PARTE SECONDA
ATTO TERZO - SCENA I
Cipro, davanti alla cittadella
CASSIO - Ad ogni modo sono qui a
pregarvi
DESDEMONA - Cassio, non dubitate:
riuscirò
ad ottener che voi e il mio signore
ridiventiate amici come prima.
DESDEMONA - Lo so, e vi ringrazio. Al
mio signore
voi siete da gran tempo affezionato:
lo conoscete, e potete star certo
che non vorrà tenervi a lui lontano
più di quanto lo possa comportare
l'esigenza della ragion politica.
DESDEMONA - Potete star sicuro, mio
buon Cassio,
farò tutto il possibile per voi.
JAGO - (Vedendo uscire Cassio)
Ah, questo non mi piace!...
OTELLO - Che cosa?
DESDEMONA - (A Otello)
Oh, mio signore! Giusto poco fa
stavo parlando con un postulante,
uno ch'è in pena per il tuo disdegno.
OTELLO - Chi intendi?
DESDEMONA - Ebbene il tuo luogotenente,
Cassio. Mio dolce signore,
se alcuna grazia ho io agli occhi tuoi
o potere al tuo cuore di commuoverti,
riconcìliati subito con lui
OTELLO - Era lui che poc'anzi se ne
andava?
DESDEMONA - Ma sì, caro, e così mortificato,
da lasciar parte di sua pena in me,
sì ch'io soffro con lui.
OTELLO - Non ora, mia Desdemona.
In un altro momento.
DESDEMONA - Domani sera, allora...
o martedì mattina... o pomeriggio...
o la sera... o mercoledì mattina...
ma che non sia più tardi di tre giorni.
OTELLO - Basta, ti prego! Torni quando
vuole!
Non vo' negarti nulla!
DESDEMONA - Oh, santo cielo,
non è poi una grazia che ti chiedo!
(Escono Desdemona e Emilia)
OTELLO - O squisita creatura!
il giorno in cui non dovessi più
amarti,
sarà tornato il caos!...
JAGO - Mio signore...
Quando corteggiavate la signora,
Cassio sapeva del vostro rapporto?
OTELLO - Sì, dal primo momento, e
sempre in seguito.
Ma perché me lo chiedi?
JAGO - Mah, così...
Inseguivo soltanto un mio pensiero.
OTELLO - Veramente, sì, certo. Che ci
vedi?
Forse che Cassio non è un uomo onesto?
JAGO - Onesto, mio signore?...
OTELLO - Onesto! Onesto!
JAGO - Per quello ch'io ne so...
OTELLO - Perché? Che pensi?
JAGO - Pensare, mio signore...
OTELLO - "Pensare, mio signore..." E
dài, perdio,
che mi fa l'eco, come avesse in corpo
chi lo sa quale mostro,
troppo orrendo per essere sputato...
Tu hai qualcosa in testa...
Poc'anzi t'ho sentito cincischiare
in mezzo ai denti: "Ah, questo non mi piace..."
nel momento che abbiamo scorto Cassio.
Che cosa ti faceva bofonchiare:
"Non mi piace"?
Se m'ami, svelami quel tuo pensiero.
JAGO - Signore, voi sapete quanto io
v'ami.
OTELLO - Ma proprio perché so
quanto onesto tu sei e affezionato,
questi indugi nel tuo parlare mi fanno paura.
JAGO - Guardatevi bene, mio signore
dal cader preda della gelosia:
è il mostro verde-occhiuto
che si beffa del cibo onde si pasce.
Sposando voi ha ingannato suo padre.
OTELLO - Io l'ho perduta; io sono
ingannato.
Ma eccola che viene.
Se costei è infedele,
oh!, allora il cielo si beffa da sé.
DESDEMONA - Otello caro, gli invitati,
ti stanno aspettando.
OTELLO - È vero, sono in colpa.
DESDEMONA - Perché parli sì fioco, non stai bene?
OTELLO - Sento un dolore sulla fronte, qui.
OTELLO - Questo tuo fazzoletto è troppo
piccolo.
(Si toglie il fazzoletto dalla fronte e, nel momento in cui glielo porge,
ella lo lascia cadere senza raccoglierlo)
Su, vieni, t'accompagno.
EMILIA - (Raccogliendo il fazzoletto)
Oh, son proprio contenta
d'aver trovato questo fazzoletto.
È il primo dono ch'ebbe lei dal Moro.
