Madama Butterfly II Parte

 

Teatro Cagnoni - Vigevano (PV)

Sabato 13 ottobre 2012 ore 21:00

Organizzato da COMUNE di VIGEVANO
con il sostegno della FONDAZIONE di PIACENZA e VIGEVANO
Madama Butterfly

Opera in tre atti di Giacomo Puccini
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Prima rappresentazione 17 Febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano

I° Serata inaugurale del Teatro Cagnoni
con l'opera lirica



Programma


Seguono immagini della serata:

Parte prima -- Parte seconda -- Parte terza
Libretto di sala a cura di Mario Mainino
Backstage

 

ATTO II
scena Prima
Interno della casetta di Butterfly.

Suzuki prega, raggomitolata davanti all'immagine di Budda: suona di quando in quando la campanella della preghiera. Butterfly sta ritta ed immobile presso un paravento.



SUZUKI
(pregando)

E Izaghi ed Izanami
Sarundasico e Kami...
(interrompendosi)
Oh! la mia testa!
(suona la campanella per richiamare l'attenzione dei Numi)
E tu
Ten-Sjoo-daj!
(guardando Butterfly)
Fate che Butterfly
non pianga più, mai più, mai più.
BUTTERFLY

Pigri ed obesi
son gli dèi giapponesi.
L'americano iddio son persuasa,
ben più presto risponde a chi l'implori.
Ma temo ch'egli ignori
che noi stiam qui di casa.
(rimane pensierosa, poi si rivolge a Suzuki che si è alzata in piedi ed ha aperto la parete verso il giardino)
Suzuki, è lungi la miseria?
SUZUKI

(apre un piccolo mobile e vi prende poche monete mostrandole a Butterfly)
Questo
l'ultimo fondo.
BUTTERFLY

Questo? Oh! Troppe spese!
SUZUKI

(ripone il danaro e chiude il piccolo mobile, mentre sospirando dice:)
S'egli non torna e presto,
siamo male in arnese.
BUTTERFLY
(decisa)

Ma torna.
SUZUKI

(crollando il capo)
Tornerà!
BUTTERFLY

(indispettita a Suzuki)
Perché dispone
che il Console provveda alla pigione,
rispondi, su!
Perché con tante cure
la casa rifornì di serrature,
s'ei non volesse ritornar mai più?
SUZUKI

Non lo so.
BUTTERFLY

(meravigliata a tanta ignoranza)
Non lo sai?
(con orgoglio)
Io te lo dico. Per tener ben fuori
le zanzare, i parenti ed i dolori
e dentro, con gelosa
custodia, la sua sposa
che son io: Butterfly.
SUZUKI
(poco convinta)

Mai non s'è udito
di straniero marito
che sia tornato al nido.
BUTTERFLY
(furibonda)

Taci, o t'uccido.
(insistendo nel persuadere Suzuki)
Quell'ultima mattina:
tornerete signor? ~ gli domandai.
Egli, col cuore grosso,
per celarmi la pena
sorridendo rispose:
(cerca di imitare Pinkerton)


«O Butterfly
piccina mogliettina,
tornerò colle rose


alla stagion serena,
quando fa la nidiata il pettirosso.»
(calma e convinta)


E tornerà.
SUZUKI
(con incredulità)

Speriam.
BUTTERFLY
(insistendo)

Dillo con me:
tornerà.
SUZUKI
(per compiacerla)

Tornerà...
(poi si mette a piangere)
BUTTERFLY
(sorpresa)

Piangi? Perché?
Ah, la fede ti manca!
(poi continua fiduciosa e sorridente)
Senti.


BUTTERFLY

Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull'estremo
confin del mare.
E poi la nave appare
e poi la nave è bianca.
Entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? E venuto!
Io non gli scendo incontro. Io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto
gran tempo e non mi pesa
la lunga attesa.


