Or che stan la' chiusi,
procuriam di parlare alla ragazza
ROSINA (entrando)
Ebbene, signor Figaro.
FIGARO
Gran cose, signorina.
ROSINA
Si', davvero?
FIGARO
Mangerem dei confetti.
ROSINA
Come sarebbe a dir?
FIGARO
Sarebbe a dire
che il vostro bel tutore ha stabilito
esser dentro doman vostro marito.
ROSINA
Si'? oh, l'ha sbagliata affe'!
Povero sciocco! L'avra' a far con me.
Ma dite, signor Figaro,
voi poco fa sotto le mie finestre
parlavate a un signore
FIGARO
Ah, un mio cugino,
un bravo giovinotto; buona testa,
ottimo cuor; qui venne
i suoi studi a compire
e il poverin cerca di far fortuna.
FIGARO
In confidenza
ha un gran difetto addosso.
Ah, grande: e' innamorato morto.
ROSINA
Si', davvero?
Quel giovane, vedete
m'interessa moltissimo.
ROSINA
E la sua bella,
dite, abita lontano?
FIGARO
Qui! due passi.
ROSINA
Ma e' bella?
FIGARO
Oh, bella assai!
Eccovi il suo ritratto in due parole:
grassotta, genialotta,
capello nero, guancia porporina,
occhio che parla, mano che innamora
ROSINA
Dunque io son tu non m'inganni?
Dunque io son la fortunata!
(Gia' me l'ero immaginata:
lo sapeva pria di te.)
FIGARO
Egli attende qualche segno,
poverin, del vostro affetto;
sol due righe di biglietto
gli mandate, e qui verra'.
Che ne dite?
Presto, presto; qua un biglietto.
ROSINA
(Richiamandolo, cava dalla tasca il biglietto e glielo da'.)
Un biglietto? eccolo qua.
FIGARO (attonito)
Gia' era scritto? Ve', che bestia!
Il maestro faccio a lei!
ROSINA
Fortunati affetti miei!
Io comincio a respirar.
Ah, tu solo, amor, tu sei
che mi devi consolar!
Ah, che in cattedra costei
di malizia puo' dettar.
Donne, donne, eterni Dei,
chi vi arriva a indovinar?
BARTOLO (entrando)
Insomma, colle buone,
potrei sapere dalla mia Rosina
che venne a far colui questa mattina?
Che vuol dir questo dito
cosi' sporco d'inchiostro?
ROSINA
Sporco? oh, nulla.
Io me l'avea scottato
e coll'inchiostro or or l'ho medicato.
BARTOLO
(Diavolo!) E questi fogli
Or son cinque eran sei.
BARTOLO
Bravissima! E la penna
perche' fu temperata?
ROSINA
(Maledetto!) La penna!
Per disegnare un fiore sul tamburo.
BARTOLO
Un fiore. Ah! fraschetta!
Basta cosi'.
Non piu' tacete.
A un dottor della mia sorte
queste scuse, signorina!
Vi consiglio, mia carina,
un po' meglio a imposturar.
I confetti alla ragazza!
Il ricamo sul tamburo!
Vi scottaste: eh via! eh via!
Ci vuol altro, figlia mia,
per potermi corbellar.
Perche' manca la' quel foglio?
Vo' saper cotesto imbroglio.
Sono inutili le smorfie;
ferma la', non mi toccate!
Figlia mia non lo sperate
ch'io mi iasci infinocchiar.
Via, carina, confessate;
son disposto a perdonar.
Non parlate? Vi ostinate?
So ben io quel che ho da far.
Signorina, un'altra volta
quando Bartolo andra' fuori,
la consegna ai servitori a suo modo far sapra'.
Ah, non servono le smorfie,
faccia pur la gatta morta.
Cospetton! per quella porta
nemmen l'aria entrar potra'.
E Rosina innocentina,
sconsolata, disperata,
in sua camera serrata
fin ch'io voglio star dovra'.
CONTE (di dentro)
Aprite.
