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Auditorium, Corso Garibaldi
(plesso scuole) Gambolò
Sabato 17 novembre 2012 ore 21:00
Organizzato da COMUNE DI GAMBOLO' in collaborazione con
CONCERTODAUTUNNO
Opere regine
Le Regine dell’Opera: Bohème e Traviata
Selezione dai due capolavori di Verdi e Puccini
Quanto è bella
giovinezza che si fugge tuttavia.
Con la partecipazione straordinaria del
baritono
ARMANDO ARIOSTINI
Giacomo Puccini
LA BOHEME
MIMÌ (Soprano) – Sabina Macculi
RODOLFO, poeta (Tenore)- Nicola Pisaniello
MARCELLO, pittore (Baritono) – Armando Ariostini
Maestro concertatore e accompagnamento al pianoforte: Debora Mori
Ideazione artistica e voce narrante Mario Mainino
www.concertodautunno.it
INGRESSO LIBERO
Programma
LA TRAVIATA
- LA BOHEME
Backstage
Seguono immagini della serata:
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Giacomo Puccini
LA BOHEME
Scene liriche in quattro quadri
LIBRETTO di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
dal romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger
Prima rappresentazione 1º febbraio 1896, Torino (Teatro Regio)
MIMÌ (Soprano) – Sabina Macculi
RODOLFO, poeta (Tenore)- Nicola Pisaniello
MARCELLO, pittore (Baritono) – Armando Ariostini
LUOGO Parigi EPOCA 1830 ca.
Facciamo un passo indietro
di una ventina d’anni, e possiamo supporre di essere ancora nel
vetusto palazzo parigino dove abiterà la cortigiana Violetta, ma il
padrone di casa il sig. Benoit in quel tempo affittava anche la
soffitta, che poi, dopo la morte di Mimì, non ha più voluto
affittare a nessuno. E la sotto i tetti dai quali si vedevano i
cieli grigi di Parigi era il covo di quattro squattrinati, un poeta,
un pittore, un musicista ed un filosofo, professioni che non davano
molte possibilità di sbarcare il lunario. Il giovane poeta Rodolfo
ha pure scritto un dramma, che però finisce ben presto nella stufa
per scaldare almeno per un attimo la vecchia soffitta. Quando il
musicista arriva comunicando di avere raggranellato qualche “luigi”
si decide di andare tutti al quartiere latino a festeggiare la
vigilia di Natale, ma Rodolfo che scrive articoli per “Il castoro”
si ferma per finire il pezzo. Non è molto in vena e non lo riuscirà
a terminare perché arriva una ragazza che abita nella casa con il
lume che si è spento e chiede di potere avere del fuoco. Sarà mica
una scusa, forse ha visto il bel Rodolfo e non sapendo come fare
ecco un modo per avvicinarlo. Ma il lume si spegne stando sull’porta
e Rodolfo spegne subito il suo, rimanendo così soli al chiar di
luna. Mimì ha perduto la chiave di casa e Rodolfo non rivela di
averla ben presto trovata, allunga le mani e prende quelle di Mimì
tra le sue. Vuole sentire la mia storia, ecco Rodolfo si rivela,
milionario solo grazie ai suoi sogni. E lei Mimì chi sarà mai? E una
giovane sartina che ricama fiori e vive sola soletta. Ma quando
Rodolfo le propone di andare insieme a raggiungere gli amici,
accetta subito e vicini vicini si immergeranno nel freddo e nella
folla per raggiungere il quartiere latino.
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Primo Brano
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MIMÌ Importuna è la vicina...
Cerca la chiave sul pavimento, strisciando i piedi
RODOLFO Cosa dice, ma le pare!
MIMÌ Cerchi.
RODOLFO Cerco.
Urta nel tavolo, vi depone il suo candeliere e si mette a cercare la
chiave brancicando le mani sul pavimento
MIMÌ Ove sarà?...
RODOLFO Trova la chiave e lascia sfuggire una esclamazione, poi
subito pentito mette la chiave in tasca Ah !
MIMÌ L'ha trovata?...
RODOLFO No !
MIMÌ Mi parve...
RODOLFO In verità...
MIMÌ Cerca a tastoni Cerca?
RODOLFO Cerco!