E... uscito dalla folla cittadina
un uom, un picciol punto
s'avvia per la collina.
Chi sarà? chi sarà?
E come sarà giunto?
che dirà? che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza far risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia, un po' per non morire
al primo incontro, ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:


«Piccina ~ mogliettina
olezzo di verbena»
i nomi che mi dava al suo venire.
(a Suzuki)
Tutto questo avverrà, te lo prometto.
Tienti la tua paura ~ io con sicura
fede lo aspetto.
(congeda Suzuki)

Suzuki esce dalla porta di sinistra. Butterfly la segue mestamente collo sguardo.

Nel giardino compaiono mr. Sharpless e Goro; Goro guarda entro la camera, scorge Butterfly e dice a Sharpless:
GORO

C'è. ~ Entrate.
(introduce Sharpless: poi torna subito fuori, e spia di quando in quando dal giardino)
SHARPLESS

(affacciandosi, bussa discretamente contro la porta di destra)
Chiedo scusa...
(vede Butterfly che udendo entrare alcuno, si è mossa)
Madama Butterfly...
BUTTERFLY

(senza volgersi, ma correggendo)
Madama Pinkerton.
Prego.
(si volge, riconosce il Console e giubilante batte le mani)
Oh, il mio signor console!

Suzuki entra premurosa e prepara un tavolino coll'occorrente per fumare, alcuni cuscini ed uno sgabello.

SHARPLESS

(sorpreso)
Mi ravvisate?
BUTTERFLY

(facendo gli onori di casa)
Benvenuto in casa
americana.
SHARPLESS

Grazie.
(Butterfly invita il console a sedere presso il tavolino: Sharpless si lascia cadere grottescamente su di un cuscino; Butterfly si siede dall'altra parte e sorride con malizia dietro il ventaglio vedendo l'imbarazzo del console; poi con molta grazia gli chiede:)
BUTTERFLY

Avi ~ antenati
tutti bene?
SHARPLESS

(sorridendo ringrazia)
Ma spero.
BUTTERFLY

(fa cenno a Suzuki che prepari la pipa)
Fumate?
SHARPLESS

Grazie.
(e desideroso di spiegare lo scopo per cui è venuto, cava una lettera di tasca)
Ho qui...
BUTTERFLY

(gentilmente interrompendolo)
Signore ~ io vedo
il cielo azzurro.
(dopo aver tirato una boccata dalla pipa che Suzuki ha preparato, l'offre al Console)
SHARPLESS

(rifiutando)
Grazie.
(e tenta riprendere il discorso)
Ho...
BUTTERFLY

(depone la pipa sul tavolino e assai premurosa dice:)
Preferite
forse le sigarette?
(ne offre)
Americane.
SHARPLESS

(ne prende una)
Ma grazie.
(si alza e tenta di continuare il discorso)
Ho da mostrarvi...
BUTTERFLY

(porge un fiammifero acceso)
A voi.
SHARPLESS

(accende la sigaretta, ma poi la depone subito e presentando la lettera siede sullo sgabello)
Mi scrisse
Benjamin Franklin Pinkerton...
BUTTERFLY

(premurosissima)
Davvero!
È in salute?
SHARPLESS

Perfetta.


BUTTERFLY

(alzandosi, lietissima)
Io son la donna
più lieta del Giappone. ~ Potrei farvi
una domanda?
(Suzuki è in faccende per preparare il the)
SHARPLESS

Certo.
BUTTERFLY

(torna a sedere)
Quando fanno
il lor nido in America
i pettirossi?
SHARPLESS
(stupito)

Come dite?
BUTTERFLY

Sì,
prima o dopo di qui?
SHARPLESS

Ma... perché?...
(Goro sale dal terrazzo del giardino ed ascolta, non visto, quanto dice Butterfly)
BUTTERFLY

Mio marito m'ha promesso
di ritornar nella stagion beata
che il pettirosso rifà la nidiata.
Qui l'ha rifatta per ben tre volte, ma
può darsi che di là
usi nidiar men spesso.
(Goro scoppia a ridere)
BUTTERFLY

Chi ride?
(vede Goro)
Oh, c'è il nakodo.
(piano a Sharpless)
Un uom cattivo.
GORO

