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LA SITUAZIONE: Qualche perplessità dai genitori
"sarà davvero la scelta miglior La cosa più urgente è aggiornare uno
Statuto superato |
In questi giorni è venuta in redazione una
rappresentanza dei genitori degli allievi dell’Istituto musicale Costa
per esprimere le loro preoccupazioni sul destino della civica
istituzione. Qualche tempo fa il nostro giornale, in una intervista
all’assessore alla Cultura Antonio Prati, raccolse la volontà politica
sua e dell’amministrazione per il mantenimento dello stesso Costa per la
piena continuità dell’attività didattica e musicale, sia pure con
qualche aggiustamento di carattere tecnico ed organizzativo.
Ed è proprio su questo aspetto che i genitori manifestano più di un
dubbio, su come sarà possibili continuare di fronte ad un passivo che si
aggira attorno ai 200 mila euro annuali. Messi a confronto costi e
benefici, ricavi e sacrifici la prima volontà espressa dal Comune è il
cambiamento di sede per approdare all’Istituto Roncalli. Con questa
scelta si pensa di risparmiare un affitto di 30 mila euro anno.
La rappresentanza dei genitori esprime un proprio parere contrario
sul trasferimento di questa sede. Nonostante le spese da sostenere per
l’adeguamento delle aule (in numero inferiore alle 12 offerte oggi
dall’Istituto Negrone), e alle spese di insonorizzazione delle pareti,
nei mesi primaverili, quando si terranno necessariamente le finestre
aperte per il caldo dell’aria, le lezioni di strumenti a percussione
invaderanno parte della via del Popolo e della via Boldrini recando
disturbo agli abitanti. A meno che non si provveda anche all’impianto di
condizionamento dell’aria.
C’è anche dell’altro, dicono i genitori: ad esempio lo statuto, che
risale al 1952 e che in tanti punti è completamente superato da norme e
leggi vigenti, e dai programmi di studio previsti dallo Stato. E, ancora
ad esempio, la Commissione di Vigilanza che non è più stata rinnovata
dall’amministrazione comunale dall’anno 2000.
All’articolo 13 dello statuto vi è un elenco di corsi inferiore e
quello che si è consolidato con il tempo. Infatti è stata istituita la
sezione di musica moderna che comprende i corsi di canto moderno e jazz,
chitarra elettrica, basso elettrico, saxofono e musica d’assieme jazz,
tastiera elettronica, batteria e percussioni. Questi corsi sono
frequentati da 57 allievi. È attiva una band composta da insegnanti,
allievi, ex allievi che esegue concerti un po’ in tutta Italia. È
inoltre stato istituito un corso propedeutico alla musica per bambini di
5-6 anni.
Gli articoli 14 e 15 riguardanti i rapporti di lavoro fra Comune e
docenti sono superati dalle leggi dello stato attualmente in vigore.
L’articolo 21 non può più essere tenuto in considerazione perché
superato dai programmi vigenti nei Licei Musicali statali e nei
Conservatori. E infine l’articolo 27, dove si elenca la durata dei
corsi: questa non corrisponde più a quella dei Conservatori.
La rappresentanza dei genitori degli allievi dell’Istituto Costa, è
un occhio attento e vigile in modo spontaneo sulla conduzione di questa
antica scuola e rappresenta la passione per questa arte. Sono
soddisfatti degli insegnanti, delle tecniche di insegnamento e dei corsi
che coprono l’intera area della formazione culturale musicale. |
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"Il Costa non chiude" 19 gennaio 2006 |
"i tagli ci saranno ed anche pesanti, ma questa ed
altre istituzioni non si toccano" Prati: "i tagli ci saranno ed anche
pesanti, ma questa ed altre istituzioni non si toccano"
Istituto Costa (ed altre istituzioni culturali cittadine in genere),
anno zero. La Legge finanziaria per il 2006 - definitivamente approvata
nel dicembre scorso dal Parlamento - ha scaricato sulle amministrazioni
locali un bel fardello, tagliando drasticamente le risorse in molti
settori.
E la cultura rischia di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di
ferro (intendendo i settori più vitali, neppure essi per la verità al
riparo da rischi).
Già nelle settimane a ridosso delle festività natalizie - e alla luce
delle linee della Finanziaria - in città erano iniziate a circolare le
voci più pessimistiche, compresa anche quella di una cessazione
dell’attività, dopo quasi 130 anni, dello stesso Istituto Costa.