Quel capriccioso del marito mio
m'è stato appresso non so quante volte
per ch'io glielo rubassi
EMILIA - Che mi darai ora
in cambio di quel certo fazzoletto?
JAGO - Gliel'hai rubato?
EMILIA - Beh, rubato, no; l'ha lasciato cadere senza accorgersi
JAGO - Brava, ragazza mia; dammelo
subito.
EMILIA - Perché ci tieni tanto, che vuoi farne?
JAGO - (Strappandole il fazzoletto
dalle mani)
Ebbene a te che importa?
JAGO - Tu fa' mostra di non saperne
niente.
So io che cosa farne. E adesso lasciami.
Farò di perdere questa pezzuola
nell'alloggio di Cassio;
sì ch'egli se lo trovi fra le mani
inconsapevolmente. Pei gelosi
inezie, evanescenti come l'aria,
son potenti conferme
quanto le prove di sacre scritture.
Seconda Parte
Valzer di Otello e Desdemona
OTELLO - Vattene! Tu m'hai messo alla
tortura!
OTELLO - Come potevo mai immaginare
delle furtive sue ore lascive?
Non lo vedevo, non lo immaginavo,
e quindi non soffrivo...
OTELLO - Ora addio per sempre alla mia
pace!
Addio, felicità!
Addio, piumate schiere, addio battaglie
dove è virtù guerriera l'ambizione!
Addio alla guerriera gloria! Addio! Addio!
La giornata di Otello è giunta al fine!
JAGO - Possibile! Che dite mai,
signore?
OTELLO - Fa' in modo ch'io lo veda coi
miei occhi;
o dammene comunque una prova
o, ti ripeto, guai alla tua vita!
JAGO - Grazia celeste, accorri in mia
difesa!
E siete un uomo voi? Avete un'anima?
Un intelletto?... Che Dio sia con voi!
JAGO - Non vi rialzate ancora.
Superne luci che perenni ardete,
celesti sfere che ci circondate
siate voi testimoni qui che Jago
consacra l'opera della sua mente,
delle sue mani, del suo stesso cuore
al servizio dell'oltraggiato Otello.
Ch'ei mi comandi: sarà l'obbedirgli
ora per me un dovere di coscienza
per qualsivoglia sanguinosa impresa.
OTELLO - Sia dannata!
Lussuriosa bagascia! Sia dannata!
SCENA IV Davanti al castello
DESDEMONA - Come sta il mio signore?
ù
OTELLO - (Prendendole una mano)
Dammi un po' questa mano...
È molle questa mano, mia signora...
DESDEMONA - Non sente ancora gli anni,
né conobbe finora alcun affanno.
DESDEMONA - Lo puoi dire: perché fu
questa mano
a donarti il mio cuore.
OTELLO - ... e generosa.
Un tempo erano i cuori a dar le mani;
ma nell'araldica del nostro tempo
ci son solo mani, niente cuori.
DESDEMONA - Ho mandato qualcuno a dire
a Cassio
che venga qui per parlare con te.
OTELLO - tesoro, prestami il tuo
fazzoletto.
Quel fazzoletto lo diede a mia madre
una gitana; era un'incantatrice
Tienilo dunque caro, come gli occhi;
se dovessi smarrirlo o darlo via,
per me sarebbe questa una tal perdita
che null'altro varrebbe a compensare.
EMILIA - E questo è l'uomo che non è
geloso?...
DESDEMONA - Così non l'ho mai visto prima d'ora.
Sicuramente c'è in quel fazzoletto
qualche stregoneria...
E l'ho perduto!
Che disperazione!
Entrano CASSIO e JAGO
DESDEMONA - Ahimè, Cassio gentile.
Il mio signore non è più lo stesso;
m'assista ogni angelo del cielo.
Tutto quanto potrò, io lo farò.
Di più non mi chiedete.
BIANCA - Salute amico Cassio!
CASSIO - Mia bellissima Bianca, come stai?
In fede, dolce amore, stavo proprio venendo a casa tua.
(Le porge il fazzoletto di Desdemona)
BIANCA - Cassio, e questo da dove t'è venuto?
CASSIO - Me lo sono trovato nella
camera.
Mi piace assai il ricamo che c'è sopra;
e prima che qualcuno lo richieda,
com'è probabile, vorrei copiarlo.
ATTO QUARTO
JAGO - Vorrete crederlo?...
OTELLO - Il fazzoletto!...
Perdio, come vorrei dimenticarlo!
JAGO - Agisci, mio veleno, agisci
ancora!
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