Istituto Musicale "Luigi Costa"
Vigevano

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LA SITUAZIONE: Qualche perplessità dai genitori "sarà davvero la scelta miglior La cosa più urgente è aggiornare uno Statuto superato
In questi giorni è venuta in redazione una rappresentanza dei genitori degli allievi dell’Istituto musicale Costa per esprimere le loro preoccupazioni sul destino della civica istituzione.

Qualche tempo fa il nostro giornale, in una intervista all’assessore alla Cultura Antonio Prati, raccolse la volontà politica sua e dell’amministrazione per il mantenimento dello stesso Costa per la piena continuità dell’attività didattica e musicale, sia pure con qualche aggiustamento di carattere tecnico ed organizzativo.

Ed è proprio su questo aspetto che i genitori manifestano più di un dubbio, su come sarà possibili continuare di fronte ad un passivo che si aggira attorno ai 200 mila euro annuali. Messi a confronto costi e benefici, ricavi e sacrifici la prima volontà espressa dal Comune è il cambiamento di sede per approdare all’Istituto Roncalli. Con questa scelta si pensa di risparmiare un affitto di 30 mila euro anno.

La rappresentanza dei genitori esprime un proprio parere contrario sul trasferimento di questa sede. Nonostante le spese da sostenere per l’adeguamento delle aule (in numero inferiore alle 12 offerte oggi dall’Istituto Negrone), e alle spese di insonorizzazione delle pareti, nei mesi primaverili, quando si terranno necessariamente le finestre aperte per il caldo dell’aria, le lezioni di strumenti a percussione invaderanno parte della via del Popolo e della via Boldrini recando disturbo agli abitanti. A meno che non si provveda anche all’impianto di condizionamento dell’aria.

C’è anche dell’altro, dicono i genitori: ad esempio lo statuto, che risale al 1952 e che in tanti punti è completamente superato da norme e leggi vigenti, e dai programmi di studio previsti dallo Stato. E, ancora ad esempio, la Commissione di Vigilanza che non è più stata rinnovata dall’amministrazione comunale dall’anno 2000.

All’articolo 13 dello statuto vi è un elenco di corsi inferiore e quello che si è consolidato con il tempo. Infatti è stata istituita la sezione di musica moderna che comprende i corsi di canto moderno e jazz, chitarra elettrica, basso elettrico, saxofono e musica d’assieme jazz, tastiera elettronica, batteria e percussioni. Questi corsi sono frequentati da 57 allievi. È attiva una band composta da insegnanti, allievi, ex allievi che esegue concerti un po’ in tutta Italia. È inoltre stato istituito un corso propedeutico alla musica per bambini di 5-6 anni.

Gli articoli 14 e 15 riguardanti i rapporti di lavoro fra Comune e docenti sono superati dalle leggi dello stato attualmente in vigore. L’articolo 21 non può più essere tenuto in considerazione perché superato dai programmi vigenti nei Licei Musicali statali e nei Conservatori. E infine l’articolo 27, dove si elenca la durata dei corsi: questa non corrisponde più a quella dei Conservatori.

La rappresentanza dei genitori degli allievi dell’Istituto Costa, è un occhio attento e vigile in modo spontaneo sulla conduzione di questa antica scuola e rappresenta la passione per questa arte. Sono soddisfatti degli insegnanti, delle tecniche di insegnamento e dei corsi che coprono l’intera area della formazione culturale musicale.

"Il Costa non chiude" 19 gennaio 2006
"i tagli ci saranno ed anche pesanti, ma questa ed altre istituzioni non si toccano"

Prati: "i tagli ci saranno ed anche pesanti, ma questa ed altre istituzioni non si toccano"

Istituto Costa (ed altre istituzioni culturali cittadine in genere), anno zero. La Legge finanziaria per il 2006 - definitivamente approvata nel dicembre scorso dal Parlamento - ha scaricato sulle amministrazioni locali un bel fardello, tagliando drasticamente le risorse in molti settori.

E la cultura rischia di fare la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro (intendendo i settori più vitali, neppure essi per la verità al riparo da rischi).

Già nelle settimane a ridosso delle festività natalizie - e alla luce delle linee della Finanziaria - in città erano iniziate a circolare le voci più pessimistiche, compresa anche quella di una cessazione dell’attività, dopo quasi 130 anni, dello stesso Istituto Costa.