In questi giorni la giunta sta mettedo a punto il bilancio per il
2006, ed in Municipio si susseguono le riunioni tecniche e politiche per
far quadrare le cifre. Quali sono, dunque, le intenzioni e gli
orientamenti? L’Informatore lo ha chiesto alla fonte più direttamente
interessata, l’assessore alla Cultura.
- Assessore Prati, circolano voci sull’Istituto Civico Musicale
"Luigi Costa" piuttosto pesanti. Si dice che a seguito dell’applicazione
della finanziaria 2006 ci saranno delle vere ghigliottinate alla sezione
Cultura. C’è chi pensa a tagli e ridimensionamenti e chi addirittura
alla soppressione della stessa Istituzione. Tra gli insegnanti serpeggia
una certa inquietudine e incertezza sul futuro. Cosa ci può dire al
riguardo?
"Personalmente non ho mai dato corpo alle voci, perché lasciano il
tempo che trovano. Una decisione della soppressione dell’Istituto deve
avvenire con una decisione della giunta su indicazione del sottoscritto;
lei sta parlando con il diretto responsabile, e mi auguro - mentre
confermo che il Costa non cesserà l’attività e non chiude, anzi andrà
avanti nella sua missione culturale - che le voci siano smentite".
- Prendiamo atto della sua affermazione e possiamo testimoniare, come
giornale, che la sua volontà è quella di mantenere in vita
l’istituzione. Ma attorno ai tagli?
"Sappiamo che i tagli ci saranno, anche pesanti, ma Istituto Costa e
Teatro Cagnoni sono due strutture di cui la città non può privarsi e
delle quali l’assessore alla Cultura non vuol privare la città. Penso di
esser stato chiaro al proposito. Se poi si renderanno necessari alcuni
ritocchi questi verranno visti e valutati".
– Per esempio? Che tipo di ritocchi si possono fare al Costa?
"Se alcuni corsi hanno pochissimi allievi e altri ne hanno di più,
allora bisognerà verificare questo stato dell’arte e potenziare alcuni
corsi rispetto ad altri".
– E per il corpo insegnanti ?
"Il problema non è mio, in quanto io sovrintendo l’Istituto, constato
cosa va e cosa non va e intervengo su quello che non va Quindi smentisco
che il Costa verrà chiuso e continuerà la sua attività. Aggiungo che
stiamo tentando di incrementarla, per rendere il Costa più attuale, più
vicino ad un insegnamento aggiornato con l’adeguamento degli strumenti
Se per cento anni l’insegnamento al Costa è rimasto tradizionale, oggi
le cose sono mutate Prevedo una riorganizzazione, questa sì, perché da
50 anni a sta parte i mutamenti sono avvenuti anche nella musicologia e
non possiamo rimanere fermi".
– Ha previsto, assieme all’aggiornamento artistico, anche una diversa
sede dell’Istituto ?
"Stiamo esaminando la possibilità di trovare assieme all’indirizzo di
studi anche un posto adeguato per l’Istituto. Io ho un sogno nel
cassetto. La possibilità di trasferire il Costa all’Istituto Roncalli.
Perché lo chiamo sogno? Perché non so se sarà realizzabile e se sarà
realizzabile in tempi brevi. Perché ho pensato al Roncalli? Per prima
cosa l’accostamento di due tradizioni vigevanesi: Costa e Roncalli. e
seconda cosa la vicinanza al Castello".
– Senta assessore. Tra le voci abbiamo sentito che il Costa potrebbe
trovare sede anche nella vecchia area del Macello, assieme a qualche
altra attività museale ?
"No. Non abbiamo preso in considerazione questa area. Stiamo pensando
al Roncalli, sede prestigiosa e vicina al Castello, con tutto quanto può
offrire questo centro storico sotto il profilo museale,
Ma di questo parleremo più avanti. Per ora limitiamoci a confermare:
il Costa va avanti". |
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Costa, un concerto di polemiche 21 luglio 2006
Mozione urgente dell’Ulivo che contesta il trasferimento a Palazzo
Roncalli: state confinando l’istituto in una sede che disporrà del 50%
dello spazio attuale |
Non s’ha da fare. Così sul trasferimento
dell’istituto musicale "Costa" al Roncalli, si scatena un vero e proprio
concerto di polemiche. Con le forze di centrosinistra che nei giorni
scorsi hanno presentato una mozione urgente - firmata da Carlo Pizzi,
Valerio Bonecchi e Lucia Rossi - da discutere nel prossimo consiglio
comunale. Con tutta probabilità nella serata di giovedì della prossima
settimana. Il Costa resta quindi la nota dolente, con la bufera
politica pronta a scatenarsi sulla scelta di traslocare lo storico
istituto musicale cittadino, dall’attuale sede all’interno del Negrone
in corso Milano, a Palazzo Roncalli. Una decisione, sostengono i
firmatari della mozione "che ci sembra il frutto di un esercizio poco
democratico del potere", supportata per giunta "da dati tecnici
risibili" e che "assume contorni assurdi, al limite del surreale, per
ciò che riguarda le motivazioni addotte a sostegno del progetto".
