| Saluto al pubblico del M° Gianandrea Noseda 
 
 
 
            Atto I 
                                Scene
            
            1,
            
            2,
            
            3,
            
            4,
            
            5,
            
            6,
            
            7,
            
            8,
            
            9,
            
            10,
            
            11,
            
            12,
            
            13,
            
            14,
            
            15
 La scena, parte in un vecchio palazzo di 
        Don Magnifico, e parte in un casino di delizie del Principe distante 
        mezzo miglio.
 Antica sala terrena nel castello del Barone, 
            con cinque porte; a destra camino, tavolino con specchio, cestello con fiori, e sedie.
 Sinfonia
 
 
 
            Scena 
            I        Scene
            
            1,
            
            2,
            
            3,
            
            4,
            
            5,
            
            6,
            
            7,
            
            8,
            
            9,
            
            10,
            
            11,
            
            12,
            
            13,
            
            14,
            
            15         (ATTO I )
 Clorinda provando uno sciassé;
 Tisbe acconciando un fiore ora alla fronte ora al petto;
 
 Cenerentola soffiando con un manticetto al camino per far bollire un 
            cuccumo di caffè;
 indi Alidoro da povero; poi seguaci di Ramiro.
 
  CLORINDA No no no: non v'è, non v'è
 Chi trinciar sappia così
 Leggerissimo sciassé.
 
 TISBE Sì sì sì: va bene lì.
 Meglio lì; no, meglio qui.
 Risaltar di più mi fa.
 
 CLORINDA e TISBE A quest'arte, a tal beltà
 Sdrucciolare ognun dovrà.
 
 CENERENTOLA (con tono flemmatico)
 
 Una volta c'era un Re,
 Che a star solo s'annoiò:
 Cerca, cerca, ritrovò;
 Ma il volean sposare in tre.
 Cosa fa?
 Sprezza il fasto e la beltà.
 E alla fin sceglie per sé
 L'innocenza e la bontà.
 La la là
 Li li lì
 La la là.
 
  CLORINDA e TISBE Cenerentola, finiscila
 Con la solita canzone.
 
 CENERENTOLA Presso al fuoco in un cantone
 Via lasciatemi cantar.
 Una volta c'era un Re
 Una volta. . .
 
 CLORINDA E due, e tre.
 
  CLORINDA e TISBE
 La finisci sì o no?
 Se non taci ti darò.
 
 CENERENTOLA
 Una volta...
 
 (S'ode picchiare. Cenerentola apre, ed entra Alidoro da povero.)
 
 CLORINDA, TISBE e CENERENTOLA Chi sarà?
 
  ALIDORO Un tantin di carità.
 
  CLORINDA e TISBE Accattoni! Via di qua.
 
 CENERENTOLA  
 Zitto, zitto: su prendete
 Questo po' di colazione.
 (Versa una tazza di caffè, e la dà con un pane ad Alidoro 
            coprendolo dalle sorelle.)
 Ah non reggo alla passione,
 Che crudel fatalità!
 
 ALIDORO Forse il Cielo il guiderdone
 Pria di notte vi darà.
 
  CLORINDA e TISBE (pavoneggiandosi)
 Risvegliar dolce passione
 Più di me nessuna sa.
 (volgendosi ad osservare Alidoro)
 
 Ma che vedo! Ancora lì!
 Anche un pane? anche il caffè?
 (scagliandosi contro Cenerentola)
 Prendi, prendi, questo a te.
 
 CENERENTOLA Ah! soccorso chi mi dà!
 
 ALIDORO (frapponendosi inutilmente)
 Vi fermate, per pietà.
 
 
            
            (Si picchia fortemente; Cenerentola corre ad aprire, ed entrano 
            i cavalieri.)
 CORO O figlie amabili - Di Don Magnifico
 Ramiro il Principe - Or or verrà,
 Al suo palagio - Vi condurrà.
 Si canterà - Si danzerà:
 Poi la bellissima - Fra l'altre femmine
 Sposa carissima - Per lui sarà.
 
