Madama Butterfly II parte

 

Montebello della Battaglia (Pv)

Istituto Don Orione
Giovedì 1 agosto 2012 ore 21:00

Organizzato da Borghi&Valli Festival
In collaborazione con Orchestra SINFOLARIO
Con il patrocinio del Comune di Montebello della Battaglia
Giacomo Puccini
Madama Butterfly

Opera in tre atti
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Prima rappresentazione 17 Febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano

L'indimenticabile struggente storia d'amore della piccola Cio-Cio-San immortalata dall'arte del grande maestro di Torre del Lago.

Personaggi e interpreti

Madame Butterfly Hiroko Morita
Suzuky Agnese Vitali
Pinkerton Fabio Valenti
Sharpless Victor Garcia Sierra


Orchestra e Coro Sinfolario
Maestro Direttore e Concertatore Claudio Morbo
Scenografie Raffaele Tintori
Regia Victor Garcia Sierra
Direttore di Palcoscenico Romano Oppici
Direttore di Produzione Paolo Marchese
Luci Luca Caccialuppi

Ingresso 20 euro.
Per informazioni: Amici della Musica di Casteggio 329.9861644

Seguono immagini della serata:

Parte prima -- Parte seconda

 

 

Atto Secondo
scena Prima unica
Interno della casetta di Butterfly.

Suzuki prega, raggomitolata davanti all'immagine di Budda: suona di quando in quando la campanella della preghiera. Butterfly sta ritta ed immobile presso un paravento.
 

 

SUZUKI
(pregando)

E Izaghi ed Izanami
Sarundasico e Kami...
(interrompendosi)
 

Oh! la mia testa!
(suona la campanella per richiamare l'attenzione dei Numi)
E tu
Ten-Sjoo-daj!
(guardando Butterfly)
Fate che Butterfly
non pianga più, mai più, mai più.

BUTTERFLY

Pigri ed obesi
son gli dèi giapponesi.
L'americano iddio son persuasa,
ben più presto risponde a chi l'implori.
Ma temo ch'egli ignori
che noi stiam qui di casa.
(rimane pensierosa, poi si rivolge a Suzuki che si è alzata in piedi ed ha aperto la parete verso il giardino)
Suzuki, è lungi la miseria?

SUZUKI

(apre un piccolo mobile e vi prende poche monete mostrandole a Butterfly)
Questo
l'ultimo fondo.
BUTTERFLY

Questo? Oh! Troppe spese!
SUZUKI

(ripone il danaro e chiude il piccolo mobile, mentre sospirando dice:)
S'egli non torna e presto,
siamo male in arnese.

BUTTERFLY
(decisa)

Ma torna.
SUZUKI

(crollando il capo)
Tornerà!
BUTTERFLY

(indispettita a Suzuki)
Perché dispone
che il Console provveda alla pigione,
rispondi, su!
Perché con tante cure
la casa rifornì di serrature,
s'ei non volesse ritornar mai più?
SUZUKI

Non lo so.

BUTTERFLY

(meravigliata a tanta ignoranza)
Non lo sai?
(con orgoglio)
Io te lo dico. Per tener ben fuori
le zanzare, i parenti ed i dolori
e dentro, con gelosa
custodia, la sua sposa
che son io: Butterfly.

SUZUKI
(poco convinta)

Mai non s'è udito
di straniero marito
che sia tornato al nido.

BUTTERFLY
(furibonda)

Taci, o t'uccido.
(insistendo nel persuadere Suzuki)
Quell'ultima mattina:
tornerete signor? ~ gli domandai.
Egli, col cuore grosso,
per celarmi la pena
sorridendo rispose:
(cerca di imitare Pinkerton)

«O Butterfly
piccina mogliettina,
tornerò colle rose
alla stagion serena,
quando fa la nidiata il pettirosso.»
(calma e convinta)
E tornerà.
SUZUKI
(con incredulità)
 

Speriam.
BUTTERFLY
(insistendo)

Dillo con me:
tornerà.
SUZUKI
(per compiacerla)

Tornerà...
(poi si mette a piangere)

BUTTERFLY
(sorpresa)

Piangi? Perché?
Ah, la fede ti manca!
(poi continua fiduciosa e sorridente)
Senti.
 

BUTTERFLY

Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo sull'estremo
confin del mare.
E poi la nave appare
e poi la nave è bianca.
Entra nel porto, romba il suo saluto.
Vedi? E venuto!

Io non gli scendo incontro. Io no. Mi metto
là sul ciglio del colle e aspetto, aspetto
gran tempo e non mi pesa
la lunga attesa.
E... uscito dalla folla cittadina
un uom, un picciol punto
s'avvia per la collina.
Chi sarà? chi sarà?
E come sarà giunto?
che dirà? che dirà?

Chiamerà Butterfly dalla lontana.
Io senza far risposta
me ne starò nascosta
un po' per celia, un po' per non morire
al primo incontro, ed egli alquanto in pena
chiamerà, chiamerà:
«Piccina ~ mogliettina
olezzo di verbena»
i nomi che mi dava al suo venire.