Secondo l’Ulivo, "al di là delle specifiche competenze dei singoli
organi istituzionali, appare sicuramente poco democratico che una
decisione che riguarda un Istituto a cui da molti decenni è stato
affidato l’onere di divulgare la cultura musicale nella nostra città
(attività peraltro svolta con professionalità e passione, comprovate
dall’ottenimento di risultati concreti, nonostante le sempre più scarse
risorse finanziarie disponibili), venga presa da un organo esecutivo
come la giunta, senza sentire il bisogno di allargare il dibattito al
consesso che rappresenta tutte le istanze della città, vale a dire il
Consiglio comunale".
E il caso finirà in aula, come abbiamo visto. Con una serie di
contestazioni che i firmatari della mozione muovono alla maggioranza,
perché "sul piano tecnico-localizzativo" delle delibere assunte,
unitamente "alle interviste rilasciate dai responsabili del progetto ai
giornali, si è arrivati ad affermare l’inverosimile in modo veramente
imbarazzante". Come? "Oltre a praticare un illusionismo poco divertente
sul numero e sulla tipologia delle aule che verranno reperite nella
nuova sede, si nega il fatto che con il trasferimento si passerebbe da
una superficie attualmente disponibile di oltre 800 mq., ad una di 400
mq. reperita negli stabili di via Boldrini". Senza dimenticare
"l’inadeguatezza di alcuni spazi didattici ricavati nel sottotetto e la
ridotta dimensione della sala delle manifestazioni".
A questi fattori, per l’Ulivo, occorre aggiungere "le difficoltà
viabilistiche di accesso alla nuova sede, unite all’assenza di parcheggi
idonei in loco. A questo proposito è preoccupante che la giunta non
abbia tenuto conto del fatto che la maggior parte dei frequentatori
dell’istituto è rappresentato da bambini o ragazzi in età scolare che
vengono portati a lezione in auto dai genitori", con conseguenze quindi
di appesantimento del traffico esistente in quella zona. Ultima
questione le spese di gestione "e il peggioramento rispetto alla
situazione attuale: basta mettere a confronto gli attuali 28 mila euro
di affitto annuo che l’Istituto paga, contro i 50 mila euro di affitto
che si andrà a versare alla Fondazione per un periodo concordato non
inferiore ai 30 anni". Dove sono, secondo l’Ulivo, le condizioni
contenute nelle delibera che sancisce il via libera al trasferimento del
Costa per dare "all’istituto una sede più idonea di quella attuale",
"risparmiare sulle spese di gestione" e "rilanciare l’attività
dell’Istituto senza tener conto che proprio in questi anni ha raggiunto
il massimo storico delle iscrizioni"? Secondo l’opposizione, con questa
scelta della maggioranza, si "confina l’Istituto in una sede nella quale
disporrà del 50% in meno dello spazio", si "spende quasi il doppio di
affitto" e si affronteranno "spese di gestione ingentissime di
adeguamento dell’immobile, soprattutto per quanto concerne i lavori di
insonorizzazione".
L’Ulivo chiede infine che "vengano sospese le procedure
tecnico-amministrative finalizzate al trasferimento dell’Istituto
Musicale Costa dalla sede attuale di corso Milano agli stabili della
Fondazione Roncalli" e che l’intera questione, "con tutti i suoi
risvolti, venga sottoposta alla verifica ed al voto del consiglio
comunale". |
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Costa: trasferimento "congelato" 3 agosto 2006
E il direttore Fossati ribadisce: via del Popolo non è la sede adatta,
meglio il Besozzi |
È stato tra i primi ad arrivare giovedì sera e
prendere posto nelle prime file, nella parte della sala riservata al
pubblico. Un "viaggio a vuoto" quello del professor Benedetto Fossati
nella foto, direttore del Costa, visto che la mozione sul trasloco del
civico istituto musicale è slittata a settembre. Un rinvio che non
contribuisce certo a fare chiarezza sulla questione, visto che la
partita è apertissima e si annuncia uno scontro politico non di poco
conto, tra coloro che vorrebbero il Costa a Palazzo Roncalli e chi
invece vede in via del Popolo l’ubicazione meno opportuna per il civico
istituto musicale E tra questi ultimi c’è pure il professor Fossati.