BERTA
Vengo Ecci' Ancora dura;
quel tabacco m'ha posta in sepoltura.
(Corre ad aprire.)
BARTOLO
Cosa vuol, signor soldato?
(Qui costui che mai vorra'?)
CONTE
Siete voi Aspetta un poco
Siete voi dottor Balordo?
BARTOLO
Che balordo?
CONTE (leggendo)
Ah, ah, Bertoldo?
BARTOLO
Son dottore si', signore.
CONTE
Ah, benissimo; un abbraccio,
qua, collega. Sono anch'io dottor per cento,
maniscalco al reggimento.
(Lo abbraccia per forza.)
CONTE
(presentando il biglietto)
Dell'alloggio sul biglietto
osservate, eccolo qua.
(Ah, venisse il caro oggetto
della mia felicita'!
Vieni, vieni; il tuo diletto
pien d'amor t'attendo qua.)
CONTE
(E' Rosina; or son contento.)
ROSINA
(Ei mi guarda, e s'avvicina.)
CONTE (piano a Rosina)
(Son Lindoro.)
ROSINA
(Oh ciel! che sento!
Ah, giudizio, per pieta'!)
CONTE
Ehi, ragazza, vengo anch'io.
BARTOLO
Dove, dove, signor mio?
CONTE
In caserma, oh, questa e' bella!
BARTOLO
(venendo avanti con una pergamena)
Ecco qui.
(Legge.)
"Con la presente il Dottor Bartolo, etcetera. Esentiamo"
CONTE (Con un rovescio di mano manda in aria la pergamena)
Eh, andate al diavolo!
Non mi state piu' a' seccar.
CONTE
Zitto la', Dottor somaro.
Il mio alloggio e' qui fissato
e in alloggio qui vo' star.
CONTE
(rivolgendosi e fingendo accorgersi della lettera che raccoglie)
Che cos'e'? ah!
Si', se fosse nna ricetta!
Ma un biglietto e' mio dovere
Mi dovete perdonar.
(Fa una riverenza a Rosina e le da' il biglietto.)
ROSINA
Ma quel foglio che chiedete
per azzardo m'e' cascato;
e' la lista del bucato.
(Entrano da una parte Basilio con carte in mano, dall'altra Berta.)
TUTTI (come sopra)
Gente! aiuto, per pieta'!
FIGARO
Alto la'!
Che cosa accadde
signori miei?
Che chiasso e' questo?
Eterni Dei!
Gia' sulla piazza
a questo strepito
s'e' radunata
mezza citta'.
TUTTI
Quest'avventura,
ah, come diavolo
mai finira'?
CORO
Fermi tutti. Niun si mova.
Miei signori, che si fa?
Questo chiasso d'onde e' nato?
La cagione presto qua.
FIGARO
Io qua venni, mio signore,
questo chiasso ad acquetare.
UFFICIALE
Ho inteso.
Galantuom, siete in arresto.
Fuori presto,
via di qua.
CONTE
Io in arresto?
Fermi, ola'.Egli chiama a se'
l'Ufficiale, gli da' a leggere un foglio: l'Ufficiale resta sorpreso, vuol
fargli un inchino,
e il Conte lo trattiene.
FIGARO (RIDENDO)
Guarda Don Bartolo!
Sembra una statua!
Ah ah! dal ridere
sto per crepar!
CORO
Pensiam noi.
Vada ognun pe' fatti suoi,
si finisca d'altercar.
BARTOLO
Ma un dottor
Ma se lei
Ma vorrei
Ma sentite
Ma ascoltate..
A TRE
Zitto qua!
Zitto la'!
TUTTI
Mi par d'esser con la testa
in un'orrida fucina,
dove cresce e mai non resta
delle incudini sonore
l'importuno strepitar.
Alternando questo e quello
pesantissimo martello
fa con barbara armonia
muri e volte rimbombar.
E il cervello, poverello,
gia' stordito, sbalordito,
non ragiona, si confonde,
si riduce ad impazzar.
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