(ossequioso, inchinandosi)
Godo...
BUTTERFLY

(a Goro)
Zitto.
(a Sharpless)
Egli osò... No, prima rispondete
alla domanda mia.
SHARPLESS
(imbarazzato)

Mi rincresce, ma... ignoro...
Non ho studiato ornitologia.
BUTTERFLY

Ah! l'orni...
SHARPLESS

...tologia.
BUTTERFLY

Non lo sapete
insomma.
SHARPLESS

No.
(ritenta di tornare in argomento)
Dicevamo...
BUTTERFLY

(lo interrompe seguendo la sua idea)
Ah, sì ~ Goro,
appena F. B. Pinkerton fu in mare
mi venne ad assediare
con ciarle e con presenti
per ridarmi or questo, or quel marito.
Or promette tesori
per uno scimunito...
GORO

(per giustificarsi, spiega la cosa a Sharpless)
Il ricco Yamadori.
Ella è povera in canna. ~ I suoi parenti
l'han tutti rinnegata.
(il principe Yamadori attraversa il giardino seguìto da due servi che portano fiori)
BUTTERFLY

(vede Yamadori e lo indica a Sharpless sorridendo)
Eccolo. Attenti.

Yamadori entra con grande imponenza: fa un graziosissimo inchino a Butterfly, poi saluta il Console.
I due Servi consegnano i fiori a Suzuki e si ritirano nel fondo.
Goro, servilissimo, porta uno sgabello a Yamadori, fra Sharpless e Butterfly, ed è dappertutto durante la conversazione.
Sharpless e Yamadori siedono.

BUTTERFLY
(a Yamadori)

Yamadori ~ ancor... le pene
dell'amor non v'han deluso?
Vi tagliate ancor le vene
se il mio bacio vi ricuso?
YAMADORI
(a Sharpless)

Tra le cose più moleste
è l'inutil sospirar.
BUTTERFLY
(con graziosa malizia)

Tante mogli omai toglieste,
vi doveste abituar.
YAMADORI

L'ho sposate tutte quante
e il divorzio mi francò.
BUTTERFLY

Obbligata.
YAMADORI
(premuroso)

A voi però
giurerei fede costante.
SHARPLESS

(sospirando, rimette in tasca la lettera)
(Temo assai che il mio messaggio
a trasmetter non riesco.)
GORO

(con enfasi, indicando Yamadori a Sharpless)
Ville, servi, oro, il retaggio
un palazzo principesco.
BUTTERFLY
(con serietà)

Già legata è la mia fede.
GORO,

Maritata ancor si crede.
YAMADORI
(a Sharpless)

BUTTERFLY
(con forza)

Non mi credo: sono ~ sono.
GORO

Ma la legge...
BUTTERFLY

(interrompendolo)
Io non la so.
GORO

...per la moglie, l'abbandono
al divorzio equiparò.
BUTTERFLY

(crollando vivamente il capo)
La legge giapponese...
non già del mio paese.

GORO

Quale?
BUTTERFLY
(con forza)

Gli Stati Uniti.
SHARPLESS

(Oh, l'infelice!)
BUTTERFLY

(nervosissima, accalorandosi)
Si sa che aprir la porta
e la moglie cacciar per la più corta
qui divorziar si dice.
Ma in America questo non si può.
(a Sharpless)
Vero?
SHARPLESS
(imbarazzato)

Vero... Però...
BUTTERFLY

(lo interrompe rivolgendosi a Yamadori ed a Goro trionfante)
Là un bravo giudice
serio, impettito,
dice al marito:
«Lei vuole andarsene?
Sentiam perché?» ~
«Sono seccato
del coniugato!»
E il magistrato:
«Ah, mascalzone,
presto in prigione!»
(e per troncare si alza ed ordina:)
Suzuki il the.
(va anche lei presso Suzuki)

YAMADORI
(sottovoce a Sharpless)

(mentre Butterfly prepara il the)
L'udite?
SHARPLESS

Mi rattrista una sì piena
cecità.
GORO
(sottovoce a Sharpless e Yamadori)

