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2009/2010
 
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Teatro Moderno - Vigevano Tempo Moderno... Atto Terzo, 
la Stagione Teatrale 2010/2011 
 Associazione Culturale Il MosaicoTeatro Moderno, Via S.Pio V 8
 27029 Vigevano (PV)
 Cell. 348 1127776
 info@teatroilmosaico.it
 www.teatroilmosaico.it
 www.gliantinati.it
 
 
 
 
    
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      Segue il programma per la stagione 2010/2011 
      del Teatro: |  
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        Presentazione della stagione 
         
         
        La presentazione della stagione del Teatro Moderno al Teatro Cagnoni 
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    | Ottobre 2010 |  
      | Sabato 16 ottobre 2010_10_16 alle ore 21.00Domenica 17 ottobre 2010_10_17 alle ore 16.00
 Compagnia Teatrale Il Mosaico-Gli Anti Nati di Vigevano (PV)
 “LA LUNA DEGLI ATTORI”
 commedia brillantissima in due atti di Ken Ludwig
 regia di Gian Marco Marenghi
 
       I PERSONAGGI GLI INTERPRETIGeorge Hay Roberto Puddu
 Zia Molly Stefania Benassi
 Charlotte Hay Eleonora Cattaneo
 Rosalind Hay Valentina Summa
 Howard Marco Cattaneo
 Eileen Chiara Capelletti
 Paul Michele Bianchi
 Richard Siro Salvadeo
 Personaggi del Cyrano Alessandro Zago
 
 
        LO SPETTACOLOBuffalo, 1953. George e Charlotte Hay, con la loro compagnia teatrale, 
        sbarcano il lunario rappresentando commedie di repertorio in giro per 
        l'America. La grande occasione sembra arrivare a Buffalo: una telefonata 
        annuncia che il regista hollywoodiano Frank Capra, in cerca di 
        protagonisti per il suo nuovo film, verrà ad assistere alla loro 
        messinscena pomeridiana.
 Ma un intrallazzo amoroso di George, scoperto dalla moglie, manda in 
        crisi il sodalizio artistico e coniugale della coppia proprio a poche 
        ore dal grande evento.
 Riuscirà la sgangherata compagnia a sistemare tutto in tempo e a non 
        perdere il treno per la gloria?
 Tra zie sorde come campane, avvocati seduttori, meteorologi imbranati, 
        attricette furbacchiotte e litri di whisky, quel che Roz, Paul, 
        Charlotte e George metteranno in scena davanti a Frank Capra e al 
        pubblico in sala sarà... unico! E, fortunatamente, irripetibile.
 E' il disastro? Forse no...
 
         NOTE DI REGIALa luna degli Attori nasconde, sotto l'arguzia di dialoghi salaci e la 
        piacevolezza di una commedia brillante di stile, una dichiarata apologia 
        del teatro e dei teatranti. Un testo autoreferenziale, in cui il sogetto 
        è preso a pretesto per suggellare a voce alta, fra attori e pubblico, il 
        patto più schietto e sincero: noi siamo qui per voi! In Attori spesso i 
        due capocomici si affrontano, e affrontano gli altri personaggi, con 
        autentiche dichiarazioni d'amore verso il palcoscenico: basti ascoltare 
        la tirata finale cli George a Charlotte o le frequenti schermaglie fra 
        Paul e Roz.
 Del teatro non ci si può liberare, quando entra nel sangue - per fortuna 
        - non esiste antidoto. Prende la nostra anima, ma ci dà in cambio la 
        sua. Piena di storie e di Storia, di amori e di Amore. E di Vita, 
        vissuta e da vivere. Cambiando panni, gesti, voce. Ma sempre con lo 
        stesso cuore e sempre, miracolosamente, pieno. Sempre promesso al 
        pubblico, prova dopo prova.
 E sempre gioiosamente offerto, sera dopo sera, mentre il sipario, 
        straordinario complice e guardiano del nostro Mondo Incantato, si fa da 
        parte ancora una volta e lascia il mondo, giù dal palco, entrare.
 
 L’AUTORE
 Ken Ludwig è nato a York, in Pennsylvania, nel 1950. Avvocato esperto in 
        Leggi Internazionali, è autore di cinema e di teatro. Alcune sue 
        commedie sono state prodotte in tutto il mondo. “Cercasi Tenore” (Lend 
        Me a Tenor) è stato rappresentato a Broadway per 14 mesi di fila ed ha 
        vinto numerosi premi, due Tony, quattro Drama Desk, e tre Outer Critics 
        Circle, con una versione cinematografica di successo.
 Ha scritto uno dei più bei musical mai visti, “Crazy For You”, che ha 
        vinto il premio Tony come miglior musical nel 1992, con musiche di 
        Gershwin.
 Tra le altre sue commedie, ricordiamo “Sullivan & Gilbert”, votata 
        miglior spettacolo del 1988 dai critici di Ottawa.
 “La luna degli attori” (Moon Over Buffalo) ha debuttato con grande 
        successo al Martin Beck Theatre di Broadway nel luglio 1995, è stata 
        rappresentata per circa un anno, poi, tradotta in molte lingue, ha avuto 
        numerose produzioni in tutto il mondo. In Italia è stata presentata 
        dalla Compagnia Proclemer-Albertazzi.
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    | Novembre 2010 |  
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      | Sabato 6 novembre 2010_11_06 – ore 21.00Compagnia Filodrammatica Gallaratese di Gallarate (VA)
 “Natale in casa Cupiello”
 commedia in tre atti
 di EDUARDO DE FILIPPO
 
 Personaggi e interpreti in ordine d’apparizione:
 
