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Opere liriche al Castello Sforzesco di Vigevano luglio 2001 foto, presentazione
e commenti sulla manifestazione
W VERDI un solo grande amore!! La vita e i libretti di tutte le sue opere.
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Teatro Cagnoni di Vigevano
Stagione 1997/1998
Data |
Titolo |
Presentazione |
Commento |
10- 11 ottobre 1997 |
ROSEMARIE La Nuova operetta di Nadia Furlon Musica di Rudolf Frill e Herbert Stothart
Libretto di Otto Harbach e Oscar Hammerstein regia di Nadia Furlon |
Jim Kenyon è
un abile cacciatore senza scrupoli, pronto alle risse e agli imbrogli: si è così
guadagnato lappellativo di Jim il selvaggio ed è temuto da tutti i cacciatori
doro del Canada. Le donne sono pronte a cadere ai suoi piedi ma lui preferisce a
tutte la bella cantante RoseMarie che si esibisce nel saloon Lady Jane. La ragazza è
corteggiata dal ricco Ed Hawley, che lei però disprezza.
Contemporaneamente si snoda la vicenda di Herman detto il terribile ma dal cuore di
marzapane e Jane proprietaria del saloon.Il turpe Aquila Nera viene trovato morto e tutti
credono che il colpevole sia Jim: Lunica cosa da fare è che Jim dovrà lasciare per
sempre RoseMarie! La ragazza, rimasta sola, deve accettare le attenzione di Hawley e si
avvia a sposarlo tra grandi preparativi, abbagliata dal lusso e dal fascino della grande
metropoli che lattende.
Ma ben presto, con larrivo delle Giubbe Rosse si risolve facilmente tutta la
vicenda. RoseMarie potrà sposare il suo Jim, che naturalmente viene riconosciuto
innocente e due potranno cantare, finalmente insieme, il duetto damore indiano che
giustamente è riconosciuto tra i brani musicali più preziosi di tutta la tradizione
operettistica.
Mentre lopera lirica si riserva di apparire in
cartellone più avanti, per lappuntamento donore della festività cittadina,
il 10 e 11 ottobre alle 20.30, viene proposta una splendida operetta. La compagnia di
Nadia Furlon ha fatto la scelta veramente interessante, di rappresentare la "Rose
Marie" di Paul Dickey con musiche di Rudolf Friml e Herbert Stothart. Ledizione
vigevanese vedrà la regia di Romolo Siena, con la direzione di Simone Saccon . |
Nadia
Furlon, artista milanese si è formata alla fine degli anni 70, vanta una vasta esperienza
di cabaret, e una importante collaborazione con il Mo.Gino Negri, per oltre dieci anni ha
fatto parte della Compagnia Italiana Operette, interpretando i titoli più celebri di
questo genere.
"Rose Marie" andò in scena il 2 settembre 1924 con le coreografie di David
Bennett, totalizzando ben 557 repliche. Nel 1936 divenne un film per la MGM con la regia
di W.S.Van Dyke e protagonisti deccezione il soprano Jeanette MacDonald e Nelson
Eddy accanto ai quali recitavano due grandi della storia del cinema come James Stewart e
David Niven. La trama sembra ricordare lambientazione western della
"fanciulla" pucciniana, tra indiani e giubbe rosse. La storia a volte può
sembrare complicata dalle intricate vicende della protagonista, cantante in un hotel in
Canada, e del bel tenebroso Jim. Il loro amore è ostacolato da vari inconvenienti:
qualche morto, una fuga di Jim, ingiustamente accusato. Dopo una serie di vicissitudini e
di suspense tutto si risolve felicemente grazie al classico "arrivano i nostri"
qui rappresentato dalle giubbe rosse che fanno luce sui fatti e premettono a Rose Marie e
a Jim di coronare il loro sogno damore.
La musica propone pagine stupende come le arie "Rose Marie," "Song of
the Mounties," "Indian Love Call," "Totem Tom Tom," "Pardon
Me Madame," "Just For You" |
14 -15 novembre 1997 |
LA CELESTINA La contemporanea 83- Gli Ipocriti
con Isa Danieli di F. De Rojas regia di Cristina Pezzoli |
La Celestina, protagonista
assoluta dellomonima tragicommedia picaresca, cinica e ridanciana, di Ferdinando De
Rojas, cavallo di battaglia di grandi attrici atipiche del teatro italiano, come Sarah
Ferrati e Lina Volonghi, ha la vocazione conforme al suo mestiere di mezzana, di far
comunicare tra loro i mondi separati che compongono lo scenario delle sue gesta comiche,
ingenue, abiette e rivelatrici: nobili e servi, chiesa e bordello, ideologia cosmetica e
marcia realtà.
