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Teatro Coccia - Novara
STAGIONE TEATRALE 2014-2015
OPERA E BALLETTO
Domenica 30 novembre 2014 ore 16.00 – Turno B
Jacques Offenbach
I racconti di Hoffmann
LES CONTES D’HOFFMANN
Opéra fantastique in un prologo tre atti e un epilogo
Su libretto di Jules Barbier,
tratto da una pièce scritta
nel 1851 assieme a Michel Carr e da E.T.A. Hoffmann
Prima rappresentazione postuma 10 febbraio 1881,
Parigi (Théâtre dell’Opéra-Comique)
Orchestra Arché
Direttore Guy Condette
Regia Nicola Zorzi
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Seguono immagini della serata:
Prologo
Nella taverna di mastro Luther, Norimberga.
Atto I :
Olympia - Parigi.
Atto II: Antonia - Monaco.
Atto III: Giulietta
- Venezia.
Epilogo
Nella taverna di mastro Luther, Norimberga. |
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ATTO PRIMO (Olimpya)
Nel suo gabinetto scientifico, il fisico Spalanzani sta ammirando la
propria creatura, quando viene interrotto dall’arrivo di Hoffmann,
suo giovane allievo, venuto per la festa del debutto in società di
sua figlia Olympia.
Spalanzani (solennel) La physique est tout, mon cher!
Hoffmann (à part) Quel rapport la physique a-t-elle avec sa fille?
Mentre Spalanzani e il suo servitore balbuziente
Cochenille fanno gli ultimi preparativi per il ricevimento, Hoffmann
scorge, dietro una tenda, Olympia dormiente e subito se ne innamora.
L’âme qu’on aime est aisée à connaître!
Giunge Nicklausse e Hofffmann gli confida i
propri sentimenti; invano Nicklausse lo esorta alla prudenza.
In quel mentre entra Coppélius, un sinistro
commerciante di lenti che, cogliendo lo sguardo innamorato di
Hoffmann e capendo a chi è rivolto, gli propone le sue merci e
riesce anche vendergliene alcune millantando la loro capacità di far
vedere il cuore di una donna nel profondo.
Torna Spalanzani e, scorgendo Coppélius, lo
prende da parte. Uno strano patto sembra legare i due, che si
contendono la paternità di Olympia e chiudono la questione solo
quando Coppélius s’impegna a rinunciarvi a patto che Spalanzani gli
rimetta del denaro, depositandolo nella banca dell’ebreo Elias.
Finalmente inizia la festa e Spalanzani presenta
così in società la figlia, che tutti trovano assolutamente
incantevole. Coppélius À propos, une idée!... Mariez donc
Olympia!
Invitata a cantare, Olympia – che fino a quel
momento non ha detto una sola parola – si esibisce al suono
dell’arpa, ma il suo canto è via via interrotto e si rianima solo
quando il padre le tocca una spalla, tra strani rumori di
ingranaggi.
Cochenille (au fond du théâtre, en voix de fausset) La harpe!
Cochenille A-at-ten-ti-on!
Olympia
Les oiseaux dans la charmille,
dans les cieux l’astre du jour,
tout parle à la jeune fille
d’amour!
Ah! tout parle d’amour!
Ah! voilà la chanson gentille,
la chanson d’Olympia!
Ah!...C’est la chanson d’Olympia!
Ah!...
Tout ce qui chante et résonne,
et soupire tour à tour,
émeut son coeur et frissonne
d’amour!
Ah! tout parle d’amour!
Ah! voilà la chanson mignonne,
la chanson d’Olympia!
Cochenille avverte che la cena è servita, tutti
si precipitano, tranne Olympia e Hoffmann che, finalmente solo con
lei, trova il coraggio di confessarle il suo amore, non ottenendo
però alcuna reazione, tranne qualche laconico ‘Sì, sì’.
Spalanzani Allons, messieurs, la main aux dames! Le souper nous
attend!
InvitésLe souper!... bon cela!
... Spalanzani Vous voyez! jusque-là voulez-vous me faire la
grâce de tenir compagnie à mon Olympia?
Hoffmann Ô bonheur!
... Hoffmann
Ô mon Olympia, laisse-moi t’admirer!
De ton regard charmant laisse-moi
[m’énivrer!
Olympia Oui! oui!
Nicklausse viene a richiamare l’amico e, visto il suo stato
sognante, prova a riportarlo alla realtà, ma ancora una volta
invano.
Nel frattempo rientra anche Coppélius che,
furioso perché Elias ha fatto bancarotta, entra furtivamente nella
camera di Olympia meditando vendetta.
Si aprono le danze: Hoffmann invita Olympia per
un valzer; i volteggi sempre più vorticosi della fanciulla
preoccupano gli invitati finché Spalanzani, slanciandosi, riesce a
bloccare la figlia toccandole la spalla.