(a Suzuki)
Tutto questo avverrà, te lo prometto.

Tienti la tua paura ~ io con sicura fede

lo aspetto.
(congeda Suzuki)

Suzuki esce dalla porta di sinistra. Butterfly la segue mestamente collo sguardo.

Nel giardino compaiono mr. Sharpless e Goro; Goro guarda entro la camera, scorge Butterfly e dice a Sharpless:

GORO

C'è. ~ Entrate.
(introduce Sharpless: poi torna subito fuori, e spia di quando in quando dal giardino)
SHARPLESS

(affacciandosi, bussa discretamente contro la porta di destra)
Chiedo scusa...
(vede Butterfly che udendo entrare alcuno, si è mossa)
Madama Butterfly...
BUTTERFLY

(senza volgersi, ma correggendo)
Madama Pinkerton.
Prego.
(si volge, riconosce il Console e giubilante batte le mani)
Oh, il mio signor console!

Suzuki entra premurosa e prepara un tavolino coll'occorrente per fumare, alcuni cuscini ed uno sgabello.

SHARPLESS

(sorpreso)
Mi ravvisate?
BUTTERFLY

(facendo gli onori di casa)
Benvenuto in casa
americana.
SHARPLESS

Grazie.
(Butterfly invita il console a sedere presso il tavolino: Sharpless si lascia cadere grottescamente su di un cuscino; Butterfly si siede dall'altra parte e sorride con malizia dietro il ventaglio vedendo l'imbarazzo del console; poi con molta grazia gli chiede:)
BUTTERFLY

Avi ~ antenati
tutti bene?
SHARPLESS

(sorridendo ringrazia)
Ma spero.

BUTTERFLY

(fa cenno a Suzuki che prepari la pipa)
Fumate?
SHARPLESS

Grazie.
(e desideroso di spiegare lo scopo per cui è venuto, cava una lettera di tasca)
Ho qui...
BUTTERFLY

(gentilmente interrompendolo)
Signore ~ io vedo
il cielo azzurro.
(dopo aver tirato una boccata dalla pipa che Suzuki ha preparato, l'offre al Console)
SHARPLESS

(rifiutando)
Grazie.
(e tenta riprendere il discorso)
Ho...

BUTTERFLY

(depone la pipa sul tavolino e assai premurosa dice:)
Preferite
forse le sigarette?
(ne offre)
Americane.
SHARPLESS

(ne prende una)
Ma grazie.
(si alza e tenta di continuare il discorso)
Ho da mostrarvi...
BUTTERFLY

(porge un fiammifero acceso)
A voi.

SHARPLESS

(accende la sigaretta, ma poi la depone subito e presentando la lettera siede sullo sgabello)
Mi scrisse
Benjamin Franklin Pinkerton...

BUTTERFLY

(premurosissima)
Davvero!
È in salute?
SHARPLESS

Perfetta.
BUTTERFLY

(alzandosi, lietissima)
Io son la donna
più lieta del Giappone. ~ Potrei farvi
una domanda?
(Suzuki è in faccende per preparare il the)

SHARPLESS

Certo.
BUTTERFLY

(torna a sedere)
Quando fanno
il lor nido in America
i pettirossi?

SHARPLESS
(stupito)

Come dite?
BUTTERFLY

Sì,
prima o dopo di qui?
SHARPLESS

Ma... perché?...
(Goro sale dal terrazzo del giardino ed ascolta, non visto, quanto dice Butterfly)

BUTTERFLY

Mio marito m'ha promesso
di ritornar nella stagion beata
che il pettirosso rifà la nidiata.
Qui l'ha rifatta per ben tre volte, ma
può darsi che di là
usi nidiar men spesso.
(Goro scoppia a ridere)

SHARPLESS
(imbarazzato)

Mi rincresce, ma... ignoro...
Non ho studiato ornitologia.
BUTTERFLY

Ah! l'orni...
SHARPLESS

...tologia.
BUTTERFLY

Non lo sapete
insomma.
SHARPLESS

No.
(ritenta di tornare in argomento)
Dicevamo...


BUTTERFLY

(lo interrompe seguendo la sua idea)
Ah, sì ~ Goro,
appena F. B. Pinkerton fu in mare
mi venne ad assediare
con ciarle e con presenti
per ridarmi or questo, or quel marito.
Or promette tesori
per uno scimunito...
GORO

(per giustificarsi, spiega la cosa a Sharpless)
Il ricco Yamadori.
Ella è povera in canna. ~ I suoi parenti
l'han tutti rinnegata.
(il principe Yamadori attraversa il giardino seguìto da due servi che portano fiori)
BUTTERFLY

(vede Yamadori e lo indica a Sharpless sorridendo)
Eccolo. Attenti.

