I Pagliacci

Sabato 5 dicembre 2009
Teatro Lirico di Magenta

Amici della Lirica di Magenta
In collaborazione con

VOICA - Missione Canossiana in Togo
I Pagliacci - seconda parte
Dramma in un prologo e due atti
Musica e libretto di Ruggero Leoncavallo (1857-1919)



Atto Secondo           Scena: 1, 2 

La scena è divisa diagonalmente da un sipario un po' strampalato che divide il pubblico di scena dal piccolo palcoscenico con il tavolo apparecchiato. Il pubblico in sala vede contemporaneamente il pubblico in scena e il palcoscenico dall'interno dove gli attori non sono ancora entrati nella parte e sono tranquillamente seduti al tavolo in attesa di aprire il sipario e partire con la recita. Quando il pubblico di scena chiamerà impaziente Tonio e Peppe, ovvero Taddeo e Arlecchino apriranno il sipario e si darà inizio alla rappresentazione della Commedia. (note di Mario Mainino) 
 
SCENA I
     Scena: 1, 2   (Atto secondo)
 

(Tonio compare dall'altro lato del teatro colla gran cassa;
era a piazzarsi sull'angolo sinistro del proscenio del teatrino.
Intanto la gente arriva da tutte le parti per lo spettacolo
e Peppe viene a mettere nei banchi per le donne.)


 
 
CONTADINI E CONTADINE
(arrivando)
Ohé! Ohé!... Presto! Presto! etc.
Presto affrettiamoci, svelto, compare!


 
CONTADINE
Su, v'è posto accanto!
Su, Peppe, aiutaci!


Ma non pigiatevi,
fa caldo tanto!


 
CONTADINI
Ma via sedetevi!
Sedete, via, senza gridar!
 
LA FOLLA
Suvvia, spicciatevi!
Perché tardate? incominciate!
Perché indugiate?
 
PEPPE
Che furia! Diavolo!
Prima pagate, Nedda incassate!
 
LA FOLLA
(volendo pagare nella stesso tempo)
Di qua! Di qua! etc.
Incominciate!
Perché tardar? Spicciate, incominciate.
Perché tardar? Suvvia questa commedia!
Facciam rumor, sì, sì, facciam rumore!
Diggià, diggià... suonar ventitré ore!
Facciam rumor! Facciam rumor!
Allo spettacolo ognun anela!


(Si ode una lunga e forte scampanellata.)
Ah! S'alza la tela!
Silenzio! Silenzio! Olà! Olà!
 

(Le donne sono parte sedute sui banchi,
situati obliquamente, volgendo la faccia alla scena del teatrino;
parte in piedi formano gruppo cogli uomini
sui rialzo di terra ov'è il grosso albero.
Altri uomini in piedi lungo le prime quinte a sinistra.
Silvio è innanzi ad essi.)

 
 
 

 
SCENA II
                                       Scena: 1, 2                                          (Atto secondo)

 
Commedia.
 
(La tela del teatrino si alza.
La scena, mal dipinta, rappresenta una stanzetta con due porte laterali
ed una finestra praticabile in fondo.
Un tavolo e due sedie rozze di paglia sono sulla destra del teatrino.
Nedda in costume da Colombina passeggia ansiosa.)

 
COLOMBINA


Pagliaccio mio marito
a tarda notte sol ritornerà...


E quello scimunito di Taddeo...
perché mai non è ancor qua?
Ah! ah!

(Si ode un pizzicar di chitarra all'interno;
Colombina corre alla finestra e dà segni d'amorosa impazienza.)

 
ARELCCHINO

O Colombina, il tenero fido Arlecchin
è a te vicin!


Di te chiamando, e sospirando aspetta il poverin!
La tua faccetta mostrami, ch'io vo' baciar
senza tardar.


La tua boccuccia. Amor mi cruccia!
Amor mi cruccia e mi sta a tormentar!
Ah! e mi sta a tormentar!


O Colombina, schiudimi il finestrin,
che a te vicin
di te chiamando,
e sospirando
è il povero Arlecchin!
A te vicin è Arlecchin!
 
COLOMBINA
(ritornando ansiosa sul davanti)
Di fare il segno convenuto appressa l'istante,
ed Arlecchino aspetta!
  
(Siede ansiosa volgendo le spalle alla porta di destra.
Questa si apre e Tonio entra sotto le spoglie del servo Taddeo,
con un paniere infilato al braccio sinistro.
Egli si arresta a contemplare Nedda con aria esageratamente tragica.)

 
TADDEO


È dessa!
(poi levando bruscamente al cielo le mani ed il paniere)


Dei, come è bella!
 
La FOLLA
(ridendo)
Ah! ah! ah! etc.
 
TADDEO
Se a la rubella io disvelassi
l'amor mio che commuove fino i sassi!
Lungi è lo sposo.
Perché non oso?


Soli noi siamo
e senza alcun sospetto!
Orsù... Proviamo!
(sospirando lungo, esagerato)
Ah!
 