In questi giorni la giunta sta mettedo a punto il bilancio per il 2006, ed in Municipio si susseguono le riunioni tecniche e politiche per far quadrare le cifre. Quali sono, dunque, le intenzioni e gli orientamenti? L’Informatore lo ha chiesto alla fonte più direttamente interessata, l’assessore alla Cultura.

- Assessore Prati, circolano voci sull’Istituto Civico Musicale "Luigi Costa" piuttosto pesanti. Si dice che a seguito dell’applicazione della finanziaria 2006 ci saranno delle vere ghigliottinate alla sezione Cultura. C’è chi pensa a tagli e ridimensionamenti e chi addirittura alla soppressione della stessa Istituzione. Tra gli insegnanti serpeggia una certa inquietudine e incertezza sul futuro. Cosa ci può dire al riguardo?

"Personalmente non ho mai dato corpo alle voci, perché lasciano il tempo che trovano. Una decisione della soppressione dell’Istituto deve avvenire con una decisione della giunta su indicazione del sottoscritto; lei sta parlando con il diretto responsabile, e mi auguro - mentre confermo che il Costa non cesserà l’attività e non chiude, anzi andrà avanti nella sua missione culturale - che le voci siano smentite".

- Prendiamo atto della sua affermazione e possiamo testimoniare, come giornale, che la sua volontà è quella di mantenere in vita l’istituzione. Ma attorno ai tagli?

"Sappiamo che i tagli ci saranno, anche pesanti, ma Istituto Costa e Teatro Cagnoni sono due strutture di cui la città non può privarsi e delle quali l’assessore alla Cultura non vuol privare la città. Penso di esser stato chiaro al proposito. Se poi si renderanno necessari alcuni ritocchi questi verranno visti e valutati".

– Per esempio? Che tipo di ritocchi si possono fare al Costa?

"Se alcuni corsi hanno pochissimi allievi e altri ne hanno di più, allora bisognerà verificare questo stato dell’arte e potenziare alcuni corsi rispetto ad altri".

– E per il corpo insegnanti ?

"Il problema non è mio, in quanto io sovrintendo l’Istituto, constato cosa va e cosa non va e intervengo su quello che non va Quindi smentisco che il Costa verrà chiuso e continuerà la sua attività. Aggiungo che stiamo tentando di incrementarla, per rendere il Costa più attuale, più vicino ad un insegnamento aggiornato con l’adeguamento degli strumenti Se per cento anni l’insegnamento al Costa è rimasto tradizionale, oggi le cose sono mutate Prevedo una riorganizzazione, questa sì, perché da 50 anni a sta parte i mutamenti sono avvenuti anche nella musicologia e non possiamo rimanere fermi".

– Ha previsto, assieme all’aggiornamento artistico, anche una diversa sede dell’Istituto ?

"Stiamo esaminando la possibilità di trovare assieme all’indirizzo di studi anche un posto adeguato per l’Istituto. Io ho un sogno nel cassetto. La possibilità di trasferire il Costa all’Istituto Roncalli. Perché lo chiamo sogno? Perché non so se sarà realizzabile e se sarà realizzabile in tempi brevi. Perché ho pensato al Roncalli? Per prima cosa l’accostamento di due tradizioni vigevanesi: Costa e Roncalli. e seconda cosa la vicinanza al Castello".

– Senta assessore. Tra le voci abbiamo sentito che il Costa potrebbe trovare sede anche nella vecchia area del Macello, assieme a qualche altra attività museale ?

"No. Non abbiamo preso in considerazione questa area. Stiamo pensando al Roncalli, sede prestigiosa e vicina al Castello, con tutto quanto può offrire questo centro storico sotto il profilo museale,

Ma di questo parleremo più avanti. Per ora limitiamoci a confermare: il Costa va avanti".

Costa, un concerto di polemiche 21 luglio 2006

Mozione urgente dell’Ulivo che contesta il trasferimento a Palazzo Roncalli: state confinando l’istituto in una sede che disporrà del 50% dello spazio attuale

Non s’ha da fare. Così sul trasferimento dell’istituto musicale "Costa" al Roncalli, si scatena un vero e proprio concerto di polemiche. Con le forze di centrosinistra che nei giorni scorsi hanno presentato una mozione urgente - firmata da Carlo Pizzi, Valerio Bonecchi e Lucia Rossi - da discutere nel prossimo consiglio comunale. Con tutta probabilità nella serata di giovedì della prossima settimana.

