EGDARDO
Orrida è questa notte
Come il destino mio!
(scoppia un fulmine)
Sì, tuona o cielo...
Imperversate o turbini... sconvolto
Sia l’ordine delle cose, e pera il mondo...
Io non mi inganno! scalpitar d’appresso
Odo un destrier! – S’arresta!
Chi mai nella tempesta
Fra le minacce e l’ire
Chi puote a me venirne?
ENRICO Io
EDGARDO Quale ardire!... Asthon!
Fra queste mura
Osi offrirti al mio cospetto!
ENRICO
Io vi sto per tua sciagura.
Non venisti nel mio tetto?
ENRICO
Di letizia il mio soggiorno
E di plausi rimbombava;
Ma più forte al cor d’intorno
La vendetta a me parlava!
Qui mi trassi... in mezzo ai venti
La sua voce udia tuttor;
E il furor degli elementi
Rispondeva al mio furor!
A due:
O sole più rapido a sorger t’appresta...
Ti cinga di sangue ghirlanda funesta...
Così tu rischiara – l’orribile gara
D’un odio mortale, d’un cieco furor.
Farà di nostr’alme atroce governo
Gridando vendetta, lo spirto d’Averno...
Del tuono che mugge – del nembo che rugge
Più l’ira è tremenda, che m’arde nel cor.
CORO
D'immenso giubilo
S’innalzi un grido:
Corra di Scozia
Per ogni lido;
E avverta i perfidi
Nostri nemici,
Che più terribili,
Ne rende l’aura
D’alto favor ...
Che a noi sorridono
Le stelle ancor.
RAIMONDO
Cessi... ahi cessi quel contento...
Un fiero evento!
Dalle stanze ove Lucia
Trassi già col suo consorte,
Un lamento... un grido uscia
Come d’uom vicino a morte!
Corsi ratto in quelle mura...
Ahi! terribile sciagura!
Steso Arturo al suol giaceva
Muto freddo insanguinato!...
E Lucia l’acciar stringeva,
Che fu già del trucidato!...
Ella in me le luci affisse...
"Il mio sposo ov’è?" mi disse:
E nel volto suo pallente
Un sorriso balenò! Infelice! della mente
La virtude a lei mancò!
TUTTI
Oh! qual funesto avvenimento!...
Tutti ne ingombra cupo spavento!
Notte, ricopri la ria sventura
Col tenebroso tuo denso vel.
Ah! quella destra di sangue impura
L’ira non chiami su noi del ciel.
(Lucia è in succinta e bianca veste
Il di lei sguardo impietrito, i moti convulsi,
e fino un sorriso malaugurato manifestano
non solo una spaventevole demenza,
ma ben anco i segni di una vita,
che già volge al suo termine.)
LUCIA
Il dolce suono
Mi colpì di sua voce!...
Ah! quella voce
M’è qui nel cor discesa!...
Edgardo! Io ti son resa:
Fuggita io son da’ tuoi nemici...
Un gelo Mi serpeggia nel sen!... trema ogni fibra!...
Vacilla il piè!...
Presso la fonte,
Meco T’assidi alquanto...
Ahimé!...
Sorge il tremendo
Fantasma e ne separa!...
Qui ricovriamci, Edgardo, a piè dell’ara...
Sparsa è di rose!... Un’armonia celeste
Di’, non ascolti? – Ah, l’inno Suona di nozze!...
Il rito per noi, per noi s’appresta!...
Oh me felice! Oh gioia che si sente, e non si dice!
Ardon gl’incensi... splendono Le sacre faci intorno!...
Ecco il ministro!
Porgimi La destra.... Oh lieto giorno!
Alfin son tua, sei mio! A me ti dona un Dio...
Ogni piacer più grato
Mi fia con te diviso
Del ciel clemente un riso
La vita a noi sarà!
ENRICO Ditemi: Vera è l’atroce scena?
LUCIA
Non mi guardar sì fiero...
Segnai quel foglio è vero... –
Nell’ira sua terribile
Calpesta, oh Dio! l’anello!...
Mi maledice!... Ah! vittima
Fui d’un crudel fratello
Ma ognor t’amai... lo giuro...
Chi mi nomasti? Arturo! –
Ah! non fuggir... Perdono...
LUCIA
Presso alla tomba io sono...
Odi una prece ancor.
ENRICO
Vita di duol, di pianto Serba il rimorso a me!
Io più me stesso In me non trovo!...
Deh! tanto almen t’arresta,
Ch’io spiri a te d’appresso...
Già dall’affanno oppresso
Gelido langue il cor!
Un palpito gli resta...
È un palpito d’amor.
Spargi di qualche pianto Il mio terrestre velo,
Mentre lassù nel cielo Io pregherò per te...
Al giunger tuo soltanto
Fia bello il ciel per me!
(resta quasi priva di vita, fra le braccia di Raimondo)
EDGARDO
Tombe degli avi miei, l’ultimo avanzo
D’una stirpe infelice
Deh! raccogliete voi.
Cessò dell’ira Il breve foco... sul nemico acciaro
Abbandonar mi vo’.
Per me la vita
È orrendo peso!... l’universo intero
È un deserto per me senza Lucia!...
Di liete faci ancora
Splende il castello! Ah! scarsa
Fu la notte al tripudio!... Ingrata donna!
Mentr’io mi struggo in disperato pianto,
Tu ridi, esulti accanto
Al felice consorte!
Tu delle gioie in seno, io... della morte!
Fra poco a me ricovero darà negletto avello...
Una pietosa lagrima
Non scorrerà su quello!...
Fin degli estinti, ahi misero!
Manca il conforto a me!
Tu pur, tu pur dimentica
Quel marmo dispregiato:
Mai non passarvi, o barbara,
Del tuo consorte a lato...
Rispetta almen le ceneri
Di chi moria per te.
RAIMONDO
Ove corri sventurato? Ella in terra più non è.
EDGARDO
Ah! Lucia! Lucia!... –
È decisa la mia sorte!...
CORO
Oh Dio!... Qual trasporto sconsigliato!...
Ah desisti...ah! riedi in te...
EDGARDO
(trae rapidamente un pugnale e se lo immerge nel petto)
Tu che a Dio spiegasti l’ali,
O bell’alma innamorata,
Ti rivolgi a me placata...
Teco ascenda il tuo fedel.
Ah se l’ira dei mortali
Fece a noi sì lunga guerra,
Se divisi fummo in terra,
Ne congiunga il Nume in ciel.
Io ti seguo...
RAIMONDO Forsennato!...
CORO Che facesti!...
RAIMONDO, CORO Quale orror!
CORO Ahi tremendo!... ahi crudo fato!...
RAIMONDO Dio, perdona un tanto error.
Il M° Marco Berrini direttore dell'Ars Cantica
Lunghissimi applausi ed ovazioni per tutti.