Segnalata è già la nave
di Pinkerton.
YAMADORI
(disperato)

Quand'essa lo riveda...
SHARPLESS
(pure sottovoce ai due)

Egli non vuol mostrarsi. ~ Io venni appunto
per levarla d'inganno. ~ Ho qui una lettera
di lui che la riflette...
(vedendo Butterfly che si avvicina per offrire il the, tronca il discorso)
BUTTERFLY

(con grazia, servendo a Sharpless una tazza di the)
Vostra grazia permette...
(poi apre il ventaglio e dietro a questo accenna ai due, ridendo)
Che persone moleste!
(offre il the a Yamadori che rifiuta)
YAMADORI

(sospirando si alza e si inchina a Butterfly, mettendo la mano sul cuore)
Addio. Vi lascio il cuor pien di cordoglio:
ma spero ancor.
BUTTERFLY

Padrone.
YAMADORI

(s'avvia, poi torna presso Butterfly)
Ah! se voleste...
BUTTERFLY

Il guaio è che non voglio...

Yamadori sospira di nuovo: saluta Sharpless, poi se ne va, seguìto dai Servi.
Butterfly fa cenno a Suzuki di spreparare il the: Suzuki eseguisce, poi va in fondo alla camera.
Goro segue premurosamente Yamadori.

SHARPLESS

(assume un fare grave, serio, però con gran rispetto ed con una certa commozione invita Butterfly a sedere, e torna a tirar fuori di tasca la lettera)
Ora a noi. ~ Qui sedete.
(Butterfly, tutta allegra, siede vicino a Sharpless, che gli presenta la lettera)
Leggere con me volete
questa lettera?
BUTTERFLY

Date.
(prende la lettera, la bacia e poi se la mette sul cuore)


Sulla bocca, sul cuore...
(rende la lettera a Sharpless e gli dice graziosamente:)
Siete l'uomo migliore
del mondo. ~ Incominciate.
SHARPLESS
(legge)

«Amico, cercherai
quel bel fior di fanciulla...»
BUTTERFLY

(interrompendolo con gioia)
Dice proprio così?
SHARPLESS
(serio)

Sì, così dice,
ma se ad ogni momento...
BUTTERFLY

(rimettendosi tranquilla)
Taccio, taccio ~ più nulla.
SHARPLESS

(riprende:)
«Da quel tempo felice
tre anni son passati.»
BUTTERFLY

(non può trattenersi)
Anche lui li ha contati.
SHARPLESS

(continua:)
«E forse Butterfly
non mi rammenta più.»
BUTTERFLY
(sorpresa)

Non lo rammento?
(rivolgendosi a Suzuki)
Suzuki, dillo tu.
(ripete come scandolezzata le parole della lettera)
«Non mi rammenta più»!
(Suzuki accenna affermando, poi entra nella stanza a sinistra)

SHARPLESS

(Pazienza!)
(seguita a leggere)
«Se mi vuole
bene ancora, se mi aspetta...»
BUTTERFLY
(assai commossa)

Oh le dolci parole!
(prende la lettera e la bacia)
Tu benedetta!
SHARPLESS

(riprende la lettera e seguita a leggere imperterrito, ma con voce commossa)
«A voi mi raccomando
perché vogliate con circospezione
prepararla...»
BUTTERFLY

(ansiosa e raggiante)
Ritorna...
SHARPLESS

«al colpo...»
BUTTERFLY

(salta di gioia e batte le mani)
Quando?
Presto! Presto!
SHARPLESS

(rassegnato piega la lettera e la ripone in tasca)
(Benone.
Qui troncarla conviene...
(crollando il capo indispettito)
Quel diavolo d'un Pinkerton!)
(si alza e serissimo, guardando negli occhi Butterfly, le dice:)
Ebbene,
che fareste, Madama Butterfly,
s'ei non dovesse ritornar più mai?

BUTTERFLY

(immobile, come colpita a morte, china la testa e dice con sommessione infantile)
Due cose potrei fare:
tornar a divertire
la gente col cantare,
oppur, meglio, morire.