Il Costa resta quindi la nota dolente, con la bufera politica pronta a scatenarsi sulla scelta di traslocare lo storico istituto musicale cittadino, dall’attuale sede all’interno del Negrone in corso Milano, a Palazzo Roncalli. Una decisione, sostengono i firmatari della mozione "che ci sembra il frutto di un esercizio poco democratico del potere", supportata per giunta "da dati tecnici risibili" e che "assume contorni assurdi, al limite del surreale, per ciò che riguarda le motivazioni addotte a sostegno del progetto". Secondo l’Ulivo, "al di là delle specifiche competenze dei singoli organi istituzionali, appare sicuramente poco democratico che una decisione che riguarda un Istituto a cui da molti decenni è stato affidato l’onere di divulgare la cultura musicale nella nostra città (attività peraltro svolta con professionalità e passione, comprovate dall’ottenimento di risultati concreti, nonostante le sempre più scarse risorse finanziarie disponibili), venga presa da un organo esecutivo come la giunta, senza sentire il bisogno di allargare il dibattito al consesso che rappresenta tutte le istanze della città, vale a dire il Consiglio comunale".

E il caso finirà in aula, come abbiamo visto. Con una serie di contestazioni che i firmatari della mozione muovono alla maggioranza, perché "sul piano tecnico-localizzativo" delle delibere assunte, unitamente "alle interviste rilasciate dai responsabili del progetto ai giornali, si è arrivati ad affermare l’inverosimile in modo veramente imbarazzante". Come? "Oltre a praticare un illusionismo poco divertente sul numero e sulla tipologia delle aule che verranno reperite nella nuova sede, si nega il fatto che con il trasferimento si passerebbe da una superficie attualmente disponibile di oltre 800 mq., ad una di 400 mq. reperita negli stabili di via Boldrini". Senza dimenticare "l’inadeguatezza di alcuni spazi didattici ricavati nel sottotetto e la ridotta dimensione della sala delle manifestazioni".

A questi fattori, per l’Ulivo, occorre aggiungere "le difficoltà viabilistiche di accesso alla nuova sede, unite all’assenza di parcheggi idonei in loco. A questo proposito è preoccupante che la giunta non abbia tenuto conto del fatto che la maggior parte dei frequentatori dell’istituto è rappresentato da bambini o ragazzi in età scolare che vengono portati a lezione in auto dai genitori", con conseguenze quindi di appesantimento del traffico esistente in quella zona. Ultima questione le spese di gestione "e il peggioramento rispetto alla situazione attuale: basta mettere a confronto gli attuali 28 mila euro di affitto annuo che l’Istituto paga, contro i 50 mila euro di affitto che si andrà a versare alla Fondazione per un periodo concordato non inferiore ai 30 anni". Dove sono, secondo l’Ulivo, le condizioni contenute nelle delibera che sancisce il via libera al trasferimento del Costa per dare "all’istituto una sede più idonea di quella attuale", "risparmiare sulle spese di gestione" e "rilanciare l’attività dell’Istituto senza tener conto che proprio in questi anni ha raggiunto il massimo storico delle iscrizioni"? Secondo l’opposizione, con questa scelta della maggioranza, si "confina l’Istituto in una sede nella quale disporrà del 50% in meno dello spazio", si "spende quasi il doppio di affitto" e si affronteranno "spese di gestione ingentissime di adeguamento dell’immobile, soprattutto per quanto concerne i lavori di insonorizzazione".

L’Ulivo chiede infine che "vengano sospese le procedure tecnico-amministrative finalizzate al trasferimento dell’Istituto Musicale Costa dalla sede attuale di corso Milano agli stabili della Fondazione Roncalli" e che l’intera questione, "con tutti i suoi risvolti, venga sottoposta alla verifica ed al voto del consiglio comunale".

