L’isola. Davanti alla grotta di Prospero
MIRANDA - Se con le vostre arti,padre mio,
avete scatenato in tal fragore
l’acque selvagge, con le stesse arti
fatele ritornare ora alla calma.
PROSPERO - È tempo dunque ch’io ti faccia edotta.
Dammi la mano, e toglimi di dosso
questo magico manto…
Così, bene.
Quel naufragio, la cui orrida vista
t’ha toccato così profondamente
tutte le fibre della compassione,
l’ho predisposto io, con la mia arte
tu hai sentito urlare
e visto sprofondare, andasse perso.
Ma siedi: devi saperne di più.
Che altro vedi nel buio passato e nell’abisso del
tempo trascorso?
Furono certamente turpi intrighi, come tu dici, a strapparci
di là; ma fu altresì la nostra buona sorte a farci poi toccare queste prode.
Vedo che inclini al sonno: salutare è per te questo sopore;
non devi fare nulla per resistergli.
Presto, mio spiritello! Presto! Qua! Avvicinati, Ariele, ora
son pronto!
Evviva, mio magnifico padrone! Salute, venerabile signore!
ARIELE
Punto per punto, come tu volevi.
Piombato sopra il vascello del re,
ora a prua, ora al centro, ora sul cassero,
or di qua or di là per le cabine,
ho fiammeggiato dovunque terrore.
A volte mi scindevo in varie fiamme,
andando a divampare in vari posti:
sul pennone maggiore, sul bompresso,
ardevo tutto in separate fiamme,
per poi riunirmi in un unico incendio.
LA TEMPESTA
CAPITANO - Coraggio, dà voce alla ciurma:
che si diano daffare, forza, forza!
O qui coliamo a picco… Avanti! Presto!
E l'acqua innonda la platea sommergendo gli spettatori
CAPO NOCCHIERO - Forza, ragazzi! Forza, fate cuore!
Voi, qua, imbrigliate la vela maestra!
Attenti al fischio, là, del capitano!
Ventaccio cane, soffia s’hai polmoni!
Soffia, fino a scoppiare!
Non c’è stata una creatura che non sia impazzita di paura,
fino a compiere gesti disperati. E tutti a bordo - meno i marinai - si son
gettati nell’acqua schiumosa, lasciando il barco da me messo in fiamme.
Ho visto il figlio del re, Ferdinando, con i capelli
ritti da sembrare che avesse in testa un intero canneto, gettarsi in mare il
primo. La nave regia è sana e salva all’ancora, in quella stessa fonda
insenatura donde tu mi chiamasti quella volta, per mandarmi, nel cuore della
notte, a cercarti rugiada alle Bermude.
Te la sei scordata quella strega, quella perfida strega
Sicorax
Quella strega, quella dannata strega Sicorax, per via dei
suoi malefici incantesimi, che sono orribili solo a parlarne, fu, come sai,
cacciata via da Algeri;
Giunta qui la strega vi aveva partorito, un autentico
cucciolo di strega, lentigginoso, un vero mostriciattolo: Calibano
Bravo, così va bene. E fra due giorni, io ti prometto di
renderti libero.
Prospero s’avvicina a Miranda che dorme:
Su, svegliati, cuor mio! Hai ben dormito, svegliati, mia cara!
Ehi, Calibano!… Schiavo, dove sei? Zolla di terra, dico a te,
rispondi!
Vi piova addosso una guazza maligna, a tutti e due, la
stessa che mia madre schiumava con la penna d’un corbaccio dal pelo di paludi
putrescenti!
E il pestifero vento di libeccio vi soffi addosso a coprirvi di pustole!
Ferdinando, figlio del Re di Napoli
Da dove può venire questa musica, dall’aria o dalla terra?…
Ora è cessata. Accompagna di certo un dio dell’isola.
Me ne stavo seduto su una riva, piangendo ancor la perdita
del padre mio, quando udii questi suoni, scivolar fino a me sopra quell’acque, e
placar, con la lor dolce armonia la furia dei marosi e il mio dolore.
MIRANDA - E che cos’è? Uno spirito? Dio mio,
in che modo si va scrutando intorno!
E che stupenda figura s’è dato…
ma di certo dev’essere uno spirito.
PROSPERO - E invece no, figliola:
quello è uno che mangia e beve e dorme
ed ha gli stessi esatti nostri sensi.
(Vedendo Miranda)
Questa dev’essere senza alcun dubbio
la dea cui fan corteggio quelle musiche.
(Forte)
Permettimi, di grazia, una preghiera:
ch’io ti chieda se abiti quest’isola,
e se puoi darmi qualche buon consiglio
su come meglio ho da condurmi qui;
e infine - ma è la cosa più importante -
dimmi, prodigio, sei fanciulla o no?
(Parlando ad Ariele, invisibile) Spiritello, sagace
spiritello! Per questo, fra due giorni sarai libero!
(Tra sé)
Son già l’uno dell’altra…
Ma la faccenda è un po’ precipitosa,
e convien ch’io vi metta qualche intoppo;
perché una troppo facile vittoria
non svilisca il valor della conquista.
(Tra sé)
Son già l’uno dell’altra…
Ma la faccenda è un po’ precipitosa,
e convien ch’io vi metta qualche intoppo;
perché una troppo facile vittoria
non svilisca il valor della conquista.
(A Ferdinando)Andiamo, vieni:
voglio legarti collo e piedi in ceppi;
avrai l’acqua del mare per bevanda,
e per cibo molluschi d’acqua dolce,
radici disseccate e gusci vuoti
di ghiande stati loro culla. Vieni.
(Ad Ariele) Un ottimo lavoro, Ariele!
1) Prospero e
Miranda - La Tempesta - Ferdinando e Miranda
2) Gli altri illustri naufraghi
3) Presa di potere di Trinculo,
rivelazione di Prospero ed epilogo.
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