 Concetta ANNAMARIA MELCHIORI
 Luca Cupiello GIOVANNI MELCHIORI
 Tommaso Cupiello VINCENZO D’ALESIO
 Pasquale Cupiello MARIO RICCARDI
 Ninuccia Cupiello MARILENA SPAGNUOLO
 Nicola Percuoco CARLO COZZOLINO
 Portinaio (Raffaele) ERNESTO SORRENTINO
 Vittorio Elia MARIANO MANGANELLA
 Carmela ANNAMARIA PAUCIULLO
 Olga Pastorelli PAOLA CAPOMAZZA
 Maria VERONICA LEO
 Rita MARIELLA LAMONICA
 Alberto PINO LATELLA
 Luigi Pastorelli GAETANO NICOLELLA
 Dottore LORENZO CIRINA’
 
 Assistenti di scena:
 Cristina Sindoni, Anna Lamonica e Guido Melchiori
 
 REGIA di GIOVANNI MELCHIORI
 www.cfg-teatrale.it
 cfg-teatrale@gmail.com
 
       
       
        Luca Cupiello, come ogni Natale, prepara il presepe, 
        fra il disinteresse della moglie Concetta e del figlio Tommasino, che 
        con dispetto gli ripete che a lui il presepe non piace. Ci sono poi i 
        continui litigi tra il fratello Pasqualino e Tommasino, entrambi con il 
        tic del furto. Ninuccia, l’altra figlia, ha deciso di lasciare il marito 
        Nicolino per l’amante Vittorio, e di scrivere una lettera d’addio. 
        Concetta, disperata, riesce a farsela consegnare. La missiva capita però 
        nelle mani di Luca che, ignaro di tutto, la consegna al genero, il quale 
        viene così a sapere del tradimento della moglie. Durante il pranzo della 
        vigilia di Natale, i due rivali, trovatisi di fronte, sempre per la 
        sbadataggine di Luca, si scontrano violentemente. Nicolino abbandona 
        Ninuccia e Luca, resosi improvvisamente conto della situazione, cade in 
        uno stato d’incoscienza. Nel delirio finale, Luca scambia Vittorio per 
        Nicolino e fa riconciliare involontariamente i due amanti. E Tommasino 
        gli dirà finalmente che il presepe gli piace. 
       
       
        Natale in casa Cupiello, con le sue sfumature 
        comiche, grottesche e farsesche, analizza la tematica 
        dell’incomunicabilità e dei contrasti familiari presentando un dramma 
        fortemente realistico.E' sicuramente una delle commedie più rappresentative di Eduardo e di 
        quella mentalità che solo una città come Napoli può offrire. Luca 
        Cupiello, il protagonista della commedia, è proprio uno di questi 
        personaggi, semplici ma dignitosi: ingenuo per natura, egli vive in un 
        mondo tutto suo, quasi fanciullesco ed immune dai problemi, piccoli o 
        grandi, che la vita presenta ogni giorno. La sua più grande 
        preoccupazione è infatti quella di terminare il presepio in tempo per il 
        giorno di Natale e nulla o nessuno può distoglierlo da questa 
        occupazione. Appare, quindi, forte ed evidente il contrasto tra il 
        candido ed ingenuo comportamento di Luca e la scaltrezza ed il senso di 
        responsabilità con cui la moglie Concetta si addossa tutti i problemi 
        che affliggono la famiglia.
 La moglie, i figli, il fratello contribuiscono a creare intorno a Luca 
        un sottile velo che distorce la realtà mantenendolo all’oscuro di tutto 
        ciò che avviene in casa.
 Quando, per una fatalità, si spezzerà il fragile velo che lo protegge, 
        Luca si troverà, inerme e senza difese, di fronte all’inesorabile e 
        spietata realtà della vita.
 
 
       
       
        CGF GALLARATESECorreva l’Anno Domini 1996, quando 5 giovani Gallaratesi (soltanto 
        d’adozione) di belle speranze… D’accoro, d’accordo chi abbia già 
        assistito anche ad uno solo dei loro spettacoli ed abbia un po’ di 
        dimestichezza con la matematica obietterà che, all’epoca, i nostri eroi 
        avevano già abbondantemente passato i “venti” ed, in alcuni casi, già 
        compiuto i fatidici “anta”, ma abbiamo provato a far colpo con 
        un’introduzione, come dire? Un po’ teatrale…….
 
 Dunque, accantoniamo le carte d’identità, e ritorniamo alle imprese del 
        nostro gruppetto di padri fondatori della Compagnia e cioè: Lorenzo 
        Cirinà, “The Melchiori Brothers”: Giovanni e Annamaria, Mario Riccardi e 
        Vincenzo D’Alesio. Essa si distinse subito per il suo spirito 
        d’iniziativa e la sua capacità progettuale. Tant’è vero che, tra una 
        serata in pizzeria e la proverbiale “tazzulell ’e cafè” sorbita ora a 
        casa dell’uno, ora a casa dell’altro, presero forma, appunto 13 anni 
        orsono, i contorni dell’operazione “Filodrammatica Gallaratese”. Agli 
        esperti di storia locale questo nome non sarà risultato nuovo; ed 
        infatti, l’idea dei protagonisti della nostra storia prevedeva 
        l’esplicito omaggio alla memoria della “Libera Filodrammatica 
        Gallaratese”, nata nel 1920 e scioltasi dopo soli due anni,con l’avvento 
        del fascismo.
 