Finge di cercare, ma guidato dalla voce e dai passi di Mimì, tenta
di avvicinarsi ad essa che, china a terra, cerca sempre tastoni: in
questo momento Rodolfo si è avvicinato ed abbassandosi esso pure, la
sua mano incontra quella di Mimì
MIMÌ sorpresa Ah!
RODOLFO
tenendo la mano di Mimì, con voce piena di emozione!
Che gelida manina!
Se la lasci riscaldar.
Cercar che giova? Al buio non si trova.
Ma per fortuna è una notte di luna,
e qui la luna l'abbiamo vicina.
Aspetti, signorina,
le dirò con due parole
chi son, che faccio e come vivo. Vuole?
Mimì tace: Rodolfo lascia la mano di Mimì, la quale indietreggiando
trova una sedia sulla quale si lascia quasi cadere affranta
dall'emozione.
Chi son? Sono un poeta.
Che cosa faccio? Scrivo.
E come vivo? Vivo.
In povertà mia lieta
scialo da gran signore
rime ed inni d'amore.
Per sogni, per chimere
e per castelli in aria
l'anima ho milionaria.
Talor dal mio forziere
ruban tutti i gioielli
due ladri: gli occhi belli.
V'entrar con voi pur ora
ed i miei sogni usati
e i bei sogni miei
tosto son dileguati.
Ma il furto non m'accora,
poiché vi ha preso stanza
la dolce speranza!
Or che mi conoscete,
parlate voi. Chi siete?
Via piaccia dir?
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Secondo Brano
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MIMÌ È un po' titubante, poi si decide a parlare; sempre seduta Sì.
Mi chiamano Mimì,
ma il mio nome è Lucia.
La storia mia
è breve. A tela o a seta
ricamo in casa e fuori...
Son tranquilla e lieta
ed è mio svago
far gigli e rose.
Mi piaccion quelle cose
che han sì dolce malìa,
che parlano d'amor, di primavere,
di sogni e di chimere,
quelle cose che han nome poesia...
Lei m'intende?
RODOLFO commosso Sì.
MIMÌ Mi chiamano Mimì,
il perché non so.
Sola, mi fo
il pranzo da me stessa.
Non vado sempre a messa,
ma prego assai il Signore.
Vivo sola, soletta
là in una bianca cameretta:
guardo sui tetti e in cielo;
ma quando vien lo sgelo
il primo sole è mio
il primo bacio dell'aprile è mio!
Germoglia in un vaso una rosa...
Foglia a foglia la spio!
Cosi gentile
il profumo d'un fiore!
Ma i fior ch'io faccio, ahimè! non hanno odore.
Altro di me non le saprei narrare.
Sono la sua vicina
che la vien fuori d'ora a importunare.
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Terzo Brano
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Mimì si è avvicinata ancor più alla finestra per modo che i raggi lunari la
illuminano: Rodolfo, volgendosi, scorge Mimì avvolta come da un nimbo di luce, e
la contempla, quasi estatico
RODOLFO
O soave fanciulla, o dolce viso
di mite circonfuso alba lunar
in te, vivo ravviso
il sogno ch'io vorrei sempre sognar!
cingendo con le braccia Mimì
Fremon già nell'anima
le dolcezze estreme,
nel bacio freme amor!
La bacia
MIMÌ
assai commossa
Ah! tu sol comandi, amor!...
quasi abbandonandosi
(Oh! come dolci scendono
le sue lusinghe al core...
tu sol comandi, amore!...)
MIMÌ svincolandosi
No, per pietà!
RODOLFO Sei mia!
MIMÌ V'aspettan gli amici...
RODOLFO Già mi mandi via?
MIMÌ titubante
Vorrei dir... ma non oso...
Se venissi con voi?
RODOLFO sorpreso
Che?... Mimì? insinuante
Sarebbe così dolce restar qui.
C'è freddo fuori.
MIMÌ con grande abbandono
Vi starò vicina!...
RODOLFO E al ritorno?
MIMÌ maliziosa Curioso!
RODOLFO Aiuta amorosamente Mimì a mettersi lo scialle Dammi il braccio, mia
piccina.
MIMÌ Dà il braccio a Rodolfo
Obbedisco, signor!
S'avviano sottobraccio alla porta d'uscita
RODOLFO Che m'ami di'...
MIMÌ con abbandono Io t'amo!
RODOLFO Amore !
MIMÌ Amor!
Vi starò vicina ...
e al ritorno?
Curioso!
