Nabucco

Castello Sforzesco di Milano
1,2 Agosto 2009 Cortile della Rocchetta ore 21
Teatro dell'Opera di Milano
presenta
G. Verdi
Nabucco
Libretto di Temistocle Solera

Tratto come ispirazione dalla Bibbia
Prima: Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842

Nabucodonosor, re di Babilona, Baritono - Mauro Augustini
Ismaele, nipote di Sedecia re di Gerusalemme, Tenore - Gaetano Motta
Abigaille, schiava, creduta figlia primogenita di Nabucodonosor, Soprano - Rossella Redoglia
Zaccaria, gran pontefice degli Ebrei, Basso - Ilia Popov
Fenena, figlia di Nabucodonosor, Soprano - Julie Mellor
Il Gran Sacerdote di Belo, Basso - Giampaolo Vessella
Abdallo, vecchio ufficiale del re di Babilonia, Tenore - Luciano Grassi
Anna, sorella di Zaccaria, Soprano - Mila Pavlova

Coro, Soldati Babilonesi, Soldati Ebrei, Leviti, Vergini Ebree, Donne Babilonesi, Magi, Grandi del regno di Babilonia, Popolo, ecc.

CORALE LIRICA AMBROSIANA
Diretta da Roberto Ardigò
Orchestra Filarmonica di Milano
Diretta da Roberto Gianola
IDEAZIONE SCENICA E REGIA
Mario Migliara
Con la partecipazione artisti
Alessandro Spadari ELMA MAEL
Maestro collaboratore Yuco Yamaguchi
Scenografia e Attrezzeria Arti di Scena
Trucco e acconciature Mara de Palma
Luci Maurilio Boni
Costumista Carmen Iacovetta
Organizzazione Cristina Santarcangelo
 

Note di Regia
Nabucco si impone all'ascolto con una imperiosità musicale che subito associa l'immagine di una trascendenza del tempo. La trama mostra senza pietà una storia d'amore conflittuale, allo stesso modo due popoli che si fronteggiano in una tensione senza risoluzione. Immagini scolpite nel grigiore della roccia e un palco che diventa arena: Il coro giudice e martire e oppressore, i singoli protagonisti si affrontano in una dialettica costante tra amore e odio. Il tutto mai veramente concluso e mai veramente definitivo come se un Dio misterioso, lo stesso che induce alla pazzia Nabucco, chiedesse emozioni e sentimenti al di la del tempo.
La storia si rilegge ma non cambia: un popolo gli Ebrei che esprime il bisogno di libertà e un popolo di soldati che impongono il loro dominio. Un Dio gioca a dadi ma sa già quale è l'esito e ne parla attraverso i segni pittorici e le azioni degli uomini in questa zona franca dove tutto avviene e dove lo stesso Dio si mostra in pochi simboli .
L'opera monumentale per eccellenza è affrontata sotto l'egida di temi importanti: Nabucco diventa un dittatore gia conosciuto, e gli ebrei un popolo da sempre oppresso, in una terra senza tempo dove i simboli cabalistici di un ritorno eterno vengono resi da pittori che, dal vivo, su gigantesche pergamene ripercorrono la storia con immagini simboliche.
Una interazione tra arti che sviluppa una dimensione nuova e una singolare chiave di lettura. Il coro diventa vittima e giudice e un grandioso portone che si rivela come simbolo di un potere e uno spazio dove la vita pare regolata da atti determinati proprio dai simboli pittorici e da un Dio che si esprime con segni determinanti.
Mario Riccardo Migliara Teatro dell'opera di Milano www.operamilano.it  produzione@operamilano.it

Interpreti della prima scaligera  a Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842
Nabucodonosor: Giorgio Ronconi; Abigaille: Giuseppina Strepponi ; Zaccaria: Prosper Derivis; Ismaele: Corrado Miraglia; Fenena: Giovannina Bellinzaghi


Atto I Gerusalemme


Programma
Atto I - intervallo - Atto II - intervallo - Atto III & Atto IV


Immagini della serata.....

Nella prima parte la scena fingesi a Gerusalemme, nelle altre a Babilonia.

Parte prima - Gerusalemme

Così ha detto il Signore:
"Ecco, io do questa città
in mano del re di Babilonia;
egli l'arderà col fuoco".
Geremia XXXII
Scena I

Gerusalemme: interno del tempio di Salomone.

Ebrei, Leviti e Vergini ebree.



TUTTI:
Gli arredi festivi giù cadano infranti,
il popol di Giuda di lutto s'ammanti!
Ministro dell'ira del Nume sdegnato
il rege d'Assiria su noi già piombò!


Di barbare schiere l'atroce ululato
nel santo delùbro del Nume tuonò!