 
 CLORINDA e TISBE Ma dunque il Principe?
 CORO Or or verrà.
 CLORINDA e TISBE E la bellissima?
 CORO Si sceglierà.
 CLORINDA e TISBE Cenerentola vien qua.
 Le mie scarpe, il mio bonné.
 
 Cenerentola vien qua. Le mie penne, il mio collié.
 Nel cervello ho una fucina;
 
 Son più bella e vo' trionfar.
 A un sorriso, a un'occhiatina
 Don Ramiro ha da cascar.
 
  CENERENTOLA Cenerentola vien qua.
 Cenerentola va' là.
 Cenerentola va' su.
 Cenerentola va' giù.
 Questo è proprio uno strapazzo!
 Mi volete far crepar?
 Chi alla festa, chi al solazzo
 
 Ed io resto qui a soffiar.  ALIDORO Nel cervello una fucina
 Sta le pazze a martellar.
 Ma già pronta è la ruina.
 Voglio ridere a schiattar.
 
 
 CORO Già nel capo una fucina
 Sta le donne a martellar;
 Il cimento si avvicina,
 Il gran punto di trionfar.
 
 CLORINDA (dando una moneta a Cenerentola, onde la dia ai seguaci del 
            Principe)
 Date lor mezzo scudo. Grazie. Ai cenni
 Del Principe noi siamo.
 (osservando il povero e raggricciando il naso)
 Ancor qui siete?
 Qual tanfo! Andate, o ve ne pentirete.
 
 CENERENTOLA (accompagnando Alidoro)
 (Io poi quel mezzo scudo
 A voi l'avrei donato;
 Ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo
 Mi spaccherei per darlo a un infelice.)
 
 (marcato assai, e Alidoro parte)
 
 ALIDORO (Forse al novello dì sarai felice.)
 
 
            TISBE Cenerentola, presto
 Prepara i nastri, i manti.
 
 CLORINDA Gli unguenti, le pomate.
 
 TISBE I miei diamanti.
 
 CENERENTOLA Uditemi, sorelle...
 
 CLORINDA (altera)
 Che sorelle!
 Non profanarci con sì fatto nome.
 
 TISBE (minacciandola)
 E guai per te se t'uscirà di bocca.
 
 CENERENTOLA (Sempre nuove pazzie soffrir mi tocca.)
 
 (entra a sinistra)
 
 TISBE Non v'è da perder tempo.
 
 CLORINDA Nostro padre
 Avvisarne convien.
 
 (Questionando fra loro, ed opponendosl a vicenda d'entrare a 
            destra.)
 
 TISBE Esser la prima
 Voglio a darne la nuova.
 
 CLORINDA Oh! mi perdoni.
 Io sono la maggiore.
 
 TISBE No no, gliel vo' dir io.
 
 (Crescendo nella rabbia fra loro.)
 
 CLORINDA È questo il dover mio.
 Io svegliare lo vuo'. Venite appresso.
 
 TISBE Oh! non la vincerai.
 
 CLORINDA (osservando fra le scene)
 Ecco egli stesso.
 
 
            Scena II      Scene
            
            1,
            
            2,
            
            3,
            
            4,
            
            5,
            
            6,
            
            7,
            
            8,
            
            9,
            
            10,
            
            11,
            
            12,
            
            13,
            
            14,
            
            15        (ATTO I )
 Don Magnifico, bieco in volto, esce in 
            berretta da notte e veste da camera;
 e detti; indi Cenerentola.
 
 DON MAGNIFICO Miei rampolli femminini,
 
 Vi ripudio; mi vergogno!
 Un magnifico mio sogno
 Mi veniste a sconcertar.
 
 (ricusando di dar loro a baciar la mano)
 (Clorinda e Tisbe ridono quando non le guarda.)
 (da sé, osservandole)
 Come son mortificate!
 Degne figlie d'un Barone!
 
 Via: silenzio ed attenzione.
 State il sogno a meditar.
 Mi sognai fra il fosco e il chiaro
 Un bellissimo somaro.
 Un somaro, ma solenne.
 Quando a un tratto, oh che portento!
 Su le spalle a cento a cento
 Gli spuntavano le penne
 Ed in alto, fsct, volò!
 