(Il pubblico ride.)
 
COLOMBINA
(volgendosi)
Sei tu, bestia?
 
TADDEO
(immobile)
Quell'io son, sì!
 
COLOMBINA
E Pagliaccio è partito?
 
TADDEO
(come sopra)
Egli parti!
 
COLOMBINA
Che fai così impalato?
Il pollo hai tu comprato?


 
TADDEO
Eccolo, vergin divina!


(Precipitandosi in ginocchio,


offrendo colle due mani il paniere a Colombina che si appressa.)

Ed anzi, eccoci entrambi ai piedi tuoi!
Poiché l'ora è suonata, o Colombina,
di svelarti il mio cor!
Di', udirmi vuoi? Dal dì...
  
(Colombina va alla finestra la schiude e fa un segno;
poi va verso Taddeo)

 
COLOMBINA
(strappandogli il paniere)
Quanto spendesti dal trattore?
 
TADDEO
Una e cinquanta.


Da quel dì il mio core,
il mio core...
 
COLOMBINA
(presso alla tavola)
Non seccarmi Taddeo!
 

(Arlecchino scavalca la finestra,
depone a terra una bottiglia che ha sotto il braccio,
e poi va verso Taddeo mentre questi finge non vederlo.)

 
TADDEO
(a Colombina, con intenzione)
So che sei pura, so che sei pura!
sei pura e casta al par di neve!


Sì, casta!... al par di neve!
E ben che dura, dura ti mostri,
dura, ad obliarti non riesco
no! non riesco!
 
ARELCCHINO
(Lo piglia per l'orecchio dandogli un calcio e lo obbliga a levarsi.)
Va a pigliar fresco!
 

(Il pubblico ride.)
 
TADDEO
(retrocedendo comicamente verso la porta a destra)
Numi! s'aman!
m'arrendo ai detti tuoi.


(ad Arlecchino)


Vi benedico! Là veglio su voi!
 

(Taddeo esce. Il pubblico ride ed applaude.)
 
COLOMBINA
Arlecchin!
 
ARELCCHINO
(con affetto esagerato)
Colombina!
Alfin s'arrenda ai nostri prieghi amor!
 
COLOMBINA
Facciam merenda.
 

(Colombina prende dal tiretto due posate e due coltelli.
Arlecchino va a prender la bottiglia,
poi entrambi siedono a tavola uno in faccia all'altro.)

 
COLOMBINA


Guarda, amor mio, che splendida
cenetta preparai!
 
ARELCCHINO


Guarda, amor mio, che nettare
divino t'apportai!


A DUE
L'amore ama gli effluvii
del vin, de la cuccina!
 
ARELCCHINO
Mia ghiotta Colombina!
 
COLOMBINA
Amabile beone!
 
ARELCCHINO
(prendendo un'ampolletta che ha nella tunica)


Prendi questo narcotico;


dallo a Pagliaccio
pria che s'addormenti,
e poi fuggiamo insiem!
 
COLOMBINA
Sì, porgi!


 
TADDEO
(spalanca la porta a destra
e traversa la scena tremando esageratamente)

Attenti! Pagliaccio... è là...
tutto stravolto... ed armi cerca!...
Ei sa tutto... Io corro a barricarmi!
 

(Entra precipitoso a sinistra e chiude la porta. Il pubblico ride.)
 
COLOMBINA
(ad Arlecchino)
Via!

ARELCCHINO
(scavalcando la finestra)
Versa il filtro ne la tazza sua!

(Scompare.)
 
(Canio in costume da Pagliaccio, compare sulla porta a destra.)

 
COLOMBINA
(alla finestra)
A stanotte...
E per sempre io sarò tua!
 
CANIO
(porta la mano al cuore e mormora a parte)


Nome di Dio! quelle stesse parole!
(Avanzandosi per dir la sua parte.)
Coraggio!
(forte)


Un uomo era con te!
 
NEDDA
Che folle! Sei briaco?
 
CANIO
(fissandola)
Briaco! sì... da un'ora!!
 
NEDDA
(riprendendo la commedia)
Tornasti presto.
 
CANIO
(con intenzione)
Ma in tempo!
T'accora? T'accora!
dolce sposina!!
(Riprende la commedia.)


Ah! sola io ti credea
(mostrando la tavola)
e due posti son là!
 
NEDDA
Con me sedea Taddeo,
che là si chiuse per paura!
(verso la porta a sinistra)
Orsù... parla!
 
TADDEO
(di dentro, fingendo tremare ma con intenzione)


Credetela! Credetela!
Essa è pura!!
E abborre dal mentir
quel labbro pio!!
 
LA FOLLA
(ridendo)
Ah! ah! ah! ah!

CANIO
(rabbioso al pubblico)
Per la morte!
(poi a Nedda sordamente)


Smettiamo!
Ho dritto anch'io d'agir come ogn'altr'uomo.
Il nome suo...
 
NEDDA
(fredda e sorridente)
Di chi?

