La Traviata

 

Stagione lirica 2012
InCantoinMusica

in collaborazione con COMUNE di PAVIA
Direzione artistica: MALVA BOGLIOTTI
Domenica 22 gennaio 2012_01_22 ore 16.30
Teatro Don Bosco via San Giovanni Bosco, 4 - Pavia
Giuseppe Verdi
La Traviata

Personaggi ed interpreti
Violetta Valery - Tatiana Aguiar
Alfredo Germont - Carlo Giacchetta
Giorgio Germont - Alessandro Civili
Il Dottore di Grenvil - Michele Filanti
Flora Bervoix - Tania Pacilio
Annina - Laura Scotti
Gastone - Gianmaria Aliverta
Marchese D'Obigny - Matteo Disca
Coro e Orchestra: Mario Braggio di Torino
Direttore: Gianluca Fasano
Costumi: Associazione Settima Diminuita
Regia: NADIA MATTEUCCI


Seguono immagini della serata:
Atto I -- Atto II -- Atto III


 

Giuseppe Verdi (1813 - 1901)
"La Traviata"
Opera in tre atti
Libretto:Francesco Maria Piave, dal dramma "La dame aux camelias",
di Alexandre Dumas figlio.
Prima rappresentazione:Venezia, Teatro "La Fenice, 6 marzo 1853
Ambientazione: Parigi e sue vicinanze, 1850 circa.

ATTO III


Preludio


SCENA I

Camera da letto di Violetta.
Nel fondo e' un letto con cortine mezze tirate;
una finestra chiusa da imposte interne;
presso il letto uno sgabello su cui una bottiglia di acqua,
una tazza di cristallo, diverse medicine.
A meta' della scena una toilette, vicino un canape';
piu' distante un altro mobile, sui cui arde un lume da notte;
varie sedie ed altri mobili.
La porta e' a sinistra; di fronte v'e' un caminetto con fuoco acceso.
(Violetta dorme sul letto. Annina, seduta presso il caminetto,
e' pure addormentata.)

VIOLETTA
(destandosi)
Annina?

ANNINA
(svegliandosi confusa)
Comandate?

VIOLETTA
Dormivi, poveretta?

ANNINA
Si', perdonate.



VIOLETTA
Dammi d'acqua un sorso.
(Annina eseguisce.)
Osserva, e' pieno il giorno?

ANNINA
Son sett'ore.

VIOLETTA
Da' accesso a un po' di luce

ANNINA
(Apre le imposte e guarda nella via.)
Il signor di Grenvil!

VIOLETTA
Oh, il vero amico!
Alzar mi vo' m'aita.


(Si rialza e ricade; poi, sostenuta da Annina,
va lentamente verso il canape',
ed il Dottore entra in tempo per assisterla ad adagiarsi.
Annina vi aggiunge dei cuscini.)


SCENA II
(Dette e il Dottore.)



VIOLETTA
Quanta bonta' pensaste a me per tempo!

DOTTORE
(Le tocca il polso.)
Or, come vi sentite?

VIOLETTA
Soffre il mio corpo, ma tranquilla ho l'alma.
Mi conforto' iersera un pio ministro.
Religione e' sollievo a' sofferenti.

DOTTORE
E questa notte?

VIOLETTA
Ebbi tranquillo il sonno.

DOTTORE
Coraggio adunque la convalescenza
Non e' lontana

VIOLETTA
Oh, la bugia pietosa
A' medici e' concessa

DOTTORE
(stringendole la mano)
Addio a piu' tardi.

VIOLETTA
Non mi scordate.

ANNINA
(piano al Dottore accompagnandolo)
Come va, signore?



DOTTORE
(piano a parte)
La tisi non le accorda che poche ore.

(Esce.)

SCENA III
(Violetta e Annina)



ANNINA
Or fate cor.

VIOLETTA
Giorno di festa e' questo?

ANNINA
Tutta Parigi impazza e' carnevale

VIOLETTA
Ah, nel comun tripudio, sallo il cielo
Quanti infelici soffron! Quale somma
V'ha in quello stipo?
(indicandolo)

ANNINA
(L'apre e conta.)
Venti luigi.

VIOLETTA
Dieci ne reca ai poveri tu stessa.



ANNINA
Poco rimanvi allora

VIOLETTA
Oh, mi sara' bastante;
Cerca poscia mie lettere.

ANNINA
Ma voi?