Facciamo un bel salto nella nostra storia, al quartiere
latino, Mimì è stata accolta benevolmente dagli amici di Rodolfo. Al gruppo ha
fatto ritorno anche la frivola Musetta, amante a periodi alterni dal pittore
Marcello. I due si lasciano e si riprendono tra amori e dissapori ma “dei pazzi
è l’amor tetro” e la bella Musetta gradisce ogni tanto avere dei corteggiatori,
specie se piuttosto danarosi. Ma quando rivede l’amato Marcello si rimettono
insieme. L’inverno è duro, il Natale è passato e Rodolfo e Mimì ci provano a
stare insieme ma sembra che il loro rapporto non funzioni. Rodolfo dice che Mimì
fa la civetta ma forse c’è qualcosa di più grave. Mimì ha lo stesso male di
Violetta, la tisi, che lentamente la corrode, ci vorrebbe del caldo, del cibo e
delle cure ma loro non hanno possibilità di avere nulla di tutto ciò. Mimì si è
svegliata e non ha visto accanto Rodolfo, allora esce alla sua ricerca, sa che
Marcello e Musetta sono in una locanda, lui dipinge una insegna e lei insegna
canto ai passeggeri. Mimì chiede a Marcello di parlare a Rodolfo, lei
soffocherebbe entrando nella locanda. Marcello e Rodolfo escono insieme, mentre
Mimì, che non se ne è andata, ascolta non vista.
Rodolfo inizia dicendo che vuole lasciare la sua Mimì perché frascheggia con
tutti, ma poi rivela la verità del male che la sta distruggendo. Mimì è
sconvolta dalla tosse e dalla rivelazione, Rodolfo la prende fra le braccia e
invano la prega. La giovane ha deciso di lasciarlo, ma come si fa d’inverno a
restare soli. Resteranno insieme sino alla primavera, poi si lasceranno. Mentre
loro si riappacificano Marcello riprende le sue baruffe con Musetta.
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Quarto Brano
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Marcello (Esce dal Cabaret e con sorpresa vede Mimì.)
Mimì?!
Mimì Son io. Speravo di trovarti qui.
Marcello È ver. Siam qui da un mese
di quell'oste alle spese.
Musetta insegna il canto ai passeggeri;
Io pingo quel guerrier
sulla facciata.
(Mimì tossisce.)
È freddo. Entrate.
Mimì C'è
Rodolfo?
Marcello Sì.
Mimì Non posso entrar.
Marcello (sorpreso) Perché?
Mimì (Scoppia in pianto)
O buon Marcello, aiuto!
Marcello Cos'è avvenuto?
Mimì
Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama
mi fugge e si strugge per gelosia.
Un passo, un detto,
un vezzo, un fior lo mettono in sospetto...
Onde corrucci ed ire.
Talor la notte fingo di dormire
e in me lo sento fiso
spiarmi i sogni in viso.
Mi grida ad ogni istante:
Non fai per me, prenditi un altro amante.
Ahimè! In lui parla il rovello;
lo so, ma che rispondergli, Marcello?
Marcello
Quando s'è come voi non si vive in compagnia.
Son lieve a Musetta ed ella è lieve
a me, perché ci amiamo in allegria...
Canti e risa, ecco il fior
d'invariabile amor!
Mimì
Dite bene. Lasciarci conviene.
Aiutateci voi; noi s'è provato
più volte, ma invano.
Fate voi per il meglio.
Marcello
Sta ben! Ora lo sveglio.
Mimì
Dorme?
Marcello
E piombato qui
un'ora avanti l'alba; s'assopì
sopra una panca.
(Fa cenno a Mimì di guardare per la finestra dentro il Cabaret.)
Guardate...
(Mimì tossisce con insistenza.)
(compassionandola)
Che tosse!
Mimì
Da ieri ho l'ossa rotte.
Fuggì da me stanotte
dicendomi: È finita.
A giorno sono uscita
e me ne venni a questa
volta .
Marcello
(osservando Rodolfo nell'interno del Cabaret)
Si desta...
s'alza, mi cerca... viene.
Mimì
Ch'ei non mi veda!
Marcello
Or rincasate...
Mimì... per carità,
non fate scene qua!
(Spinge dolcemente Mimì verso l'angolo del Cabaret di dove però quasi
subito sporge curiosa la testa.