Costa: trasferimento "congelato" 3 agosto 2006
E il direttore Fossati ribadisce: via del Popolo non è la sede adatta, meglio il Besozzi
È stato tra i primi ad arrivare giovedì sera e prendere posto nelle prime file, nella parte della sala riservata al pubblico. Un "viaggio a vuoto" quello del professor Benedetto Fossati nella foto, direttore del Costa, visto che la mozione sul trasloco del civico istituto musicale è slittata a settembre. Un rinvio che non contribuisce certo a fare chiarezza sulla questione, visto che la partita è apertissima e si annuncia uno scontro politico non di poco conto, tra coloro che vorrebbero il Costa a Palazzo Roncalli e chi invece vede in via del Popolo l’ubicazione meno opportuna per il civico istituto musicale

E tra questi ultimi c’è pure il professor Fossati. Che mette in evidenza i freddi numeri: al Negrone oggi ci sono 850 metri quadri, contro i 445 del Roncalli. "Occorre tenere presente - afferma il direttore - che oggi l’istituto, con i suoi 195 allievi e un corpo insegnanti di 21 unità, è al massimo della sua espansione. In alcune occasioni, al Negrone, proprio per ragioni di spazio, siamo stati costretti a tenere delle lezioni nel corridoio oppure in Biblioteca". Che succederà quindi al Roncalli? "A metà dicembre dello scorso anno - prosegue - ho avuto un incontro con Ravasi, presidente del Roncalli, proprio allo scopo di far conoscere le esigenze del nostro istituto. In quella occasione feci presente che occorrevano almeno 12-13 aule, oltre ai locali per la direzione, la segreteria e la nostra Biblioteca, senza dubbio una delle più importanti visto che da più parti ci chiedono fotocopie di spartiti". Un incontro prima della fine dell’anno, poi il silenzio.

Interrotto da Fossati nel marzo scorso, quando dal Costa partì una missiva firmata dal direttore e indirizzata a sindaco ed assessore alla cultura. Una lettera nella quale Fossati evidenziava la contrarietà al trasferimento al Roncalli, "situato in pieno centro storico e parecchie sue mura sono in comune con abitazioni circostanti. Nessuna insonorizzazione - scriveva Fossati - potrà attenuare la quantità di suono emessa da sei, sette ore continue di saxofono, batteria e jazz band. Già ora, quando nella sala ‘800 del Roncalli si prova per qualche concerto, i suoni sono percepiti in via del Popolo, via Boldrini e corso Repubblica: figuriamoci se poi 195 allievi frequentanti più di una volta la settimana, fanno lezione tutti i pomeriggi e spesso sino alle 23".

Senza contare poi il disagio per i genitori che accompagnano i ragazzi a lezione. "Abbiamo corsi con bambini di 5-6 anni di età o allievi con strumenti ingombranti: dove parcheggia chi li accompagna, come possono i genitori accompagnarli all’istituto quando non sanno dove parcheggiare?". Fossati poneva poi dubbi sul risparmio per il Comune di Vigevano: 50 mila euro annui al Roncalli contro i 28 attualmente pagati al Negrone.

"Nel progetto preliminare in nostro possesso e che abbiamo anche faticato per ottenere - prosegue il direttore del Costa - sono previste 10 aule. Al piano terra direzione e segreteria, tre aule al primo piano e sette al secondo". Ma in consiglio si è parlato anche dell’utilizzo dei locali del sottotetto. "Ma quello spazio, con travi a vista, potrebbe andare bene per l’atelier di un pittore... Quelle non sono aule, al punto che nello stesso progetto preliminare quello spazio viene indicato come "deposito" o "ripostiglio". E le restanti aule, tranne un paio, sono decisamente piccole: dove faremo le prove con quintetti e sestetti? E l’orchestra jazz dove proverà? Ci serve una sala da almeno 80 mq. Certo, ci dicono che al Roncalli c’è la Sala dell’Ottocento, ma potrà "portare" più di cento persone? La soluzione - conclude Fossati - potrebbe essere rappresentata dal Besozzi, una volta trasferita la media nella nuova sede di viale dei Mille: lì non esistono problemi di parcheggio, ci sono ampi spazi a disposizione e soprattutto non creeremo alcun tipo di disturbo ai vicini. E siamo in una proprietà comunale".

Fondazione Roncalli, conti in rosso 3 agosto 2006

Si parla di un deficit "ereditato" che ammonterebbe a decine di migliaia di euro, Il presidente conferma lo stato di sofferenza: "al momento opportuno dirò tutto"

Conti in rosso. E con un saldo negativo decisamente allarmante che ammonterebbe - qualcuno ipotizza poco meno di mezzo miliardo delle vecchie lire - a diverse decine di migliaia di euro. Una situazione che l’attuale consiglio di amministrazione della Fondazione Roncalli avrebbe ereditato dalla precedente gestione, quindi addirittura sei anni fa.