In una cittaduzza in bilico tra lautunno del medioevo e la modernità barocca,
Calisto, giovane nobile scioperato e vano, duro di cuore e tenero di nervi, ama
perdutamente, cioè vuole assolutamente possedere, la nobile ricca vergine incorruttibile
Melibea. Sempronio suo servo, deciso a spremere il padrone, lo convince facilmente a
ricorrere ai servigi di Celestina.
La donna si mette subito allopera per corrompere Melibea e sfruttare allosso
Calisto; così con la complicità di Sempronio e di due sgualdrine, per bravura e magia di
Celestina, Melibea cede e un incontro amoroso con Calisto. Ma il compenso per questa
vittoria sarà fatale a Celestina , che cercando di derubare i suoi complici ne viene
massacrata ma anche a tutti gli altri personaggi il destino riserva una cattiva sorte.
Finale nero che non è moralistico ma logico: non il vizio punito, ma la cieca avidità
che mordendo a piena bocca nella vita ne scopre il sapore di cenere e di nulla, il sapore
del Barocco e del Moderno, " falso come la verità" |
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21-22-23 novembre 1997 |
SE NO
I XE MATI NO LI VOLEMO Teatro Stabile del Veneto con
Antonio Salines e Gianni Bonagura di Gino Rocca regia di Giulio Bosetti |
Se no i xe mati no li volemo è
senza dubbio il capolavoro teatrale di Gino Rocca. Varie e contrastanti sono le facce di
questa commedia: lirica e realistica, irridente e pietosa, crepuscolare e appassionata,
patetica e irriverente. Ciò che prevale,comunque, è la delicata poesia di Rocca (spesso
mitigata da gustose pennellate umoristiche), la smorfia dolente del volto che si cela
sotto la maschera gaia.
In un paese del Veneto tre vecchi amici, ultimi superstiti di una goliardica associazione
che reca il glorioso titolo "Se no i xe mati no li volemo", vivono
dellusufrutto di un palazzo signorile, che un compagno di gioventù, il conte
Bardonazzi, ha lasciato con un bizzarro testamento alla Congregazione di Carità. Vecchio
e cadente è il palazzo e acciaccati sono i suoi dimoranti. Piro Scavezza ha perso quella
vigoria che lo caratterizzava e aspetta con rassegnazione di ricongiungersi con il figlio
morto in guerra; Bortolo Cioci è diventato un brontolone permaloso e irritabile; Momi
Tamberlan, architetto incompreso, è adesso lo zimbello del paese a causa della sua
seconda moglie che, per voler mantenere un tenore di vita superiore alle sue possibilità
economiche, sta mandando in rovina la famiglia. |
Un brutto giorno lavvocato
Giostra, un leguleio alle prime armi, altero e baldanzoso, porta loro la ferale notizia
che limmobile, da loro occupato, proprietà della congregazione, non spetta più
loro di diritto perché da tempo i soci non rispettano le clausole dello statuto che
prescrive, per ogni membro, una perenne vita spregiudicata e goliardica di cui essi devono
quotidianamente dar prova.
Malgrado la avanzata età e i crucci delle rispettive situazioni personali, i tre decidono
di tornare a fare " i matti" come ai tempi delle lontane imprese studentesche,
nel vano tentativo di recuperare i loro diritti inseguendo una impossibile giovinezza. Ma
la farsa grottesca si tramuta ben presto in dramma.... |
16-17-18 dicembre 1997 |
L'ANATRA ALL'ARANCIA La PLEXUS T con Marco Columbro e Barbara De Rossi di W.D. Home - M.G. Sauvajon
versione italiana di Nino Marino regia di Patrick Rossi Gastaldi |
LAnatra allArancia è
stato uno dei più grandi successi negli anni 70 sia in Francia che in Italia. Da
noi ha avuto una famosa edizione prodotta da Lucio Ardenzi per linterpretazione e la
regia di Alberto Lionello con Valeria Valeri e Lia Tanzi che per tre anni ha registrato i
maggiori incassi in Italia con un numero di repliche altissimo.
