Saluto al pubblico del M° Gianandrea Noseda
Atto I
Scene
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La scena, parte in un vecchio palazzo di
Don Magnifico, e parte in un casino di delizie del Principe distante
mezzo miglio.
Antica sala terrena nel castello del Barone,
con cinque porte;
a destra camino, tavolino con specchio, cestello con fiori, e sedie.
Sinfonia
Scena
I Scene
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15 (ATTO I )
Clorinda provando uno sciassé;
Tisbe acconciando un fiore ora alla fronte ora al petto;
Cenerentola soffiando con un manticetto al camino per far bollire un
cuccumo di caffè;
indi Alidoro da povero; poi seguaci di Ramiro.
CLORINDA
No no no: non v'è, non v'è
Chi trinciar sappia così
Leggerissimo sciassé.
TISBE
Sì sì sì: va bene lì.
Meglio lì; no, meglio qui.
Risaltar di più mi fa.
CLORINDA e TISBE
A quest'arte, a tal beltà
Sdrucciolare ognun dovrà.
CENERENTOLA
(con tono flemmatico)
Una volta c'era un Re,
Che a star solo s'annoiò:
Cerca, cerca, ritrovò;
Ma il volean sposare in tre.
Cosa fa?
Sprezza il fasto e la beltà.
E alla fin sceglie per sé
L'innocenza e la bontà.
La la là
Li li lì
La la là.
CLORINDA e TISBE
Cenerentola, finiscila
Con la solita canzone.
CENERENTOLA
Presso al fuoco in un cantone
Via lasciatemi cantar.
Una volta c'era un Re
Una volta. . .
CLORINDA
E due, e tre.
CLORINDA e TISBE
La finisci sì o no?
Se non taci ti darò.
CENERENTOLA
Una volta...
(S'ode picchiare. Cenerentola apre, ed entra Alidoro da povero.)
CLORINDA, TISBE e CENERENTOLA
Chi sarà?
ALIDORO
Un tantin di carità.
CLORINDA e TISBE
Accattoni! Via di qua.
CENERENTOLA
Zitto, zitto: su prendete
Questo po' di colazione.
(Versa una tazza di caffè, e la dà con un pane ad Alidoro
coprendolo dalle sorelle.)
Ah non reggo alla passione,
Che crudel fatalità!
ALIDORO
Forse il Cielo il guiderdone
Pria di notte vi darà.
CLORINDA e TISBE
(pavoneggiandosi)
Risvegliar dolce passione
Più di me nessuna sa.
(volgendosi ad osservare Alidoro)
Ma che vedo! Ancora lì!
Anche un pane? anche il caffè?
(scagliandosi contro Cenerentola)
Prendi, prendi, questo a te.
CENERENTOLA
Ah! soccorso chi mi dà!
ALIDORO
(frapponendosi inutilmente)
Vi fermate, per pietà.
(Si picchia fortemente; Cenerentola corre ad aprire, ed entrano
i cavalieri.)
CORO
O figlie amabili - Di Don Magnifico
Ramiro il Principe - Or or verrà,
Al suo palagio - Vi condurrà.
Si canterà - Si danzerà:
Poi la bellissima - Fra l'altre femmine
Sposa carissima - Per lui sarà.
CLORINDA e TISBE
Ma dunque il Principe?
CORO
Or or verrà.
CLORINDA e TISBE
E la bellissima?
CORO
Si sceglierà.
CLORINDA e TISBE
Cenerentola vien qua.
Le mie scarpe, il mio bonné.
Cenerentola vien qua.
Le mie penne, il mio collié.
Nel cervello ho una fucina;
Son più bella e vo' trionfar.
A un sorriso, a un'occhiatina
Don Ramiro ha da cascar.
CENERENTOLA
Cenerentola vien qua.
Cenerentola va' là.
Cenerentola va' su.
Cenerentola va' giù.
Questo è proprio uno strapazzo!
Mi volete far crepar?
Chi alla festa, chi al solazzo
Ed io resto qui a soffiar.
ALIDORO
Nel cervello una fucina
Sta le pazze a martellar.
Ma già pronta è la ruina.