E che si sarebbe trascinata sino ai nostri giorni, frutto - così si apprende, anche se nessuno ha molta voglia di parlare di queste vicende - di dimenticanze in termini di versamenti di contributi per i dipendenti in carico al Roncalli e per tasse mai pagate. Si dice che nei cassetti ci sarebbe pure una cartella esattoriale che supererebbe da sola i 100 mila euro per Ici non versata al Comune.

Conti in rosso e futuro incerto. Al punto che oggi la "grana" Roncalli sembra sul punto di esplodere, legata a doppio nodo con la scelta dell’amministrazione di "congelare" il trasferimento all’interno del complesso di via del Popolo del civico istituto musicale "Costa", soluzione che avrebbe consentito alla Fondazione di incamerare 50 mila euro annui di affitto. Una risorsa importante per fare in modo di ripianare il deficit della Fondazione entro pochi anni.

I conti non tornano, la bomba - e non solo sotto il profilo politico - è sul punto di esplodere, ma al momento il presidente della Fondazione, Giancarlo Ravasi, esponente di Forza Italia, preferisce evitare i taccuini. "Diciamo che tutto ruota intorno al Costa: quella soluzione ci consentirebbe di ottenere le risorse per avviare la ristrutturazione del Palazzo e incamerare un affitto necessario per proseguire nella gestione". Quindi significa che sono vere le voci che parlano di un deficit di almeno 200-250 mila euro. "Non confermo alcuna cifra. Dico solo che esiste una situazione di sofferenza, di difficoltà economica creata dalla precedente gestione che ci siamo trovati in eredità da gestire. Al momento opportuno parlerò in modo dettagliato di tutta la situazione". E il momento opportuno potrebbe essere il prossimo settembre, quando si avrà il quadro della vicenda-Costa, se il civico istituto musicale si trasferirà in via del Popolo oppure no. Nel frattempo le voci si rincorrono e le difficoltà della Fondazione stanno diventando di dominio pubblico. "Non voglio sollevare alcun polverone - continua Ravasi - di certo, se non arriverà il Costa, occorrerà trovare una soluzione alternativa che ci permetta di incamerare un affitto di 50-60 mila euro annui necessario per ripianare i debiti che si chiuderanno entro il 2010. Se non ci sarà nulla - conclude il presidente della Fondazione - tutti, maggioranza e opposizione, dovranno essere consapevoli di fare arrivare al Roncalli 60 mila euro all’anno sino al 2010.

Di più, al momento, non aggiungo. Se non che l’intero consiglio di amministrazione, presidente compreso, ha già firmato in bianco la lettera di dimissioni perché non vuole essere responsabile di atti compiuti da altri in passato".

Articoli su La Barriera

Il Costa, dopo centoventotto anni di storia, rischia di chiudere i battenti? Forse.

E forse il punto interrogativo è solo un espediente grammaticale per impedire il ricorso al titolo “gridato”: il Costa chiude. E, a quel che si sussurra nei corridoi delle stanze che ospitano (in modo inadeguato, ma questa è un’altra storia che vedremo dopo) il civico istituto musicale ducale, il rischio di chiusura non è connesso soltanto a problemi finanziari. Fosse così potrebbe bastare un colpo di reni dell’amministrazione cittadina per sanare un bilancio per sua natura, come spesso accade nel campo culturale, deficitario. Il rischio di chiusura è legato ad un istituto che si trova dopo tanti anni alla ricerca di un suo ruolo. Ed è la difficoltà di tale ricerca a segnalare il rischio di chiusura.
L’istituto vigevanese, nel tentativo di trovare una strada per continuare la sua storia ultracentenaria, trova davanti a sé un masso che si chiama “Vittadini”: l’istituto musicale pavese cinque volte più grande che ha chiesto ed ottenuto la parificazione. Il Costa, invece, nato per promuovere la cultura musicale nelle classi popolari, non ha più un suo ruolo. O, per lo meno, non lo ha più in una dimensione sovraterritoriale. E si trova perciò alla ricerca di un modello da seguire che, però, non può essere rappresentato né dal Vittadini né dal liceo musicale di Varese, tanto per fare due esempi. Il Costa, inutile cercare di nasconderlo, è un istituto in difficoltà, non ha più un ruolo in città, non ha un numero sufficiente di allievi, costa troppo con le spese al di sopra del disponibile. Si corre il rischio che quello in corso sia l’ultimo anno e che a settembre non sia più necessario trovare una sede più idonea (e soprattutto meno cara) ad una scuola che non ci sarà più.
Dopo 128 anni! Una vera tragedia.
Ma non del tutto inaspettata. Nel recente passato al calo degli allievi si è cercato di fare fronte prendendo come punto di riferimento un calcolo pluriennale che teneva conto anche degli anni a più elevata frequenza. Si riusciva così a narcotizzare un calo di studenti che minava alla base i bilanci. A questo si aggiunga la scelta di avere pochi insegnanti di ruolo e molti contrattisti. In più molti di questi arrivavano da fuori città. E non si muovevano per poche ore. Per tradurla in soldoni non diminuivano le ore di insegnamento, ma gli allievi sì. E ora il giocattolo rischia di rompersi. Negli ultimi anni il Costa non è riuscito a rispondere alle esigenze della città ed ora, con l’entrata in vigore della riforma dei conservatori che non ammettono più la figura degli studenti privatisti, vede annullata la sua vecchia concezione. Per dirla fuori dai denti così com’è il Costa non serve più. Ma prima di buttare dalla finestra più di un secolo di storia c’è da verificare la possibilità di ripensare le scelte del Costa elaborando un progetto che potrebbe nascere dalla collaborazione delle (non moltissime ma in numero sufficiente) persone vigevanesi in possesso delle qualità per farlo.
Il salvataggio del Costa potrebbe portare anche a quello di un’altra realtà che ha scritto pagine importanti nella storia culturale cittadina:

l’orchestra dell’istituto.

Chi a Vigevano, soprattutto in una fascia d’età adulta, non ha nella propria memoria l’attesa e poi la gioia di assistere al concerto di natale che veniva offerto dall’orchestra alla città nella magnificenza del Cagnoni? Nel corso degli anni si è assistito ad una derubricazione dell’avvenimento. Dal Cagnoni a San Francesco, all’auditorium del Ribecchi. Per finire, quest’anno, con il concerto dell’associazione musicale Ensemble Costa che si è esibita a San Pietro Martire. Ma che nulla ha a che vedere col l’Orchestra (fondamentale la maiuscola) del Costa.

Quest’ultima, come ricorda Mario Mainino sul suo sito web, è nata nel 1968 per iniziativa di docenti ed allievi dell'Istituto con la collaborazione di alcuni strumentisti vigevanesi non professionisti ma di buoni studi musicali. Nel corso degli anni ha progressivamente esteso sia il suo repertorio sia la sua attività eseguendo tanti concerti in città della Lombardia e Piemonte, collaborando con numerosi solisti ed avendo come direttori vari maestri.
Nel gennaio 1988 è stata invitata dall'Assessorato alla Cultura per il comprensorio di Trento a tenere quattro concerti in Trentino Alto Adige (in quella occasione ha assunto il nome di "Orchestra Città di Vigevano").
Nel novembre 1989 ha tenuto il concerto inaugurale della stagione concertistica del Museo del Teatro alla Scala di Milano presso il ridotto della Scala.
L’Orchestra ha poi conosciuto un momento veramente magico mentre a guidare le sorti del Costa c’era Alessandro Sangiorgi. Risale al 2001 la prima esecuzione in tempi moderni dell’opera di Tommaso Traetta “Il cavaliere errante” ospitata dalla Sala Crespi di Cerano con in primo piano i musicisti dell’Orchestra Città di Vigevano.
Non sarebbe il caso di ripensare a iniziative simili che possono permettere l’inserimento, a costi contenuti ma con pari dignità artistica, di appuntamenti con l’opera nella stagione del Cagnoni?
Già. Il Cagnoni.

Là dove con l’emozione del debutto davanti al pubblico i giovani studenti del Costa si esibivano davanti ad amici e parenti nei saggi di fine anno. Una tradizione che non è venuta meno, ma che è stata confinata in una sede assolutamente inadeguata (uno stanzone al Negrone), per giunta con l’accompagnamento (d’estate le finestre non si possono tenere chiuse) delle urla dei giovani calciatori che utilizzano anche loro la struttura di corso Milano.
Ma forse tutto questo potrà essere un brutto ricordo, il Costa potrà avere una sede adeguata e ritrovare un ruolo…se non chiuderà i battenti!

Ezio Sartoris

 

   
 

 

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Aggiornamento del 20/09/2010

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