Marcello corre incontro a Rodolfo.)
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Quinto Brano
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QUADRO TERZO
La barriera d'Enfer.
RODOLFO Esce dal Cabaret ed accorre verso Marcello
Marcello. Finalmente!
Qui niun ci sente.
Io voglio separarmi da Mimì.
MARCELLO Sei volubil così?
RODOLFO Già un'altra volta credetti morto il mio cor,
ma di quegli occhi azzurri allo splendor
esso è risorto.
Ora il tedio l'assale.
MARCELLO E gli vuoi rinnovare il funerale?
RODOLFO Per sempre!
MARCELLO Cambia metro.
Dei pazzi è l'amor tetro
che lacrime distilla.
Se non ride e sfavilla
l'amore è fiacco e roco.
Tu sei geloso.
RODOLFO Un poco.
MARCELLO Collerico, lunatico, imbevuto
di pregiudizi, noioso, cocciuto!
MIMÌ fra sé
(Or lo fa incollerir! Me poveretta!)
RODOLFO con amarezza ironica
Mimì è una civetta
che frascheggia con tutti. Un moscardino
di Viscontino
le fa l'occhio di triglia.
Ella sgonnella e scopre la caviglia
con un far promettente e lusinghier.
MARCELLO Lo devo dir? Non mi sembri sincer.
RODOLFO Ebbene no, non lo son. Invan nascondo
la mia vera tortura.
Amo Mimì sovra ogni cosa al mondo,
io l'amo, ma ho paura, ma ho paura !
Mimì è tanto malata!
Ogni dì più declina.
La povera piccina
è condannata!
MARCELLO sorpreso
Mimì?
MIMÌ fra sé
Che vuol dire?
RODOLFO Una terribil tosse
l'esil petto le scuote
e già le smunte gote
di sangue ha rosse...
MARCELLO Povera Mimì!
Vorrebbe allontanare Rodolfo
MIMÌ piangendo
Ahimè, morire!
RODOLFO La mia stanza è una tana
squallida...
il fuoco ho spento.
V'entra e l'aggira il vento
di tramontana.
Essa canta e sorride
e il rimorso m'assale.
Me, cagion del fatale
mal che l'uccide!
Mimì di serra è fiore.
Povertà l'ha sfiorita;
per richiamarla in vita
non basta amore!
MARCELLO Che far dunque?
Oh, qual pietà!
Poveretta !
Povera Mimì!
MIMÌ desolata
O mia vita!
angosciata
Ahimè! È finita
O mia vita! È finita
Ahimè, morir!
La tosse e i singhiozzi violenti rivelano la presenza di Mimì
RODOLFO vedendola e accorrendo a lei
Che? Mimì! Tu qui?
M'hai sentito?
MARCELLO Ella dunque ascoltava?
RODOLFO Facile alla paura
per nulla io m'arrovello.
Vien là nel tepor!
Vuol farla entrare nel Cabaret
MIMÌ No, quel tanfo mi soffoca!
RODOLFO Ah, Mimì!
Stringe amorosamente Mimì fra le sue braccia e l'accarezza
Dal Cabaret si ode ridere sfacciatamente Musetta
MARCELLO È Musetta che ride.
Corre alla finestra del Cabaret
Con chi ride? Ah, la civetta!
Imparerai.
Entra impetuosamente nel Cabaret
MIMÌ svincolandosi da Rodolfo
Addio.
RODOLFO sorpreso
Che! Vai?
MIMÌ affettuosamente
D'onde lieta uscì
al tuo grido d'amore,
torna sola Mimì
al solitario nido.
Ritorna un'altra volta
a intesser finti fior.
Addio, senza rancor.
- Ascolta, ascolta.
Le poche robe aduna che lasciai
sparse. Nel mio cassetto
stan chiusi quel cerchietto
d'or e il libro di preghiere.
Involgi tutto quanto in un grembiale
e manderò il portiere...
- Bada, sotto il guanciale
c'è la cuffietta rosa.
Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!...
Addio, senza rancor.
QUI SONO 9 MINUTI
RODOLFO Dunque è proprio finita?
Te ne vai, te ne vai, la mia piccina?!
Addio, sogni d'amor!...
MIMÌ Addio, dolce svegliare alla mattina!
RODOLFO Addio, sognante vita...
MIMÌ sorridendo
Addio, rabbuffi e gelosie!