Yamadori entra con grande imponenza: fa un graziosissimo inchino a Butterfly, poi saluta il Console.
I due Servi consegnano i fiori a Suzuki e si ritirano nel fondo.
Goro, servilissimo, porta uno sgabello a Yamadori, fra Sharpless e Butterfly, ed è dappertutto durante la conversazione.
Sharpless e Yamadori siedono.

BUTTERFLY
(a Yamadori)

Yamadori ~ ancor... le pene
dell'amor non v'han deluso?
Vi tagliate ancor le vene
se il mio bacio vi ricuso?
YAMADORI
(a Sharpless)

Tra le cose più moleste
è l'inutil sospirar.

BUTTERFLY
(con graziosa malizia)

Tante mogli omai toglieste,
vi doveste abituar.


YAMADORI

L'ho sposate tutte quante
e il divorzio mi francò.
BUTTERFLY

Obbligata.
 

YAMADORI
(premuroso)

A voi però
giurerei fede costante.

SHARPLESS

(sospirando, rimette in tasca la lettera)
(Temo assai che il mio messaggio
a trasmetter non riesco.)
GORO

(con enfasi, indicando Yamadori a Sharpless)
Ville, servi, oro, il retaggio
un palazzo principesco.
BUTTERFLY
(con serietà)

Già legata è la mia fede.
GORO,

Maritata ancor si crede.
YAMADORI
(a Sharpless)

BUTTERFLY
(con forza)

Non mi credo: sono ~ sono.
GORO

Ma la legge...

BUTTERFLY

(interrompendolo)
Io non la so.
GORO

...per la moglie, l'abbandono
al divorzio equiparò.
BUTTERFLY

(crollando vivamente il capo)
La legge giapponese...
non già del mio paese.

GORO

Quale?
BUTTERFLY
(con forza)

Gli Stati Uniti.
SHARPLESS

(Oh, l'infelice!)
BUTTERFLY

(nervosissima, accalorandosi)
Si sa che aprir la porta
e la moglie cacciar per la più corta
qui divorziar si dice.
Ma in America questo non si può.
(a Sharpless)
Vero?

SHARPLESS
(imbarazzato)

Vero... Però...
BUTTERFLY

(lo interrompe rivolgendosi a Yamadori ed a Goro trionfante)
Là un bravo giudice
serio, impettito,
dice al marito:

«Lei vuole andarsene?
Sentiam perché?» ~
«Sono seccato
del coniugato!»

E il magistrato:
«Ah, mascalzone,
presto in prigione!»
(e per troncare si alza ed ordina:)
Suzuki il the.
(va anche lei presso Suzuki)

YAMADORI
(sottovoce a Sharpless)

(mentre Butterfly prepara il the)
L'udite?
SHARPLESS

Mi rattrista una sì piena
cecità.
GORO
(sottovoce a Sharpless e Yamadori)

Segnalata è già la nave
di Pinkerton.
YAMADORI
(disperato)

Quand'essa lo riveda...
SHARPLESS
(pure sottovoce ai due)

Egli non vuol mostrarsi. ~ Io venni appunto
per levarla d'inganno. ~ Ho qui una lettera
di lui che la riflette...
(vedendo Butterfly che si avvicina per offrire il the, tronca il discorso)

YAMADORI

(sospirando si alza e si inchina a Butterfly, mettendo la mano sul cuore)
Addio. Vi lascio il cuor pien di cordoglio:
ma spero ancor.

SHARPLESS

(assume un fare grave, serio, però con gran rispetto ed con una certa commozione invita Butterfly a sedere, e torna a tirar fuori di tasca la lettera)
Ora a noi. ~ Qui sedete.
(Butterfly, tutta allegra, siede vicino a Sharpless, che gli presenta la lettera)
Leggere con me volete
questa lettera?

Date.
(prende la lettera, la bacia e poi se la mette sul cuore)
Sulla bocca, sul cuore...
(rende la lettera a Sharpless e gli dice graziosamente:)
Siete l'uomo migliore
del mondo. ~ Incominciate.

SHARPLESS
(legge)

«Amico, cercherai
quel bel fior di fanciulla...»
BUTTERFLY

(interrompendolo con gioia)
Dice proprio così?
SHARPLESS
(serio)

Sì, così dice,
ma se ad ogni momento...
BUTTERFLY

(rimettendosi tranquilla)
Taccio, taccio ~ più nulla.
SHARPLESS

(riprende:)
«Da quel tempo felice
tre anni son passati.»
BUTTERFLY

(non può trattenersi)
Anche lui li ha contati.
SHARPLESS

(continua:)
«E forse Butterfly
non mi rammenta più.»
BUTTERFLY
(sorpresa)

Non lo rammento?
(rivolgendosi a Suzuki)
Suzuki, dillo tu.
(ripete come scandolezzata le parole della lettera)
«Non mi rammenta più»!
(Suzuki accenna affermando, poi entra nella stanza a sinistra)

