IDOMENEO
Dammi Arbace il consiglio,
salvami per pietà, salvami il figlio.
ARBACE
(pensa, poi risolve.)
Trovisi in altro clima altro soggiorno.
Purché al popol si celi.
Per altra via intanto Nettun si placherà,
qualche altro Nume di lui cura n'avrà.
IDOMENEO
Ben dici, è vero...
(Vede venire Ilia.)
Ilia s'appressa, ahimè! ...
(Resta un poco pensoso e poi decide.)
In Argo ei vada,
e sul paterno soglio rimetta Elettra...
or vanne a lei e al figlio, fa che sian pronti;
il tutto sollecito disponi. Custodisci l'arcano;
a te mi fido, a te dovranno,
oh caro, oh fido Arbace,
la vita il figlio e il genitor la pace.
Aria
ARBACE
Se il tuo duol, se il mio desio
Sen volassero del pari,
A ubbidirti qual son io,
Saria il duol pronto a fuggir.
Quali al trono sian compagni,
Chi l'ambisce or veda e impari:
Stia lontan, o non si lagni,
Se non trova che martir.
(parte)
SCENA II
Idomeneo, Ilia
Recitativo
ILIA
Se mai pomposo apparse sull'Argivo orizzonte
il Dio di Delo, eccolo in questo giorno, oh sire,
in cui l'augusta tua presenza,
i tuoi diletti sudditi torna in vita,
e lor pupille, che ti piansero estinto, or rasserena.
IDOMENEO
Principessa gentil, il bel sereno anche alle tue pupille
omai ritorni, il lungo duol dilegua.
Di me, de' miei tesori, Ilia, disponi, e mia cura sarà,
dartene chiare prove dell'amicizia mia.
ILIA
Son certa, e un dubbio in me colpa saria.
No. 11. Aria
ILIA
Se il padre perdei,
La patria, il riposo,
(ad Idomeneo)
Tu padre mi sei,
Soggiorno amoroso
È Creta per me.
Or più non rammento
L'angoscie, gli affanni,
Or gioia e contento,
Compenso a miei danni
Il cielo mi diè.
(parte)
SCENA III
Idomeneo solo
Recitativo
IDOMENEO
Qual mi conturba i sensi equivoca favella? ...
ne' suoi casi qual mostra a un tratto
intempestiva gioa la Frigia principessa? ...
Quei, ch'esprime teneri sentimenti per il prence,
sarebber forse ... ahimè! ... sentimenti d'amor,
gioia di speme? ...
Non m'inganno, reciproco è l'amore.
Troppo, Idamante, a scior quelle catene
sollecito tu fosti...
Ecco il delitto, che in te punisce il ciel...
Sì sì, a Nettuno, il figlio, il padre, ed Ilia,
tre vittime saran sull'ara istessa,
da egual dolor afflitte, una dal ferro,
e due dal duol trafitte.
No. 12a. Aria
IDOMENEO
Fuor del mar ho un mar in seno,
Che del primo è più funesto.
E Nettuno ancor in questo
Mai non cessa minacciar.
Fiero Nume! dimmi almeno:
Se al naufragio è sì vicino
Il mio cor, qual rio destino
Or gli vieta il naufragar?
Recitativo
IDOMENEO
Frettolosa e giuliva Elettra vien. Andiamo.
(parte)
SCENA IV
Elettra sola
Recitativo
ELETTRA
Chi mai del mio provò piacer più dolce?
Parto, e l'unico oggetto, ch'amo ed adoro,
oh Dei! meco sen vien?
Ah troppo, troppo angusto è il mio cor a tanta gioia!
Lunge della rivale farò ben io con vezzi,
e con lusinghe che quel foco,
che pria spegnere non potei,
a quei lumi s'estingua, e avvampi ai miei.
No. 13. Aria
ELETTRA
Idol mio, se ritroso
Altro amante a me ti rende,
Non m'offende rigoroso,
Più m'alletta austero amor.
Scaccierà vicino ardore
Dal tuo sen l'ardor lontano;
Più la mano può d'amore
S'è vicin l'amante cor.
(S'ode da lontano armoniosa marcia.)