Lazione si svolge nella casa di campagna dei protagonisti, marito e moglie. E
mezzanotte ed è ora di andare a dormire. Tutto sembra tranquillo. Poi lui inizia a
parlare di un incendio che ha devastato listituto di bellezza dove nel pomeriggio si
è recata lei: e come mai la signora non si è accorta di niente? La signora annaspa,
balbetta ed infine ammette lamara verità: è vero, lei in città non trascorre i
pomeriggi dalla massaggiatrice. Ha un amante. Lui sussulta, ma non tanto. |
La notizia dellincendio era
una trappola, mai stato un incendio. A questo punto lui (che di mestiere fa il
presentatore alla TV, è ancora un belluomo, un po farfallone ma sinceramente
legato alla moglie) pensa di invitare laltro, un agente di borsa, nella casa di
campagna. E siccome è un gentiluomo, concederà il divorzio addossandosi le colpe. E
perciò si farà cogliere in flagrante adulterio con la sua segretaria. Ecco dunque il
quartetto alle prese con una difficile coabitazione, con equivoci, colpi di scena,battute
fulminanti... senza altre ambizioni se non quella di offrire un divertimento schietto ed
evasivo. |
7 - 8 gennaio 1998 |
UNO, NESSUNO E
CENTOMILA Apas Produzioni con Flavio Bucci A.Salines
G.Bonagura di Luigi Pirandello adattamento teatrale di G.Manfredini regia di
M.Mattolini |
A giudicare dagli annunci che
sinseguono a distanza di anni e di decenni, "Uno, nessuno e centomila"
apparterrebbe a quel genere di libri di cui si parla molto e che non si pubblicano mai. Ed
è certo che nessunopera di Pirandello ha avuto una gestazione altrettanto lunga e
faticosa. Già nel 1912 Pirandello diceva di avere per le mani un altro romanzo, il più
amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita : "Moscarda,
uno, nessuno e centomila".
La novella " Stefano Gigli, uno e due " (1909) , da cui nacque lidea del
romanzo riporta alcune scene (quali quella della moglie che si pettina ) : Moscarda e Dida
mantengono rapporti non dissimili da quelli tra Stefano e la moglie. Stefano scopre in sé
una personalità nuova nata dal "disgregamento" del proprio essere ; nel romanzo
si parla di "scomposizione" . |
E lo sviluppare il tema,
significava approfondire quel rapporto di gelosia-amore tra moglie e marito per capire
lessenza stessa della personalità ; e ciò era, in quegli anni e in vista del
lavoro futuro, particolarmente attraente: "Scomporla" per aver , dentro, la
rivelazione del nulla, in quellessere "tanti" che significava essere
"nessuno". Dal caso banale, tratto dalla vita di ogni giorno : guardarsi allo
specchio con insistenza e scoprirvi unimperfezione fisica ( il naso,vago spunto
letterario), fino al buio dellessere, quasi sradicato, nella sua coscienza, nella
sua fermezza. |
13 - 14 e 15 gennaio 1998 |
CANTANDO SOTTO LA
PIOGGIA Un musical basato sul film della MGM (Singing in the rain) Compagnia
della Rancia adattamento teatrale di Tommy Steele con Raffaele Paganini regia di
Saverio Marconi |
Cantando sotto la pioggia è il
musical che nasce dalla vivace ed esilarante commedia portata sullo schermo
cinematografico da Gene Kelly e Stanley Donen nel 1951. E il 1927, Don Lockwood e
Lina Lamont sono una romantica coppia del cinema muto, divi acclamati e sempre assaliti
dai fans.
Negli studios della Monumental Film, in quegli anni, il regista Roscoe Dexter, gira un
film dopo laltro e ognuno è um grande successo. Ma a Hollywood si comincia a sentir
parlare di una strana novità : il cinema sonoro! Laspettativa del pubblico di
sentire la viva voce dei propri divi è così grande che non si può tradire: così, nel
loro nuovo film "Il Cavaliere Spadaccino", Don e Lina dovranno anche
recitare. |
Don mostra di possedere una voce
perfetta ma Lina, al contrario, nonostante gli sforzi di uninsegnante di dizione,
non riesce ad adattarsi alla novità, trasformando il film in un fiasco clamoroso.
Nel frattempo Don conosce una giovane aspirante attrice, Kathy Selden , e se ne innamora,
sfidando le ire di Lina, che confonde lamore che la unisce a Don sulla scena con
lamore vero. E una bellissima notte di pioggia quando Cosmo, il più caro
amico di Don, con unidea brillante e con laiuto della brava Kathy si mette in
testa di salvare le sorti del film. |
16
gennaio 1998 |
Concerto
Direttore UMBERTO BENEDETTI MICHELANGELI violoncello Mario Brunello |
Fauré: Masques et bergamasques
Schumann:
Concerto per violoncello e orchestra
Mozart: Sinfonia KV 385 " Haffner" |
La stagione 1998 è piuttosto
interessante, saranno presenti a Vigevano alcuni nomi importanti del
concertismo mondiale; il primo concerto si terrà Venerdì 16 Gennaio alle ore
20.30 e vedrà protagonista un degli astri nascenti del concertismo italiano,
il violoncellista Mario Brunello , che ha recentemente inciso
le sonate per violoncello di J.S.Bach per Amedeus.