 Ed in cima a un campanile
 Come in trono si fermò.
 Si sentiano per di sotto
 Le campane sdindonar.
 Col cì cì, ciù ciù di botto
 Mi faceste risvegliar.
 Ma d'un sogno sì intralciato
 Ecco il simbolo spiegato.
 
 La campana suona a festa?
 Allegrezza in casa è questa.
 Quelle penne? Siete voi.
 Quel gran volo? Plebe addio.
 Resta l'asino di poi?
 Ma quell'asino son io.
 Chi vi guarda vede chiaro
 Che il somaro è il genitor.
 Fertilissima Regina
 L'una e l'altra diverrà;
 
 Ed il nonno una dozzina
 Di nepoti abbraccierà.
 Un Re piccolo di qua.
 Un Re bambolo di là.
 E la gloria mia sarà.
 
 (Interrompendosi e strappandosi Don Magnifico.)
 
 
            CLORINDA Sappiate che fra poco...
 
 TISBE Il Principe Ramiro...
 
 CLORINDA Che son tre dì che nella deliziosa...
 
 TISBE Vicina mezzo miglio
 Venuto è ad abitar...
 
 CLORINDA Sceglie una sposa...
 
 TISBE Ci mandò ad invitar...
 
 CLORINDA E fra momenti...
 
 TISBE Arriverà per prenderci...
 
 CLORINDA E la scelta
 La più bella sarà...
 
 DON MAGNIFICO (in aria di stupore ed importanza)
 Figlie, che dite!
 Quel principon! Quantunque io nol conosco...
 Sceglierà!.. v'invitò... Sposa... più bella!
 Io cado in svenimento. Alla favella
 È venuto il sequestro. Il principato
 Per la spinal midolla
 Già mi serpeggia, ed in una parola
 Il sogno è storia, ed il somaro vola.
 (Cenerentola entra, vota il caffè e lo reca nella camera di Don 
            Magnifico.)
 Cenerentola, presto.
 Portami il mio caffè. Viscere mie.
 Metà del mio palazzo è già crollata,
 E l'altra è in agonia. Fatevi onore.
 Mettiamoci un puntello.
 (andando e tornando, e riprendendo le figlie, che stanno per 
            entrare)
 Figlie state in cervello.
 Parlate in punto e virgola.
 Per carità: pensate ad abbigliarvi;
 Si tratta niente men che imprinciparvi.
 
 Entra nelle sue stanze, Clorinda e Tisbe nella loro.
 
 
            Scena III 
                 
            Scene
            
            1,
            
            2,
            
            3,
            
            4,
            
            5,
            
            6,
            
            7,
            
            8,
            
            9,
            
            10,
            
            11,
            
            12,
            
            13,
            
            14,
            
            15        (ATTO I ) 
            Don Ramiro e Cenerentola. Don Ramiro vestito da scudiero; guarda intorno e si avanza a poco a 
            poco.
 
 RAMIRO Tutto è deserto. Amici?
 Nessun risponde. In questa
 Simulata sembianza
 Le belle osserverò. Né viene alcuno?
 Eppur mi diè speranza
 Il sapiente Alidoro,
 Che qui, saggia e vezzosa,
 Degna di me trovar saprò la sposa.
 Sposarsi... e non amar! Legge tiranna,
 Che nel fior de' miei giorni
 Alla difficil scelta mi condanna.
 Cerchiam, vediamo.
 
 
 
 Scena IV      Scene
            
            1,
            
            2,
            
            3,
            
            4,
            
            5,
            
            6,
            
            7,
            
            8,
            
            9,
            
            10,
            
            11,
            
            12,
            
            13,
            
            14,
            
            15        (ATTO I )
  Cenerentola cantando fra' denti con sottocoppa e tazza da caffe,
 entra spensierata nella stanza, e si trova a faccia a faccia con 
            Ramiro;
 le cade tutto di mano, e si ritira in un angolo.
 
 CENERENTOLA Una volta c'era...
 Ah! è fatta
 
  RAMIRO Cos'è?
 
 CENERENTOLA Che batticuore!
 
  RAMIRO Forse un mostro son io!
 