SHARPLESS

(Pazienza!)
(seguita a leggere)
«Se mi vuole
bene ancora, se mi aspetta...»
BUTTERFLY
(assai commossa)

Oh le dolci parole!
(prende la lettera e la bacia)
Tu benedetta!
SHARPLESS

(riprende la lettera e seguita a leggere imperterrito, ma con voce commossa)
«A voi mi raccomando
perché vogliate con circospezione
prepararla...»
BUTTERFLY

(ansiosa e raggiante)
Ritorna...
SHARPLESS

«al colpo...»
BUTTERFLY

(salta di gioia e batte le mani)
Quando?
Presto! Presto!
SHARPLESS

(rassegnato piega la lettera e la ripone in tasca)
(Benone.
Qui troncarla conviene...
(crollando il capo indispettito)
Quel diavolo d'un Pinkerton!)
(si alza e serissimo, guardando negli occhi Butterfly, le dice:)
Ebbene,
che fareste, Madama Butterfly,
s'ei non dovesse ritornar più mai?

BUTTERFLY

(immobile, come colpita a morte, china la testa e dice con sommessione infantile)
Due cose potrei fare:
tornar a divertire
la gente col cantare,
oppur, meglio, morire.

SHARPLESS

(vivamente commosso passeggia agitatissimo, poi torna verso Butterfly, le prende le mani e con paterna tenerezza le dice)
Di strapparvi assai mi costa
dai miraggi ingannatori.
Accogliete la proposta
di quel ricco Yamadori.

BUTTERFLY

(ritirando le mani)
Voi, signor, mi dite questo!
SHARPLESS

(imbarazzato)
Santo iddio, come si fa?
BUTTERFLY

(batte le mani; Suzuki accorre)
Qui, Suzuki, presto presto
che sua grazia se ne va.

SHARPLESS

Mi scacciate?
(e fa per avviarsi, ma Butterfly corre a lui singhiozzando e lo trattiene)
BUTTERFLY

Ve ne prego,
già l'insistere non vale.
(congeda Suzuki, la quale va nel giardino)
SHARPLESS

(scusandosi)
Fui brutale, non lo nego.
BUTTERFLY

(dolorosamente, portandosi la mano al cuore)
Oh, mi fate tanto male,
tanto male, tanto, tanto!

SHARPLESS

(commosso)
Poveretta!
(Butterfly vacilla: Sharpless fa per sorreggerla)
BUTTERFLY

(subito dominandosi)
Niente, niente!
Ho creduto morir. ~ Ma passa presto,
come passan le nuvole sul mare...
Ah!... mi ha scordata?
(corre nella stanza di sinistra, rientra trionfalmente tenendo il suo bambino seduto sulla spalla e lo mostra a Sharpless gloriandosene)
E questo?... e questo?... e questo
dite che lo potrà pure scordare?...
(depone il bambino a terra e lo tiene stretto a sé)

SHARPLESS

(con emozione)
Egli è suo?
BUTTERFLY

(indicando mano, mano)
Chi mai vide
a bimbo del Giappone occhi azzurrini?
E il labbro? E i ricciolini
d'oro schietto?
SHARPLESS

(sempre più commosso)
È palese.
E... Pinkerton lo sa?

BUTTERFLY

No. È nato quando già
egli stava in quel suo gran paese.
(accarezza il suo bambino)
Ma voi gli scriverete che lo aspetta
un figlio senza pari!

E mi saprete dir s'ei non s'affretta
per le terre e pei mari!
(fa sedere il bimbo sul cuscino e lo bacia teneramente)
Sai tu cos'ebbe cuore
(gli indica Sharpless)
di pensare quel signore?
Che tua madre dovrà
prenderti in braccio ed alla pioggia e al vento
andar per la città
a guadagnarti il pane e il vestimento.

SHARPLESS

(non può trattenere le lagrime)
(Quanta pietà!)

Ed alle impietosite
genti, la man tremante stenderà,
gridando: ~ Udite, udite,
la triste mia canzone.
A un'infelice madre
la carità, muovetevi a pietà!
(si alza, mentre il bimbo rimane seduto sul cuscino giocando con una bambola)
E Butterfly, orribile
destino, danzerà per te!
E come fece già
la ghesha canterà!
(rialza il bimbo e con le mani levate lo fa implorare)

E la canzon giuliva
e lieta in un singhiozzo finirà!
(buttandosi a' ginocchi davanti a Sharpless)
No! no! questo mai!
questo mestier che al disonore porta!

Morta! Mai più danzar!
piuttosto la mia vita vo' troncar!

Ah! morta!
(cade a terra vicino al bimbo che abbraccia strettamente ed accarezza con moto convulsivo)

SHARPLESS
(vincendo la propria emozione)
Io scendo al piano.
(Butterfly si alza in piedi e con atto gentile dà la mano a Sharpless che la stringe con ambo le mani con effusione)
Mi perdonate?
BUTTERFLY
(al bimbo)

A te, dagli la mano.
SHARPLESS

(prende il bambino in braccio)
I bei capelli biondi!
(lo bacia)
Caro: come ti chiamano?