VIOLETTA
Nulla occorra' sollecita, se puoi

(Annina esce)

SCENA IV
(Violetta, sola.)



VIOLETTA
(Trae dal seno una lettera.)
"Teneste la promessa la disfida
Ebbe luogo! il barone fu ferito,
Pero' migliora Alfredo
E' in stranio suolo; il vostro sacrifizio
Io stesso gli ho svelato;
Egli a voi tornera' pel suo perdono;
Io pur verro' Curatevi meritate
Un avvenir migliore. -
Giorgio Germont".
(desolata)
E' tardi!
(Si alza.)
Attendo, attendo ne' a me giungon mai! . . .
(Si guarda allo specchio.)
Oh, come son mutata!
Ma il dottore a sperar pure m'esorta!
Ah, con tal morbo ogni speranza e' morta.
Addio, del passato bei sogni ridenti,
Le rose del volto gia' son pallenti;
L'amore d'Alfredo pur esso mi manca,
Conforto, sostegno dell'anima stanca
Ah, della traviata sorridi al desio;
A lei, deh, perdona; tu accoglila, o Dio,

Or tutto fini'.
Le gioie, i dolori tra poco avran fine,
La tomba ai mortali di tutto e' confine!
Non lagrima o fiore avra' la mia fossa,
Non croce col nome che copra quest'ossa!
Ah, della traviata sorridi al desio;
A lei, deh, perdona; tu accoglila, o Dio.
Or tutto fini'!

(Siede.)

CORO DI MASCHERE
(all'esterno)
Largo al quadrupede
Sir della festa,
Di fiori e pampini
Cinto la testa
Largo al piu' docile
D'ogni cornuto,
Di corni e pifferi
Abbia il saluto.
Parigini, date passo
Al trionfo del Bue grasso.
L'Asia, ne' l'Africa
Vide il piu' bello,
Vanto ed orgoglio
D'ogni macello
Allegre maschere,
Pazzi garzoni,
Tutti plauditelo
Con canti e suoni!
Parigini, date passo
Al trionfo del Bue grasso.


SCENA V
(Detta ed Annina, che torna frettolosa.)

ANNINA
(esitando)
Signora!

VIOLETTA
Che t'accade?



ANNINA
Quest'oggi, e' vero?
Vi sentite meglio?

VIOLETTA
Si', perche'?

ANNINA
D'esser calma promettete?

VIOLETTA
Si', che vuoi dirmi?

ANNINA
Prevenir vi volli
Una gioia improvvisa

VIOLETTA
Una gioia! dicesti?

ANNINA
Si', o signora

VIOLETTA
Alfredo! Ah, tu il vedesti? ei vien! l'affretta .

(Annina afferma col capo, e va ad aprire la porta.)


SCENA VI
(Violetta, Alfredo e Annina.)



VIOLETTA
(Andando verso l'uscio.)
Alfredo!
(Alfredo comparisce pallido per la commozione,
ed ambedue, gettandosi le braccia al collo, esclamano:)
Amato Alfredo!

ALFREDO
Mia Violetta!
Colpevol sono so tutto, o cara.

VIOLETTA
Io so che alfine reso mi sei!

ALFREDO
Da questo palpito s'io t'ami impara,
Senza te esistere piu' non potrei.

VIOLETTA
Ah, s'anco in vita m'hai ritrovata,
Credi che uccidere non puo' il dolor.

ALFREDO
Scorda l'affanno, donna adorata,
A me perdona e al genitor.

VIOLETTA
Ch'io ti perdoni? la rea son io:
Ma solo amore tal mi rende'



A DUE
Null'uomo o demone, angelo mio,
Mai piu' staccarti potra' da me.
Parigi, o cara/o noi lasceremo,
La vita uniti trascorreremo:
De' corsi affanni compenso avrai,
La mia/tua salute rifiorira'.
Sospiro e luce tu mi sarai,
Tutto il futuro ne arridera'.

VIOLETTA
Ah, non piu', a un tempio
Alfredo, andiamo,
Del tuo ritorno grazie rendiamo

(Vacilla.)

ALFREDO
Tu impallidisci



VIOLETTA
E' nulla, sai!
Gioia improvvisa non entra mai
Senza turbarlo in mesto core
(Si abbandona come sfinita sopra una sedia col capo cadente all'indietro.)

ALFREDO
(spaventato, sorreggendola)
Gran Dio! Violetta!