Voglio ridere a schiattar.
CORO
Già nel capo una fucina
Sta le donne a martellar;
Il cimento si avvicina,
Il gran punto di trionfar.
CLORINDA
(dando una moneta a Cenerentola, onde la dia ai seguaci del
Principe)
Date lor mezzo scudo. Grazie. Ai cenni
Del Principe noi siamo.
(osservando il povero e raggricciando il naso)
Ancor qui siete?
Qual tanfo! Andate, o ve ne pentirete.
CENERENTOLA
(accompagnando Alidoro)
(Io poi quel mezzo scudo
A voi l'avrei donato;
Ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo
Mi spaccherei per darlo a un infelice.)
(marcato assai, e Alidoro parte)
ALIDORO
(Forse al novello dì sarai felice.)
TISBE
Cenerentola, presto
Prepara i nastri, i manti.
CLORINDA
Gli unguenti, le pomate.
TISBE
I miei diamanti.
CENERENTOLA
Uditemi, sorelle...
CLORINDA
(altera)
Che sorelle!
Non profanarci con sì fatto nome.
TISBE
(minacciandola)
E guai per te se t'uscirà di bocca.
CENERENTOLA
(Sempre nuove pazzie soffrir mi tocca.)
(entra a sinistra)
TISBE
Non v'è da perder tempo.
CLORINDA
Nostro padre
Avvisarne convien.
(Questionando fra loro, ed opponendosl a vicenda d'entrare a
destra.)
TISBE
Esser la prima
Voglio a darne la nuova.
CLORINDA
Oh! mi perdoni.
Io sono la maggiore.
TISBE
No no, gliel vo' dir io.
(Crescendo nella rabbia fra loro.)
CLORINDA
È questo il dover mio.
Io svegliare lo vuo'. Venite appresso.
TISBE
Oh! non la vincerai.
CLORINDA
(osservando fra le scene)
Ecco egli stesso.
Scena II Scene
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15 (ATTO I )
Don Magnifico, bieco in volto, esce in
berretta da notte e veste da camera;
e detti; indi Cenerentola.
DON MAGNIFICO
Miei rampolli femminini,
Vi ripudio; mi vergogno!
Un magnifico mio sogno
Mi veniste a sconcertar.
(ricusando di dar loro a baciar la mano)
(Clorinda e Tisbe ridono quando non le guarda.)
(da sé, osservandole)
Come son mortificate!
Degne figlie d'un Barone!
Via: silenzio ed attenzione.
State il sogno a meditar.
Mi sognai fra il fosco e il chiaro
Un bellissimo somaro.
Un somaro, ma solenne.
Quando a un tratto, oh che portento!
Su le spalle a cento a cento
Gli spuntavano le penne
Ed in alto, fsct, volò!
Ed in cima a un campanile
Come in trono si fermò.
Si sentiano per di sotto
Le campane sdindonar.
Col cì cì, ciù ciù di botto
Mi faceste risvegliar.
Ma d'un sogno sì intralciato
Ecco il simbolo spiegato.
La campana suona a festa?
Allegrezza in casa è questa.
Quelle penne? Siete voi.
Quel gran volo? Plebe addio.
Resta l'asino di poi?
Ma quell'asino son io.
Chi vi guarda vede chiaro
Che il somaro è il genitor.
Fertilissima Regina
L'una e l'altra diverrà;
Ed il nonno una dozzina
Di nepoti abbraccierà.
Un Re piccolo di qua.
Un Re bambolo di là.
E la gloria mia sarà.
(Interrompendosi e strappandosi Don Magnifico.)
CLORINDA
Sappiate che fra poco...
TISBE
Il Principe Ramiro...
CLORINDA
Che son tre dì che nella deliziosa...
TISBE
Vicina mezzo miglio
Venuto è ad abitar...
CLORINDA
Sceglie una sposa...
TISBE
Ci mandò ad invitar...
CLORINDA
E fra momenti...
TISBE
Arriverà per prenderci...
CLORINDA
E la scelta
La più bella sarà...
DON MAGNIFICO
(in aria di stupore ed importanza)
Figlie, che dite!
Quel principon! Quantunque io nol conosco...