BUTTERFLY

Rispondi:
oggi il mio nome è: Dolore. Però
dite al babbo, scrivendogli, che il giorno
del suo ritorno,
Gioia, mi chiamerò.
SHARPLESS

Tuo padre lo saprà, te lo prometto.
(mette il bambino in terra, fa un saluto a Butterfly, ed esce rapidamente)

SUZUKI
(di fuori grida)

Vespa! Rospo maledetto!
(poi entra trascinando con violenza Goro che tenta inutilmente di sfuggirle)
BUTTERFLY
(a Suzuki)

Che fu?
SUZUKI

Ci ronza intorno
il vampiro! e ogni giorno
ai quattro venti
spargendo va
che niuno sa
chi padre al bimbo sia!

(Suzuki lascia Goro, il quale tenta di giustificarsi)
GORO

Dicevo solo
che qui i vostri parenti
non han pietà;
che quel figliolo
padre non ha.
Che stolto è lo sperare...
(Butterfly, furente, corre al reliquiario e prende il coltello che servì per l'Hara-kiri -suicidio per condanna- di suo padre, gridando:)
BUTTERFLY

Ah! menti! menti!
(afferra Goro, che cade a terra, e minaccia d'ucciderlo: Goro grida disperatamente)

BUTTERFLY

Dillo ancora e t'uccido!...
SUZUKI

(intromettendosi)
No!
(spaventata a tale scena, prende il bimbo e lo porta nella stanza a sinistra)
BUTTERFLY

(presa da disgusto, respinge Goro col piede)
Va' via!
Goro fugge.

Poi Butterfly si scuote, va a riporre il coltello. Indi, volgendo commossa il pensiero al suo bambino:
BUTTERFLY

Vedrai, piccolo amore,
mia pena e mio conforto,
il tuo vendicatore
ci porterà lontan nella sua terra,
dove...
Un colpo di cannone.

SUZUKI

Il cannon del porto!
(entrando affannosamente)
Una nave da guerra.
BUTTERFLY

(giubilante, ansante)
Bianca... bianca... il vessillo americano
delle stelle... Or governa
per ancorare.

BUTTERFLY

(prende sul tavolino un cannocchiale e corre sul terrazzo: tutta tremante per l'emozione, appunta il cannocchiale verso il porto e dice a Suzuki:)
Reggimi la mano
ch'io ne discerna
il nome, il nome, il nome. Eccolo: ABRAMO
LINCOLN.
(dà il cannocchiale a Suzuki, poi in preda a grande esaltazione scendendo dal terrazzo, esclama:)

Tutti han mentito!
tutti!... tutti!... sol io
lo sapevo ~ io ~ che l'amo.

a Suzuki)
Vedi lo scimunito
tuo dubbio? È giunto! è giunto!
Proprio nel punto
che mi diceva ognun: piangi e dispera.

Trionfa il mio
amor, trionfa la mia fede intera.
Ei torna e m'ama! ~

BUTTERFLY
(e in preda a un'esaltazione giubilante va al terrazzo dicendo a Suzuki)

Scuoti quella fronda
e dei suoi fior m'innonda. ~
Nella pioggia odorosa io vo' tuffare
l'arsa fronte...
(singhiozzando per tenerezza)

SUZUKI

(calmandola)
Signora
quetatevi: quel pianto...
(Butterfly ritorna, con Suzuki, nella stanza)
BUTTERFLY

No: rido, rido! Quanto
lo dovremo aspettar?
Che pensi? Un'ora?
SUZUKI

Di più.
BUTTERFLY
(giudiziosa)

Certo di più.
Due ore forse. Tu
va' per fiori. Che qui tutto sia pieno
di fior, come la notte è di faville.
(Suzukisi avvia per andar nel giardino)
SUZUKI
(dal terrazzo)
 

Tutti i fior?...
BUTTERFLY

Tutti! Pesco, vïola, gelsomino,
quanto di cespo, o d'erba, o d'albero fiorì.
SUZUKI

Uno squallor d'inverno sarà tutto il giardino.
(scende nel giardino)
BUTTERFLY

Tutta la primavera voglio che olezzi qui.
SUZUKI

(appare sul terrazzo e sporge un fascio di fiori e fronde)
A voi signora.
BUTTERFLY

(prendendo il fascio)
Cogline ancora.
(Butterfly sparge i fiori nella stanza, mentre Suzuki ritorna nel giardino)

SUZUKI
(dal giardino)

Soventi a questa siepe veniste a riguardare
lungi, piangendo nella deserta immensità.
BUTTERFLY

Giunse l'atteso, nulla ormai più chiedo al mare;
diedi pianto alla zolla, essa i suoi fior mi dà!