No. 14. Marcia
ELETTRA
Odo da lunge armonioso suono,
che mi chiama all'imbarco, orsù si vada.
(parte in fretta)
SCENA V
Porto di Sidone con bastimenti lungo le spiagge.
Elettra, truppa d'Argivi, di Cretesi e di marinari
Recitativo
ELETTRA
Sidonie sponde! o voi per me di pianto,
e duol, d'amor nemico crudo ricetto,
or ch'astro più clemente a voi mi toglie,
io vi perdono, e in pace al lieto partir mio
alfin vi lascio, e do l'estremo addio!
No. 15. Coro
CORO
Placido è il mar, andiamo,
Tutto ci rassicura.
Felice avrem ventura,
Su su, partiamo or or.
ELETTRA
Soavi Zeffiri soli spirate,
Del freddo borea l'ira calmate.
D'aura piacevole cortesi siate,
Se da voi spargesi per tutto amor.
CORO
Placido è il mar, andiamo,
Tutto ci rassicura.
Felice avrem ventura,
Su su, partiamo or or.
SCENA VI
Idomeneo, Idamante, Elettra, seguito del re.
Recitativo
IDOMENEO
Vatene prence.
IDAMANTE
Oh ciel!
IDOMENEO
Troppo t'arresti.
Parti, e non dubbia fama,
di mille eroiche imprese
il tuo ritorno prevenga.
Di regnare se l'arte apprender vuoi,
ora incomincia a renderti
de' miseri il sostegno,
del padre e di te stesso ognor più degno.
No. 16. Terzetto
IDAMANTE
Pria di partir, oh Dio!
Soffri che un bacio imprima
Sulla paterna man.
ELETTRA
Soffri che un grato addio
Sul labbro il cor esprima:
Addio, degno sovran!
IDOMENEO
(ad Elettra)
Vanne, sarai felice,
(ad Idamante)
Figlio! tua sorte è questa.
Seconda i voti oh ciel!
ELETTRA
Quanto sperar mi lice!
IDAMANTE
Vado!
(E il mio cor qui resta.)
IDOMENEO
Addio!
IDAMANTE
Addio!
ELETTRA
Addio!
ELETTRA, IDAMANTE, IDOMENEO
Addio!
IDAMANTE, IDOMENEO
(Destin crudel!)
IDAMANTE
(Oh Ilia!)
IDOMENEO
(Oh figlio!)
IDAMANTE
Oh padre! oh partenza!
ELETTRA
Oh Dei! che sarà?
ELETTRA, IDAMANTE, IDOMENEO
Deh cessi il scompiglio;
Del ciel la clemenza
Sua man porgerà.
(Vanno verso le navi.
Mentre vanno ad imbarcarsi,
sorge improvvisa tempesta.)
No. 17. Coro
CORO
Qual nuovo terrore!
Qual rauco muggito!
De' Numi il furore
Ha il mar infierito,
Nettuno, mercè!
(Incalza la tempesta, il mare si gonfia,
il cielo tuona e lampeggia,
e i frequenti fulmini incendono le navi.
Un mostro formidabile
s'appresenta fuori dell'onde.)
Qual'odio, qual'ira
Nettuno ci mostra!
Se il cielo s'adira,
Qual colpa è la nostra?
Il reo, qual'è?
Recitativo
IDOMENEO
Eccoti in me, barbaro Nume! il reo!
Io solo errai, me sol punisci,
e cada, cada sopra di me il tuo sdegno.
La mia morte ti sazi alfin;
ma se altra aver pretendi vittima
al fallo mio, una innocente darti io non posso,
e se pur tu la vuoi ...
ingiusto sei, pretenderla non puoi.
(La tempesta continua.
I Cretesi spaventati fuggono
e nel seguente coro col canto e con pantomime
esprimono il loro terrore,
ciò che tutto forma un'azione analoga
e chiude l'atto col solito Divertimento.)
No. 18. Coro
CORO
Corriamo, fuggiamo
Quel mostro spietato!
Corriamo, fuggiamo,
Ah preda già siamo!
Chi, perfido fato,
Più crudo è di te?
(partendo)
Corriamo, fuggiamo!