Che mette in evidenza i freddi numeri: al Negrone oggi ci sono 850 metri
quadri, contro i 445 del Roncalli. "Occorre tenere presente - afferma il
direttore - che oggi l’istituto, con i suoi 195 allievi e un corpo
insegnanti di 21 unità, è al massimo della sua espansione. In alcune
occasioni, al Negrone, proprio per ragioni di spazio, siamo stati
costretti a tenere delle lezioni nel corridoio oppure in Biblioteca".
Che succederà quindi al Roncalli? "A metà dicembre dello scorso anno -
prosegue - ho avuto un incontro con Ravasi, presidente del Roncalli,
proprio allo scopo di far conoscere le esigenze del nostro istituto. In
quella occasione feci presente che occorrevano almeno 12-13 aule, oltre
ai locali per la direzione, la segreteria e la nostra Biblioteca, senza
dubbio una delle più importanti visto che da più parti ci chiedono
fotocopie di spartiti". Un incontro prima della fine dell’anno, poi il
silenzio.
Interrotto da Fossati nel marzo scorso, quando dal Costa partì una
missiva firmata dal direttore e indirizzata a sindaco ed assessore alla
cultura. Una lettera nella quale Fossati evidenziava la contrarietà al
trasferimento al Roncalli, "situato in pieno centro storico e parecchie
sue mura sono in comune con abitazioni circostanti. Nessuna
insonorizzazione - scriveva Fossati - potrà attenuare la quantità di
suono emessa da sei, sette ore continue di saxofono, batteria e jazz
band. Già ora, quando nella sala ‘800 del Roncalli si prova per qualche
concerto, i suoni sono percepiti in via del Popolo, via Boldrini e corso
Repubblica: figuriamoci se poi 195 allievi frequentanti più di una volta
la settimana, fanno lezione tutti i pomeriggi e spesso sino alle 23".
Senza contare poi il disagio per i genitori che accompagnano i
ragazzi a lezione. "Abbiamo corsi con bambini di 5-6 anni di età o
allievi con strumenti ingombranti: dove parcheggia chi li accompagna,
come possono i genitori accompagnarli all’istituto quando non sanno dove
parcheggiare?". Fossati poneva poi dubbi sul risparmio per il Comune di
Vigevano: 50 mila euro annui al Roncalli contro i 28 attualmente pagati
al Negrone.
"Nel progetto preliminare in nostro possesso e che abbiamo anche
faticato per ottenere - prosegue il direttore del Costa - sono previste
10 aule. Al piano terra direzione e segreteria, tre aule al primo piano
e sette al secondo". Ma in consiglio si è parlato anche dell’utilizzo
dei locali del sottotetto. "Ma quello spazio, con travi a vista,
potrebbe andare bene per l’atelier di un pittore... Quelle non sono
aule, al punto che nello stesso progetto preliminare quello spazio viene
indicato come "deposito" o "ripostiglio". E le restanti aule, tranne un
paio, sono decisamente piccole: dove faremo le prove con quintetti e
sestetti? E l’orchestra jazz dove proverà? Ci serve una sala da almeno
80 mq. Certo, ci dicono che al Roncalli c’è la Sala dell’Ottocento, ma
potrà "portare" più di cento persone? La soluzione - conclude Fossati -
potrebbe essere rappresentata dal Besozzi, una volta trasferita la media
nella nuova sede di viale dei Mille: lì non esistono problemi di
parcheggio, ci sono ampi spazi a disposizione e soprattutto non creeremo
alcun tipo di disturbo ai vicini. E siamo in una proprietà comunale". |
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Fondazione Roncalli, conti in rosso 3 agosto 2006
Si parla di un deficit "ereditato" che ammonterebbe a decine di migliaia
di euro, Il presidente conferma lo stato di sofferenza: "al momento
opportuno dirò tutto" |
Conti in rosso. E con un saldo negativo decisamente
allarmante che ammonterebbe - qualcuno ipotizza poco meno di mezzo
miliardo delle vecchie lire - a diverse decine di migliaia di euro. Una
situazione che l’attuale consiglio di amministrazione della Fondazione
Roncalli avrebbe ereditato dalla precedente gestione, quindi addirittura
sei anni fa. E che si sarebbe trascinata sino ai nostri giorni, frutto
- così si apprende, anche se nessuno ha molta voglia di parlare di
queste vicende - di dimenticanze in termini di versamenti di contributi
per i dipendenti in carico al Roncalli e per tasse mai pagate. Si dice
che nei cassetti ci sarebbe pure una cartella esattoriale che
supererebbe da sola i 100 mila euro per Ici non versata al Comune.
