena VIII       Scene 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15        (ATTO I )
 
Dandini entrando con Clorinda e Tisbe sotto il braccio; Don Magnifico e Don Ramiro.
 

DANDINI
Ma bravo, bravo, bravo!


Caro il mio Don Magnifico! Di vigne,
Di vendemmie e di vino
M'avete fatto una disertazione,
Lodo il vostro talento
Si vede che ha studiato.
(a Don Ramiro)
Si porti sul momento
Dove sta il nostro vino conservato
E se sta saldo e intrepido
Al trigesimo assaggio
Lo promovo all'onor di cantiniero
Io distinguo i talenti e premio il saggio.
 

DON MAGNIFICO
Prence! L'Altezza Vostra
E un pozzo di bontà. Più se ne cava,
Più ne resta a cavar.


(piano alle figlie)
(Figlie! Vedete?
Non regge al vostro merto;
N'è la mia promozion indizio certo.)
(forte)
Clorinduccia, Tisbina,
Tenete allegro il Re. Vado in cantina.
 
(parte)

RAMIRO
(piano a Dandini)
(Esamina, disvela, e fedelmente
Tutto mi narrerai. Anch'io fra poco
Il cor ne tenterò. Del volto i vezzi
Svaniscon con l'età. Ma il core...)

DANDINI
(Il core
Credo che sia un melon tagliato a fette,
Un timballo l'ingegno,
E il cervello una casa spigionata.)
(forte, come seguendo il discorso fatto sottovoce)
Il mio voler ha forza d'un editto.
Eseguite trottando il cenno mio.
Udiste?
 

RAMIRO
Udii.
 

DANDINI
Fido vassallo, addio.
 
(Parte Don Ramiro.)
 
 
 
Scena IX      Scene 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15        (ATTO I )


DANDINI, CLORINDA e TISBE.

DANDINI
(alle donne)
Ora sono da voi. Scommetterei
Che siete fatte al torno
E che il guercetto amore
È stato il tornitore.
 

CLORINDA
(tirando a sé Dandin)
Con permesso:
(La maggiore son io, onde la prego
Darmi la preferenza.)
 

TISBE
(come sopra)
Con sua buona licenza
(La minore son io.
M'invecchierò più tardi.)

CLORINDA
Scusi. (Quella è fanciulla.
Proprio non sa di nulla.)
 

TISBE
Permetta. (Quella è un'acqua senza sale,
Non fa né ben né male.)

CLORINDA
Di grazia. (I dritti miei
La prego bilanciar.)
 

TISBE
Perdoni. (Veda,
Io non tengo rossetto.)
 

CLORINDA
Ascolti. (Quel suo bianco è di bianchetto.)
 

TISBE
Senta...
 

CLORINDA
Mi favorisca...
 

DANDINI
(sbarazzandosi con un poco di collera)
Anime belle!
Mi volete spaccar? Non dubitate.
Ho due occhi reali
E non adopro occhiali
(a Tisbe)
Fidati pur di me,
Mio caro oggetto.
(a Clorinda)
Per te sola mi batte il core in petto.
 
(parte)
 

TISBE
M'inchino a Vostr'Altezza.

CLORINDA
Anzi all'Altezza Vostra.
 
(Ironicamente fra loro.)
 

TISBE
Verrò a portarle qualche memoriale.
 

CLORINDA
Lectum.
 

TISBE
Ce la vedremo.
 

CLORINDA
Forse sì, forse no.
 

TISBE
Poter del mondo!
 

CLORINDA
Le faccio riverenza!
 

TISBE
Oh! mi sprofondo!
 
(Partono da parti opposte.)
 


Deliziosa nel Casino del Principe Don Ramiro.
 
Scena X      Scene 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15        (ATTO I )
Don Magnifico a cui i cavalieri pongono un mantello color ponsò
con ricami in argento di grappoli d'uva,
e gli saltano intorno battendo i piedi in tempo di musica.
Tavolini con recapito da scrivere.
 