SHARPLESS

(vivamente commosso passeggia agitatissimo, poi torna verso Butterfly, le prende le mani e con paterna tenerezza le dice)
Di strapparvi assai mi costa
dai miraggi ingannatori.
Accogliete la proposta
di quel ricco Yamadori.

BUTTERFLY

(ritirando le mani)
Voi, signor, mi dite questo!
SHARPLESS

(imbarazzato)
Santo iddio, come si fa?
BUTTERFLY

(batte le mani; Suzuki accorre)
Qui, Suzuki, presto presto
che sua grazia se ne va.

SHARPLESS

Mi scacciate?
(e fa per avviarsi, ma Butterfly corre a lui singhiozzando e lo trattiene)
BUTTERFLY

Ve ne prego,
già l'insistere non vale.
(congeda Suzuki, la quale va nel giardino)
SHARPLESS

(scusandosi)
Fui brutale, non lo nego.
BUTTERFLY

(dolorosamente, portandosi la mano al cuore)
Oh, mi fate tanto male,
tanto male, tanto, tanto!

SHARPLESS

(commosso)
Poveretta!
(Butterfly vacilla: Sharpless fa per sorreggerla)
BUTTERFLY

(subito dominandosi)
Niente, niente!
Ho creduto morir. ~ Ma passa presto,
come passan le nuvole sul mare...
Ah!... mi ha scordata?
(corre nella stanza di sinistra, rientra trionfalmente tenendo il suo bambino seduto sulla spalla e lo mostra a Sharpless gloriandosene)


E questo?... e questo?... e questo
dite che lo potrà pure scordare?...
(depone il bambino a terra e lo tiene stretto a sé)
SHARPLESS

(con emozione)
Egli è suo?
BUTTERFLY

(indicando mano, mano)
Chi mai vide
a bimbo del Giappone occhi azzurrini?
E il labbro? E i ricciolini
d'oro schietto?
SHARPLESS

(sempre più commosso)
È palese.
E... Pinkerton lo sa?


BUTTERFLY

No. È nato quando già
egli stava in quel suo gran paese.
(accarezza il suo bambino)
Ma voi gli scriverete che lo aspetta
un figlio senza pari!
E mi saprete dir s'ei non s'affretta
per le terre e pei mari!
(fa sedere il bimbo sul cuscino e lo bacia teneramente)
Sai tu cos'ebbe cuore
(gli indica Sharpless)
di pensare quel signore?


Che tua madre dovrà
prenderti in braccio ed alla pioggia e al vento
andar per la città
a guadagnarti il pane e il vestimento.
Ed alle impietosite
genti, la man tremante stenderà,
gridando: ~ Udite, udite,
la triste mia canzone.
A un'infelice madre
la carità, muovetevi a pietà!
(si alza, mentre il bimbo rimane seduto sul cuscino giocando con una bambola)


E Butterfly, orribile
destino, danzerà per te!
E come fece già
la ghesha canterà!
(rialza il bimbo e con le mani levate lo fa implorare)
E la canzon giuliva
e lieta in un singhiozzo finirà!
(buttandosi a' ginocchi davanti a Sharpless)
No! no! questo mai!
questo mestier che al disonore porta!
Morta! Mai più danzar!
piuttosto la mia vita vo' troncar!
Ah! morta!
(cade a terra vicino al bimbo che abbraccia strettamente ed accarezza con moto convulsivo)

SHARPLESS

(non può trattenere le lagrime)
(Quanta pietà!)
(vincendo la propria emozione)
Io scendo al piano.
(Butterfly si alza in piedi e con atto gentile dà la mano a Sharpless che la stringe con ambo le mani con effusione)
Mi perdonate?
BUTTERFLY
(al bimbo)

A te, dagli la mano.
SHARPLESS

(prende il bambino in braccio)
I bei capelli biondi!
(lo bacia)
Caro: come ti chiamano?
BUTTERFLY

Rispondi:
oggi il mio nome è: Dolore. Però
dite al babbo, scrivendogli, che il giorno
del suo ritorno,
Gioia, mi chiamerò.
SHARPLESS