RODOLFO ... che un tuo sorriso acqueta!
MIMÌ Addio, sospetti!...
MARCELLO Baci...
MIMÌ Pungenti amarezze!
RODOLFO Ch'io da vero poeta
rimavo con carezze!
MIMÌ e RODOLFO Soli d'inverno è cosa da morire!
Soli! Mentre a primavera
c'è compagno il sol!
nel Cabaret fracasso di piatti e bicchieri rotti
MARCELLO di dentro
Che facevi, che dicevi
presso al fuoco a quel signore?
MUSETTA di dentro
Che vuoi dir?
Esce correndo
MIMÌ Niuno è solo l'april.
MARCELLO fermandosi sulla porta del Cabaret, rivolto a Musetta
Al mio venire
hai mutato colore.
MUSETTA con attitudine di provocazione
Quel signore mi diceva:
Ama il ballo, signorina?
RODOLFO Si parla coi gigli e le rose.
MARCELLO Vana, frivola, civetta!
MUSETTA Arrossendo rispondeva:
Ballerei sera e mattina.
MARCELLO
Quel discorso asconde mire disoneste.
MIMÌ
Esce dai nidi un cinguettio gentile...
MUSETTA Voglio piena libertà!
MARCELLO quasi avventandosi contro Musetta
Io t'acconcio per le feste
se ti colgo a incivettire!
MIMÌ e RODOLFO
Al fiorir di primavera
c'è compagno il sol!
Chiacchieran le fontane
la brezza della sera.
MUSETTA Ché mi gridi? Ché mi canti?
All'altar non siamo uniti.
MARCELLO Bada, sotto il mio cappello
non ci stan certi ornamenti...
MUSETTA Io detesto quegli amanti
che la fanno da mariti...
MARCELLO
Io non faccio da zimbello
ai novizi intraprendenti.
MIMÌ e RODOLFO
Balsami stende sulle doglie umane.
MUSETTA
Fo all'amor con chi mi piace!
MARCELLO Vana, frivola, civetta!
MUSETTA Non ti garba? Ebbene, pace.
ma Musetta se ne va.
MARCELLO Ve n'andate? Vi ringrazio:
ironico or son ricco divenuto. Vi saluto.
MIMÌ e RODOLFO
Vuoi che spettiam
la primavera ancor?
MUSETTA Musetta se ne va
ironica sì, se ne va! Vi saluto.
Signor: addio!
vi dico con piacer.
MARCELLO Son servo e me ne vo!
MUSETTA
S'allontana correndo furibonda, a un tratto si sofferma e gli grida
Pittore da bottega!
MARCELLO dal mezzo della scena, gridando Vipera !
MUSETTA Rospo ! Esce
MARCELLO Strega !
Entra nel Cabaret
MIMÌ avviandosi con Rodolfo
Sempre tua per la vita...
RODOLFO Ci lasceremo...
MIMÌ Ci lasceremo alla stagion dei fior...
RODOLFO
... alla stagion dei fior...
MIMÌ Vorrei che eterno durasse il verno!
MIMÌ e RODOLFOdall'interno, allontanandosi
Ci lascerem alla stagion dei fior!
Siamo quasi all’ultima scena, Rodolfo e Marcello sono soli
nella vecchia soffitta, si è riformato il vecchio quartetto di amici del primo
atto e le ragazze? Se ne sono andate, per Musetta è la “norma”, Marcello è solo
il suo “ritornello” tra i danarosi signori che ogni tanto frequenta. Rodolfo e
Marcello si punzecchiano a vicenda. Io ho visto Mimì! Io ho visto Musetta! Ma
come si fa a dimenticarle. Nasce così un duetto tenore baritono che è una delle
più belle pagine di Puccini.
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Sesto Brano
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QUADRO QUARTO In soffitta.
La stessa scena del Quadro primo
Marcello sta ancora dinanzi al suo cavalletto, come Rodolfo sta seduto al suo
tavolo: vorrebbero persuadersi l'un l'altro che lavorano indefessamente, mentre
invece non fanno che chiacchierare
MARCELLO continuando il discorso
In un coupé?
RODOLFO Con pariglia e livree.
Mi salutò ridendo. To', Musetta!
Le dissi: - e il cuor? - «Non batte o non lo sento grazie al velluto che il
copre».
MARCELLO sforzandosi di ridere
Ci ho gusto davver !
