Puccini - Tosca - Atto I

 

Teatro Lirico - Magenta

Sabato 20 ottobre 2012 ore 20:30

Giacomo Puccini (1858 - 1924)
Tosca

Melodramma eroi-comico in 3 atti
Libretto di V. Sardou, L. Illica, G. Giacosa

Produzione Amici della Lirica Magenta
Coro NOVE APRILE
Versione canto-pianoforte
diretta da Luigi Ripamonti, maestro al pianoforte
Regia e ideazione scenica di Mario Mainino
Realizzazione scenografia, attrezzeria Amici della Lirica Magenta
Costumi Sartoria Teatrale Bianchi

Biglietto: 15 Euro posto unico a favore dell'A.i.C.i.T. Associazione Intervento contro i Tumori

AiCiT L’Associazione intervento Contro i Tumori, gruppo “Roberto Corneo” opera nel campo della prevenzione dal 1981 quando nacque per l’iniziativa di un gruppo di giovani che hanno voluto mantenere vivo ricordo di un loro amico. In 29 anni di presenza sul territorio si occupata di assistenza a malati oncologici, sensibilizzazione ai problemi dei tumori, donazione di apparecchiature medico sanitarie alle strutture locali. Numerose le iniziative organizzate ogni anno per l’educazione sanitaria attraverso incontri formativi, concorsi scolastici e manifestazioni di varia natura. La sezione di Magenta della AiCit ha sede in Pza Liberazione 25 si può contattare telefonicamente al 02 9792374 o via email infomagenta@aicit.it .

Prossime iniziative Il gruppo Amici della Lirica sta già lavorando per organizzare nuove iniziative. I dettagli si possono trovare nel sito www.amiciliricamagenta.it

Programma

NOBORU AOMORI Floria Tosca, nota cantante (soprano)
MIKHEIL SHESHABERIDZE Mario Cavaradossi, pittore (tenore)
VALENTINO HWANG JOON Il barone Scarpia, capo della polizia (baritono)
Giuseppe Lisca Cesare Angelotti, prigioniero politico evaso (basso)
Davide Rocca Il Sagrestano (basso)
Fabrizio Bosio Spoletta, un agente di polizia (tenore)
Angelo Oldani Sciarrone, un altro agente (basso)
Davide Rocca Un carceriere (basso)
Tiziana Motelli Un pastore (voce bianca)
  Un Cardinale - Il Giudice del Fisco - Roberti, esecutore di Giustizia
  Uno Scrivano - Un Ufficiale – Un Sergente.
  Soldati, Birri, Dame, Nobili, Borghesi, Popolo, ecc.

Tosca è un'opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Il libretto deriva da La Tosca di Victorien Sardou, il dramma rappresentato per la prima volta il 24 novembre 1887 al Théatre de la Porte-Saint-Martin di Parigi, il cui successo fu legato soprattutto all'interpretazione di Sarah Bernhardt nei panni della protagonista.


Seguono immagini della serata:

Epoca: Giugno 1800 Luogo: Roma

ATTO I - Chiesa di Sant'Andrea della Valle
ATTO  II - Palazzo Farnese
Atto III - Castel Sant'Angelo
BACKSTAGE

 








 

 

Atto primo

La Chiesa di Sant'Andrea della Valle.
A destra la Cappella Attavanti.
A sinistra un impalcato;
su di esso un gran quadro coperto da tela.
Attrezzi vari da pittore. Un paniere.

ANGELOTTI
(vestito da prigioniero, lacero, sfatto, tremante dalla paura,
entra ansante, quasi correndo.
Dà una rapida occhiata intorno.)
Ah! Finalmente!
Nel terror mio stolto
Vedea ceffi di birro in ogni volto.
(torna a guardare attentamente intorno a sé con più calma
a riconoscere il luogo.
Dà un sospiro di sollievo vedendo la colonna
con la pila dell'acqua santa e la Madonna)
La pila... la colonna...
"A piè della Madonna"
mi scrisse mia sorella...
(vi si avvicina, cerca ai piedi della Madonna e ne ritira,
con un soffocato grido di gioia, una chiave)
Ecco la chiave!... ed ecco la Cappella!