Tuo padre lo saprà, te lo prometto.
(mette il bambino in terra, fa un saluto a Butterfly, ed esce rapidamente)

SUZUKI
(di fuori grida)

Vespa! Rospo maledetto!
(poi entra trascinando con violenza Goro che tenta inutilmente di sfuggirle)
BUTTERFLY
(a Suzuki)

Che fu?
SUZUKI

Ci ronza intorno
il vampiro! e ogni giorno
ai quattro venti
spargendo va
che niuno sa
chi padre al bimbo sia!
(Suzuki lascia Goro, il quale tenta di giustificarsi)
GORO

Dicevo solo
che qui i vostri parenti
non han pietà;
che quel figliolo
padre non ha.
Che stolto è lo sperare...
(Butterfly, furente, corre al reliquiario e prende il coltello che servì per l'Hara-kiri -suicidio per condanna- di suo padre, gridando:)
BUTTERFLY

Ah! menti! menti!
(afferra Goro, che cade a terra, e minaccia d'ucciderlo: Goro grida disperatamente)
BUTTERFLY

Dillo ancora e t'uccido!...
SUZUKI

(intromettendosi)
No!
(spaventata a tale scena, prende il bimbo e lo porta nella stanza a sinistra)
BUTTERFLY

(presa da disgusto, respinge Goro col piede)
Va' via!
Goro fugge. Poi Butterfly si scuote, va a riporre il coltello. Indi, volgendo commossa il pensiero al suo bambino:
BUTTERFLY

Vedrai, piccolo amore,
mia pena e mio conforto,
il tuo vendicatore
ci porterà lontan nella sua terra,
dove...
Un colpo di cannone.
SUZUKI

Il cannon del porto!
(entrando affannosamente)
Una nave da guerra.
BUTTERFLY

(giubilante, ansante)
Bianca... bianca... il vessillo americano
delle stelle... Or governa
per ancorare.

BUTTERFLY

(prende sul tavolino un cannocchiale e corre sul terrazzo: tutta tremante per l'emozione, appunta il cannocchiale verso il porto e dice a Suzuki:)
Reggimi la mano
ch'io ne discerna
il nome, il nome, il nome. Eccolo: ABRAMO
LINCOLN.
(dà il cannocchiale a Suzuki, poi in preda a grande esaltazione scendendo dal terrazzo, esclama:)
Tutti han mentito!
tutti!... tutti!... sol io
lo sapevo ~ io ~ che l'amo.


(a Suzuki)
Vedi lo scimunito
tuo dubbio? È giunto! è giunto!
Proprio nel punto
che mi diceva ognun: piangi e dispera.


Trionfa il mio
amor, trionfa la mia fede intera.
Ei torna e m'ama! ~


BUTTERFLY
(e in preda a un'esaltazione giubilante va al terrazzo dicendo a Suzuki)

Scuoti quella fronda
e dei suoi fior m'innonda. ~
Nella pioggia odorosa io vo' tuffare
l'arsa fronte...
(singhiozzando per tenerezza)

SUZUKI

(calmandola)
Signora
quetatevi: quel pianto...
(Butterfly ritorna, con Suzuki, nella stanza)
BUTTERFLY

No: rido, rido! Quanto
lo dovremo aspettar?
Che pensi? Un'ora?
SUZUKI

Di più.
BUTTERFLY
(giudiziosa)

Certo di più.
Due ore forse. Tu
va' per fiori. Che qui tutto sia pieno
di fior, come la notte è di faville.
(Suzukisi avvia per andar nel giardino)
SUZUKI
(dal terrazzo)

Tutti i fior?...
BUTTERFLY

Tutti! Pesco, vïola, gelsomino,
quanto di cespo, o d'erba, o d'albero fiorì.
SUZUKI

Uno squallor d'inverno sarà tutto il giardino.
(scende nel giardino)
BUTTERFLY

Tutta la primavera voglio che olezzi qui.
SUZUKI

(appare sul terrazzo e sporge un fascio di fiori e fronde)
A voi signora.
BUTTERFLY

(prendendo il fascio)
Cogline ancora.
(Butterfly sparge i fiori nella stanza, mentre Suzuki ritorna nel giardino)
SUZUKI
(dal giardino)

Soventi a questa siepe veniste a riguardare
lungi, piangendo nella deserta immensità.
BUTTERFLY

Giunse l'atteso, nulla ormai più chiedo al mare;
diedi pianto alla zolla, essa i suoi fior mi dà!