Conti in rosso e futuro incerto. Al punto che oggi la "grana"
Roncalli sembra sul punto di esplodere, legata a doppio nodo con la
scelta dell’amministrazione di "congelare" il trasferimento all’interno
del complesso di via del Popolo del civico istituto musicale "Costa",
soluzione che avrebbe consentito alla Fondazione di incamerare 50 mila
euro annui di affitto. Una risorsa importante per fare in modo di
ripianare il deficit della Fondazione entro pochi anni.
I conti non tornano, la bomba - e non solo sotto il profilo politico
- è sul punto di esplodere, ma al momento il presidente della
Fondazione, Giancarlo Ravasi, esponente di Forza Italia, preferisce
evitare i taccuini. "Diciamo che tutto ruota intorno al Costa: quella
soluzione ci consentirebbe di ottenere le risorse per avviare la
ristrutturazione del Palazzo e incamerare un affitto necessario per
proseguire nella gestione". Quindi significa che sono vere le voci che
parlano di un deficit di almeno 200-250 mila euro. "Non confermo alcuna
cifra. Dico solo che esiste una situazione di sofferenza, di difficoltà
economica creata dalla precedente gestione che ci siamo trovati in
eredità da gestire. Al momento opportuno parlerò in modo dettagliato di
tutta la situazione". E il momento opportuno potrebbe essere il prossimo
settembre, quando si avrà il quadro della vicenda-Costa, se il civico
istituto musicale si trasferirà in via del Popolo oppure no. Nel
frattempo le voci si rincorrono e le difficoltà della Fondazione stanno
diventando di dominio pubblico. "Non voglio sollevare alcun polverone -
continua Ravasi - di certo, se non arriverà il Costa, occorrerà trovare
una soluzione alternativa che ci permetta di incamerare un affitto di
50-60 mila euro annui necessario per ripianare i debiti che si
chiuderanno entro il 2010. Se non ci sarà nulla - conclude il presidente
della Fondazione - tutti, maggioranza e opposizione, dovranno essere
consapevoli di fare arrivare al Roncalli 60 mila euro all’anno sino al
2010.
Di più, al momento, non aggiungo. Se non che l’intero consiglio di
amministrazione, presidente compreso, ha già firmato in bianco la
lettera di dimissioni perché non vuole essere responsabile di atti
compiuti da altri in passato". |
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Il Costa, dopo centoventotto anni di storia,
rischia di chiudere i battenti? Forse.
E forse il punto interrogativo è solo un
espediente grammaticale per impedire il ricorso al titolo “gridato”: il
Costa chiude. E, a quel che si sussurra nei corridoi delle stanze che
ospitano (in modo inadeguato, ma questa è un’altra storia che vedremo
dopo) il civico istituto musicale ducale, il rischio di chiusura non è
connesso soltanto a problemi finanziari. Fosse così potrebbe bastare un
colpo di reni dell’amministrazione cittadina per sanare un bilancio per
sua natura, come spesso accade nel campo culturale, deficitario.
Il rischio di chiusura è legato
ad un istituto che si trova dopo tanti anni alla ricerca di un suo
ruolo. Ed è la difficoltà di tale ricerca a segnalare il rischio
di chiusura.
L’istituto vigevanese, nel tentativo di trovare una strada per
continuare la sua storia ultracentenaria, trova davanti a sé un masso
che si chiama “Vittadini”: l’istituto musicale pavese cinque volte più
grande che ha chiesto ed ottenuto la parificazione.
Il Costa, invece, nato per
promuovere la cultura musicale nelle classi popolari, non ha più un suo
ruolo. O, per lo meno, non lo ha più in una
dimensione sovraterritoriale.
E si trova perciò alla ricerca di un modello da seguire che, però, non
può essere rappresentato né dal Vittadini né dal liceo musicale di
Varese, tanto per fare due esempi. Il Costa, inutile cercare di
nasconderlo, è un istituto in difficoltà, non ha più un ruolo in città,
non ha un numero sufficiente di allievi, costa troppo con le spese al di
sopra del disponibile. Si corre il rischio che quello in corso sia
l’ultimo anno e che a settembre non sia più necessario trovare una sede
più idonea (e soprattutto meno cara) ad una scuola che non ci sarà più.
