La tempesta

Sabato 11 luglio 2009
Teatro dei Licini - Erba (Co)

 

 

William Shakespeare

 

La Tempesta

Commedia in 5 atti

     

 


1) Prospero e Miranda - La Tempesta - Ferdinando e Miranda
2) Gli altri illustri naufraghi

3) Presa di potere di Trinculo, rivelazione di Prospero ed epilogo.



GONZALO - (Al re)
Signore, vi scongiuro, state allegro;
ne avete ben motivo, come tutti,
ché l’essere scampati dalla morte
è bene che compensa largamente
tutto ciò che possiamo aver perduto.

Guardatelo: sta dando nuova carica
all’orologio della parlantina.
Tra poco batterà di nuovo l’ore.

GONZALO - … ma la cosa più strana, inusitata,
direi quasi incredibile, si è…… che le robe di queste nostre vesti
quantunque siano state, e lo son state,
inzuppate dal mare,

e come bene, hanno serbato freschezza e colore
quasi, non che gualcite all’acqua salsa
fossero state tutte tinte a nuovo.

ALONSO - Tu m’inzeppi le orecchie di continuo
di parole che suonano indigeste
allo stomaco dei miei sentimenti.
Mai l’avessi sposata in quel paese
mia figlia Claribella!

Ho perduto mio figlio, nel ritorno,
ed anche lei, da quel che posso intendere,
perché lontana com’è dall’Italia
non spero ormai di rivederla più.

Ariele manda il sonno

E dal momento che mi sento addosso una gran pesantezza… non mi vorreste conciliare il sonno continuando con le vostre risa?

Noi due, signore, mentre riposate, staremo qui a farvi buona guardia e a vegliare alla vostra sicurezza.


Si sono sprofondati nel letargo
tutti, come se fossero d’accordo,
tutti di colpo, come folgorati…
Ah, quale idea(36), mio nobile Sebastian!
Quale idea mi balena… No, no, niente!
Eppur mi par di leggertelo in viso,
Sebastian, quello che potresti essere:
l’occasione ti chiama,
ed io già mi figuro, nella mente,
scendere sul tuo capo una corona.

Sono più serio, infatti, del mio solito: e tu anche devi esser come me, se ascolti bene ciò che sto per dirti: un consiglio che se vorrai seguire ti farai grande tre volte di più.

SEBASTIAN - Io sono, in verità, un’acqua stagna.

ANTONIO - Ed io t’insegno a diventar corrente.
Snudiamo insieme allor le nostre spade,
e quando alzo la mia, tu fa’ lo stesso
e lasciala cadere su Gonzalo.


Il regicidio mancato


GONZALO - (Svegliandosi)
Oh, buoni angeli, salvate il re!

(Scuote il re)
Ehi, su, svegliatevi!… Ma che succede(38)?

(Ad Antonio e Sebastian)
Che sono quelle spade sguainate?
E quegli sguardi torvi?…

SEBASTIAN - Stavamo qui a vegliare al vostro sonno,
quando ad un tratto ci giunse all’orecchio
un sordo riecheggiare di muggiti
come di tori, o piuttosto leoni.


Calibano incontra i "nuovi dei"


Gli spiriti che sono al suo servizio mi ascoltano, lo so, e tuttavia non mi posso tener dal maledirlo.

Entra TRINCULO

Calibano: Toh, eccone uno,
che viene certo a me per tormentarmi
perché ho tardato a portare la legna.
Ora mi butto lungo lungo per terra,
forse così non si accorge di me.

TRINCULO - (Scorge Calibano disteso a terra)
Ehi, oh! Che vedo qui? Un uomo? Un pesce?

Morto? Vivo?… Dev’esser proprio un pesce,
all’odore di rancido e stantio,
come di baccalà… Uno strano pesce!

(Tuono)

Ahi! Ahi! Qui ricomincia il temporale!
Sarò costretto a trovare riparo
sotto il mantello qui, di questo coso;
non c’è altro scampo a portata di mano.

STEFANO - (Canta)
«In mare, in mare
«non voglio più andare,
«voglio in terra crepare…».

È un motivo piuttosto volgaruccio
per essere cantato a un funerale.
Ma il mio conforto ce l’ho qui con me.

(Beve alla bottiglia, e poi canta)

(Scorgendo a terra Calibano e Trinculo)
Ohi, ohi! Che roba è questa?
Non ci sarà mica il diavolo, qua sotto?
Volete farci qualche scherzo, eh?,
truccati da selvaggi e pellirosse…

Gli darò un sorso dalla mia bottiglia. Se non ha mai bevuto vino prima, può darsi che gli passi questa fitta.

Girati verso me, apri la bocca. Ecco qualcosa, gatto, che ti farà parlare; apri la bocca, questo ti scrollerà, te l’assicuro.

Era qui,
morto, ho creduto, colpito da un fulmine…
Stefano, allora non sei annegato…
A vederti, davvero mi vien fatto
di sperare che tu non lo sia più.