  CENERENTOLA (prima astratta poi correggendosi con naturalezza)
 Sì... no, signore.
 
 RAMIRO Un soave non so che
 In quegl'occhi scintillò!
 
 CENERENTOLA Io vorrei saper perché
 Il mio cor mi palpitò?
 
  RAMIRO Le direi... ma non ardisco.
 
 CENERENTOLA Parlar voglio, e taccio intanto.
 
 CENERENTOLA e RAMIRO Una grazia, un certo incanto
 Par che brilli su quel viso!
 Quanto caro è quel sorriso.
 Scende all'alma e fa sperar.
 
 RAMIRO Del Baron le figlie io chiedo
 Dove son? qui non le vedo.
 
 CENERENTOLA Stan di là nell'altre stanze.
 Or verranno. (Addio speranze.)
 
 RAMIRO (con interesse)
 Ma di grazia, voi chi siete?
 
 CENERENTOLA Io chi sono? Eh! non lo so.
 
 RAMIRO Nol sapete?
 
  CENERENTOLA Quasi no.
 (accostandosi a lui sottovoce e rapidissima,
 correggendosi ed imbrogliandosi)
 Quel ch'è padre, non è padre...
 Onde poi le due sorelle...
 Era vedova mia madre...
 Ma fu madre ancor di quelle...
 Questo padre pien d'orgoglio...
 Sta' a vedere che m'imbroglio?
 Deh! scusate, perdonate
 Alla mia semplicità.
 
 RAMIRO Mi seduce, m'innamora
 Quella sua semplicità.
 
 CLORINDA, TISBE e DON MAGNIFICO (dalle loro stanze, a vicenda ed insieme)
 Cenerentola... da me.
 
 RAMIRO Quante voci! che cos'è?
 
 CENERENTOLA A ponente ed a levante,
 A scirocco e a tramontana,
 Non ho calma un solo istante,
 Tutto tutto tocca a me.
 (ora verso una, ora verso l'altra delle porte)
 Vengo, vengo. Addio, signore.
 (con passione)
 
 (Ah ci lascio proprio il core
 Questo cor più mio non è.)
 RAMIRO (da sé, astratto, osservandola sempre)
 (Quell'accento, quel sembiante
 È una cosa sovrumana.
 Io mi perdo in quest'istante
 Già più me non trovo in me.
 Che innocenza! che candore!
 Ah! m'invola proprio il core!
 Questo cor più mio non è.)
 
 
            Scena V      Scene
            
            1,
            
            2,
            
            3,
            
            4,
            
            5,
            
            6,
            
            7,
            
            8,
            
            9,
            
            10,
            
            11,
            
            12,
            
            13,
            
            14,
            
            15        (ATTO I )
 Ramiro solo; indi Don Magnifico in abito di 
            gala senza cappello.
 
            
             RAMIRO Non so che dir. Come in sì rozze spoglie
 Sì bel volto e gentil! Ma Don Magnifico
 Non apparisce ancor? Nunziar vorrei
 Fortunato consiglio!
 Da semplice scudiero
 Il core delle femmine
 Meglio svelar saprò. Dandini intanto
 Recitando da Principe...
 
  DON MAGNIFICO Domando
 Un milion di perdoni.
 Dica: e Sua Altezza il Principe?
 
 RAMIRO Or ora arriva.
 
 DON MAGNIFICO E quando?
 
 RAMIRO Tra tre minuti.
 
 DON MAGNIFICO (in agitazione)
 Tre minuti! ah figlie!
 Sbrigatevi: che serve?
 Le vado ad affrettar. Scusi; per queste
 Ragazze benedette,
 Un secolo è un momento alla toelette.
 
 (entra dalle figlie)
 
  RAMIRO Che buffone! E Alidoro mio maestro
 Sostien che in queste mura
 Sta la bontà più pura!
 Basta basta, vedrem. Alle sue figlie
 Convien che m'avvicini.
 Qual fragor!.. non m'inganno. Ecco Dandini.
 
 
            Scena VI      Scene
            
            1,
            
            2,
            
            3,
            
            4,
            
            5,
            
            6,
            
            7,
            
            8,
            
            9,
            
            10,
            
            11,
            
            12,
            
            13,
            
            14,
            
            15        (ATTO I )
 Cavalieri, Dandini e detti; indi Clorinda e 
            Tisbe.
 