... (Valse)
Spalanzani Voici les valseurs!
Cochenille Voi-ci la-a ri-tour-nel-le!
Hoffmann (à Olympia) C’est la valse qui nous appelle!
... Nicklausse Elle va lui casser la tête!...
Eh! mille diables!
Olympia si ritira. Di lì a poco, dalla sua
camera, proviene un fracasso di molle rotte. Coppélius si è
vendicato: ha distrutto Olympia, che in realtà non è una fanciulla
ma un automa.
Hoffmann, pallido e spaventato, è consolato da
Nicklausse e deriso da tutti gli altri invitati.
Ah! terre et cieux! elle est cassée! Cassée?...
Hoffmann Un automate!... un automate!...
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Prologo
Nella taverna di mastro Luther, Norimberga.
Atto I :
Olympia - Parigi.
Atto II: Antonia - Monaco.
Atto III: Giulietta
- Venezia.
Epilogo
Nella taverna di mastro Luther, Norimberga.
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Note:
Atto II
L'atto II è dedicato a Olympia e si svolge a Parigi.
Il fisico e inventore Spalanzani si inorgoglisce della sua creazione,
una bambola meccanica chiamata Olympia. Entra in scena Hoffmann, che è
stato suo allievo ed è perdutamente innamorato della fanciulla, credendo
che si tratti di una donna vera. L'inventore dà istruzioni al suo
assistente Cochenille e lascia Hoffmann da solo.Il poeta è rapito dalla
visione, attraverso una tendina, della bella Olympia, che sembra
addormentata.
Appare quindi Nicklausse, che rivela al suo amico che l'unico interesse
di Spalanzani è la scienza, e aggiunge che l'inventore costruisce
bambole, fra cui la stessa Olympia, che sembrano vere. Tuttavia, il
contrariato Hoffmann si rifiuta di credere a questa affermazione.
Entra in scena Coppelius, un rivale di Spalanzani. Dopo aver fatto
pubblicità alle proprie invenzioni, il curioso scienziato vende a
Hoffmann alcune lenti che consentono una visione ideale degli oggetti.In
questo modo il poeta potrà godere, con i suoi nuovi occhi, di una
visione ancora più perfetta della bella Olympia.
Senza che Hoffmann se ne accorga, torna Spalanzani, al quale Coppelius
chiede di saldare il debito per la fabbricazione degli occhi di Olympia.Il
creatore della bella automa consegna al suo rivale un assegno.
Cominciano ad arrivare gli invitati alla festa organizzata da Spalanzani
per presentare la sua creazione. Fra questi vi sono anche Hoffmann e
Nicklausse, desiderosi di vedere Olympia. Finalmente lo scienziato
presenta, con grande piacere del poeta, la fanciulla e annuncia che lei
andrà ad interpretare un'aria di coloratura. Nel bel mezzo della
presentazione dell'automa, Spalanzani deve avvicinarsi precipitosamente
a lei per ricaricare il suo meccanismo e impedire che si interrompa la
finzione.
Però l'estasiato Hoffmann non sembra rendersi conto di quest'ennesima
prova dell'artificialità della sua amata. Quando Olympia ha terminato la
sua aria, il poeta cerca di invitare a cena la bambola meccanica, ma il
suo creatore inventa una scusa. Lungi dal rinunciare ai suoi propositi,
e mentre il resto degli invitati si dirige verso la sala da pranzo, il
poeta dichiara il suo amore all'automa. Tuttavia, quando prende fra le
sue la mano della fanciulla, Olympia si alza e, dopo essersi mossa in
varie direzioni, esce dalla sala. Torna in quel momento Nicklausse, che
insiste con il suo amico sulla natura meccanica dell'oggetto dei suoi
desideri: anche questa volta, Hoffmann si rifiuta di ammetterlo.
Entra quindi Coppelius, che ha verificato che l'assegno che gli ha dato
Spalanzani non è coperto. Con l'obiettivo di vendicarsi, il rivale del
fabbricante di automi, si nasconde nella stanza di Olympia.Al ritorno
degli invitati, ha inizio il ballo. Hoffmann comincia a danzare con
Olympia, ma la sua compagna meccanica volteggia sempre più velocemente,
con grande sorpresa del poeta, finché il suo inventore si vede obbligato
a darle un colpetto sulla spalla per farla smettere.
Da parte sua, Hoffmann perde gli occhiali, mentre la fanciulla si
allontana dalla stanza senza smettere di danzare. Una volta sparita
dalla vista si ode un grande fracasso provenire dalla sua stanza:
Coppelius ha compiuto la sua vendetta e ha distrutto Olympia, con grande
orrore di Hoffmann, che finalmente si rende conto di essersi innamorato
di una donna meccanica. Gli invitati si burlano del poeta afflitto,
mentre Spalanzani e Coppelius si insultano a vicenda.
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