 La nascita della nostra Compagnia (arricchitasi, nel frattempo, di 
        numerosi altri elementi, sì da contare, attualmente, circa trenta 
        componenti) non va però letta come un puro e semplice tentativo di 
        “Amarcord” giacché i suoi fondatori si sono, fin dall’inizio, prefissati 
        un obiettivo piuttosto particolare e, se vogliamo, ambizioso: portare 
        cioè sui palcoscenici del nord Italia il teatro napoletano, 
        rappresentando testi che spaziano da quelli classici di De Filippo a 
        quelli di autori minori quali Fayad, De Santis, Canzano, Di Maio. Per 
        rendere pienamente fruibile, anche dal pubblico lombardo, il suo ricco 
        repertorio, la filodrammatica ha, da subito, optato per una sorta di 
        “bilinguismo”: alcune rappresentazioni (su richiesta) vedono gli attori 
        recitare in vernacolo, per accontentare gli amanti di questo splendido 
        dialetto ed anche per valorizzare le radici partenopee di gran parte del 
        cast; altri spettacoli, e sono i più numerosi, sono invece proposti in 
        italiano, sia pur colorito e caratterizzato da alcune espressioni 
        dialettali comprensibili a tutte le latitudini e dall’inflessione 
        decisamente napoletana degli attori.
 
 Questi siamo noi, pieni di entusiasmo, animati dal sacro fuoco 
        dell’arte, desiderosi di offrire al nostro pubblico occasioni culturali 
        e di divertimento e di tenere viva e fare apprezzare la tradizione 
        teatrale della nostra ineguagliabile città.
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      | Sabato 20 novembre 2010_11_20 – ore 21.00Compagnia Armathan di Verona
 “Il nudo e la nuda”
 commedia brillante di Sami Fayad
 
       
        Regia di Marco CantieriUn uomo d’affari sempre in viaggio con amanti in ogni città. La moglie 
        un po’ svitata, o almeno così sembra. Il cognato, imbranato penalista 
        tutto casa e chiesa. Un losco figuro armato di pistola alla ricerca 
        della “roba”. Un professore d’astronomia che da sessant’anni aspetta di 
        scoprire la sua cometa. Due pezzi di figliola, ma… caspita, sono 
        bambole! Una vedova petulante in cerca di lavoro. Uno zio scienziato 
        pazzo che torna improvvisamente.
 La vita sembrava scorrere normalmente per Attilio e sua moglie Letizia, 
        fra le corna che la poveretta a sua insaputa da tempo portava e 
        l’ipocrisia di un rapporto inesistente, quando, ad un tratto, il ritorno 
        inaspettato dello zio provoca un cataclisma. Tutti gli ingredienti 
        finiscono shakerati nel frullatore della comicità creando un vortice di 
        equivoci e situazioni esilaranti che lieviteranno in maniera debordante 
        fino al momento della cottura finale: una sfornata ricca di gags e 
        risate e la miracolosa ed imprevedibile soluzione dell’ingarbugliata 
        vicenda.
 
 
       
       
        Note di RegiaLeggere questo testo ed assaporarne il gusto è stato assai piacevole!
 Sicuramente questa commedia non appartiene alla produzione più 
        conosciuta dell’autore napoletano e non è fra le più rappresentate. Ma 
        presenta un’architettura drammaturgica eccellente ed un ventaglio di 
        personaggi molto stimolanti dal punto di vista interpretativo.
 La ricerca creativa di situazioni che si muovano armoniosamente fra 
        parola e azione è stato il nostro fondamentale lavoro: questo, secondo 
        uno stile che ormai contraddistingue il nostro far teatro.
 La presenza di un sottotesto importantissimo mi ha spinto ad un totale 
        lavoro di valorizzazione dello stesso. E’ stato un impegnativo banco di 
        prova per gli attori che desiderano fortemente creare e non copiare ciò 
        che il regista propone.
 La scenografia, del tutto funzionale alla messa in scena, rispecchia nel 
        gioco cromatico l’irrealtà di una farsa che, in fondo, risulta una 
        visione metaforica della realtà.
 Colpiti quotidianamente da una comicità che fa della battuta il suo 
        punto di forza, trovare e valorizzare una comicità di situazione, che ha 
        nella tradizione partenopea le sue radici, è sempre e comunque una sfida 
        interessantissima.
 
       
       
        Nel 2010 Premio come Miglior Regia a Marco Cantieri e come Miglior 
        Attore non protagonista ad Edoardo Peduto al 6° Festival Nazionale 
        "Stalattite d'Oro" con lo spettacolo "Il nudo e la nuda"
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    | Dicembre 2010 |  
      | In attesa dell'ormai tradizionale Spettacolo di 
      Capodanno che, all'interno della Stagione del Teatro Moderno, chiuderà il 
      2010 con improvvisazioni e ricco buffet dopo lo spettacolo, ci fa piacere 
      comunicare che l'Associazione Culturale Il Mosaico, con la sua Compagnia 
      Teatrale Il Mosaico-Gli Anti Nati, ha ottenuto un altro brillante successo 
      nel 7° Concorso Nazionale di Teatro "Premio Comune di Vimodrone" a 
      Vimodrone (MI). Presentando uno dei suoi principali cavalli di battaglia, 
      "Il servitore di due padroni" di Carlo Goldoni,  
       ha ottenuto il premio come Miglior Spettacolo e Gian 
      Marco Marenghi, con il suo straordinario Arlecchino, è risultato il 
      Miglior Attore della manifestazione.  
       Queste sono state le motivazioni della giuria tecnica: 
      Miglior spettacolo: "La sfida con un classico spettacolo del Piccolo 
      Teaatro di Milano è stata vinta grazie ad un accurato lavoro 
      sull'affiatamento e la caratterizzazione dei personaggi. La scenografia 
      scarna ma funzionale è controbilanciata dalla ricerca attenta di costumi e 
      maschere del teatro goldoniano. La compagnia e lo spettacolo hanno il 
      grande merito di aver reso godibile e vivo per un pubblico popolare un 
      patrimonio italiano e misconosciuto rappresentato dalla Commedia 
      dell'Arte." Miglior attore: "Evitando il confronto improbo con gli 
      Arlecchini delle edizioni strehleriane, Gian Marco Marenghi ha costruito 
      un Arlecchino originale, un "agile paciarotto", sopratutto di buon senso. 
      Il servitore di due padroni si rivela, così, un curioso doppio padrone del 
      capolavoro goldoniano: dell'ingranaggio scenico e della morale popolare 
      della favola." CAST COMPLETO (in ordine di apparizione)
 I PERSONAGGI GLI INTERPRETI
 