(addita la Cappella Attavanti, febbrilmente
introduce la chiave nella serratura, apre la cancellata,
penetra nella Cappella, richiude... e scompare).

SAGRESTANO
(appare dal fondo: va da destra a sinistra,
accudendo al governo della chiesa:
avrà in mano un mazzo di pennelli)
E sempre lava!... Ogni pennello è sozzo
peggio d'un collarin d'uno scagnozzo.
Signor pittore... Tò!...
(guarda verso l'impalcato dove sta il quadro,
e vedendolo deserto, esclama sorpreso:)
Nessuno! - Avrei giurato
che fosse ritornato
il Cavalier Cavaradossi.
(depone i pennelli, sale sull'impalcato,
guarda dentro il paniere, e dice:)
No, sbaglio. - Il paniere è intatto.
(scende dall'impalcato. Suona l'Angelus.
Il Sagrestano si inginocchia e prega sommesso:)
Angelus Domini nuntiavit Mariae,
Et concepit de Spiritu Sancto.
Ecce ancilla Domini,
Fiat mihi secundum verbum tuum.
Et Verbum caro factum est,
Et habitavit in nobis...


CAVARADOSSI
(dalla porta laterale, vedendo il Sagrestano in ginocchio)
Che fai?

SAGRESTANO
(alzandosi)
Recito l'Angelus.
(Cavaradossi sale sull' impalcato e scopre il quadro.
È una Maria Maddalena a grandi occhi azzurri
con una gran pioggia di capelli dorati.
Il pittore vi sta dinanzi muto attentamente osservando.)
(Il Sagrestano, volgendosi verso Cavaradossi e per dirigergli la parola,
vede il quadro scoperto e dà un grido di meraviglia)
Sante ampolle! Il suo ritratto!

CAVARADOSSI
(volgendosi al Sagrestano)
Di chi?

SAGRESTANO
Di quell'ignota
che i dì passati a pregar qui venìa...
(con untuosa attitudine accennando verso la Madonna
dalla quale Angelotti trasse la chiave)
Tutta devota - e pia.

CAVARADOSSI
(sorridendo)
È vero. E tanto ell'era
infervorata nella sua preghiera
ch'io ne pinsi, non visto, il bel sembiante.

SAGRESTANO
(scandalizzato)
(Fuori, Satana, fuori!)

CAVARADOSSI
(al Sagrestano)
Dammi i colori!
(Il Sagrestano eseguisce. Cavaradossi dipinge con rapidità
e si sofferma spesso a riguardare il proprio lavoro:
il Sagrestano va e viene, portando una catinella
entro la quale continua a lavare i pennelli.)
(A un tratto Cavaradossi si ristà di dipingere;
leva di tasca un medaglione contenente una miniatura
e gli occhi suoi vanno dal medaglione al quadro).
Recondita armonia
di bellezze diverse!...
È bruna Floria,
l'ardente amante mia...

SAGRESTANO
(a mezza voce, come brontolando)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!

(s'allontana per prendere l'acqua onde pulire i pennelli)

CAVARADOSSI
E te, beltade ignota,
cinta di chiome bionde!
Tu azzurro hai l'occhio,
Tosca ha l'occhio nero!

SAGRESTANO
(ritornando dal fondo e sempre scandalizzato:)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!

(riprende a lavare i pennelli)

CAVARADOSSI
L'arte nel suo mistero
le diverse bellezze insiem confonde;
ma nel ritrar costei
il mio solo pensiero, Tosca, sei tu!

(continua a dipingere)

SAGRESTANO
Queste diverse gonne
che fanno concorrenza alle Madonne
mandan tanfo d'Inferno.
(asciuga i pennelli lavati, non senza continuare a borbottare)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
Ma con quei cani di volterriani
nemici del santissimo governo
non s'ha da metter voce!...
(pone la catinella sotto l'impalcato
ed i pennelli li colloca in un vaso, presso al pittore)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(accennando a Cavaradossi)
Già sono impenitenti tutti quanti!
Facciam piuttosto il segno della croce.
(eseguisce)
(a Cavaradossi)
Eccellenza, vado?