A Vigevano presenterà il Concerto per violoncello e Orchestra di Robert
Schuman, con la direzione di Umberto benedetti Michelangeli. |
23
gennaio 1998 |
ROSENCRANZ AND GUILDENSTERN ARE DEAD |
di Tom Stoppard Regia di Letizia
Quintavalla e Bruno Stori. Con Stefano Braschi e Franco Palmieri musiche di : Alessandro
Nidi Scene e costumi di : Emanuela Pischedda luci di: Chicco Bagnoli elaborazione dei
filmati di: Joannis Vlatakis |
Uno
spettacolo che mi ha colpito molto piu' della versione cinematografica cui fa riferimento,
e che offre allo spettatore una maggiore concentrazione, grazie agli scarni elementi
scenici, sul dialogo tra i protagonisti. |
28 e 29 gennaio 1998 |
MORTE DI UN COMMESSO
VIAGGIATORE Teatro Eliseo con Umberto Orsini e Giulia
Lazzarini di Arthur Miller regia di Giancarlo Cobelli |
Andato in scena a New York nel
febbraio del 1949 per la regia di Elia Kazan, Morte di un commesso viaggiatore costituisce
forse il più clamoroso successo teatrale del dopoguerra, un successo che dagli Stati
Uniti dilaga in tutto il mondo. Partendo dallidea di descrivere, in chiave quasi
comica, quanto si agita allinterno della testa di un uomo, Miller lavorò fin
dallinizio sullipotesi di restituire, non solo letteralmente, ma anche e
soprattutto sul piano della scrittura scenica, il coesistere di presente e passato nella
vita di un essere umano. Willy Loman, lesausto commesso viaggiatore vittima di
un sistema fondato sulle leggi inesorabili della produttività, è stato ed è non solo il
rappresentante di unAmerica già percorsa dai primi brividi del maccarthismo, ma
anche un eroe tragico di straordinaria efficacia. |
Uno
spettacolo che restera' indimenticabile nella memoria di quanti riusciranno ad assistervi,
Giulia Lazzarini e Umberto Orsini con la regia di G.Cobelli e con accanto giovani elementi
di grandisssimo valore (Antonello Scarano !!) hanno dato vita ad una rappresentazione che
ha commosso incredibilmente gli spettatori. Grande la commozione al termine di questo
spettacolo che mette in scena un "piccolo uomo" che lotta con i sogni che in
fondo si è "dovuto" inventare per sopravvivere nella sua lotta con la vita, nel
suo essere quasi trasparente; ma questi sogni non gli lasciano nulla, licenziato coperto
di debiti, che riesce a saldare solo il giorno prima di decidere di togliersi la vita,
lasciando cosi ai figli ed alla moglie l'unico valore che rappresentava nella vita, la sua
polizza di assicurazione. L'ultima scena con Giulia Lazzarini, inginocchiata, davanti alla
bara del marito, alla fine di un funerale al quale non e' venuto nessuno, è un monumento
alla grande recitazione. |
1
febbraio 1998 |
Direttore e solista PATRICK GALLOIS
arpa Luisa Prandina |
Gluck: Ballet des ombres heureuses da Orfeo ed
Euridice Devienne: Concerto per flauto in mi minore Debussy: Danses per arpa e orchestra
Fauré : Pelléas e Mélisande Saint-Saens: Trois Pièce. |
Il concerto
ha visto il ritorno a Vigevano di Laura Prandina ormai affermata concertista, nelle due
danze "sacra e profana" di C.debussy. Nel restante programma abbiamo ascoltato
P.Gallois come direttore e solista in brani per flauto e Orch. abbastanza inusuali come il
concerto di Devienne, o i tre brani di Debussy. Il concerto ha avuto come cifra
caratteristica un grande lucidità, una diafana trasparenza dalle danze iniziali di Gluck
al Pelleas di G.Faurè. |
8
febbraio 1998 |
Direttore e solista RUDOLF BUCHBINDER |
Beethoven: Concerto n° 1 per pianoforte e
orchestra Concerto n° 3 per pianoforte e orchestra |
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13 - 14 febbraio 1998 |
C'È UN UOMO IN MEZZO
AL MARE Music 2 con Gianfranco Jannuzzo di Gianfranco
Jannuzzo regia di Pino Quartullo |
Cè un uomo in mezzo al
mare narra la storia di un assessore alla cultura di un paesino della Calabria che viene
incaricato da alcuni filosofi del "Pensiero debole" di organizzare un convegno
internazionale sui nuovi linguaggi delluomo, a bordo di una nave che farà la
circumnavigazione dellisola. Durante il convegno a bordo, la nave affonda e
lassessore Rocco Sciancula riesce a salvarsi per miracolo, portando con sé, su
unisoletta , soltanto alcune cose prese a bordo. E lo spettacolo si svolge tutto su
questa piccola isola sperduta nel mare, con tanto di palma, sabbia e qualche inutile
oggetto strappato alla tempesta.Rocco Sciancula , solo e disperato, rievoca, pescando
nella memoria, tutti i personaggi che partecipavano a quel convegno, dandone una
interpretazione spesso surreale, sempre delirante, filtrata comè dallingenua