 SMERALDINA Valentina Summa
 MIRANDOLINA Stefania Benassi
 CLARICE Elisa Piras
 SILVIO Michele Bianchi
 PANTALONE Siro Salvadeo
 DOTTOR LOMBARDI Roberto Puddu
 BRIGHELLA Fabrizio Orlandini
 ARLECCHINO Gian Marco Marenghi
 FEDERIGO/BEATRICE RASPONI Daniela Colombi
 CAVALIERE DI RIPAFRATTA Marco Cattaneo
 FLORINDO ARETUSI Pietro Gabba
 
 
 
 Riconoscimenti
 • 19 dicembre 2010 – 7° Premio “Città di Vimodrone” - Auditorium San 
      Remigio - Vimodrone (MI)
 Premio miglior spettacolo, Premio miglior attore protagonista (Gian Marco 
      Marenghi)
 • 25 novembre 2006 – 11° Festival Nazionale di Teatro “Città dei Fiori” - 
      Teatro Pacini - Pescia (PT)
 Premio miglior attore protagonista (Gian Marco Marenghi)
 • 15 marzo 2005 – Rassegna Itinerante F.I.T.A. Lombardia 2004-2005
 Premio miglior attore protagonista (Gian Marco Marenghi)
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        Spettacolo di Capodanno all'interno della stagione 
        del Teatro Moderno di Vigevano organizzata dall'Associazione Culturale 
        Il Mosaico.
 Con ancora nell'aria l'eco delle note del Concerto di Natale che ha 
        fatto registrare l'ennesimo esaurito di questo inizio di stagione al 
        Teatro Moderno, l'Associazione Culturale Il Mosaico presenta la sua 
        Compagnia Il Mosaico-Gli Anti Nati in
 "Improvvisa... mente il 2011 - 
        Inventiamo il Capodanno". 
         In questa edizione dell'ormai tradizionale 
        appuntamento di San Silvestro, sarà il pubblico a decidere cosa vuole 
        vedere: quale genere, quale storia, quanti attori, dove ambientare la 
        scena e tutto quanto fa... improvvisazione.Un Capodanno ancora una volta originale e innovativo, da vivere 
        all'insegna del teatro, del divertimento e delle canzoni dal vivo che 
        faranno da accompagnamento alle invenzioni degli attori. Poi, a 
        mezzanotte, brindisi e il solito ricco buffet!!!
 Si inizia alle 22.00!!!
 
 
 
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    | Gennaio 2011 |  
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        Sabato 22 gennaio 2011-01_22 ore 21.00 Dopo il grande successo dello Spettacolo di 
        Capodanno, la Stagione del Teatro Moderno riprende il suo cammino 
        abituale con una frizzante parodia di William Shakespeare: 
          "Giulietta e 
        Romeo... molto rumore per nulla"a cura della Compagnia L'Arsenale delle Apparizioni di Asti.
 parodia in due attidiretta da Fabio Fassio
 
  personaggi ed interpreti
 MONTECCHIO Antonio Muraca
 BENVOLIO Massimiliano Porzio
 ROMEO Stefano Orlando
 CAPULETO Dario Cirelli
 PARIDE Mirko Serpentino
 MONNA CAPULETI Simona Secoli
 BALIA Patrizia Camatel
 GIULIETTA Chiara Magliano
 MERCUZIO Matteo Campagnoli
 TEBALDO Massimo Barbero
 FRATE LORENZO Lucio Bosco
 FRATE GIOVANNI E CUPIDO Marco Elli
 
 SCENE Francesco Fassone
 LUCI Marco Burgher
 COSTUMI Laboratorio Stilistico Vezza
 PRODUZIONE Teatro degli acerbi
 L'Arsenale delle Apparizioni è l'emanazione della 
        Compagnia degli Acerbi, passata al professionismo da qualche anno e, pur 
        rimanendo formalmente in ambito amatoriale, ha mantenuto la 
        "professionalità" e la cura negli allestimenti e nella formazione degli 
        attori che contraddistinguevano il gruppo precedente.Ne risultano spettacoli di grande suggestione, coinvolgimento e sostanza 
        nei contenuti anche in contesti divertenti come quello di "Giulietta e 
        Romeo".
 La parodia ridicolizza, è vero, i temi portanti del dramma originale 
        (l’adolescenza non ascoltata, l’onore come giustificazione della 
        violenza, la prevaricazione e il sopruso come strumento di potere), ma 
        riuscendo a sottolinearli e a farli venire in primo piano, non a 
        nasconderli.
 Già la scorsa Stagione un'altra parodia Shakespeariana ("Tutto 
        Shakespeare" della Compagnia Ronzinante) era stato uno degli spettacoli 
        migliori e più apprezzati dal pubblico.
 Vi allego la presentazione della Compagnia e dello spettacolo più alcune 
        foto di scena.
 Sipario alle ore 21.00.
 NOTE DI REGIA
 Dopo il loro battesimo nel 1999 con “Il mistero baule di Mary 
        Shakespeare” e il grande successo della commedia musicale “Amleto in 
        salsa piccante” al quinto anno di repliche nazionali, gli Acerbi 
        proseguono il filone parodistico shakespeariano con un allestimento 
        suggestivo, corale e allegro.
 Una parodia classica che conserva in se, amplificandoli, i temi del 
        bardo di Stratford e che si propone di accentuarne altri 
        ridicolizzandoli: l’adolescenza non ascoltata, l’onore come 
        giustificazione della violenza, la prevaricazione e il sopruso come 
        strumento di potere.
 Nell’ambientazione evocativa e oscura di una Verona ridotta in macerie 
        si compie il dramma sdrammatizzato delle due famiglie rivali mentre i 
        temi d’amore sono accompagnati da un grottesco Cupido svolazzante.
 Le situazioni comiche si stemperano nella poesia dei dialoghi 
        shakespeariani per poi essere ribaltate da imprevisti colpi di scena.
 Giulietta è una smaliziata adolescente con un padre tiranno e una madre 
        svampita, Romeo, funereo e triste viene usato come cavia per le potenti 
        droghe di un frate negromante. (autentico deus ex machina di tutta la 
        vicenda).
 In un clima di baruffe continue la vicenda dei due innamorati viene 
        contrappuntata da una balia impicciona, un Mercuzio giullare, un 
        Benvolio logorroico: così i morti restano perennemente in agonia, le 
        pozioni non funzionano, gli innamorati disamorano, e alla fine non è la 
        morte a farla da padrona ma l’espediente, il finale a sorpresa.
 