VIOLETTA
(sforzandosi)
E' il mio malore
Fu debolezza! ora son forte
(sforzandosi)
Vedi? sorrido

ALFREDO
(desolato)
(Ahi, cruda sorte!)

VIOLETTA
Fu nulla Annina, dammi a vestire.

ALFREDO
Adesso? Attendi

VIOLETTA
(alzandosi)
No voglio uscire.
(Annina le presenta una veste ch'ella fa per indossare
e impedita dalla debolezza, esclama:)
Gran Dio! non posso!
(Getta con dispetto la veste e ricade sulla sedia.)

ALFREDO
(ad Annina)
(Cielo! che vedo!)
Va pel dottor

VIOLETTA
(ad Annina)
Digli che Alfredo
E' ritornato all'amor mio
Digli che vivere ancor vogl'io
(Annina parte.)
(ad Alfredo)
Ma se tornando non m'hai salvato,
A niuno in terra salvarmi e' dato.
(sorgendo impetuosa)


Gran Dio! morir si' giovane,
Io che penato ho tanto!
Morir si' presso a tergere
Il mio si' lungo pianto!
Ah, dunque fu delirio
La cruda mia speranza;
Invano di costanza
Armato avro' il mio cor!
Alfredo! oh, il crudo termine
Serbato al nostro amor!



ALFREDO
Oh mio sospiro, oh palpito,
Diletto del cor mio!
Le mie colle tue lagrime
Confondere degg'io
Ma piu' che mai, deh, credilo,
M'e' d'uopo di costanza,
Ah! tutto alla speranza

Non chiudere il tuo cor.
Violetta mia, deh, calmati,
M'uccide il tuo dolor.

(Violetta s'abbatte sul canape'.)

SCENA VII
(Detti, Annina, il signor Germont, ed il Dottore.)

GERMONT
Ah, Violetta!

VIOLETTA
Voi, Signor!

ALFREDO
Mio padre!

VIOLETTA
Non mi scordaste?



GERMONT
La promessa adempio
A stringervi qual figlia vengo al seno,
O generosa

VIOLETTA
Ahime', tardi giungeste!
Pure, grata ven sono
Grenvil, vedete? tra le braccia io spiro
Di quanti ho cari al mondo

GERMONT
Che mai dite!
(osservando Violetta)
(Oh cielo e' ver!)

ALFREDO
La vedi, padre mio?

GERMONT
Di piu' non lacerarmi
Troppo rimorso l'alma mi divora
Quasi fulmin m'atterra ogni suo detto

Oh, malcauto vegliardo!
Ah, tutto il mal ch'io feci ora sol vedo!

VIOLETTA
(frattanto avra' aperto a stento un ripostiglio della toilette,
e toltone un medaglione dice:)
Piu' a me t'appressa ascolta, amato Alfredo.

Prendi: quest'e' l'immagine
De' miei passati giorni;
A rammentar ti torni
Colei che si' t'amo'.
Se una pudica vergine
Degli anni suoi nel fiore
A te donasse il core
Sposa ti sia lo vo'.
Le porgi questa effigie:
Dille che dono ell'e'
Di chi nel ciel tra gli angeli
Prega per lei, per te.



ALFREDO
No, non morrai, non dirmelo
Dei viver, amor mio

a strazio si' terribile
Qui non mi trasse Iddio
Si' presto, ah no, dividerti
Morte non puo' da me.
Ah, vivi, o un solo feretro
M'accogliera' con te.

GERMONT
Cara, sublime vittima
D'un disperato amore,
Perdonami lo strazio
Recato al tuo bel core.

GERMONT, DOTTORE E ANNINA
Finche' avra' il ciglio lacrime
Io piangero' per te
Vola a' beati spiriti;
Iddio ti chiama a se'.

VIOLETTA
(rialzandosi animata)
E' strano!

TUTTI
Che!

VIOLETTA
Cessarono
Gli spasmi del dolore.
In me rinasce m'agita
Insolito vigore!

Ah! io ritorno a vivere
(trasalendo)
Oh gioia!
(Ricade sul canape'.)

TUTTI
O cielo! muor!

ALFREDO
Violetta!

ANNINA E GERMONT
Oh Dio, soccorrasi



DOTTORE
(dopo averle toccato il polso)
E' spenta!

TUTTI
Oh mio dolor!


(quadro e cala la tela.)


F I N E

 

 
 
 
 


 
 

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