Sceglierà!.. v'invitò... Sposa... più bella!
Io cado in svenimento. Alla favella
È venuto il sequestro. Il principato
Per la spinal midolla
Già mi serpeggia, ed in una parola
Il sogno è storia, ed il somaro vola.
(Cenerentola entra, vota il caffè e lo reca nella camera di Don
Magnifico.)
Cenerentola, presto.
Portami il mio caffè. Viscere mie.
Metà del mio palazzo è già crollata,
E l'altra è in agonia. Fatevi onore.
Mettiamoci un puntello.
(andando e tornando, e riprendendo le figlie, che stanno per
entrare)
Figlie state in cervello.
Parlate in punto e virgola.
Per carità: pensate ad abbigliarvi;
Si tratta niente men che imprinciparvi.
Entra nelle sue stanze, Clorinda e Tisbe nella loro.
Scena III
Scene
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15 (ATTO I )
Don Ramiro e Cenerentola.
Don Ramiro vestito da scudiero; guarda intorno e si avanza a poco a
poco.
RAMIRO
Tutto è deserto. Amici?
Nessun risponde. In questa
Simulata sembianza
Le belle osserverò. Né viene alcuno?
Eppur mi diè speranza
Il sapiente Alidoro,
Che qui, saggia e vezzosa,
Degna di me trovar saprò la sposa.
Sposarsi... e non amar! Legge tiranna,
Che nel fior de' miei giorni
Alla difficil scelta mi condanna.
Cerchiam, vediamo.
Scena IV Scene
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15 (ATTO I )
Cenerentola cantando fra' denti con sottocoppa e tazza da caffe,
entra spensierata nella stanza, e si trova a faccia a faccia con
Ramiro;
le cade tutto di mano, e si ritira in un angolo.
CENERENTOLA
Una volta c'era...
Ah! è fatta
RAMIRO
Cos'è?
CENERENTOLA
Che batticuore!
RAMIRO
Forse un mostro son io!
CENERENTOLA
(prima astratta poi correggendosi con naturalezza)
Sì... no, signore.
RAMIRO
Un soave non so che
In quegl'occhi scintillò!
CENERENTOLA
Io vorrei saper perché
Il mio cor mi palpitò?
RAMIRO
Le direi... ma non ardisco.
CENERENTOLA
Parlar voglio, e taccio intanto.
CENERENTOLA e RAMIRO
Una grazia, un certo incanto
Par che brilli su quel viso!
Quanto caro è quel sorriso.
Scende all'alma e fa sperar.
RAMIRO
Del Baron le figlie io chiedo
Dove son? qui non le vedo.
CENERENTOLA
Stan di là nell'altre stanze.
Or verranno. (Addio speranze.)
RAMIRO
(con interesse)
Ma di grazia, voi chi siete?
CENERENTOLA
Io chi sono? Eh! non lo so.
RAMIRO
Nol sapete?
CENERENTOLA
Quasi no.
(accostandosi a lui sottovoce e rapidissima,
correggendosi ed imbrogliandosi)
Quel ch'è padre, non è padre...
Onde poi le due sorelle...
Era vedova mia madre...
Ma fu madre ancor di quelle...
Questo padre pien d'orgoglio...
Sta' a vedere che m'imbroglio?
Deh! scusate, perdonate
Alla mia semplicità.
RAMIRO
Mi seduce, m'innamora
Quella sua semplicità.
CLORINDA, TISBE e DON MAGNIFICO
(dalle loro stanze, a vicenda ed insieme)
Cenerentola... da me.
RAMIRO
Quante voci! che cos'è?
CENERENTOLA
A ponente ed a levante,
A scirocco e a tramontana,
Non ho calma un solo istante,
Tutto tutto tocca a me.
(ora verso una, ora verso l'altra delle porte)
Vengo, vengo. Addio, signore.
(con passione)
(Ah ci lascio proprio il core
Questo cor più mio non è.)
RAMIRO
(da sé, astratto, osservandola sempre)
(Quell'accento, quel sembiante
È una cosa sovrumana.
Io mi perdo in quest'istante
Già più me non trovo in me.