 La storia si racconta da se, le suggestioni si perpetuano ed il tempo 
        scorre, inesorabile, mentre Romeo tergiversa ancora sotto un balcone 
        abusivo giurando “per la sacra luna…” noi, impazienti, con Giulietta 
        diciamo “Non giurare e prendi la scala…” (quella che conduce al palco di 
        un teatro).
 
 
 TRAMA
 
 Romeo è un adolescente funereo e triste con profonde occhiaie e sempre 
        afflitto da pene d’amore, non particolarmente brillante quando si tratta 
        di cogliere le occasioni amorose; dal canto suo Giulietta è una 
        smaliziata e concreta ragazzetta che si innamora dell’ingenuità del 
        dolce babbeo e lo invita inutilmente a salire sul balcone (abusivo, ma 
        condonato da una promessa di matrimonio tra Giulietta e l’effemminato 
        Paride, nipote del Principe della Scala). Capi delle opposte fazioni 
        l’iracondo e dispotico Capuleto, padre di Giulietta e 
        l’arteriosclerotico Montecchio che prende puntualmente fischi per 
        fiaschi aumentando in tal modo le dimensioni del baratro di 
        incomprensioni che condurrà al dramma finale.
 I due protagonisti sono attorniati da un esercito di parenti importuni e 
        attaccabrighe: primo fra tutti l’odiato cugino di Giulietta, il focoso 
        Tebaldo, una sorta di teppista sempre pronto alla rissa che ferisce a 
        morte, in duello, il logorroico Mercuzio, erudito e saccente amico del 
        pavido Romeo.
 Benvolio, cugino di Romeo cercherà, senza successo, di fare da paciere, 
        ma di fronte alle offese all’onore della sua casata sarà anch’egli 
        coinvolto in un tourbillon di duelli, offese, controffese e controduelli 
        che lasceranno sul campo, feriti a morte ma mai morti, Tebaldo e 
        Mercuzio…
 Autentico deus ex machina di tutta la vicenda sarà il Frate Lorenzo, 
        alchimista e creatore di pozioni di cui egli stesso ignora gli effetti, 
        a questo proposito suole usare come cavia il povero Giovanni, suo 
        novizio. L’astuto frate coglie l’occasione di questo amore per cercare 
        di appianare le rivalità fra Montecchi e Capuleti unendo i due giovani 
        in matrimonio, ma la prima notte di nozze, per un malinteso non troppo 
        fortuito, Romeo, in preda all’estasi mistica a causa di un funghetto che 
        il buon frate gli ha somministrato, giace nel letto con la prosperosa e 
        insoddisfatta balia di Giulietta vedova di ben 4 mariti e se ne innamora 
        perdutamente. Subito dopo viene cacciato dal Principe della città a 
        causa di una ennesima rissa nella quale non centrava per nulla essendo 
        egli ancora preda di allucinazioni e inneggiante slogan da “figlio dei 
        fiori”. Per riconquistare il suo amore e per non sposare Paride, su 
        consiglio del frate, Giulietta si finge morta grazie ad un potente falso 
        veleno (ma sarà poi tanto falso?); attraverso questo espediente lo 
        sposo, preso dal rimorso, accorrerà alla cripta dove ella giace 
        apparentemente morta. Intanto il frate, per far terminare le faide, ha 
        deciso di drogare entrambe le famiglie con il magico funghetto che 
        istilla “pace e amore” in chiunque lo mastica.
 I due sposi si incontrano al cimitero e decidono di fuggire insieme in 
        Danimarca, presso un compagno di studi di Romeo perché “C’è del marcio 
        in Italia”, ed in particolare a Verona. Invece dei due innamorati 
        troveranno posto, nella cripta, Tebaldo e Mercuzio, che, dopo una lunga 
        agonia durata giorni durante i quali si trascinavano per la città 
        annunciando la propria morte, provvidenzialmente spirano proprio al 
        cimitero.
 I due sposi se ne andranno felici e Capuleti e Montecchi, nonostante la 
        potente droga continueranno a combattersi perpetuando la tendenza 
        autodistruttiva del genere umano.
 