CORO


Conciosiacosaché
Trenta botti già gustò!
E bevuto ha già per tre
E finor non barcollò!
E piaciuto a Sua Maestà
Nominarlo cantinier.
Intendente dei bicchier
Con estesa autorità.
Presidente al vendemmiar.
Direttor dell'evoè;
Onde tutti intorno a te
S'affolliamo qui a saltar.

DON MAGNIFICO
Intendente! Direttor!
Presidente! Cantinier!
Grazie, grazie; che piacer!
Che girandola ho nel cor.
Si venga a scrivere
Quel che dettiamo.
(Pongonsi intorno ai tavolini, e scrivono.)
Sei mila copie
Poi ne vogliamo.
 

CORO
Già pronti a scrivere
Tutti siam qui.
 

DON MAGNIFICO
Noi Don Magnifico...
(osservando come scrivono)
Questo in maiuscole.
Bestie! maiuscole.
Bravi! così.
Noi Don Magnifico
Duca e Barone
Dell 'antichissimo
Montefiascone;
Grand'intendente;
Gran presidente,
Con gli altri titoli
Con venti etcetera,
Di nostra propria
Autorità,


Riceva l'ordine
Chi leggerà,
Di più non mescere
Per anni quindici
Nel vino amabile
D'acqua una gocciola.
Alias capietur
Et stranguletur
Perché ita etcetera
Laonde etcetera
Barone etcetera.
 
(sottoscrivendosi)
 

CORO
Barone etcetera;
È fatto già.
 

DON MAGNIFICO
Ora affiggetelo
Per la città.
 

CORO
Il pranzo in ordine
Andiamo a mettere.
Vino a diluvio
Si beverà.
 

DON MAGNIFICO
Premio bellissimo
Di piastre sedici
A chi più Malaga
Si succhierà.
 
(Partono saltando attorno a Don Magnifico.)


Scena XI       Scene 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15        (ATTO I )
 
Dandini e Don Ramiro correndo sul davanti del palco, osservando per ogni parte.

RAMIRO
(sotto voce)
Zitto zitto, piano piano;
Senza strepito e rumore:


Delle due qual è l'umore?
Esattezza e verità.
 

DANDINI
Sotto voce a mezzo tuono;
In estrema confidenza:
Sono un misto d'insolenza,
Di capriccio e vanità.
 

RAMIRO
E Alidoro mi dicea
Che una figlia del Barone...

DANDINI
Eh! il maestro ha un gran testone.
Oca eguale non si dà.
(Son due vere banderuole...
Mi convien dissimular.)

RAMIRO
(Se le sposi pur chi vuole...
Seguitiamo a recitar.)

Scena XII
 
Clorinda, accorrendo da una parte, e Tisbe dall'altra.



CLORINDA
(di dentro)
Princi dove state?

TISBE
Princi dove state?

CLORINDA e TISBE
Ah! perché mi abbandonate?
Mi farete disperar.

CLORINDA
Io vi voglio...
TISBE
Vi vogl'io...



DANDINI
Ma non diamo in bagattelle.
Maritarsi a due sorelle
Tutte insieme non si può!
Una sposo.

CLORINDA e TISBE
(con interesse di smania)
E l'altra?..

DANDINI
E l'altra...
(accennando Ramiro)
All'amico la darò.

CLORINDA e TISBE
No no no no no,
Un scudiero! oibò oibò!



RAMIRO
(ponendosi loro in mezzo con dolcezza)
Sarò docile, amoroso,


Tenerissimo di cuore.

CLORINDA e TISBE
(guardandolo con disprezzo)
Un scudiero! No signore.
Un scudiero! questo no.

CLORINDA
Con un'anima plebèa!

TISBE
Con un'aria dozzinale!

CLORINDA e TISBE
(con affettazione)
Mi fa male, mi fa male
Solamente a immaginar.



RAMIRO e DANDINI
(fra loro ridono)


La scenetta è originale
Veramente da contar.