LEVITI:
I candidi veli, fanciulle, squarciate,
le supplici braccia gridando levate;
d'un labbro innocente la viva preghiera
è dolce profumo che sale al Signor.
Pregate, fanciulle!... In voi della fiera
falange nemica s'acqueti il furor!
(Tutti si prostrano a terra)

VERGINI:
Gran Nume, che voli sull'ale dei venti,
che il folgor sprigioni dai nembi frementi,
disperdi, distruggi d'Assiria le schiere,
di David la figlia ritorna al gioir!
Peccammo!...Ma in cielo le nostre preghiere
ottengan pietade, perdono al fallir!...

TUTTI:
Deh! l'empio non gridi, con baldo blasfema:

Ebrei e Leviti:
"Il Dio d'Israello si cela per tema?"

Tutti:
Non far che i tuoi figli divengano preda
d'un folle che sprezza l'eterno poter!
non far che sul trono davidico sieda
fra gl'idoli stolti l'assiro stranier!
(Si alzano)



PARTE PRIMA
Scena II

Zaccaria, Fenena, Anna, e detti.

ZACCARIA: (tenendo per mano Fenena)
Sperate, o figli!Iddio
del suo poter die' segno;


Ei trasse in poter mio
un prezioso pegno;


(additando Fenena)
del re nemico prole
pace apportar ci può.



Tutti:
Di lieto giorno un sole
forse per noi spuntò!

ZACCARIA:
Freno al timor! v'affidi
d'Iddio l'eterna aita.


D'Egitto là sui lidi
Egli a Mosè die' vita;
di Gedeone i cento
invitti Ei rese un dì...


Chi nell'estremo evento
fidando in Lui perì?

TUTTI:
Di lieto giorno ecc.

ZACCARIA:

Freno al timor! ecc.
Chi nell'estremo ecc.

TUTTI:
Oh quai gridi!



PARTE PRIMA
Scena III

Ismaele (con alcuni Guerrieri ebrei), e detti.

Ismaele:
Furibondo
dell'Assiria il re s'avanza;


par ch'ei sfidi intero il mondo
nella fiera sua baldanza!

Ebrei e Leviti:
Pria la vita...

ZACCARIA:
Forse fine
vorrà il cielo all'empio ardire:
di Sïon sulle ruine
lo stranier non poserà.
(consegnando Fenena ad Ismaele)


Quella prima fra le Assire
a te fido.

TUTTI:
Oh Dio, pietà!



ZACCARIA:
Come notte a sol fulgente,
come polve in preda al vento,
sparirai nel gran cimento,
dio di Belo menzogner.


Tu, d'Abramo Iddio possente,
a pugnar con noi discendi;
ne' tuoi servi un soffio accendi
che sia morte allo stranier.

TUTTI:
Come notte ecc.

ZACCARIA:
Come notte ecc.


(Escono tutti, meno Fenena ed Ismaele)



PARTE PRIMA
Scena IV

Ismaele e Fenena.

ISMAELE:
Fenena!!... O mia diletta!



FENENA:
Nel dì della vendetta
chi mai d'amor parlò?

ISMAELE:
Misera!oh come
più bella or fulgi agli occhi miei d'allora
che in Babilonia ambasciador di Giuda
io venni!

Me traevi
dalla prigion con tuo grave periglio,
né ti commosse l'invido e crudele
vigilar di tua suora,
che me d'amor furente
perseguitò!...

FENENA:
Deh! che rimembri!... Schiava
or qui son io!...

ISMAELE:
Ma schiuderti il cammino
io voglio a libertà!

FENENA:
Misero!...Infrangi
ora un sacro dover!

ISMAELE:
Vieni!... Tu pure
l'infrangevi per me...

Vieni! il mio petto
a te la strada schiuderà fra mille...



PARTE PRIMA
Scena V

Abigaille (con alcuni Guerrieri), e detti.

Mentre Ismaele fa per aprire una porta segreta, entra colla spada in mano Abigaille, seguita da alcuni Guerrieri babilonesi celati in ebraiche vesti

ABIGAILLE:
Guerrieri, è preso il tempio!...



FENENA e Ismaele: (atterriti)
Abigaille!!...

(Abigaille s'arresta improvvisamente nell'accorgersi dei due amanti, indi con amaro sogghigno dice ad Ismaele:)

ABIGAILLE:
Prode guerrier! d'amore
conosci tu sol l'armi?
(a Fenena)
D'assira donna in core
empia tal fiamma or parmi!
(con ira)
Qual Dio vi salva?

Talamo
la tomba a voi sarà...
di mia vendetta il fulmine
su voi sospeso è già!

(Dopo breve pausa prende per mano Ismaele e gli dice sottovoce:)
Io t'amava!... il regno e il core
pel tuo core io dato avrei!


Una furia è quest'amore,
vita o morte ei ti può dar.
Ah! se m'ami, ancor potrei
il tuo popol salvar!

ISMAELE:


Ah no!... la vita io t'abbandono,
ma il mio core nol poss'io;
di mia sorte io lieto sono,
io per me non so tremar.
Ma ti possa il pianto mio
pel mio popolo parlar.