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    | Febbraio 2011 |  
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        Dopo le risate della parodia di William Shakespeare, 
        "Giulietta e Romeo... molto rumore per nulla", la Stagione del Teatro 
        Moderno prosegue con un altro appuntamento brillante. Sabato 12 febbraio 2011_02_12 Rumors di Neil Simon 
         Rumors è una delle commedie più conosciute e 
        rappresentate del grande commediografo americano, tipica della sua 
        produzione, nella quale le situazioni comiche velano appena il consueto 
        sguardo approfondito di Simon sui mali della società. In questo caso, i 
        vizi, le debolezze e le ipocrisie della "upper class" newyorkese.Sipario alle ore 21.00.
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    | Marzo 2011 |  
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      Sabato 19 marzo alle ore 21.00 e Domenica 20 marzo alle ore 16.00 
      
      
      Università per la Terza Età e il Tempo Libero di Vigevano (PV) 
      
      
      “La Regina in berlina” 
      
      
      favola brillante in rima di Sergio Tofano 
      
      
       “I vestiti nuovi dell'Imperatore” 
      
      
      commedia brillante di Gianni Rodari (da H.C. Andersen) 
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    | Aprile 2011 |  
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        l'Associazione Teatrale Il Mosaico, con la sua 
        Compagnia Il Mosaico-Gli Anti Nati, debutterà con il nuovo spettacolo, 
        Antigone di Jean Anouilh, nell'ambito della stagione del Teatro Moderno 
        di Vigevano sabato 2 aprile (ore 21.00), replicando sabato 9 (ore 21.00) 
        e domenica 10 (ore 16.00). 
        
        
        Sabato 2 aprile 2011_04_02 alle ore 21.00, Sabato 9 aprile 2011_04_09 alle ore 21.00  e Domenica 10 
        aprile 2011_04_10 alle ore 16.00!Compagnia 
        Teatrale Il Mosaico-Gli Anti Nati di Vigevano (PV)
 
        Antigone 
        di Jean 
        Anouilh 
         
        LO SPETTACOLO 
          
        Antigone è la figlia di Edipo e Giocasta, 
        regnanti di Tebe. Dopo il suicidio di Giocasta e l’esilio di Edipo, i 
        due fratelli di Antigone, Eteocle e Polinice, si uccidono a vicenda per 
        il trono di Tebe. Creonte, fratello di Giocasta e, come tale, il nuovo 
        re, decide di dare sepoltura solo ad Eteocle e non a Polinice, 
        considerato come un delinquente e traditore e promulga un editto secondo 
        cui chiunque seppellirà il corpo del rinnegato sarà punito con la morte. 
        Nessuno osa sfidare il re. Solo 
        Antigone, fragile ma ostinatamente idealista, rifiuta questa situazione 
        e, nonostante il divieto di suo zio, si reca sul luogo della tragedia 
        per seppellire il corpo del fratello. Con la sua umana pietà e 
        generosità vuole sfondare il muro delle leggi e della ragion di Stato. 
        Anche Ismene, la sorella, si rifiuta di 
        seguirla temendo per la sua vita. 
        Antigone viene colta in flagrante dalle 
        guardie del re e Creonte, dopo una lunga discussione con la nipote sullo 
        scopo dell'esistenza, si vede costretto a condannarla a morte per 
        rispetto della legge. La giovane, ribelle, non accetta i maturi consigli 
        di Creonte che vorrebbe tentare di salvarla dalla giustizia degli uomini 
        ricusando le testimonianze dei suoi soldati. Antigone sarà sepolta viva. 
        Ma quando la tomba viene sigillata, 
        Creonte apprende che suo figlio, Emone, fidanzato di Antigone, è rimasto 
        bloccato con la donna che ama. 
        Alla riapertura della tomba, Antigone si 
        impicca ed Emone, dopo aver manifestato tutto il suo disprezzo a suo 
        padre sputandogli in faccia, si apre il ventre con la spada. Desperata 
        per la scomparsa del figlio, anche Euridice, moglie di Creonte, si dà la 
        morte. 
          
        
        
         
         
         
        Quando Jean Anouilh scrisse l'Antigone 
        nel 1943 sullo sfondo della Francia soggiogata dall'occupazione tedesca 
        (la prima rappresentazione fu a Parigi un anno dopo), voleva 
        probabilmente raccontare, attraverso la tragedia di Sofocle, il dolore 
        per la lotta fratricida che si svolgeva sotto i suoi occhi: i francesi, 
        divisi tra collaborazionisti e antinazisti, si dilaniavano nel loro 
        paese, fratelli anch'essi contrapposti e sopraffatti dall'odio. 
        L'opera non differisce, nella storia, 
        dal testo originario di Sofocle. Gli adattamenti più evidenti riguardano 
        l’aspetto religioso, fattore chiave nella versione di Sofocle quasi 
        eliminato invece dall’autore francese che ha spostato l’attenzione dal 
        dualismo fra la Legge Divina contro la Legge dello Stato al conflitto 
        caratteriale e generazionale dei personaggi principali, Antigone e 
        Creonte. 
        E nella figura stessa di Creonte, che 
        Anouilh fa apparire come un uomo vittima della sua sovranità e delle 
        “controindicazioni” del potere, caratterizzato da certi sentimenti e 
        nobiltà d’animo, mentre in Sofocle è più simile ad un puro e semplice 
        spietato dittatore. Questo, probabilmente, anche nella consapevolezza di 
        dover sottoporre il dramma alla censura tedesca, convinto che agendo 
        altrimenti l’opera non sarebbe mai giunta alla seconda replica. 
          