  CORO Scegli la sposa, affrettati:
 S'invola via l'età.
 La principesca linea.
 Se no s'estinguerà.
 
  DANDINI Come un'ape ne' giorni d'aprile
 Va volando leggiera e scherzosa;
 Corre al giglio, poi salta alla rosa,
 Dolce un fiore a cercare per sé;
 Fra le belle m'aggiro e rimiro;
 Ne ho vedute già tante e poi tante
 
            
             Ma non trovo un giudizio, un sembiante,
 Un boccone squisito per me.
 
 (Clorinda e Tisbe escono, e sono presentate a Dandini da Don 
            Magnifico in gala.)
 
  CLORINDA Prence!
 
 TISBE Sire...
 
 CLORINDA e TISBE Ma quanti favori!
 
 DON MAGNIFICO Che diluvio! che abisso di onori!
 
 DANDINI Nulla, nulla;
 (con espressione or all'una ora all'altra)
 Vezzosa; graziosa!
 (accostandosi a Ramiro)
 (Dico bene?) Son tutte papà.
 
 RAMIRO (Bestia! attento! ti scosta; va' là.)
 
 DANDINI (alle due sorelle che lo guardano con passione)
 
 Per pietà, quelle ciglia abbassate.
 Galoppando sen va la ragione,
 E fra i colpi d'un doppio cannone
 Spalancato è il mio core di già.
 (da sé)
 (Ma al finir della nostra commedia
 Che tragedia qui nascer dovrà.)
 
 
 CLORINDA e TISBE (ognuna da sé)
 (Ei mi guarda. Sospira, delira
 Non v'è dubbio: è mio schiavo di già.)
 
 RAMIRO (sempre osservando con interesse se torna Cenerentola)
 (Ah! perché qui non viene colei,
 Con quell'aria di grazia e bontà?)
 
 DON MAGNIFICO (da sé osservando con compiacenza Dandini, che sembra 
            innamorato)
 (E già cotto, stracotto, spolpato
 L'Eccellenza si cangia in Maestà.)
 
 
            DANDINI (osservando Clorinda, Tisbe e Don Magnifico)
 Allegrissimamente! che bei quadri!
 Che bocchino! che ciglia!
 Siete l'ottava e nona meraviglia.
 
 Già tales patris talem filias.
 
 CLORINDA (con inchino)
 Grazie!
 
 DON MAGNIFICO 
 (curvandosi)
 Altezza delle Altezze!
 Che dice? mi confonde. Debolezze.
 
 DANDINI Vere figure etrusche!
 
 (piano a Ramiro)
 (Dico bene?)
 
 RAMIRO (piano a Dandini)
 (Cominci a dirle grosse.)
 
 DANDINI (piano a Ramiro)
 (Io recito da grande, e grande essendo,
 Grandi le ho da sparar.)
 
 DON MAGNIFICO (piano alle figlie con compiacenza)
 (Bel principotto!
 Che non vi fugga: attente.)
 
 DANDINI Or dunque seguitando quel discorso
 Che non ho cominciato;
 Dai miei lunghi viaggi ritornato
 E il mio papà trovato,
 Che fra i quondam è capitombolato,
 E spirando ha ordinato
 Che a vista qual cambiale io sia sposato,
 
 O son diseredato,
 Fatto ho un invito a tutto il vicinato.
 E trovando un boccone delicato,
 Per me l'ho destinato.
 Ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato.
 
 DON MAGNIFICO (sorpreso)
 (Che eloquenza norcina!)
 
 CENERENTOLA (entrando osserva l'abito del Principe, e Ramiro che la guarda)
 (Ih, che bell'abito!
 E quell'altro mi guarda.)
 
 RAMIRO (Ecco colei!
 Mi ripalpita il cor.)
 
  DANDINI Belle ragazze,
 Se vi degnate inciambellare il braccio
 Ai nostri cavalieri, il legno è pronto.
 
  CLORINDA (servite dai cavalieri)
 Andiam.
 
