La barriera d'Enfer.
Un doganiere esce dal Cabaret. La cancellata della barriera č
chiusa.
(Dietro la cancellata chiusa, battendo i piedi dal freddo
e soffiandosi su le mani intirizzite, stanno alcuni Spazzini.)
SPAZZINI
Ohč, lā, le guardie!... Aprite!... Ohč, lā!
Quelli di Gentilly!... Siam gli spazzini!..
UN DOGANIERE (alzandosi) Vengo!
MUSETTA (dal cabaret)
Ah! Se nel bicchiere sta il piacer,
in giovin bocca sta l'amor!
CONTADINE (entrando in scena con ceste a braccio)
(mostrando il contenuto al doganiere)
- Burro e cacio! - Polli ed uova!
- Voi da che parte andate?
- A San Michele!
- Ci troverem pių tardi?
- A mezzodė!
MIMĖ (al Sergente)
Sa dirmi, scusi, qual'č l'osteria... (non ricordando il nome) dove un pittor
lavora?
(Esce una fantesca dal Cabaret; Mimė le si avvicina.)
MIMĖ
O buona donna, mi fate il favore di cercarmi il pittore
Marcello? Ho da parlargli. Ho tanta fretta.
Ditegli, piano, che Mimė lo aspetta.
SERGENTE (ad una che passa) Ehi, quel panier!
DOGANIERE (dopo aver visitato il paniere) Vuoto!
SERGENTE Passi!
MARCELLO (Esce dal Cabaret e con sorpresa vede Mimė.)
Mimė?!
MIMĖ Son io. Speravo di trovarti qui.
MIMĖ (Scoppia in pianto) O buon Marcello, aiuto!
MARCELLO Cos'č avvenuto?
MIMĖ
Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama
mi fugge e si strugge per gelosia.
Un passo, un detto,
un vezzo, un fior lo mettono in sospetto...
Onde corrucci ed ire.
Talor la notte fingo di dormire
e in me lo sento fiso
spiarmi i sogni in viso.
Mi grida ad ogni istante:
Non fai per me, prenditi un altro amante.
Ahimč! In lui parla il rovello;
lo so, ma che rispondergli, Marcello?
MARCELLO
Quando s'č come voi non si vive in compagnia.
Sta ben! Ora lo sveglio.
RODOLFO
(Esce dal Cabaret ed accorre verso Marcello.)
Marcello. Finalmente!
Qui niun ci sente.
Io voglio separarmi da Mimė.
MARCELLO
Sei volubil cosė?
RODOLFO
Giā un'altra volta credetti morto il mio cor,
ma di quegli occhi azzurri allo splendor
esso č risorto.
Ora il tedio l'assale.
MARCELLO
E gli vuoi rinnovare il funerale?
MARCELLO
Cambia metro.
Dei pazzi č l'amor tetro
che lacrime distilla.
MARCELLO
Tu sei geloso. Collerico, lunatico, imbevuto di pregiudizi, noioso, cocciuto!
RODOLFO
(con amarezza ironica)
Mimė č una civetta
che frascheggia con tutti. Un moscardino
di Viscontino
le fa l'occhio di triglia.
Ella sgonnella e scopre la caviglia
con un far promettente e lusinghier.
MARCELLO
Lo devo dir? Non mi sembri sincer.
RODOLFO
Ebbene no, non lo son. Invan nascondo
la mia vera tortura.
Amo Mimė sovra ogni cosa al mondo,
io l'amo, ma ho paura, ma ho paura !
Mimė č tanto malata!
Ogni dė pių declina.
La povera piccina
č condannata!
MIMĖ (fra sé) Che vuol dire?
RODOLFO
Una terribil tosse
l'esil petto le scuote
e giā le smunte gote
di sangue ha rosse...
RODOLFO
La mia stanza č una tana
squallida...
il fuoco ho spento.
V'entra e l'aggira il vento
di tramontana.
Essa canta e sorride
e il rimorso m'assale.
Me, cagion del fatale
mal che l'uccide!
Mimė di serra č fiore.
Povertā l'ha sfiorita;
per richiamarla in vita
non basta amore!
MARCELLO
Che far dunque?
Oh, qual pietā!
Poveretta !
Povera Mimė!
(La tosse e i singhiozzi violenti rivelano la presenza di
Mimė.)
RODOLFO
(vedendola) Che? Mimė! Tu qui? M'hai sentito?
RODOLFO
Facile alla paura
per nulla io m'arrovello.
Vien lā nel tepor!
MIMĖ No, quel tanfo mi soffoca!
RODOLFO Ah, Mimė!
MARCELLO Č Musetta che ride.
(Entra impetuosamente nel Cabaret)
MIMĖ (svincolandosi da Rodolfo) Addio.
RODOLFO (sorpreso) Che! Vai?
MIMĖ
(affettuosamente)
D'onde lieta uscė
al tuo grido d'amore,
torna sola Mimė
al solitario nido.
Ritorna un'altra volta
a intesser finti fior.
Addio, senza rancor.
Ascolta, ascolta.
Le poche robe aduna che lasciai
sparse. Nel mio cassetto
stan chiusi quel cerchietto
d'or e il libro di preghiere.
Involgi tutto quanto in un grembiale
e manderō il portiere...
Bada, sotto il guanciale
c'č la cuffietta rosa.
Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!...
RODOLFO
Dunque č proprio finita?
Te ne vai, te ne vai, la mia piccina?!
Addio, sogni d'amor!...
MIMĖ
Addio, dolce svegliare alla mattina!
MIMĖ e RODOLFO
Soli d'inverno č cosa da morire!
Soli! Mentre a primavera
c'č compagno il sol!
MARCELLO
(di dentro)
Che facevi, che dicevi
presso al fuoco a quel signore?
MUSETTA
(di dentro)
Che vuoi dir?
MIMĖ Niuno č solo l'april.
MARCELLO
(rivolto a Musetta:)
Al mio venire hai mutato colore.
MUSETTA
(con attitudine di provocazione)
Quel signore mi diceva: Ama il ballo, signorina?
MARCELLO
Vana, frivola, civetta!
MARCELLO
Quel discorso asconde mire disoneste.
MUSETTA
Arrossendo rispondeva: Ballerei sera e mattina.
MUSETTA Voglio piena libertā!
MARCELLO
(quasi avventandosi contro Musetta)
Io t'acconcio per le feste
se ti colgo a incivettire!
MUSETTA
Ché mi gridi? Ché mi canti?
All'altar non siamo uniti.
MIMĖ e RODOLFO
Al fiorir di primavera
c'č compagno il sol!
Chiacchieran le fontane
la brezza della sera.
MARCELLO
Bada, sotto il mio cappello
non ci stan certi ornamenti...
MUSETTA
Io detesto quegli amanti
che la fanno da mariti...
MUSETTA
Non ti garba? Ebbene, pace.
ma Musetta se ne va.
MARCELLO Vipera !
MUSETTA Rospo !
MARCELLO Strega !
MIMĖ Sempre tua per la vita...
RODOLFO Ci lasceremo...
MIMĖ Ci lasceremo alla stagion dei fior...
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