SUZUKI

(appare nuovamente sul terrazzo con un altro gran fascio di fiori)
Spoglio è l'orto.
BUTTERFLY

(prendendo i fiori)
Qua il tuo carco.
Vien, m'aiuta.
(spargono fiori ovunque)

SUZUKI

Rose al varco
della soglia.
BUTTERFLY

Il suo sedil
di convolvi s'inghirlandi.
SUZUKI

Gigli?... viole?...
BUTTERFLY

Intorno spandi.

BUTTERFLY,

Seminiamo intorno april.
(con leggero ondulamento di danza spargono ovunque fiori)
Gettiamo a mani piene
mammole e tuberose,
corolle di verbene,
petali d'ogni fior!


SUZUKI

Rose al varco
della soglia.
BUTTERFLY

Il suo sedil
di convolvi s'inghirlandi.
SUZUKI

Gigli?... viole?...
BUTTERFLY

Intorno spandi.

BUTTERFLY,

Seminiamo intorno april.
(con leggero ondulamento di danza spargono ovunque fiori)
Gettiamo a mani piene
mammole e tuberose,
corolle di verbene,
petali d'ogni fior!


Pausa imprevista per qualche goccia di pioggia che ha interrotto la rappresentazione, ma fortunatamente per poco. Poi il vento ha portato via le nubi lasciando riapparire la luna.


(Suzuki va nella stanza a sinistra e porta il bambino che fa sedere vicino a Butterfly, la quale intanto, si guarda in un piccolo specchio a mano e dice tristamente:)
BUTTERFLY

Ahimè, non son più quella!
Troppi sospiri la bocca mandò,
e l'occhio riguardò
nel lontan troppo fiso.
(a Suzuki)
Dammi sul viso
un tocco di carmino...
(prende un pennello e mette del rosso sulle guance del suo bimbo)
ed anche a te, piccino,
perché la veglia non ti faccia vote
per pallore le gote.
SUZUKI
(a Butterfly)

Ferma che v'ho i capelli a ravviare.
BUTTERFLY

(sorridendo a questo pensiero)
Che ne diranno!...
E lo Zio bonzo?
Già del mio danno
tutti contenti!
E Yamadori
coi suoi languori!
Beffati,
scornati,
spennati
gl'ingrati!
SUZUKI

(ha terminato la toeletta)
È fatto.
BUTTERFLY

L'obi che vestii da sposa.
(Suzuki torna con due vesti: ne dà una coll'obi a Butterfly)
Qua ch'io lo vesta.
(depone il bimbo)
(mentre indossa la veste, Suzuki mette l'altra al bambino, avvolgendolo quasi tutto nelle pieghe ampie e leggiere)

BUTTERFLY

Vo' che mi veda indosso
il vel del primo dì.
E un papavero rosso
nei capelli...
(Suzuki, che ha finito d'abbigliare il bambino, cerca il fiore e lo punta nei capelli di Butterfly che se ne compiace, guardandosi nello specchio)
Così.
(poi fa cenno a Suzuki di abbassare lo shosi)
Nello shosi or farem tre forellini
per riguardar,
e starem zitti come topolini
ad aspettar.
(porta il bambino presso lo shosi, nel quale fa tre fori: uno alto per sé, uno più basso per Suzuki e il terzo ancor più basso pe 'l bimbo, che fa sedere su di un cuscino, accennandogli di guardare attento fuori del foro preparatogli.
Suzuki si accoscia e spia essa pure all'esterno: Butterfly si pone innanzi al foro più alto e spia da quello. Dopo qualche tempo Suzuki e il bambino si addormentano. Intanto si è fatta notte ed i raggi lunari illuminano dall'esterno lo shosi. Butterfly rimane immobile, rigida come una statua)

Coro (interno, lontano, a bocca chiusa).


Atto Terzo
scena Prima unica
La stessa scena del secondo atto.

Passa la notte angosciosa. Dal porto al basso della collina salgono voci confuse di Marinai e rumori diversi. All'alzarsi del sipario è già l'alba: Butterfly spia sempre al di fuori.

SUZUKI

(svegliandosi di soprassalto)
È l'alba.
(si alza e batte dolcemente sulla spalla a Butterfly)

(Pinkerton e Sharpless entrano cautamente in punta di piedi)

PINKERTON
(premurosamente a Suzuki)

Dorme? non la destare.
SUZUKI

Ell'era tanto stanca! Vi stette ad aspettare
tutta la notte col bimbo.
PINKERTON

Come sapea?...
SUZUKI

Non giunge
da tre anni una nave nel porto, che da lunge
Butterfly non ne scruti il color, la bandiera.

SHARPLESS
(a Pinkerton)

Ve lo dissi?!...
SUZUKI

(per andare)
La chiamo...
PINKERTON

(fermandola)
Non ancora...

SUZUKI

Ier sera,
lo vedete, la stanza volle sparger di fiori.
SHARPLESS
(commosso)

Ve lo dissi?...
PINKERTON
(turbato)

Che pena!