buona fede del poveruomo che si era visto affidare una così gratificante
responsabilità. |
In realtà si crede vittima
dellabbandono di tutti, che hanno pensato solo a se stessi senza preoccuparsi
minimamente di lui che pure si era così generosamente precipitato in aiuto dei relatori e
dei documenti relativi al convegno. Visto che nessuno lo viene a salvare, lassessore
decide di costruire, con gli oggetti che continuano ad arrivare portati dal mare, una
macchina che muova lisola e che lo porti sulla terraferma. |
24
febbraio 1998 |
CHISCIOTTE |
Casa degli Alfieri, CHISCIOTTE in
collaborazione con Living Theartre di New York testo di : Luciano Nattino liberamente
tratto dal " Don Chisciotte " di Miguel de Cervantes regia di : Judith Malina
scenografia e costumi: Maurizio Agostinetto musiche originali : Pietro Pirelli con G.
Amatucci, Gary Brackett, Antonio Catalano, Jerry Gorlanick, Tom Walker, Lorenza Zambon,
Joanie Fritz Zosike. |
I
componenti del vecchio living ce l'hanno messa proprio tutta, per coinvolgere il pubblico,
divenuto per loro anche un gregge di pecore belani e striscianti a quattro gambe. Lo
spettacolo non è stato malvagio, ma si vedeva che i living erano ormai stagionati. |
26
febbraio 1998 |
Direttore ALBERTO MARIA GIURI
violino Cristiano Rossi |
Sibelius: Andante Festivo Adams: Concerto per
violino e orchestra Sibelius: Impromptu Pelléas e Mélisande (il brano piu' struggente
del concerto) |
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06
marzo 1998 |
Direttore
Gabor Oetvos
pianoforte Paul Badura Skoda |
Mozart: Sinfonia KV 319 Concerto per pianoforte
KV482 n° 22 Kodàly: Danze di Marosszek Danze di Galanta |
Purtroppo mi
aspettavo forse troppo dalla fama dei due interpreti per non essere in parte deluso dalla
loro prova. Un Mozart troppo consueto, senza pulizia e nitore nella Sinfonia Kv.319, e
senza particolare coinvolgimento nel seguente Concerto per Pf Kv.482. Il livello della
serata si è sollevato in parte con le splendide musiche di Zoltan Kodaly per grande
orchestra, che hanno dominato la seconda parte |
9
marzo 1998 |
La bruttina stagionata
dal romanzo di Carmen Covito, regia di F. Valeri con Gabriella Franchini. |
Lo spettacolo proposto in unica
serata per la rassegna altri percorsi è un testo che richiede
un orecchio piuttosto smaliziato per accettare i tanti riferimenti ad una sessualità
devastata dalla solitudine in cui lhanno gettata gli stereotipi comuni, che fanno di
un uomo o di una donna, che non corrispondano ai canoni estetici dominanti, un piccolo
mostro emarginato che non possiede altra arma che il sesso per avvicinare gli altri. |
Uno spettacolo profondamente
amaro dietro la facciata delle battutine e battutacce, e che fugge dallunico
appiglio di quel "ma io ti amo!" detto dalluomo che non ha
sfruttato il suo bisogno ma che passa dalla prestazione "sessuale" a pagamento,
ad un sentimento che la protagonista non riesce ad accettare per correre dietro ad una
presunta liberazione, che altro non sarà che un eterno ripetersi. |
11-12 marzo |
LAMICO DEL CUORE Chi è di scena con V. Salemme di V. Salemme regia di V. Salemme |
La storia ruota intorno al
singolare desiderio di Roberto Cordova, medico di paese, in pericolo di morte perché
gravemente malato di cuore. Deve urgentemente partire per gli Stati Uniti dove subirà un
delicatissimo intervento allorgano compromesso, con scarsissime possibilità di
sopravvivenza. Prima di partire decide di spendere quelli che saranno molto probabilmente
gli ultimi giorni della sua vita dedicandoli al proprio piacere e alle soddisfazioni anche
piccole che si era negato per quieto vivere o per diplomazia. Ma ormai non cè più
tempo per inutili formalismi, non ha più tempo per rinviare. Dopo aver valutato
attentamente lelenco di cose desiderabili, decide di esprimere come ultima volontà
una richiesta assai particolare. Roberto ha un paziente che gli è però anche molto amico
, Michelino Seta, giornalista di provincia che si dà arie di uomo di mondo, moderno e
spregiudicato. Questo Michelino ha soprattutto una bellissima moglie, di origini svedesi,
bionda dalle gambe lunghissime, antenne paraboliche delliperbolico immaginario
collettivo di quel piccolo paese. Prima di morire, il sogno di Roberto è quello di
portarsi a letto la bella Cristine!!! Decide di chiederlo a Michelino e, ovviamente alla
sua bella moglie. Cosa risponderà il povero giornalista? E Cristine? E se rimanesse
incinta di chi sarebbe il figlio?