CALIBANO - (Tra sé)
Se questi due non sono degli spiriti,
son due belle creature.
E quello là dev’esser proprio un dio,
perché ha con sé un liquore celestiale.
Mi devo inginocchiare innanzi a lui!

CALIBANO - E su quella bottiglia io giuro a te
d’esserti sempre suddito fedele,
perché il liquore suo non è terrestre.

STEFANO - Trinculo, allora, giura, avanti, su,
e raccontami come l’hai scampata.
 

STEFANO - Vieni, giura anche tu su quel che dici,
e bacia il libro sacro.
(Gli fa dare un altro sorso alla bottiglia)


Ferdinando ha preso il posto di Calibano nel portare legna per Prospero


FERDINANDO - Ci son divertimenti
che a gustarli richiedono fatica,
e proprio in questa fatica sta il gusto;
ci son lavori vili
che si posson fare a nobil fine,
ed anche le più umili mansioni
posson servire altissimi propositi.
La soave mia giovane padrona
nel vedermi così affaticato
s’intenerisce e dice, tra le lacrime,
che mai ebbe sì alto esecutore
una sì vile ed umile mansione…

Oh, non affaticatevi così,
ve ne prego! Vorrei tanto che un fulmine
avesse incenerito tutti quanti
quei ceppi che dovete accatastare!

PROSPERO - (Tra sé)
O fausto incontro di due rari affetti!
Possa il cielo versare le sue grazie
in quel che vien nascendo fra di loro!

Tu puoi negarmi d’esser tua compagna; non d’essere - lo voglia o no - tua serva.

Mia padrona sarai, o mia diletta, ed io per sempre ai piedi tuoi, tuo suddito, umilissimamente.

D’altre fattezze umane sono ignara;
ma giuro sul pudore mio di donna,
ch’è il gioiello di tutta la mia dote,
che non vorrei altro compagno al mondo
all’infuori di voi; né la mia mente
sa figurarsi altra immagine d’uomo
che mi possa piacere oltre la vostra…

FERDINANDO - Sì, tuo marito, e con più forte ardore
d’un prigioniero per la libertà.

Eccoti la mia mano.

Ecco la mia, e con essa ti do tutto il mio cuore.

Oh, mille e mille volte arrivederci!

PROSPERO - Io non sarò felice come loro,
cui tutto ciò è venuto di sorpresa,
ma non saprei come più compiacermene.


Masque



In un'altra parte dell'isola


STEFANO - Non dirmi niente. Ci berremo l’acqua quando la botte si sarà vuotata; prima, non una goccia. Perciò barra diritta e all’abbordaggio!
Servo-mostro, alla mia salute, bevi!

Trinculo, frena quella tua linguaccia. E bada che se fai l’ammutinato… t’impicco al primo albero che incontro..

CALIBANO - Ecco, come t’avevo detto prima, io qui sono soggetto ad un tiranno, uno stregone, che con l’arte sua, m’ha rubato quest’isola.

Trinculo, se continui a interromperlo, giuro su questa mano, che ti faccio saltare qualche dente.

Se tu volessi, con la tua potenza, far vendetta per me sopra di lui,

D’accordo, mostro. Ucciderò quell’uomo; sua figlia ed io saremo re e regina - e salvi Iddio la nostra maestà! - e Trinculo e tu stesso viceré.


In un'altra parte dell'isola i nobili naufraghi continuano a vagare e qualcuno continua a tramare pensando al regicidio


SEBASTIAN - (A parte, ad Antonio) Alla prima occasione, senza indugi, faremo il colpo.

Ariel volante li guida

Uno spettacolo di marionette, così animate, da sembrar viventi! Davvero crederò, da qui in avanti, che gli unicorni esiston veramente, e che in Arabia fiorisce una pianta dove s’asside in trono la Fenice, e questa abbia davvero là il suo regno.


ATTO QUARTO SCENA I - Davanti alla grotta di Prospero


Se t’ho trattato con troppa durezza, te ne ripaghi il premio che ricevi; perché t’ho dato un terzo di me stesso, tutto ciò per cui vivo, e che affido oramai alle tue mani.

Prendi dunque mia figlia, Ferdinando, come mio dono, e come degno acquisto fatto da te con il dovuto merito.

Così com’io da questo nostro amore spero giorni sereni, bella prole, e una vita da lui vivificata, dichiaro che mai non potranno volgere in lascivia l’onor mio e rubare il terso filo della celebrazione di quel giorno.

PROSPERO - Ben detto. Siedi e parlale. Ella è tua.


Ariele, mio solerte servo! Ariele!

ARIELE - Son qui, padrone, pronto ai tuoi comandi.

Va’, raduna la frotta degli spiriti che ho messo al tuo comando, e falli qui venire in tutta fretta: debbo mostrare a questa giovin coppia qualche prova della mia arte magica.


1) Prospero e Miranda - La Tempesta - Ferdinando e Miranda
2) Gli altri illustri naufraghi

3) Presa di potere di Trinculo, rivelazione di Prospero ed epilogo.


 

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