SUZUKI
(sorpresa)

Pena!
(sente rumore nel giardino)
Chi c'è là fuori
nel giardino?
(va a guardare nello shosi e con meraviglia esclama)
Una donna!...
PINKERTON

(la riconduce sul davanti)
Zitta!
SUZUKI
(agitata)

Chi è? Chi è?
SHARPLESS

Meglio dirle ogni cosa.
PINKERTON
(imbarazzato)

È venuta con me.
SHARPLESS

(deliberatamente)
Sua moglie!
SUZUKI

(sbalordita, alza le braccia al cielo, poi si precipita in ginocchio colla faccia contro terra)
Anime sante degli avi!... Alla piccina
è spento il sol!

SHARPLESS

(calmando Suzuki e sollevandola da terra)
Scegliemmo quest'ora mattutina
per ritrovarti sola, Suzuki, e alla gran prova
un aiuto, un sostegno cercar con te.
SUZUKI
(desolata)

Che giova?

(Sharpless prende a parte Suzuki e cerca colla preghiera e colla persuasione di averne il consenso;
Pinkerton, sempre più agitato, si aggira per la stanza e osserva)

SHARPLESS
(a Suzuki)

Io so che alle sue pene
non ci sono conforti!
Ma del bimbo conviene
assicurar le sorti!
La pietosa
che entrar non osa
materna cura
del bimbo avrà.
 

SUZUKI

E volete ch'io chieda
ad una madre...

SHARPLESS

(insistendo)
Suvvia,
parla con quella pia
e conducila qui... ~ s'anche la veda
Butterfly, non importa.
Anzi, ~ meglio se accorta
del vero si facesse alla sua vista.

SUZUKI

Oh me trista!
(spinta da Sharpless va nel giardino a raggiungere la signora Pinkerton)

PINKERTON

Oh! l'amara fragranza
di questi fiori
velenosa al cor mi va.
Immutata è la stanza
dei nostri amori...
ma un gel di morte vi sta.
(vede il proprio ritratto, lo osserva)
Il mio ritratto! ~ Svanita è l'immagine
qual foglia in chiuse pagine.
(lo depone)
Tre anni son passati ~ e noverati
ella n'ha i giorni e l'ore
nell'immobil fede...

(agitatissimo a queste rimembranze, si rivolge a Sharpless che è ritornato a lui vicino)
PINKERTON

Non posso rimaner; Sharpless, vi aspetto
per via. Datele voi... qualche soccorso...
(consegna danari al console)
Mi struggo dal rimorso.
SHARPLESS

Non ve l'avevo detto?

PINKERTON

Sì, tutto in un istante,
vedo il mio fallo e sento
che di questo tormento
tregua mai non avrò.
Sempre il mite sembiante
vedrò, con strazio atroce.
Addio fiorito asil
di letizia e d'amor.
Non reggo al tuo squallor!
Fuggo, fuggo ~ son vil!
SHARPLESS

Ve 'l dissi... vi ricorda?
quando la man vi diede:
«Badate! Ella ci crede»
e fui profeta allor.
Sorda ai consigli,
sorda ai dubbi ~ vilipesa,
nell'ostinata attesa
tutto raccolse il cor.
Andate ~ il triste vero
da sola apprenderà.

Pinkerton, strette le mani al Console, esce rapidamente, mentre Kate e Suzuki vengono dal giardino.

KATE

Glielo dirai?
SUZUKI

Prometto.
KATE

E le darai consiglio
di affidarmi...?
SUZUKI

Prometto.
KATE

Lo terrò come un figlio.
 

SUZUKI

Vi credo. Ma bisogna ch'io le sia sola accanto...
Nella grande ora ~ sola! ~ Piangerà tanto tanto!


BUTTERFLY
(dall'interno della camera superiore)

Suzuki, dove sei... parla...
(appare in cima alla scaletta)
Suzuki...
SUZUKI

Son qui... pregavo e rimettevo a posto...
Butterfly scende: Suzuki si precipita verso la scaletta per impedire a Butterfly di scendere.
SUZUKI

No... non scendete...
BUTTERFLY

(discende precipitosa, svincolandosi da Suzuki che cerca invano di trattenerla, poi si aggira per la stanza con grande agitazione, ma giubilante)
È qui... dov'è nascosto?
(vede Sharpless)
Ecco il Console... e... dove? dove?...
(cerca dietro ai paraventi)

Non c'è.
(vede Kate nel giardino e guarda fissamente Sharpless)
Quella donna?...
Che vuol da me? Niuno parla?...
(Suzuki piange silenziosamente)
Perché piangete?
(Sharpless si avvicina a Butterfly per parlarle; questa teme di capire e si fa piccina come una bimba paurosa)
No: non ditemi nulla... nulla ~ forse potrei
cader morta sull'attimo ~

Tu Suzuki che sei
tanto buona ~ non piangere! ~ e mi vuoi tanto bene,
un Sì od un No ~ di' piano ~ vive?
SUZUKI

Sì.
BUTTERFLY

Ma non viene
più! Te l'han detto!...
(irritata al silenzio di Suzuki)
Vespa! Voglio che tu risponda.
SUZUKI

Mai più.
BUTTERFLY

Ma è giunto ieri?
SUZUKI

Sì.
BUTTERFLY

(guarda Kate, quasi affascinata)
Quella donna
mi fa tanta paura! tanta paura!

