MARCELLO (continuando il discorso) In un coupé?
RODOLFO
Con pariglia e livree.
Mi salutō ridendo. To', Musetta!
Le dissi: - e il cuor? - "Non batte o non lo sento
grazie al velluto che il copre".
RODOLFO
(O Mimė tu pių non torni.
O giorni belli,
piccole mani, odorosi capelli,
collo di neve
MARCELLO
Io non so come sia
che il mio pennel lavori
ed impasti colori
contro la voglia mia.
RODOLFO
E tu, cuffietta lieve,
che sotto il guancial partendo ascose,
tutta sai la nostra felicitā,
vien sul mio cuor!
Sul mio cuor morto, poich'č morto amor.
MARCELLO
Se pingere mi piace
o cieli o terre o inverni o primavere,
egli mi traccia due pupille nere
e una bocca procace,
e n'esce di Musetta
e il viso ancor...
E n'esce di Musetta
il viso tutto vezzi e tutto frode.
SCHAUNARD Eccoci.
RODOLFO Ebben?
MARCELLO Ebben? Del pan?
COLLINE
(Apre il cartoccio e ne estrae un'aringa che pure colloca sul tavolo.)
Č un piatto degno di Demostene: un 'aringa..
MARCELLO Duca, una lingua di pappagallo?
SCHAUNARD Grazie, m'impingua. Stasera ho un ballo.
SCHAUNARD La danza con musica vocale!
COLLINE Si sgombrino le sale...
RODOLFO
(Si avvicina a Marcello, gli fa un grande inchino offrendogli la
mano.)
Vezzosa damigella...
MARCELLO
(con modestia, imitando la voce femminile)
Rispetti la modestia.
(con voce naturale)
La prego.
COLLINE (offeso)
Se non erro, lei m'oltraggia. Snudi il ferro.
MARCELLO (scorgendola) Musetta
MUSETTA (ansimante) C'č Mimė..
MIMĖ (con grande passione) Rodolfo!
MIMĖ
(Abbraccia Rodolfo.)
O mio Rodolfo!
Mi vuoi qui con te?
RODOLFO
Ah! mia Mimė,
sempre, sempre !
MIMĖ
Mi sento assai meglio...
lascia ch'io guardi intorno.
(con dolce sorriso)
Ah, come si sta bene qui!
Si rinasce, ancor sento la vita qui...
No! tu non mi lasci pių!
MIMĖ
Ho tanto freddo!...
Se avessi un manicotto! Queste mie mani
riscaldare non si potranno mai?
(Tossisce.)
RODOLFO
(Prende nelle sue le mani di Mimė riscaldandogliele.)
Qui nelle mie! Taci!
Il parlar ti stanca.
MUSETTA
(Conduce Marcello lontano da Mimė, si leva gli orecchini
e glieli porge dicendogli sottovoce:)
A te, vendi, riporta
qualche cordial, manda un dottore!...
MUSETTA
Ascolta!
Forse č l'ultima volta
che ha espresso un desiderio, poveretta!
Pel manicotto io vo. Con te verrō.
MARCELLO
(commosso)
Sei buona, o mia Musetta.
COLLINE
(Mentre Musetta e Marcello parlavano, si č levato il pastrano.)
(con commozione crescente)
Vecchia zimarra, senti,
io resto al pian, tu ascendere
il sacro monte or devi.
Le mie grazie ricevi.
E tu... lasciali soli lā!...
SCHAUNARD Filosofo, ragioni! Č ver!... Vo via!
MIMĖ
(Lascia cadere le braccia.)
Son bella ancora?
RODOLFO
Bella come un'aurora.
MIMĖ
Hai sbagliato il raffronto.
Volevi dir: bella come un tramonto.
"Mi chiamano Mimė,
il perché non so...".
RODOLFO
Eri tanto turbata!
Poi smarristi la chiave...
MIMĖ
E a cercarla
tastoni ti sei messo!...
RODOLFO
...e cerca, cerca...
MIMĖ
(ricordando l'incontro suo con Rodolfo la sera della vigilia di
Natale)
Era buio; e il mio rossor non si vedeva...
(Sussurra le parole di Rodolfo).
"Che gelida manina...
Se la lasci riscaldar!..."
Era buio
e la man tu mi prendevi...
RODOLFO
(La adagia sul cuscino.)
Zitta, per caritā.
MIMĖ
Sė, sė, perdona,
ora sarō buona.
MIMĖ
(Aiutata da Musetta si rizza sul letto,
e con gioia quasi infantile prende il manicotto.)
Oh, come č bello e morbido! Non pių
le mani allividite. Il tepore
le abbellirā...
(a Rodolfo)
Sei tu
che me lo doni?
MIMĖ
(Stende una mano a Rodolfo).
Tu, spensierato!
Grazie. Ma costerā.
(Rodolfo scoppia in pianto.)
Piangi? Sto bene...
Pianger cosė, perché?
(Mette le mani nel manicotto,
si assopisce inclinando graziosamente la testa sul manicotto
in atto di dormire.)
Qui.. amor... sempre con te!
Le mani... al caldo... e... dormire.
SCHAUNARD (con voce strozzata) Marcello, č spirata...
COLLINE Come va?..
RODOLFO
Vedi?... Č tranquilla.
(Si volge verso Mimė, in quel mentre Musetta gli fa cenno
che la medicina č pronta, scende dalla scranna,
ma nell'accorrere presso Musetta si accorge dello strano contegno
di Marcello e Schaunard.)
(con voce strozzata dallo sgomento)
Che vuol dire
quell'andare e venire,
quel guardarmi cosė...
RODOLFO
(Si precipita al letto di Mimi, la solleva e scotendola grida colla
massima disperazione:)
Mimė... Mimė!... (piangendo)
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