Scena XIII       Scene 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15        (ATTO I )

Coro di cavalieri dentro le scene, indi Alidoro.

CORO
Venga, inoltri, avanzi il piè.
Anticamera non v'è.
 

RAMIRO e DANDINI
Sapientissimo Alidoro,
Questo strepito cos'è?
 

ALIDORO
Dama incognita qua vien.
Sopra il volto un velo tien.

CLORINDA e TISBE
Una dama!
 

ALIDORO
Signor sì .
 

CLORINDA, TISBE, RAMIRO e DANDINI
Ma chi è?
 

ALIDORO
Nol palesò.
 

CLORINDA e TISBE
Sarà bella?
 

ALIDORO
Sì e no.
 

RAMIRO e DANDINI
Chi sarà?
 

ALIDORO
Ma non si sa.
 

CLORINDA
Non parlò?
 

ALIDORO
Signora no.
 

TISBE
E qui vien?
 

ALIDORO
Chi sa perché?
 

TUTTI
Chi sarà? chi è? perché?
Non si sa. Si vedrà.
 
(Momento di silenzio.)

CLORINDA e TISBE
(Gelosia già già mi lacera,
Già il cervel più in me non è.)
 

ALIDORO
(Gelosia già già le rosica,
Più il cervello in lor non è.)
 

RAMIRO
(Un ignoto arcano palpito
Ora m'agita, perché?)
 

DANDINI
(Diventato son di zucchero:
Quante mosche intorno a me.)
 
(Dandini fa cenno ad Alidoro d'introdurre la dama.)
 


Scena XIV   Scene 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15        (ATTO I )
 

Cavalieri che precedono e schieransi in doppia fila per ricevere Cenerentola,
che, in abito ricco ed elegante, avanzasi velata.
 

CORO
Ah! se velata ancor
Dal seno il cor ci ha tolto,
Se svelerai quel volto
Che sarà?
 

CENERENTOLA
Sprezzo quei don che versa
Fortuna capricciosa.
M'offra chi mi vuol sposa,
Rispetto, amor, bontà.

RAMIRO
(Di quella voce il suono
Ignoto al cor non scende;
Perché la speme accende?
Di me maggior mi fa.)

DANDINI
Begli occhi che dal velo


Vibrate un raggio acuto,
Svelatevi un minuto


Almen per civiltà.
 

CLORINDA e TISBE
(Vedremo il gran miracolo
Di questa rarità.)
 
(Cenerentola svelasi. Momento di sorpresa, di riconoscimento, d'incertezza.)

TUTTI
(eccetto Cenerentola)
Ah!
 
(Ciascuno da sé guardando Cenerentola, e Cenerentola sogguardando Ramiro.)


TUTTI
(tranne Alidoro)
(Parlar - pensar - vorrei.
Parlar - pensar - non so.
Questo è un inganno, o dei!
Quel volto mi atterrò.)

ALIDORO
(Parlar - pensar - vorrebbe
Parlar - pensar - non può.
Amar già la dovrebbe,
Il colpo non sbagliò.)  


Scena XV       Scene 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15        (ATTO I )
 
Don Magnifico accorrendo, e detti.

DON MAGNIFICO
Signora Altezza, in tavola
Che... co... chi... sì... che bestia!


Quando si dice i simili!
Non sembra Cenerentola?
 

CLORINDA e TISBE
Pareva ancora a noi,
Ma a riguardarla poi...
La nostra è goffa e attratta,
Questa è un po' più ben fatta;
Ma poi non è una Venere
Da farci spaventar.
 

DON MAGNIFICO
Quella sta nella cenere;
Ha stracci sol per abiti.
 

CENERENTOLA e ALIDORO
(Il vecchio guarda e dubita.)
 

RAMIRO
(Mi guarda, e par che palpiti.)
 

DANDINI
Ma non facciam le statue.
Patisce l'individuo:
Andiamo presto in tavola.
Poi balleremo il Taice,
E quindi la bellissima...
Con me s'ha da sposar.
 