SHARPLESS

È la causa innocente d'ogni vostra sciagura.
Perdonatele.
BUTTERFLY

Ah! è sua moglie!
(lungo, penoso silenzio; poi Butterfly riprende con voce calma)
Tutto è morto per me! Tutto è finito!

SHARPLESS

Coraggio.
BUTTERFLY

Voglion prendermi tutto! il figlio mio!
SHARPLESS

Fatelo pe 'l suo bene il sacrifizio...
BUTTERFLY
(disperata)

Ah! triste, triste madre!
Abbandonar mio figlio...
(rimane immobile e calma)
E sia. A lui devo obbedir!

Potete perdonarmi, Butterfly?
BUTTERFLY

(con aria grave)
Sotto il gran ponte del cielo non v'è
donna di voi più felice.
Siatelo sempre felice
e non vi rattristate mai per me.

BUTTERFLY
A lui lo potrò dare
se lo verrà a cercare.
Fra mezz'ora salite la collina.
(Suzuki accompagna Kate e Sharpless che escono dal fondo)
 

Butterfly si regge a stento. Suzuki si affretta a sorreggerla.

Troppa luce è di fuor, e troppa primavera. Chiudi.

BUTTERFLY
(a Suzuki)

Il bimbo ove sia?
SUZUKI

Giuoca. Lo chiamo?
BUTTERFLY

Lascialo giuocar.
(congedandola)
Va'. ~ Fagli compagnia.
 


Fa alzare Suzuki e la spinge fuori dell'uscio di dinistra. Poi Butterfly va davanti al reliquiario, si inchina e rimane immobile assorta in doloroso pensiero; va allo stipo, ne leva un gran velo bianco che getta sul paravento; prende il coltello che, chiuso in un astuccio di lacca, sta appeso alla parete presso il simulacro di Budda, lo impugna e ne bacia religiosamente la lama tenendola colle due mani per la punta e per per l'impugnatura: quindi legge le parole che sono incise sulla lama:

 

«Con onor muore

chi non può serbar vita con onore.»

(si appunta il coltello alla gola: s'apre la porta di sinistra e si vede il braccio di Suzuki che spinge il bambino verso la madre: il bimbo entra correndo colle manine alzate:

Butterfly lascia cadere il coltello, si precipita verso il bambino, lo abbraccia soffocandolo di baci)

BUTTERFLY

Tu, tu piccolo iddio!
Amore, amore mio,
fior di giglio e di rosa.
Non saperlo mai
per te, per i tuoi puri
occhi, muor Butterfly
perché tu possa andare
di là dal mare
senza che ti rimorda ai dì maturi,
il materno abbandono.

O a me, sceso dal trono
dell'alto paradiso,
guarda ben fiso, fiso
di tua madre la faccia!...
che te n' resti una traccia.
(guarda lungamente il suo bimbo e lo bacia ancora)
Addio! piccolo amor!
(con voce fioca)
Va'. Gioca, gioca.

Butterfly prende il bambino, lo mette su di una stuoia col viso voltato verso sinistra, gli dà in mano una banderuola americana ed una puppattola e lo invita a trastullarsi, mentre delicatamente gli benda gli occhi.
Poi afferra il coltello, chiude la porta di sinistra e con lo sguardo sempre fisso sul figlio va dietro il paravento.

Si ode cadere a terra il coltello, mentre il gran velo bianco sparisce come tirato da una mano invisibile.
Butterfly scivola a terra, mezza fuori del paravento: il velo le circonda il collo.

Con un debole sorriso saluta con la mano il bambino e si trascina presso di lui, avendo ancora forza sufficiente per abbracciarlo, poi gli cade vicino. In questo momento si ode fuori, a destra, la voce affannosa di Pinkerton che chiama ripetutamente:
PINKERTON

Butterfly! Butterfly!.

Fine ATTO III


 

 

 

Parte prima -- Parte seconda

 

 

 

 

Parte prima -- Parte seconda

 

 
 


 
 

Servizio fotografico di Fabio Borsani  e/o di Mario Mainino

 

 

Realizzazione pagina web di Mario Mainino

 

torna alla pagina precedentemente consultata

www.concertodautunno.it
sito per i musicisti e gli amanti della musica classica, dell'opera lirica e del teatro a cura di
Mario
da Vigevano

 
 

Copyright © Mario Mainino Vigevano PV Agg.del 13/08/2012
Copia quello che vuoi, ma per favore cita da dove lo hai preso !!