RODOLFO fra sé
(Loiola, va! Ti rodi e ridi.)
Ripiglia il lavoro
MARCELLO
Dipinge a gran colpi di pennello
Non batte? Bene! Io pur vidi...
RODOLFO Musetta?
MARCELLO Mimì.
RODOLFO Trasalendo, smette di scrivere L'hai vista?
Si ricompone Oh, guarda!
MARCELLO Smette il lavoro
Era in carrozza
vestita come una regina.
RODOLFO allegramente
Evviva ! Ne son contento.
MARCELLO fra sé
(Bugiardo, si strugge d'amor.)
RODOLFO Lavoriam.
MARCELLO Lavoriam.
Riprendono il lavoro
RODOLFO
Getta la penna Che penna infame!
sempre seduto e molto pensieroso
MARCELLO Getta il pennello
Che infame pennello!
Guarda fissamente il suo quadro, poi di nascosto da Rodolfo estrae
dalla tasca un nastro di seta e lo bacia
RODOLFO
(O Mimì tu più non torni.
O giorni belli,
piccole mani, odorosi capelli,
collo di neve!
Ah! Mimì, mia breve gioventù!
Dal cassetto del tavolo leva la cuffietta di Mimì
E tu, cuffietta lieve,
che sotto il guancial partendo ascose,
tutta sai la nostra felicità,
vien sul mio cuor!
Sul mio cuor morto, poich'è morto amor.)
MARCELLO
(Io non so come sia
che il mio pennel lavori
ed impasti colori
contro la voglia mia.
Se pingere mi piace
o cieli o terre o inverni o primavere,
egli mi traccia due pupille nere
e una bocca procace,
e n'esce di Musetta
e il viso ancor...
E n'esce di Musetta
il viso tutto vezzi e tutto frode.
Musetta intanto gode
e il mio cuor vil la chiama
e aspetta il vil mio cuor...)
Mimì si è trovata un amico “ricco” ma la ricchezza non le ha
ritornato la salute, le sue condizioni sono disperate, e con le ultime sue forze
ha voluto fare ritorno alla soffitta dal suo grande amore.
Musetta l’ha aiutata a salire e poi tutti sono partiti per trovare chi un
cordiale, chi un manicotto, chi dal dottore e i due giovani rimangono soli.
“Sono andati fingevo di dormire”, insomma Mimì anche in questa occasione conduce
il gioco, ha finto di addormentarsi per restare sola un’ultima volta con il suo
Rodolfo. Ha una cosa sola da dirgli “sei il mio amore e tutta la mia vita”, una
amore “come il mare, profondo ed infinito”. Ma le forze non la sostengono più
“guarda è tranquilla”, si finalmente ecco la pace, l’ultimo sonno dal quale non
risvegliarsi mai piu, ma l’ultimo sonno è arrivato tra le braccia del suo grande
amore.
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Settimo Brano
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MIMÌ
Apre gli occhi, vede che sono tutti partiti e allunga la mano verso Rodolfo, che
gliela bacia amorosamente.
Sono andati? Fingevo di dormire
perché volli con te sola restare.
Ho tante cose che ti voglio dire,
o una sola, ma grande come il mare,
come il mare profonda ed infinita...
Mette le braccia al collo di Rodolfo.
Sei il mio amore e tutta la mia vita!
RODOLFO Ah, Mimì, mia bella Mimì!
MIMÌ Lascia cadere le braccia.
Son bella ancora?
RODOLFO Bella come un'aurora.
MIMÌ Hai sbagliato il raffronto.
Volevi dir: bella come un tramonto.
«Mi chiamano Mimì,
il perché non so...».
RODOLFO intenerito e carezzevole
Tornò al nido la rondine e cinguetta.
Si leva di dove l'aveva riposta, sul cuore, la cuffietta di Mimì e gliela porge.
MIMÌ gaiamente
La mia cuffietta... Ah!
Tende a Rodolfo la testa, questi le mette la cuffietta. Mimì fa sedere presso a
lei Rodolfo e rimane colla testa appoggiata sul petto di lui.
Te lo rammenti quando sono entrata
la prima volta, là?
RODOLFO Se lo rammento!
MIMÌ Il lume si era spento...
RODOLFO Eri tanto turbata!
Poi smarristi la chiave...
MIMÌ E a cercarla
tastoni ti sei messo!...