Una commedia tutta comica ricca di colpi di scena, una storia raccontata da una serie di
personaggi che attingono i loro caratteri dalla tradizione della commedia
allitaliana, recitata da attori , quasi tutti di scuola napoletana, scritta per far
ridere un pubblico nazionale. |
Uno
spettacolo gradevole, felice con le trovate delle varie situazioni che si creano attorno
alla storia di un povero ammalato di cuore, che deve affrontare un intervento con poche
speranze di riuscita, e chiede come ultimo desiderio, solo di potere "andare a
letto" con la moglie svedese del suo migliore amico. Un fuoco di artificio di
situazioni comiche ma purtroppo anche un ripetersi, soprattutto con il personaggio di
Geremia (Nando Paone) che ricorda troppo quello di "E fuori nevica" persino
riprendendo alcune battute di pari pari. Bravissimo il marito in "panne" con
garanzia di sterilità che si trova padre suo malgrado. |
19 - 20 marzo 1998 |
I VIAGGI DI GULLIVER Compagnia Paolo Poli due tempi di Ida Omboni e Paolo Poli con Paolo Poli e Pino
Strabioli regia di Paolo Poli |
I viaggi più interessanti, ha
detto Jonathan Swift, si fanno da fermi col pensiero, un veicolo magico che arriva
dappertutto anche oltre i confini del reale. Come dimostra Lemuel Gulliver, medico e
navigatore, che "a bordo" della fantasia raggiunge terre mai sognate.
Lisola dei bellicosi Lillipuziani ad esempio, dove, coinvolto in una guerra
integralista sul giusto modo di rompere le uova, se la cava per il rotto della cuffia. Poi
il paese dei giganti dove tutti lo trattano come un giocattolo
unesperienza più comica che comoda mentre lironica regina lo erudisce
sulle scarse virtù dei potenti.
O ancora, una favolosa isola volante abitata da superscienziati spaventosamente
pasticcioni, da cui fuggirà grazie ad una pepata principessina contestatrice. E infine
lisola dei cavalli saggi dove spera di trovare finalmente la pace, ma
.
Lamena odissea del baldo capitano ( folta di sorprese , di personaggi bizzarri e di
mondi fantastici, ma curiosamente rivelatori ) rivive puntuale nello spettacolo che,
grazie alle sue sfaccettature , può essere "letto" e goduto in vari modi. Per
chi ama la comicità intelligente cè tutta larguta irriverenza di Swift ,
grande maestro di umorismo, chi ama approfondire troverà originali spunti di meditazione
sullanimale uomo e le sue istituzioni ; e infine i patiti dellattualità
potranno divertirsi a scoprire graffianti analogie tra la favola settecentesca , il nostro
oggi e forse il nostro domani. |
Spettacolo
scintillante, ritmo serrato, costumi sfarzosi, marionette e pupazzi, un grande Paolo Poli
ma anche una grande spalla in Pino Strabioli.
Peccato che sia stata piuttosto deludente la conferenza stampa tenuta con gli studenti
durante al quale Poli sembrava più preoccupato di parlare della propria omosessualità
che non piuttosto dei motivi ispiratori dello spettacolo. |
3 -4 aprile 1998 |
IO, LEREDE Teatro Franco Parenti con Gabriella Franchini, Corrado Tedeschi, di E. De Filippo
Carlina Torta, Tommaso Ragno. Regia di A. Ruth Shammah |
".......... Questa commedia
venne fuori da un fatto accaduto a me. Un mio amico, bravo giornalista, Arturo Milone,
antifascista comera perdette il posto al giornale dove lavorava. Io lo aiutavo. Lui
aveva questa professione: leggeva i libri e ne portava il sunto al giornale " Il
popolo di Roma " che lo pubblicava.