Dopo 128 anni! Una vera tragedia.
Ma non del tutto inaspettata. Nel recente passato al calo degli allievi
si è cercato di fare fronte prendendo come punto di riferimento un
calcolo pluriennale che teneva conto anche degli anni a più elevata
frequenza. Si riusciva così a narcotizzare un calo di studenti che
minava alla base i bilanci. A
questo si aggiunga la scelta di avere pochi insegnanti di ruolo e molti
contrattisti. In più molti di questi arrivavano da fuori città. E
non si muovevano per poche ore.
Per tradurla in soldoni non diminuivano le ore di insegnamento, ma gli
allievi sì. E ora il giocattolo rischia di rompersi. Negli ultimi
anni il Costa non è riuscito a rispondere alle esigenze della città ed
ora, con l’entrata in vigore
della riforma dei conservatori che non ammettono più la figura degli
studenti privatisti, vede annullata la sua vecchia concezione.
Per dirla fuori dai denti così com’è il Costa non serve più. Ma prima di
buttare dalla finestra più di un secolo di storia c’è da verificare la
possibilità di ripensare le scelte del Costa elaborando un progetto che
potrebbe nascere dalla collaborazione delle (non moltissime ma in numero
sufficiente) persone vigevanesi in possesso delle qualità per farlo.
Il salvataggio del Costa potrebbe portare anche a quello di un’altra
realtà che ha scritto pagine importanti nella storia culturale
cittadina:
l’orchestra dell’istituto.
Chi a Vigevano, soprattutto in una fascia d’età
adulta, non ha nella propria memoria l’attesa e poi la gioia di
assistere al concerto di natale che veniva offerto dall’orchestra alla
città nella magnificenza del Cagnoni? Nel corso degli anni si è
assistito ad una derubricazione
dell’avvenimento. Dal Cagnoni a San Francesco, all’auditorium del
Ribecchi. Per finire, quest’anno, con il concerto
dell’associazione musicale Ensemble Costa che si è esibita a San Pietro
Martire. Ma che nulla ha a che vedere col l’Orchestra (fondamentale la
maiuscola) del Costa.
Quest’ultima,
come ricorda Mario Mainino sul
suo sito web, è nata nel 1968 per iniziativa di docenti ed
allievi dell'Istituto con la collaborazione di alcuni strumentisti
vigevanesi non professionisti ma di buoni studi musicali. Nel corso
degli anni ha progressivamente esteso sia il suo repertorio sia la sua
attività eseguendo tanti concerti in città della Lombardia e Piemonte,
collaborando con numerosi solisti ed avendo come direttori vari maestri.
Nel gennaio 1988 è stata invitata dall'Assessorato alla Cultura per il
comprensorio di Trento a tenere quattro concerti in Trentino Alto Adige
(in quella occasione ha assunto il nome di "Orchestra Città di
Vigevano").
Nel novembre 1989 ha tenuto il concerto inaugurale della stagione
concertistica del Museo del Teatro alla Scala di Milano presso il
ridotto della Scala.
L’Orchestra ha poi conosciuto un momento veramente magico mentre a
guidare le sorti del Costa c’era
Alessandro Sangiorgi. Risale al 2001 la prima esecuzione in tempi
moderni dell’opera di Tommaso
Traetta “Il cavaliere errante” ospitata dalla Sala Crespi di Cerano
con in primo piano i musicisti dell’Orchestra Città di Vigevano.
Non sarebbe il caso di ripensare a iniziative simili che possono
permettere l’inserimento, a costi contenuti ma con pari dignità
artistica, di appuntamenti con l’opera nella stagione del Cagnoni?
Già. Il Cagnoni.
Là dove con l’emozione del debutto davanti al
pubblico i giovani studenti del Costa si esibivano davanti ad amici e
parenti nei saggi di fine anno. Una tradizione che non è venuta meno, ma
che è stata confinata in una sede assolutamente inadeguata (uno stanzone
al Negrone), per giunta con l’accompagnamento (d’estate le finestre non
si possono tenere chiuse) delle urla dei giovani calciatori che
utilizzano anche loro la struttura di corso Milano.
Ma forse tutto questo potrà essere un brutto ricordo, il Costa potrà
avere una sede adeguata e ritrovare un ruolo…se non chiuderà i battenti!
Ezio Sartoris |
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