PARTE
TERZA
JAGO - Ottimamente.
A Cassio adesso chiederò di Bianca,
Otello appena lo vedrà sorridere
si lascerà assalire dalla collera
(A Cassio)
Luogotenente, allora come va?
CASSIO - Va male, Jago; e direi ancor
peggio
JAGO - Sollecitate a dovere Desdemona
(Sottovoce)
Se dipendesse da Bianca, si sa,
la cosa andrebbe certo più spedita
CASSIO - (Ridendo forte)
Eh, povera figliola, quella là! Ah, ah, ah!
Credo sia cotta, sì, la meschinella!
Ma eccola che viene ...
JAGO - Una femmina tanto innamorata,
francamente non l'ho veduta mai.
CASSIO - Evvia, mia dolce Bianca, sii gentile!
JAGO - Andate, andate. Non dite di più.
JAGO - E il fazzoletto, non l'avete
visto?
OTELLO - Ed era il mio?
JAGO - Il vostro, ve l'assicuro, per questa mia mano
OTELLO - Ma sì, ch'ella s'infradici e
perisca, e sia dannata questa notte stessa.
JAGO - Non merita di vivere di più.
Però non col veleno, mio signore.
Strangolarla dovete, nel suo letto,
quel letto ch'ella v'ha contaminato.
OTELLO - Sicché voi non avete visto
nulla?
EMILIA - Nulla sentito o sospettato, mai.
OTELLO - Già, ma dovete pure averli visti insieme Cassio e lei.
EMILIA - Ah, questo sì,
ma non ci ho visto mai nulla di male.
E notate che ho sempre tutto udito,
ogni parola uscita dai lor fiati.
La più pura delle loro mogli,
se messa a paragone con la vostra,
è sozza e immonda come la calunnia.
OTELLO - Costei è solo una scaltra
bagascia,
un camerino d'infami segreti chiuso a doppia mandata.
Eppoi si fa vedere inginocchiata in preghiera...
DESDEMONA - Che cosa mi comanda il mio
signore?
OTELLO - Fammi vedere gli occhi. Guardami bene in faccia.
DESDEMONA - Quale orribile ubbia è mai codesta?
DESDEMONA - Te lo chiedo in
ginocchio:che vuol dire codesto tuo linguaggio?
Nel tuo dire non sento le parole, ma la violenza.
OTELLO - Ebbene, chi sei tu?
DESDEMONA - La tua sposa, signore, la tua sposa leale e veritiera.
OTELLO - Brava! Giuralo e dànnati!
Se no, con quella tua faccia di cielo
gli stessi diavoli si tratterranno
dall'afferrarti: giura, perciò, giura
d'essere onesta, fedele e sincera,
così sarai doppiamente dannata.
OTELLO - Il cielo sa che sei falsa e
sleale come l'inferno!
DESDEMONA - Il cielo che mi vede sa chi
sono.
OTELLO - (Piangendo)
Ah, Desdemona, via, vattene via!
OTELLO - Questa bella carta,
fu dunque questo vaghissimo libro
fatto per scriverci sopra "puttana"?
pubblica meretrice che tu sei!
DESDEMONA - Oh cielo, tu mi offendi
ingiustamente! Io non lo sono.
EMILIA - Misericordia! Che s'è messo in
testa
questo signore? Come va, signora?
DESDEMONA - Oh, mezza morta, Emilia, mezza morta!
DESDEMONA - Non domandarmi, Emilia.
Povera me, non posso neanche piangere!
E per risponderti non ho che il pianto.
Emilia, ascolta: mettimi nel letto
stanotte, sii gentile, le lenzuola delle mie nozze.
JAGO - Roderigo, ascoltami...
RODERIGO - T'ho ascoltato fin troppo. Sono stufo.
Perché tra quel che dici e quel che fai
non c'è assolutamente parentela.
JAGO - Posso concederti che le
apparenze
sono contro di me, ma, Roderigo, se davvero in te
hai ragione di creder che possiedi,
coraggio, grinta e decisione,
stanotte è proprio l'ora di mostrarlo.
JAGO - Non c'è niente di meglio se non
che togliere di mezzo Cassio.
RODERIGO - Che intendi tu per "togliere di mezzo"?
JAGO - Diamine, è chiaro: rendere impossibile
ch'egli occupi l'incarico di Otello
facendogli saltare le cervella.
Duello
Camera da letto di Otello e Desdemona
DESDEMONA - Mia madre aveva in casa una
fantesca,
Barbara il nome; ell'era innamorata,
ma l'uomo ch'ella amava uscì di senno,
e la lasciò, meschina...
OTELLO - Desdemona, dicesti le
preghiere questa sera?
DESDEMONA - Le dissi, mio signore.
OTELLO - Se ti sovviene ancor d'alcuna colpa
non conciliata al cielo ed alla grazia
sollecitane subito il perdono.
DESDEMONA - Ohimè, signore, che volete
dire?
OTELLO - Non voglio uccidere l'anima tua
impreparata. No, mi guardi il cielo!
Non voglio ucciderla l'anima tua.
DESDEMONA - Che! Mi parli di uccidere?
OTELLO - Sì, uccidere.
DESDEMONA - Oh, il cielo, allora, abbia pietà di me!
DESDEMONA - Il tempo di una prece...
OTELLO - È troppo tardi!
(La soffoca)
OTELLO - (Guarda ancora Desdemona)
Ella è morta...
Eccola, adesso non si muove più...
Calma come una tomba...
Ed ora tu, come sei, come appari,
fanciulla nata sotto ingrata stella?
Pallida e bella, come la tua veste!
Come sei fredda, mia fanciulla, fredda
come la castità della tua vita!
Desdemona... sei morta... morta... Oh!
EMILIA - Oh, che gemito è questo?
OTELLO - S'era voltata alla
prostituzione, ed era una puttana.
EMILIA - Dio Signore!
Tanto più angelo di paradiso lei,
tanto più diavolo d'inferno voi!
EMILIA - È una calunnia! E tu sei un
demonio!
OTELLO - Ell'era falsa, ed infida, e incostante.
EMILIA - E tu precipitoso
a dire ch'era falsa ed incostante!
Oh, ch'era pura come il paradiso!
EMILIA - (A Jago, accennando a Otello)
Se sei uomo, smentisci un tal vigliacco.
Egli afferma che tu gli avresti detto
come e perché sua moglie lo tradisse.
JAGO - Gli dissi solo quello che
pensavo:
nulla di più di quanto lui medesimo
poté verificare giusto e vero.
OTELLO - Oh, era immonda...
EMILIA - Infamia! Infamia! Infamia!
JAGO - E che! Sei pazza? A casa, via!
Te l'ordino!
EMILIA - No, dirò tutto, tutto! Zitta,
io?
(Jago si scaglia su Emilia e la pugnala.,
OTELLO - Guarda, ho qui un'arma:
JAGO - Sono ferito a sangue, non ucciso.
OTELLO - Meglio così. Io voglio che tu viva.
Felicità è morire, a mio sentire.
Ed ora tu, come sei, come appari,
fanciulla nata sotto ingrata stella?
Pallida e bella, come la tua veste!
Prima d'ucciderti, io t'ho baciata.
Non mi restava altro modo che questo:
uccidermi morendo in un tuo bacio.
Uscite finali
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