Faceva quindi réclame alleditore e il libro rimaneva a lui. Quando ne aveva messi
insieme trenta o quaranta di questi libri, andava in una libreria e faceva cambio con
libri che gli piacevano; e così piano piano, si fece una bella biblioteca, che aveva un
certo valore. Così viveva. Uno strano modo di vivere... Però io gli volevo molto bene,
stavamo sempre insieme, lo aiutavo, era sempre a casa mia. Milone morì allospedale,
al Policlinico.
Cera un altro amico che si chiamava De Pino - morto ormai pure lui -, che era più
povero di Milone, però lo rispettava, rispettava questo amico che veniva appresso a me,
veniva in trattoria, mangiava, io gli pagavo il pranzo, gli davo i vestiti... Quando
Arturo Milone morì, venne questo De Pino e mi disse: " Adesso che è morto Milone
posso venire io? Mi puoi invitare? " Da questa battuta nacque Io, lerede:
scrissi una commedia di tre atti." (Eduardo De Filippo da Lezioni di teatro-Einaudi,
1986 |
Lo
spettacolo raccconta come una eredità non sia solo costituita da un patrimonio economico
ma possa essere anche rivendicata come un patrimonio di sentimenti, anche se nienteaffatto
positivi, quando non vi sia altro. Partendo da questo presupposto il Don Prospero II della
commedia eduardiana irrompe nella vita nobile e caritatevole degli ospiti-padroni del
padre scomparso riuscendo a poco a poco a prenderne il posto in tutto e replicandone anche
le storie amorose. Grande la messa in scena con pareti monocrome, e costumi dai colori
sgargianti, bellissima la regia e di alto livello la prova proposta da tutta la compagnia.
|
21-22-23 aprile 1998 |
ENRICO IV di Luigi Pirandello Tragedia di Luigi Pirandello rappresentata per la prima
volta a Milano il 24 febbraio del 1922. Compagnia Mauri e Teatro
Eliseo con Glauco Mauri Regia di Maurizio Scaparro |
Un giovane gentiluomo mentre
prende parte a una cavalcata in costume, nei panni di Enrico IV imperatore di Germania è
sbalzato da cavallo, batte con la testa e impazzisce. Egli crede di essere veramente
Enrico IV ed esige rispetto allabito che indossa. La finzione è seguita
pietosamente da parenti e amici che gli trasformano la villa in reggia e gli pongono
attorno servi travestiti da cortigiani. In questa corte fittizia Enrico IV ( lautore
non parla del nome che egli aveva in precedenza, egli è e rimarrà Enrico IV) è vissuto
dodici anni finchè dun tratto è tornato alla ragione. Si è ritrovato già maturo
senza aver vissuto la giovinezza. Si rende conto che ormai intorno a lui tutto è cambiato
e decide di continuare a fingersi pazzo, si diverte in un gioco enigmatico con la saviezza
degli altri, fino al punto che la pazzia gli è necessaria come condanna e insieme
liberazione.
Lamarezza vibrante di questa tragedia porta a un risultato di limpida bellezza, a
una fatale catarsi; forse in essa, più che in altre, il pirandellismo esce dai suoi
schemi elevandosi a una universale tensione interiore.