          
        NOTE DI REGIA 
        Antigone è uno dei miti che più hanno 
        interessato studiosi e drammaturghi a partire da Sofocle che, a metà del 
        V secolo A.C., ha sistematizzato i racconti preesistenti sulla figlia di 
        Edipo. 
        Le tragiche vicende della stirpe 
        maledetta di Tebe è fortemente “teatrale” perché è un nodo di conflitti: 
        conflitto tra generazioni (giovani contro anziani), conflitto tra generi 
        (maschile contro femminile) e soprattutto conflitto tra ragion di Stato 
        e ragione del cuore (fedeltà alla famiglia o alla polis?). 
        Tra le varie versioni, quella del 
        francese Anouilh è stata scritta a Parigi durante l'occupazione nazista 
        e per questo potrebbe sembrare che privilegi la dimensione politica del 
        dramma; in realtà, la nostra lettura punta a rendere evidenti, oltre ai 
        conflitti già ricordati, quelli interiori. 
        Ogni personaggio è teso, spaccato, tra 
        polarità diverse, tra fedeltà disomogenee, in una situazione 
        modernissima che inevitabilmente rimanda al nostro frammentato 
        quotidiano. 
        Ancora una volta il mito proveniente 
        dall'abisso del passato parla alle nostre anime ed al nostro mondo. 
          
          
        NOTE SULL’AUTORE 
        Jean Anouile nacque a Cérisole, alla 
        periferia di Bordeaux, il 23 giugno 1910 in una famiglia di origini 
        basche. 
        Nel 1929 vide la luce il suo primo testo 
        teatrale, la farsa Humulus le muet, ma è solo nel 1932 che arrivò la sua 
        prima vera opera, L'Hermine (L'ermellino). Ottenne il suo primo grande 
        successo nel 1937 con l'opera Le voyageur sans bagage (Il viaggiatore 
        senza bagaglio. 
        Durante l'occupazione nazista, Anouilh 
        continuò a scrivere. Non prese una chiara posizione né per il 
        collaborazionismo né per la resistenza, ma pubblicò testi a contenuto 
        non politico nel giornale “Je suis partout” che aveva assunto un 
        orientamento collaborazionista. La cosa gli venne in seguito 
        rimproverata, alcuni avrebbero desiderato che il suo nome fosse sulle 
        liste nere dell'epurazione, ma nulla fu trovato contro di lui. 
        Del 1941 è Eurydice, prima tragedia 
        basata su un mito greco, che modernizza la leggenda di Orfeo. La sua più 
        celebre opera resta però Antigone, scritta nel 1943 come rielaborazione 
        della celebre Antigone di Sofocle e messa in scena per la prima volta 
        nel 1944. 
        Alla prima rappresentazione, tuttavia, 
        l'Antigone venne accolta dal pubblico molto freddamente. La critica si 
        divise, l'opera ebbe un'eco strana, ambigua: molti ritennero che 
        l'opera, mettendo in rilevo la figura del tiranno Creonte, sostenesse 
        una posizione favorevole all'occupante tedesco, spiegando in questa 
        maniera anche il perché la censura tedesca, stranamente, non avesse 
        colpito il testo. Altri, al contrario, difesero la tragedia 
        interpretando il rifiuto di Antigone di sottomettersi all'autorità come 
        un atto sovversivo. 
        Malgrado tale esordio poco felice, 
        l'Antigone è oggi unanimemente considerata dalla critica come il suo 
        capolavoro. 
          
        Anouilh fu uno scrittore dotato di 
        un'abilità unica che gli permise di realizzare un ampio spettro di 
        capolavori. Non sfociò mai nel teatro a tesi, ma diversificò le sue 
        creazioni dall'affresco alla satira passando per la tragedia, collocando 
        al primo posto il gioco teatrale. Le sue opere sono incentrate sul 
        conflitto tra sogno e realtà, tra possibile e impossibile, tra farsa e 
        tragedia, tra purezza e degrado: la scena è un luogo di conflitti e 
        indecisioni, nel quale i contrari si incontrano e i migliori rifiutano 
        il gioco della vita. 
        I testi, persino quelli più caricaturali 
        e farseschi, danno un'immagine pessimistica della natura umana, 
        tormentata dalla nostalgia per una purezza ormai perduta. Sotto 
        l'apparenza di uno scetticismo divertito si cela dunque un pessimismo 
        profondo. I protagonisti sono spesso messi di fronte alla dura scelta 
        fra la praticità dei compromessi e un inflessibile idealismo, come 
        avviene nel caso eclatante di Antigone. Ma i compromessi vengono 
        rifiutati e, con essi, la vita: la soluzione è la morte, oppure un 
        insostenibile rifugio nelle illusioni. L'amore deve affrontare la 
        durezza della realtà; il lieto fine è solo una favola. 
          
        Anouilh morì a Losanna il 3 ottobre del 
        1987. 
        
        http://concertodautunno.blogspot.com/2011/03/201104-2-antigone-in-arrivo-nella.html |  
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      | Sabato 16 aprile 2011_04_16 ore 21.00 
       
       JESUS CHRIST SUPERSTAR
 di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice
 Compagnia Teatrale La Goccia di Novara
 
      LO SPETTACOLO
 L'opera di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice è spesso definita come "il 
      musical che ha cambiato la storia del musical". La più nota opera di 
      musica Rock, scritta nel 1969 con testi liberamente tratti dai Vangeli di 
      Matteo, Marco e Luca, è partita come successo discografico, diventando in 
      seguito spettacolo teatrale e poi film, sempre con risultati straordinari 
      e guadagnandosi l’immortalità artistica del capolavoro.
 L'interpretazione luterana delle Scritture che ispira l'opera, con l'aurea 
      di predestinazione dei fatti accaduti (Giuda, accusato da Gesù del 
      tradimento, risponde "Sei Tu che vuoi che io lo faccia") fa sì che venga 
      riletta la storia del Messia e rivalutati alcuni personaggi 
      tradizionalmente negativi; il grandissimo dramma interiore che essi vivono 
      ed esprimono, pur non giustificando le loro azioni, li rende umani e 
      vicini a noi, permettendoci di comprenderli.
 Questa lettura dei Vangeli suscitò inizialmente dure reazioni nel mondo 
      cattolico e la polemica contribuì a dare una connotazione politica quasi 
      sovversiva al musical, ma anche tanta eco e interesse attorno ad esso. 
      Oggi, cambiato il periodo storico, restano delle melodie immortali che, 
      con il loro impatto estetico e la loro forza narrativa, suscitano sempre 
      grandissime emozioni. A trent'anni dalla sua nascita, Jesus Christ 
      Superstar racconta con una musica stupefacente la più affascinante delle 
      storie dell'uomo.
 