Che innocenza! che candore!
Ah! m'invola proprio il core!
Questo cor più mio non è.)
Scena V Scene
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15 (ATTO I )
Ramiro solo; indi Don Magnifico in abito di
gala senza cappello.
RAMIRO
Non so che dir. Come in sì rozze spoglie
Sì bel volto e gentil! Ma Don Magnifico
Non apparisce ancor? Nunziar vorrei
Fortunato consiglio!
Da semplice scudiero
Il core delle femmine
Meglio svelar saprò. Dandini intanto
Recitando da Principe...
DON MAGNIFICO
Domando
Un milion di perdoni.
Dica: e Sua Altezza il Principe?
RAMIRO
Or ora arriva.
DON MAGNIFICO
E quando?
RAMIRO
Tra tre minuti.
DON MAGNIFICO
(in agitazione)
Tre minuti! ah figlie!
Sbrigatevi: che serve?
Le vado ad affrettar. Scusi; per queste
Ragazze benedette,
Un secolo è un momento alla toelette.
(entra dalle figlie)
RAMIRO
Che buffone! E Alidoro mio maestro
Sostien che in queste mura
Sta la bontà più pura!
Basta basta, vedrem. Alle sue figlie
Convien che m'avvicini.
Qual fragor!.. non m'inganno. Ecco Dandini.
Scena VI Scene
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15 (ATTO I )
Cavalieri, Dandini e detti; indi Clorinda e
Tisbe.
CORO
Scegli la sposa, affrettati:
S'invola via l'età.
La principesca linea.
Se no s'estinguerà.
DANDINI
Come un'ape ne' giorni d'aprile
Va volando leggiera e scherzosa;
Corre al giglio, poi salta alla rosa,
Dolce un fiore a cercare per sé;
Fra le belle m'aggiro e rimiro;
Ne ho vedute già tante e poi tante
Ma non trovo un giudizio, un sembiante,
Un boccone squisito per me.
(Clorinda e Tisbe escono, e sono presentate a Dandini da Don
Magnifico in gala.)
CLORINDA
Prence!
TISBE
Sire...
CLORINDA e TISBE
Ma quanti favori!
DON MAGNIFICO
Che diluvio! che abisso di onori!
DANDINI
Nulla, nulla;
(con espressione or all'una ora all'altra)
Vezzosa; graziosa!
(accostandosi a Ramiro)
(Dico bene?) Son tutte papà.
RAMIRO
(Bestia! attento! ti scosta; va' là.)
DANDINI
(alle due sorelle che lo guardano con passione)
Per pietà, quelle ciglia abbassate.
Galoppando sen va la ragione,
E fra i colpi d'un doppio cannone
Spalancato è il mio core di già.
(da sé)
(Ma al finir della nostra commedia
Che tragedia qui nascer dovrà.)
CLORINDA e TISBE
(ognuna da sé)
(Ei mi guarda. Sospira, delira
Non v'è dubbio: è mio schiavo di già.)
RAMIRO
(sempre osservando con interesse se torna Cenerentola)
(Ah! perché qui non viene colei,
Con quell'aria di grazia e bontà?)
DON MAGNIFICO
(da sé osservando con compiacenza Dandini, che sembra
innamorato)
(E già cotto, stracotto, spolpato
L'Eccellenza si cangia in Maestà.)
DANDINI
(osservando Clorinda, Tisbe e Don Magnifico)
Allegrissimamente! che bei quadri!
Che bocchino! che ciglia!
Siete l'ottava e nona meraviglia.
Già tales patris talem filias.
CLORINDA
(con inchino)
Grazie!
DON MAGNIFICO
(curvandosi)
Altezza delle Altezze!
Che dice? mi confonde. Debolezze.
DANDINI
Vere figure etrusche!
(piano a Ramiro)
(Dico bene?)
RAMIRO
(piano a Dandini)
(Cominci a dirle grosse.)
DANDINI
(piano a Ramiro)
(Io recito da grande, e grande essendo,
Grandi le ho da sparar.)
DON MAGNIFICO
(piano alle figlie con compiacenza)
(Bel principotto!
Che non vi fugga: attente.)