"La bellezza dellEnrico IV è nellestrema semplicità quasi casalinga
del linguaggio rotto, spezzato, frastagliato e nella risonanza cosmica di quello che i
personaggi dicono." ( Tilgher) |
Non
ci si poteva aspettare di meno dalla prova di Glauco Mauri in questo classico del nostro
secolo. Il dramma racconta della follia dalla quale non si riesce ad uscire, una gabbia
che dà però al protagonista la possibilità di vendicare l'antico torto uccidendo
impunemente l'amico-nemico, a patto di chiudercisi dentro per sempre. Grande scenografia
classica in un stanza del trono nella quale i personaggi entrano ed escono passando tra
mille anni di storia dagli splendidi costumi di Enrico a Canossa ai quelli dei nostri
giorni. |
17/03/98 |
Altri Percorsi |
Teatro dellArchivolto IL MARE IN UN
IMBUTO testo e regia di Giorgio Gallione musiche di: Paolo Silvestri coreografie di :
Claudia Monti e Giovanni di Cicco luci di: Fabio Cingano con L. Bizzarri, E. Bossi, G. di
Cicco, C. Fabbri, V. Farone, D. Greco, S. Guarino, B. Innocenti, R. Maranzana, C. Monti,
R. Naddeo, G. Picciau, G. Scaramuzzino. |
Teatro dell'Archivolto |
26/03/98 |
Stagione Sinfonica |
Dir. BRUNO GIURANNA |
Mozart: Sinfonia KV 543 Britten: Lachrymae
per viola e archi Beethoven: Sinfonia n° 1 |
15/04/98 |
Altri Percorsi |
Teatro del Buratto FLY BUTTERFLY da
unidea di Stefano Monti elaborazione e progettazione di: Stefano Monti e Rocco
DOnghia, Jolanda Cappi, Franco Spadavecchia ricerca musicale e composizione di:
Mauro Casappa regia di : Stefano Monti con Daniela Dazzi, Cristina Discacciati, Sergio
Mussida, Sergio Tonon, Ornella Vancheri. Grande prova del Teatro del Buratto, che se
pure nell'ultima Boutique Fantasque appena presentata a Milano non ha colpito esattamente
nel segno, in questo spettacolo, che ha già alcuni anni, il risultato è di grande
emozione. L'unione della sola musica con pochi commenti registrati che narrano la storia
della protagonista, con le affascinanti immagini che gli animatori creano con ventagli,
drappi di seta, e maschere crea una magica atmosfera che avvince a tal punto gli
spettatori che alcuni di loro erano già alla loro terza visione di questo lavoro tanto ne
erano stati conquistati. |
Teatro del Buratto |
24/04/98 |
Stagione Sinfonica |
Dir. CARLO BOCCADORO voce solista Moni
Ovadia violino Alberto Martini Kernis: Musica celestis ( 1a italiana) Feldman: Vertical
Troughts per violino e pianoforte Milhaud: Concertino du Printemps per violino e orchestra
Boccadoro: Cantata su melodic Yddish ( 1a assoluta)
Mi sarei aspettato di più da questo concerto che aveva la sua massima attrattiva nella
presenza di Moni Ovadia, come solista della nuova cantata su temi ebraici di Carlo
Boccadoro. Aspettativa che accomunava gran parte del pubblico, intervenuto solo per il
richiamo di Ovadia. La musica proposta era di diversa produzione ma gli autori avevano in
comune l'appartenenza all'ebraismo. Molto bella la prima Musica Celestis di A.J.Kernis ma
addirittura evanescenti i (4 minuti) di Vertical Thoughs di M.Feldman. Carino il
Concertino primavera (un involtino da 10 minuti) di D.Milhaud e sicuramente accattivante
la Cantata finale, anche se di cantato non aveva molto, erano maggiori le parti recitate,
e inoltre danneggiate dalla pessima amplificazione. |
Kernis, Feldman, Milhaud, Boccadoro |
28/04/98 |
Altri Percorsi |
Moby Dick - Teatri della Riviera APPUNTI
FORESTI di e con Marco Paolini collaborazione drammaturgica di Francesco Niccolini luci e
allestimento scenico di AlbertoArtuso Quando ci troviamo di fronte ad un attore solo
impegnato in un monologo non ci aspettiamo certo un fiume di parole che parta dalle 21.00
per toccare la mezzanotte. Un fiume, anzi una laguna, infatti nella parole di Marco
Paolini sono passate in techicolor le immagini stupende di una città tanto amata quanto
maltrattata. Per chi la conosce sembrava di vedere veramente vive le scene che venivano
raccontate tra una battuta e l'altra. La parlata veneziana, il feeling che si è creato
con il pubblico, il fascino delle scene rievocate ha coinvolto profondamente il pubblico
attento sino alla fine. |
Moby Dick Teatri della Riviera |
07/05/98 |
Stagione Sinfonica |
Dir. ALDO CECCATO flauto Marzio Conti
Betta: Novità ( 1a assoluta) Busoni: Divertimento per flauto e orchestra Casella:
Siciliana e Burlesca per flauto e orchestra Beethoven: Sinfonia n° 8
Grande successo del concerto che ha visto l'esecuzione della Siciliana II di M.Betta un
musica intensa e affascinante. Cui seguivano due pagine carine di Busoni e Casella che
hanno visto la partecipazione del flautista Marzio Conti, notevole interprete che ci ha
"scioccati" con il bis di Varese "Density". Grande conclusione con una
superba esecuzione della Sinfonia n.8 di Beethoven che ha raccolto autentiche ovazioni dal
pubblico intervenuto. |
Betta, Busoni, Casella, Beethoven |
21/05/98 |
Stagione Sinfonica |
Dir. MARCO ZUCCARINI |
pianoforte Carlo Grante Martucci: Notturno
e Giga Busoni: Fantasia indiana op. 44 per pianoforte e orchestra Konzerstuck op. 31a per
pianoforte e orchestra Brahms: Variazioni su un tema di Haydin |
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