RODOLFO ...e cerca, cerca...
MIMÌ Mio bel signorino,
posso ben dirlo adesso:
lei la trovò assai presto...
RODOLFO Aiutavo il destino...
MIMÌ ricordando l'incontro suo con Rodolfo la sera della vigilia di Natale
Era buio; e il mio rossor non si vedeva...
Sussurra le parole di Rodolfo
«Che gelida manina...
Se la lasci riscaldar!...»
Era buio e la man tu mi prendevi...
Taglio
Mimì è presa da uno spasimo di soffocazione e lascia ricadere il capo, sfinita.
RODOLFO Spaventato, la sorregge.
Oh Dio! Mimì!
MIMÌ Apre gli occhi e sorride per rassicurare Rodolfo e Schaunard.
Nulla. Sto bene.
RODOLFO La adagia sul cuscino.
Zitta, per carità.
MIMÌ Sì, sì, perdona, ora sarò buona.
MUSETTA a Rodolfo Dorme?
RODOLFO Riposa.
MARCELLO Ho veduto il dottore!
Verrà; gli ho fatto fretta. Ecco il cordial.
Prende una lampada a spirito, la pone sulla tavola e l'accende.
MIMÌ Chi parla?
MUSETTA
Si avvicina a Mimì e le porge il manicotto. Io, Musetta.
MIMÌ Aiutata da Musetta si rizza sul letto, e con gioia quasi infantile prende
il manicotto.
Oh, come è bello e morbido! Non più
le mani allividite. Il tepore
le abbellirà... a Rodolfo
Sei tu che me lo doni?
MUSETTA pronta Sì.
MIMÌ Stende una mano a Rodolfo
Tu, spensierato!
Grazie. Ma costerà.
Rodolfo scoppia in pianto
Piangi? Sto bene...
Pianger così, perché?
Mette le mani nel manicotto, si assopisce inclinando graziosamente
la testa sul manicotto in atto di dormire.
Qui.. amor... sempre con te!
Le mani... al caldo... e... dormire.
La mia cuffietta ...
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Ottavo e ultimo Brano
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RODOLFO
Vedi?... È tranquilla.
Si volge verso Mimì, in quel mentre Musetta gli fa cenno che la medicina è
pronta,
scende dalla scranna, ma nell'accorrere presso Musetta si accorge dello strano
contegno di Marcello e Schaunard. con voce strozzata dallo sgomento
Che vuol dire
quell'andare e venire,
quel guardarmi così...
MARCELLO Non regge più, corre a Rodolfo e abbracciandolo con voce angosciata
grida
Coraggio !
RODOLFO
Si precipita al letto di Mimi, la solleva e scotendola grida colla massima
disperazione:
piangendo
Mimì... Mimì!...
Si getta sul corpo esanime di Mimì
Musetta, spaventata corre al letto, getta un grido angoscioso, buttandosi
ginocchioni e piangente ai piedi di Mimì dalla parte opposta di Rodolfo.
Schaunard si abbandona accasciato su di una sedia a sinistra della scena.
Colline va ai piedi del letto, rimanendo atterrito per la rapidità della
catastrofe.
Marcello singhiozza, volgendo le spalle al proscenio.
Ah Mimì ...
L'assessore alla cultura Pietro Baldi
Il Sindaco di Gambolò Elena Nai
Nella foto da sinistra Nicola Pisaniello, Debora Mori,
Armando Ariostini e Mikeil Sheshaberidze
Nella foto da sinistra Mario Mainino, Nicola Pisaniello,
Debora Mori, Armando Ariostini, il famoso baritono Orazio Mori, Sabina Macculi e
Mikeil Sheshaberidze.
Nella foto da sinistra signora Mori, Debora Mori, Sabina
Macculi e il famoso baritono Orazio Mori.
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LA TRAVIATA
- LA BOHEME
Backstage |
servizi alla persona: Piazza Castello - 27025 Gambolò -
PV
email :
servizisociali@comune.gambolo.pv.it tel. 0381. 93.72.82 - Fax
0381. 93.99.73
posta certificata del Comune di Gambolò:
comune.gambolo@pec.regione.lombardia.it
C.F. 85001890186 - Partita IVA 00468460183
Orari di apertura al pubblico: lunedì 7.45-17.45; da martedì a venerdì
9.45-13.15
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