DANDINI
Or dunque seguitando quel discorso
Che non ho cominciato;
Dai miei lunghi viaggi ritornato
E il mio papà trovato,
Che fra i quondam è capitombolato,
E spirando ha ordinato
Che a vista qual cambiale io sia sposato,
O son diseredato,
Fatto ho un invito a tutto il vicinato.
E trovando un boccone delicato,
Per me l'ho destinato.
Ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato.
DON MAGNIFICO
(sorpreso)
(Che eloquenza norcina!)
CENERENTOLA
(entrando osserva l'abito del Principe, e Ramiro che la guarda)
(Ih, che bell'abito!
E quell'altro mi guarda.)
RAMIRO
(Ecco colei!
Mi ripalpita il cor.)
DANDINI
Belle ragazze,
Se vi degnate inciambellare il braccio
Ai nostri cavalieri, il legno è pronto.
CLORINDA
(servite dai cavalieri)
Andiam.
TISBE
Papà Eccellenza,
Non tardate a venir.
(Escono.)
DON MAGNIFICO
(a Cenerentola voltandosi)
Che fai tu qui?
Il cappello e il bastone.
CENERENTOLA
Eh... Signor sì.
(scuotendosi dal guardar Ramiro, e parte)
DANDINI
Perseguitate presto
Con i piè baronali
I magnifici miei quarti reali.
(parte)
DON MAGNIFICO
Monti in carrozza, e vengo.
(andando nella camera dove è entrata Cenerentola)
RAMIRO
(E pur colei
Vo' riveder.)
DON MAGNIFICO
(di dentro in collera)
Ma lasciami.
RAMIRO
(La sgrida?)
CENERENTOLA
Sentite.
DON MAGNIFICO
(esce con cappello e bastone trattenuto con ingenuità da
Cenerentola)
Il tempo vola.
RAMIRO
(Che vorrà?)
DON MAGNIFICO
Vuoi lasciarmi?
CENERENTOLA
Una parola.
Signore, una parola:
In casa di quel Principe
Un'ora, un'ora sola
Portatemi a ballar.
DON MAGNIFICO
Ih! Ih! La bella Venere!
Vezzosa! Pomposetta!
Sguaiata! Cova-cenere!
Lasciami, deggio andar.
DANDINI
(tornando indietro, ed osservando Ramiro immobile)
Cos'è? qui fa la statua?
(Sottovoce fra loro in tempo del solo di Don Magnifico.)
RAMIRO
Silenzio, ed osserviamo.
DANDINI
Ma andiamo o non andiamo!
RAMIRO
Mi sento lacerar.
CENERENTOLA
Ma una mezz'ora... un quarto.
DON MAGNIFICO
(alzando minaccioso il bastone)
Ma lasciami o ti stritolo.
RAMIRO e DANDINI
(accorrendo a trattenerlo)
Fermate.
DON MAGNIFICO
(sorpreso, curvandosi rispettoso a Dandini)
Serenissima!
(ora a Dandini ora a Cenerentola)
Ma vattene. - Altezzissima!
Servaccia ignorantissima!
RAMIRO e DANDINI
Serva?
CENERENTOLA
Cioè...
DON MAGNIFICO
(mettendole una mano sulla bocca e interrompendola)
Vilissima
D'un'estrazion bassissima,
Vuol far la sufficiente,
La cara, l'avvenente,
E non è buona a niente.
(minacciando e trascinando)
Va' in camera, va' in camera
La polvere a spazzar.
DANDINI
(opponendosi con autorità)
Ma caro Don Magnifico
Via, non la strapazzar.
RAMIRO
(fra sé, con sdegno represso)
Or ora la mia collera
Non posso più frenar.
CENERENTOLA
(con tuono d'ingenuità)
Signori, persuadetelo;
Portatemi a ballar.
Ah! sempre fra la cenere
Sempre dovrò restar?
(Nel momento che Don Magnifico staccasi da
Cenerentola
ed è tratto via da Dandini, entra Alidoro con taccuino aperto.)
ALIDORO
Qui nel mio codice
Delle zitelle
Con Don Magnifico
Stan tre sorelle.