CANIO
Vo' il nome de l'amante tuo,
del drudo infame a cui ti desti in braccio,


o turpe donna!
 
NEDDA
(sempre recitando la commedia)
Pagliaccio! Pagliaccio!


 
CANIO
No! Pagliaccio non son;
se il viso è pallido,
è di vergogna, e smania di vendetta!


L'uom riprende i suoi dritti,
e'l cor che sanguina vuol sangue
a lavar l'onta, o maledetta!


No, Pagliaccio non son!
Son quei che stolido


ti raccolse orfanella in su la via
quasi morta di fame,
e un nome offriati,
ed un amor ch'era febbre e follia!
 
(Cade come affranto sulla seggiola.)
 
CONTADINE
Comare, mi fa piangere!
Par vera questa scena!
 
CONTADINI
Zitte laggiù! Che diamine!
 
SILVIO
(a parte)
Io mi ritengo appena!
 
CANIO
(riprendendosi ed animandosi a poco a poco)
Sperai, tanto il delirio accecato m'aveva,
se non amor, pietà... mercé!
Ed ogni sacrifizio al cor lieto, imponeva,
e fidente credeva
più che in Dio stesso, in te!


Ma il vizio alberga sol ne l'alma tua negletta;
tu viscere non hai... sol legge e'l senso a te!
Va, non merti il mio duol,
o meretrice abbietta,


vo' ne lo sprezzo mio
schiacciarti sotto i piè!!
 
LA FOLLA
(entusiasta)
Bravo!
 
NEDDA
(fredda, ma seria)
Ebben! Se mi giudichi di te indegna,
mi scaccia in questo istante.
 
CANIO
(sogghignando)
Ah! ah!


Di meglio chiedere non dèi
che correr tosto al caro amante.
Se' furba! No! per Dio!
Tu resterai...
e il nome del tuo ganzo mi dirai!!
 
NEDDA
(cercando riprendere la commedia
sorridendo forzatamente)

Suvvia, così terribile
davver non ti credeo!
Qui nulla v'ha di tragico.
(verso la porta a sinistra)
Vieni a dirgli o Taddeo,
che l'uom seduto or dianzi,
or dianzi a me vicino
era... il pauroso ed innocuo Arlecchino!
 

(Risa tosta represse dall'attitudine di Canio.)
 
CANIO
(terribile)

Ah! tu mi sfidi!
E ancor non l'hai capita
ch'io non ti cedo?...
Il nome, o la tua vita! Il nome!

(Assieme.)
 
NEDDA
(prorompendo)


Ah! No, per mia madre!
Indegna esser poss'io...
quello che vuoi, ma vil non son, per Dio!
 
CONTADINI E CONTADINE
Fanno davvero?
Seria è la cosa?
Zitti laggiù!
Seria è la cosa e scura!
 
SILVIO
(a parte)
Io non resisto più!
Oh la strana commedia!


(Peppe vuoi uscire dalla porta a sinistra, ma Tonio lo ritiene.)


 
PEPPE
Bisogna uscire, Tonio. Ho paura!...
 
TONIO
Taci sciocco!
 
NEDDA
Di quel tuo sdegno è l'amor mio più forte!
Non parlerò! No! A costo de la morte!
 
CANIO
(urlando dà di piglio a un coltello sul tavolo)


Il nome!

il nome!
 
NEDDA


(sfidandolo)
No!
 
SILVIO
(snudando il pugnale)
Santo diavolo! Fa davvero...
 
LA FOLLA e PEPPE
(che cerca svincolarsi da Tonio)
Che fai! Ferma! Aita! 

(Le donne che indietreggiano spaventate, rovesciano i banchi
ed impediscono agli uomini di avanzare,
ciò che obbliga Silvio a lottare per arrivare alla scena.
Intanto Canio al parossismo della collera,
ha afferrata Nedda in un attimo e la colpisce per di dietro
mentre essa cerca di correre verso il pubblico.)

 
CANIO
A te! A te!


(a Nedda)
Di morte negli spasimi lo dirai!
 
NEDDA
(cadendo agonizzando)
Soccorso! Silvio!
 
SILVIO
(che e quasi arrivato alla scena)
Nedda!

(Alla voce di Silvio, Canio si volge come una belva,
balza presso di lui è in un attimo lo ferisce, dicendo.)

 
CANIO
Ah!... sei tu?
Ben venga!

(Silvio cade come fulminato.)
 
LA FOLLA
(urlando)
Arresta! Gesummaria!

(Mentre parecchi si precipitano verso Canio per disarmarlo ed arrestarlo,
egli, immobile, istupidito lascia cadere il coltello dicendo)


 
CANIO


La commedia è finita!

(La tela cade.)

F I N E

 


Se volete un "assaggio" del caloroso applauso con il quale il pubblico ha accolto il finale dell'opera, provate con questo .MP3 da 4,723 Mb. La registrazione è stata effettuata da dietro le quinte quindi vi sono in sottofondo le nostre voci:



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