 TISBE Papà Eccellenza,
 Non tardate a venir.
 
 (Escono.)
 
 DON MAGNIFICO (a Cenerentola voltandosi)
 Che fai tu qui?
 Il cappello e il bastone.
 
 CENERENTOLA Eh... Signor sì.
 
 (scuotendosi dal guardar Ramiro, e parte)
 
  DANDINI Perseguitate presto
 Con i piè baronali
 I magnifici miei quarti reali.
 
 (parte)
 
 DON MAGNIFICO Monti in carrozza, e vengo.
 
 (andando nella camera dove è entrata Cenerentola)
 
 RAMIRO (E pur colei
 Vo' riveder.)
 
 DON MAGNIFICO (di dentro in collera)
 Ma lasciami.
 
 RAMIRO (La sgrida?)
 
  CENERENTOLA Sentite.
 
 DON MAGNIFICO (esce con cappello e bastone trattenuto con ingenuità da 
            Cenerentola)
 Il tempo vola.
 
 RAMIRO (Che vorrà?)
 
 DON MAGNIFICO Vuoi lasciarmi?
 
  CENERENTOLA Una parola.
 Signore, una parola:
 In casa di quel Principe
 Un'ora, un'ora sola
 Portatemi a ballar.
 
 DON MAGNIFICO Ih! Ih! La bella Venere!
 Vezzosa! Pomposetta!
 Sguaiata! Cova-cenere!
 Lasciami, deggio andar.
 
 DANDINI (tornando indietro, ed osservando Ramiro immobile)
 Cos'è? qui fa la statua?
 
 (Sottovoce fra loro in tempo del solo di Don Magnifico.)
 
 RAMIRO Silenzio, ed osserviamo.
 
  DANDINI Ma andiamo o non andiamo!
 
 RAMIRO Mi sento lacerar.
 
 CENERENTOLA Ma una mezz'ora... un quarto.
 
 DON MAGNIFICO (alzando minaccioso il bastone)
 Ma lasciami o ti stritolo.
 
  RAMIRO e DANDINI (accorrendo a trattenerlo)
 Fermate.
 
 DON MAGNIFICO (sorpreso, curvandosi rispettoso a Dandini)
 Serenissima!
 (ora a Dandini ora a Cenerentola)
 Ma vattene. - Altezzissima!
 Servaccia ignorantissima!
 
 RAMIRO e DANDINI Serva?
 
 CENERENTOLA Cioè...
 
 DON MAGNIFICO (mettendole una mano sulla bocca e interrompendola)
 Vilissima
 D'un'estrazion bassissima,
 Vuol far la sufficiente,
 La cara, l'avvenente,
 E non è buona a niente.
 (minacciando e trascinando)
 Va' in camera, va' in camera
 La polvere a spazzar.
 
  DANDINI (opponendosi con autorità)
 Ma caro Don Magnifico
 Via, non la strapazzar.
 
 RAMIRO (fra sé, con sdegno represso)
 Or ora la mia collera
 Non posso più frenar.
 
 CENERENTOLA (con tuono d'ingenuità)
 Signori, persuadetelo;
 Portatemi a ballar.
 Ah! sempre fra la cenere
 Sempre dovrò restar?
 
 
            (Nel momento che Don Magnifico staccasi da 
            Cenerentola ed è tratto via da Dandini, entra Alidoro con taccuino aperto.)
 
  ALIDORO Qui nel mio codice
 Delle zitelle
 Con Don Magnifico
 Stan tre sorelle.
 
 (a Don Magnifico con autorità)
 Or che va il Principe
 La sposa a scegliere,
 La terza figlia
 Io vi domando.
 
  DON MAGNIFICO (confuso ed alterato)
 Che terza figlia
 Mi va figliando?
 
 ALIDORO Terza sorella...
 
 DON MAGNIFICO (atterrito)
 Ella... morì...
 
 ALIDORO Eppur nel codice
 Non v'è così.
 
 CENERENTOLA (Ah! di me parlano.)
 (ponendosi in mezzo con ingenuità)
 No, non morì.
 
 DON MAGNIFICO Sta' zitta lì.
 