SUZUKI

(appare nuovamente sul terrazzo con un altro gran fascio di fiori)
Spoglio è l'orto.
BUTTERFLY

(prendendo i fiori)
Qua il tuo carco.
Vien, m'aiuta.
(spargono fiori ovunque)
SUZUKI

Rose al varco
della soglia.
BUTTERFLY

Il suo sedil
di convolvi s'inghirlandi.
SUZUKI

Gigli?... viole?...
BUTTERFLY

Intorno spandi.

BUTTERFLY,

Seminiamo intorno april.
(con leggero ondulamento di danza spargono ovunque fiori)
Gettiamo a mani piene
mammole e tuberose,
corolle di verbene,
petali d'ogni fior!
SUZUKI

(Butterfly, aiutata da Suzuki, va a prendere il necessario per la toeletta)
BUTTERFLY
(a Suzuki)

Vienmi ad adornar.
No. Pria portami il bimbo.

(Suzuki va nella stanza a sinistra e porta il bambino che fa sedere vicino a Butterfly, la quale intanto, si guarda in un piccolo specchio a mano e dice tristamente:)
BUTTERFLY

Ahimè, non son più quella!
Troppi sospiri la bocca mandò,
e l'occhio riguardò
nel lontan troppo fiso.
(a Suzuki)
Dammi sul viso
un tocco di carmino...
(prende un pennello e mette del rosso sulle guance del suo bimbo)
ed anche a te, piccino,
perché la veglia non ti faccia vote
per pallore le gote.
SUZUKI
(a Butterfly)

Ferma che v'ho i capelli a ravviare.
BUTTERFLY

(sorridendo a questo pensiero)
Che ne diranno!...
E lo Zio bonzo?
Già del mio danno
tutti contenti!
E Yamadori
coi suoi languori!
Beffati,
scornati,
spennati
gl'ingrati!
SUZUKI

(ha terminato la toeletta)
È fatto.
BUTTERFLY

L'obi che vestii da sposa.
(Suzuki torna con due vesti: ne dà una coll'obi a Butterfly)
Qua ch'io lo vesta.
(depone il bimbo)
(mentre indossa la veste, Suzuki mette l'altra al bambino, avvolgendolo quasi tutto nelle pieghe ampie e leggiere)


BUTTERFLY

Vo' che mi veda indosso
il vel del primo dì.
E un papavero rosso
nei capelli...
(Suzuki, che ha finito d'abbigliare il bambino, cerca il fiore e lo punta nei capelli di Butterfly che se ne compiace, guardandosi nello specchio)
Così.
(poi fa cenno a Suzuki di abbassare lo shosi)
Nello shosi or farem tre forellini
per riguardar,
e starem zitti come topolini
ad aspettar.
(porta il bambino presso lo shosi, nel quale fa tre fori: uno alto per sé, uno più basso per Suzuki e il terzo ancor più basso pe 'l bimbo, che fa sedere su di un cuscino, accennandogli di guardare attento fuori del foro preparatogli.
Suzuki si accoscia e spia essa pure all'esterno: Butterfly si pone innanzi al foro più alto e spia da quello. Dopo qualche tempo Suzuki e il bambino si addormentano. Intanto si è fatta notte ed i raggi lunari illuminano dall'esterno lo shosi. Butterfly rimane immobile, rigida come una statua)

Coro (interno, lontano, a bocca chiusa).
 




Fine ATTO II

 
 
 

Parte prima -- Parte seconda -- Parte terza
Libretto di sala a cura di Mario Mainino
Backstage

 

 
 


 
 

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