 COMPAGNIA TEATRALE LA GOCCIA (www.lagoccia.net)
 
 La Compagnia La Goccia di Novara nasce nel 1984.
 Attualmente è composta da circa 50 persone tra musicisti, solisti, 
      ballerini, coro, tecnici e comparse, tutti non professionisti, che si 
      esibiscono gratuitamente per aiutare persone ed enti che operano sia nel 
      Terzo Mondo che in Italia. La Compagnia è specializzata in musical, sempre 
      rigorosamente eseguiti dal vivo e, grazie al suo numeroso organico, è in 
      grado di proporre uno spettacolo a livello professionale con costi di 
      realizzazione molto contenuti. Gli spettacoli rispettano la versione 
      originale e sono eseguiti in versione integrale, con licenza d’uso 
      rilasciata dagli autori.
 Negli anni di attività della Compagnia sono stati raccolti fondi destinati 
      a micro-realizzazioni in Africa, ad associazioni che operano a favore dei 
      bisognosi, quali ANFASS, Centri Missionari, Centri di Assistenza e sono 
      state aperte adozioni a distanza.
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        Associazione Culturale Il MosaicoPROFILO ASSOCIATIVO
 L’Associazione Culturale Il Mosaico, oggi realtà 
        consolidata del panorama artistico e culturale non soltanto vigevanese, 
        vanta una già più che discreta storia. La Compagnia Teatrale Il Mosaico 
        nasce nel 1987 sotto l’egida della Parrocchia di San Pietro Martire, con 
        l’intento di alternare ad un repertorio brillante e di più facile presa 
        testi “impegnati”, a sfondo sociale e religioso. Uno dei princìpi 
        cardine della compagnia è la volontà di non fossilizzarsi su un genere, 
        spaziando dal drammatico al comico, dal brillante alla commedia 
        dell’arte. Trovano quindi spazio godibilissimi vaudeville accanto a 
        progetti più ambiziosi (offerti anche nella prestigiosa cornice del 
        Teatro Cagnoni) che riscuotono sempre maggiori consensi di pubblico e 
        critica. La volontà di uno “zoccolo duro” di attori – primo tra i quali 
        il fondatore, anima e cuore del Mosaico, Salvatore Poleo – permette alla 
        Compagnia quel salto di qualità che le consente di uscire dalla realtà 
        provinciale per mettersi alla prova su nuovi palcoscenici. L’adesione 
        alla FITA (Federazione Italiana Teatro Amatori) le apre le porte a 
        rassegne e concorsi in tutta Italia e al conseguimento di prestigiosi 
        riconoscimenti regionali e nazionali. Nel frattempo, con il crescere 
        degli impegni e l’esigenza di definire ruoli e cariche rappresentative, 
        la compagnia decide di costituire l’Associazione Culturale Il Mosaico. 
        All’inizio degli anni 2000, una seconda fondamentale svolta permette al 
        Mosaico di crescere ulteriormente: si perfeziona infatti il sodalizio 
        con un’altra importante compagine vigevanese, la Compagnia Gli Anti 
        Nati: il giovane ed energico gruppo nato nel 2000 e che nel 2004 entra a 
        pieno diritto nell’Associazione Culturale Il Mosaico. L’apporto dei 
        nuovi arrivati sarà fondamentale per le future realizzazioni 
        dell’Associazione, sia dal punto di vista tecnico e organizzativo, sia 
        per l’importante contributo attoriale che Gli Anti Nati sapranno 
        offrire. Associazione Culturale Il Mosaico 2 La fusione, anche con la 
        decisione di mantenere attivi i due nomi delle Compagnie per non perdere 
        il patrimonio di notorietà che entrambe si sono create negli anni su 
        tutto il territorio nazionale, è un riuscitissimo esempio dei risultati 
        che si possono raggiungere grazie all’unione delle forze contro la 
        tendenza all’isolamento e all’individualismo di molte realtà, non solo 
        in campo teatrale. La partecipazione a corsi di perfezionamento, tenuti 
        da professionisti, affina e consolida il valore del gruppo: possono 
        essere offerti al pubblico spettacoli di sempre maggior ambizione e 
        qualità (il frenetico e celeberrimo ”Rumori fuori scena” su tutti), 
        contando su un rigore interpretativo e, al contempo, su di una 
        versatilità tali da far diventare oggi le due Compagnie tra le realtà 
        teatrali più apprezzate e richieste, anche al di fuori dei confini 
        regionali. L’Associazione, impegnata nell’organizzazione della Stagione 
        del Teatro Moderno e in numerose altre iniziative in collaborazione con 
        il Comune e altri enti cittadini, si propone come secondo polo culturale 
        nell’area vigevanese. In questo spirito di collaborazione con le altre 
        realtà territoriali nasce il sodalizio con l’Università per il tempo 
        libero e la terza età, che dal 1 gennaio 2009 entra a tutti gli effetti 
        nell’associazione. |  
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