FENENA:
Ah! già t'invoco, già ti sento,
Dio verace d'Israello:
non per me nel fier cimento
ti commova il mio pregar.
Oh proteggi il mio fratello,
e me danna a lagrimar!



ABIGAILLE:
Io t'amava ecc.

ISMAELE:
Ma ti possa ecc.


PARTE PRIMA
Scena VI

Donne, Uomini ebrei, Leviti, Guerrieri che a parte a parte entrano nel tempio non abbadando ai suddetti, indi Zaccaria ed Anna.

Donne ebree: (entrando precipitosamente)
Lo vedeste?... Fulminando
egli irrompe nella folta!

Vecchi ebrei:
Sanguinoso ergendo il brando
egli giunge a questa volta!

LEVITI: (che sorvengono)
De' guerrieri invano il petto
s'offre scudo al tempio santo!

Donne:
Dall'Eterno è maledetto
il pregare, il nostro pianto!

Donne, Leviti e Vecchi:
Oh felice chi morì
pria che fosse questo dì!

Guerrieri ebrei: (entrando, disarmati)
Ecco il rege! sul destriero
verso il tempio s'incammina,
come turbine che nero
tragge ovunque la ruina.

ZACCARIA: (entrando precipitoso)
Oh baldanza!... né discende
dal feroce corridor!



TUTTI:
Ahi sventura! chi difende
ora il tempio del Signor?



ABIGAILLE: (s'avanza co' suoi Guerrieri travestiti e grida:)
Viva Nabucco!

(Grida nell'interno)

Voci:
Viva!



ZACCARIA: (ad Ismaele)
Chi il passo agl'empi apriva?

ISMAELE: (additando i Babilonesi travestiti)
Mentita veste!...

ABIGAILLE:
È vano
l'orgoglio... il re s'avanza!



PARTE PRIMA
Scena VII

Irrompono nel tempio e si spargono per tutta la scena i Guerrieri babilonesi. Nabucco presentasi sul limitare del tempio a cavallo.



ZACCARIA:
Che tenti?...
(opponendosi a Nabucco)
Oh trema, insano!
Questa è di Dio la stanza!



NABUCCO:
Di Dio che parli?

ZACCARIA: (corre ad impadronirsi di Fenena, e alzando verso di lei un pugnale grida a Nabucco:)
Pria
che tu profani il tempio,


della tua figlia scempio
questo pugnal farà!
(Nabucco scende da cavallo)

NABUCCO: (da sé)
(Si finga, e l'ira mia
più forte scoppierà.
Tremin gl'insani del mio furore!
vittime tutti cadranno omai!...
In mar di sangue fra pianti e lai
l'empia Sïonne scorrer dovrà!)

FENENA:


Padre, pietade ti parli al core!
vicina a morte per te qui sono!
Sugl'infelici scenda il perdono,
e la tua figlia salva sarà!

ABIGAILLE:


(L'impeto acqueta del mio furore
nuova speranza che a me risplende;
colei, che il solo mio ben contende,
sacra a vendetta forse cadrà!)

ISMAELE, Zaccaria ed Ebrei:


(Tu che a tuo senno de' regi il core
volgi, o gran Nume, soccorri a noi,
china lo sguardo su' figli tuoi,
che a rie catene s'apprestan già!)

NABUCCO:
L'empia Sïonne ecc.
In mar di sangue ecc.

O vinti, il capo a terra!
Il vincitor son io.
Ben l'ho chiamato in guerra,
ma venne il vostro Dio?
Tema ha di me: resistermi,
stolti, chi mai potrà?

ZACCARIA: (alzando il pugnale su Fenena)
Iniquo, mira! vittima
costei primiera io sveno:


sete hai di sangue? versilo
della tua figlia il seno!

NABUCCO:
Ferma!

ZACCARIA: (per ferire)
No, pèra!

ISMAELE: (ferma improvvisamente il pugnale, e Fenena corre nelle braccia del padre)


Misera,
l'amor ti salverà!

NABUCCO: (con gioia feroce)


Mio furor, non più costretto,
fa' dei vinti atroce scempio;


(ai Babilonesi)
saccheggiate, ardete il tempio,
fia delitto la pietà!


Delle madri invano il petto
scudo ai pargoli sarà.

ABIGAILLE:
Questo popol maledetto
sarà tolto dalla terra,
ma l'amor che mi fa guerra
forse allor s'estinguerà?
Se del cor nol può l'affetto,
pago l'odio almen sarà!



ANNA, Fenena ed Ismaele:
Sciagurato, ardente affetto
sul suo/mio ciglio un velo stese!
Ah l'amor che sì lo/mi accese
lui/me d'obbrobrio coprirà!
Deh non venga maledetto
l'infelice, per pietà!

Zaccaria ed Ebrei


Dalle genti sei rejetto,
di fratelli traditore!
il tuo nome dèsti orrore,
fia l'obbrobrio d'ogni età!
"Oh fuggite il maledetto",
terra e cielo griderà!



NABUCCO:
Saccheggiate ecc.

 

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