TUTTI
(meno Dandini)
Andiamo, andiamo a tavola.
Si voli a giubilar.
 

DANDINI
Oggi che fo da Principe
Per quattro io vuo' mangiar.

TUTTI
Mi par d'essere sognando
Fra giardini e fra boschetti;
I ruscelli sussurrando,
Gorgheggiando gli augelletti,
In un mare di delizie
Fanno l'anima nuotar.
Ma ho timor che sotto terra
Piano piano a poco a poco
Si sviluppi un certo foco.
E improvviso a tutti ignoto
Balzi fuori un terremoto,
Che crollando, strepitando
Fracassando, sconquassando
Poi mi venga a risvegliar.
E ho paura che il mio sogno
Vada in fumo a dileguar.
 
 
Appendice
 
Scena scritta da Ferretti e musicata da Rossini
per il basso Gioacchino Moncada nel 1821 (Teatro Argentina, Roma).
Rimpiazza la scena 7 originale, musicata da Luca Agolini.
 
Scena VII
 
 
Dopo qualche momento di silenzio entra Alidoro, in abito da pellegrino,
con gli abiti da filosofo sotto; indi Cenerentola.
 

ALIDORO
Sì, tutto cangerà. Quel folle orgoglio
Poca polve sarà, gioco del vento;
E al tenero lamento
Succederà il sorriso.
(chiama verso la camera di Cenerentola)
Figlia... Figlia...
 

CENERENTOLA
(esce e rimane sorpresa)
Figlia voi mi chiamate? Oh questa è bella!
Il padrigno Barone
Non vuole essermi padre; e voi... Peraltro
Guardando i stracci vostri e i stracci miei,
Degna d'un padre tal figlia sarei.
 

ALIDORO
Taci, figlia, e vien meco.
 

CENERENTOLA
Teco, e dove?
 

ALIDORO
Del Principe al festino.
 

CENERENTOLA
Ma dimmi, pellegrino:
Perché t'ho data poca colazione,
Tu mi vieni a burlar? Va' via... va' via!
Voglio serrar la porta...
Possono entrar de' ladri, e allora... e allora...
Starei fresca davvero.
 

ALIDORO
No! Sublima il pensiero!
Tutto cangiò per te!
Calpesterai men che fango i tesori,
Rapirai tutti i cuori.
Vien meco e non temer: per te dall'Alto
M'ispira un Nume a cui non crolla il trono.
E se dubiti ancor, mira chi sono!
(Nel momento che si volge, Alidoro getta il manto.)
Là del ciel nell'arcano profondo,
Del poter sull'altissimo Trono
Veglia un Nume, signore del mondo,
Al cui piè basso mormora il tuono.
Tutto sa, tutto vede, e non lascia
Nell'ambascia perir la bontà.
Fra la cenere, il pianto, l'affanno,
Ei ti vede, o fanciulla innocente,
E cangiando il tuo stato tiranno,
Fra l'orror vibra un lampo innocente.
Non temer, si è cambiata la scena:
La tua pena cangiando già va.
(S'ode avvicinarsi una carrozza.)
Un crescente mormorio
Non ti sembra d'ascoltar?..
Ah sta' lieta: è il cocchio mio
Su cui voli a trionfar.
Tu mi guardi, ti confondi...
Ehi ragazza, non rispondi?!
Sconcertata è la tua testa
E rimbalza qua e là,
Come nave in gran tempesta
Che di sotto in su sen va.
Ma già il nembo è terminato,
Scintillò serenità.
Il destino s'è cangiato,
L'innocenza brillerà.
 

 
(Aprono la porta; vedesi una carrozza.
Cenerentola vi monta,
Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza.)
(Prosegui con la scena ottava.)

 

Programma
Atto I prima parte - intervallo - Atto I seconda parte - intervallo - Atto II

 

Servizio fotografico di Fabio Borsani

 

Realizzazione pagina web di Mario Mainino

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