(a Don Magnifico con autorità)
Or che va il Principe
La sposa a scegliere,
La terza figlia
Io vi domando.
DON MAGNIFICO
(confuso ed alterato)
Che terza figlia
Mi va figliando?
ALIDORO
Terza sorella...
DON MAGNIFICO
(atterrito)
Ella... morì...
ALIDORO
Eppur nel codice
Non v'è così.
CENERENTOLA
(Ah! di me parlano.)
(ponendosi in mezzo con ingenuità)
No, non morì.
DON MAGNIFICO
Sta' zitta lì.
ALIDORO
Guardate qui!
DON MAGNIFICO
(balzando Cenerentola in un cantone)
Se tu respiri,
Ti scanno qui.
RAMIRO, DANDINI e ALIDORO
Dunque morì?
DON MAGNIFICO
(sempre tremante)
Altezza sì.
(Momento di silenzio.)
TUTTI
(guardandosi scambievolmente)
Nel volto estatico
Di questo e quello
Si legge il vortice
Del lor cervello,
Che ondeggia e dubita
E incerto sta.
DON MAGNIFICO
(fra' denti, trascinando Cenerentola)
Se tu più mormori
Solo una sillaba
Un cimiterio
Qui si farà.
CENERENTOLA
(con passione)
Deh soccorretemi,
Deh non lasciatemi,
Ah! di me, misera
Che mai sarà?
RAMIRO
Via consolatevi.
Signor lasciatela.
(strappandola da Don Magnifico)
(Già la mia furia
Crescendo va.)
ALIDORO
(frapponendosi)
Via meno strepito:
Fate silenzio.
O qualche scandalo
Qui nascerà.
DANDINI
Io sono un Principe,
O sono un cavolo?
Vi mando aI diavolo:
Venite qua.
(La strappa da Don Magnifico, e lo conduce via.)
(Tutti seguono Dandini.
Cenerentola corre in camera.
Si chiude la porta di mezzo;
un momento dopo rientra Alidoro con mantello da povero.)
Scena VII
Scene
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15 (ATTO I )
Dopo qualche momento di silenzio entra Alidoro
in abito di pellegrino
con gli abiti da filosofo sotto, indi Cenerentola.
ALIDORO
Grazie, vezzi, beltà scontrar potrai
Ad ogni passo; ma bontà, innocenza,
Se non si cerca, non si trova mai.
Gran ruota è il mondo...
(chiama verso la camera di Cenerentola)
Figlia!
CENERENTOLA
(esce e rimane sorpresa)
Figlia voi mi chiamate? O questa è bella!
Il padrigno Barone
Non vuole essermi padre, e voi...
ALIDORO
Tacete.
Venite meco.
CENERENTOLA
E dove?
ALIDORO
Or ora un cocchio
S'appresserà. Del Principe
Anderemo al festin.
CENERENTOLA
(guardando lui, e le accenna gli abiti)
Con questi stracci?
Come Paris e Vienna? oh che bell'ambo.
(Nel momento che si volge, Alidoro gitta il manto.)
ALIDORO
Osservate. Silenzio. Abiti, gioie,
Tutto avrete da me. Fasto, ricchezza
Non v'abbaglino il cor. Dama sarete;
Scoprirvi non dovrete. Amor soltanto
Tutto v'insegnerà.
CENERENTOLA
Ma questa è storia
Oppure una commedia?
ALIDORO
Figlia mia,
L'allegrezza e la pena
Son commedia e tragedia, e il mondo è scena.
Il mondo è un gran teatro.
Siam tutti commedianti.
Si può fra brevi istanti
Carattere cangiar.
Quel ch'oggi è un Arlecchino
Battuto dal padrone,
Domani è un signorone,
Un uomo d'alto affar.
Tra misteriose nuvole
Che l'occhio uman non penetra
Sta scritto quel carattere
Che devi recitar.
(S'ode avvicinare una carrozza.)
Odo del cocchio crescere
Il prossimo fragore...
Figlia, t'insegni il core,
Colui che devi amar.
Aprono la porta; vedesi una carrozza. Cenerentola vi monta.
Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza.
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