 ALIDORO Guardate qui!
 
 DON MAGNIFICO (balzando Cenerentola in un cantone)
 Se tu respiri,
 Ti scanno qui.
 
 RAMIRO, DANDINI e ALIDORO Dunque morì?
 
  DON MAGNIFICO (sempre tremante)
 Altezza sì.
 
 (Momento di silenzio.)
 
  TUTTI(guardandosi scambievolmente)
 Nel volto estatico
 Di questo e quello
 Si legge il vortice
 Del lor cervello,
 Che ondeggia e dubita
 E incerto sta.
 
 DON MAGNIFICO (fra' denti, trascinando Cenerentola)
 Se tu più mormori
 Solo una sillaba
 Un cimiterio
 Qui si farà.
 
 CENERENTOLA (con passione)
 Deh soccorretemi,
 Deh non lasciatemi,
 Ah! di me, misera
 Che mai sarà?
 
 RAMIRO Via consolatevi.
 Signor lasciatela.
 
 (strappandola da Don Magnifico)
 (Già la mia furia
 Crescendo va.)
 
 ALIDORO (frapponendosi)
 Via meno strepito:
 Fate silenzio.
 O qualche scandalo
 Qui nascerà.
 
  DANDINI Io sono un Principe,
 O sono un cavolo?
 Vi mando aI diavolo:
 Venite qua.
 
 (La strappa da Don Magnifico, e lo conduce via.)
 (Tutti seguono Dandini.
 Cenerentola corre in camera.
 Si chiude la porta di mezzo; 
            un momento dopo rientra Alidoro con mantello da povero.)
 
 
            Scena VII 
                 
            Scene
            
            1,
            
            2,
            
            3,
            
            4,
            
            5,
            
            6,
            
            7,
            
            8,
            
            9,
            
            10,
            
            11,
            
            12,
            
            13,
            
            14,
            
            15        (ATTO I )
 Dopo qualche momento di silenzio entra Alidoro 
            in abito di pellegrino
 con gli abiti da filosofo sotto, indi Cenerentola.
 
 ALIDORO Grazie, vezzi, beltà scontrar potrai
 Ad ogni passo; ma bontà, innocenza,
 
 Se non si cerca, non si trova mai.
 Gran ruota è il mondo...
 (chiama verso la camera di Cenerentola)
 Figlia!
 
 CENERENTOLA (esce e rimane sorpresa)
 
 Figlia voi mi chiamate? O questa è bella!
 Il padrigno Barone
 Non vuole essermi padre, e voi...
 
 ALIDORO Tacete.
 Venite meco.
 
 CENERENTOLA E dove?
 
 ALIDORO Or ora un cocchio
 S'appresserà. Del Principe
 Anderemo al festin.
 
 CENERENTOLA (guardando lui, e le accenna gli abiti)
 Con questi stracci?
 Come Paris e Vienna? oh che bell'ambo.
 
 (Nel momento che si volge, Alidoro gitta il manto.)
 
  ALIDORO Osservate. Silenzio. Abiti, gioie,
 Tutto avrete da me. Fasto, ricchezza
 
 Non v'abbaglino il cor. Dama sarete;
 Scoprirvi non dovrete. Amor soltanto
 Tutto v'insegnerà.
 
 CENERENTOLA Ma questa è storia
 Oppure una commedia?
 
 ALIDORO Figlia mia,
 L'allegrezza e la pena
 Son commedia e tragedia, e il mondo è scena.
 
 Il mondo è un gran teatro.
 Siam tutti commedianti.
 Si può fra brevi istanti
 Carattere cangiar.
 Quel ch'oggi è un Arlecchino
 Battuto dal padrone,
 Domani è un signorone,
 Un uomo d'alto affar.
 
            
             Tra misteriose nuvole
 Che l'occhio uman non penetra
 Sta scritto quel carattere
 Che devi recitar.
 (S'ode avvicinare una carrozza.)
 Odo del cocchio crescere
 Il prossimo fragore...
 
 Figlia, t'insegni il core,
 Colui che devi amar.
 
 Aprono la porta; vedesi una carrozza. Cenerentola vi monta.
 Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza.
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