CAVARADOSSI
Fa il tuo piacere!

(continua a dipingere)

SAGRESTANO
(indicando il cesto)
Pieno è il paniere...
Fa penitenza?

CAVARADOSSI
Fame non ho.

SAGRESTANO
(con ironia, stropicciandosi le mani)
Ah!... Mi rincresce!...
(ma non può trattenere un gesto di gioia e uno sguardo di avidità
verso il cesto che prende ponendolo un po' in disparte)
(fiuta due prese di tabacco)
Badi, quand'esce chiuda.

CAVARADOSSI
(dipingendo)
Va!...

SAGRESTANO
Vo!

(s'allontana per il fondo)
(Cavaradossi, volgendo le spalle alla Cappella, lavora.
Angelotti, credendo deserta la chiesa, appare dietro la cancellata
e introduce la chiave per aprire).

CAVARADOSSI
(al cigolio della serratura si volta)
Gente là dentro!!...

(al movimento fatto da Cavaradossi, Angelotti, atterrito,
si arresta come per rifugiarsi ancora nella Cappella - ma - alzati gli occhi,
un grido di gioia, che egli soffoca tosto timoroso, erompe dal suo petto.
Egli ha riconosciuto il pittore e gli stende le braccia come ad un aiuto insperato)

ANGELOTTI
Voi? Cavaradossi!
Vi manda Iddio!
(Cavaradossi non riconosce Angelotti e rimane attonito sull'impalcato)
(Angelotti si avvicina di più onde farsi riconoscere)
Non mi ravvisate?
(con tristezza)
Il carcere m'ha dunque assai mutato!

CAVARADOSSI
(riconoscendolo, depone rapido tavolozza e pennelli
e scende dall'impalcato verso Angelotti, guardandosi cauto intorno)
Angelotti! Il Console
della spenta repubblica romana!

(corre a chiudere la porta a destra)

ANGELOTTI
(con mistero)
(andando incontro a Cavaradossi)
Fuggii pur ora da Castel Sant'Angelo!...

CAVARADOSSI
(generosamente)
Disponete di me!

voce di TOSCA
Mario!

(alla voce di Tosca, Cavaradossi fa un rapido cenno
ad Angelotti di tacere)

CAVARADOSSI
Celatevi!
È una donna... gelosa.
Un breve istante e la rimando.

voce di TOSCA
Mario!

CAVARADOSSI
(verso la porta da dove viene la voce di Tosca)
Eccomi!

ANGELOTTI
(colto da un accesso di debolezza si appoggia all'impalcato
e dice dolorosamente:)
Sono stremo di forze,
più non reggo...

CAVARADOSSI
(rapidissimo, sale sull'impalcato,
ne discende col paniere e lo dà ad Angelotti)
In questo panier v'è cibo e vino!

ANGELOTTI
Grazie!

CAVARADOSSI
(incoraggiando Angelotti, lo spinge verso la Cappella)
Presto!
(Angelotti entra nella Cappella.)

voce di TOSCA
(chiamando ripetutamente stizzita)
Mario!

CAVARADOSSI
(fingendosi calmo apre a Tosca)
Son qui!

TOSCA
(entra con una specie di violenza, allontana bruscamente Mario
che vuole abbracciarla e guarda sospettosa intorno a sé)
Perché chiuso?

CAVARADOSSI
(con simulata indifferenza)
Lo vuole il Sagrestano...

TOSCA
A chi parlavi?

CAVARADOSSI
A te!

TOSCA
Altre parole bisbigliavi. Ov'è?...

CAVARADOSSI
Chi?

TOSCA
Colei!... Quella donna!...
Ho udito i lesti
passi ed un fruscio di vesti...

CAVARADOSSI
Sogni!

TOSCA
Lo neghi?

CAVARADOSSI
Lo nego e t'amo!

(fa per baciarla)

TOSCA
(con dolce rimprovero)
Oh! Innanzi alla Madonna...
No, Mario mio,
lascia pria che la preghi, che l'infiori...
(si avvicina lentamente alla Madonna, dispone con arte, intorno ad essa,
i fiori che ha portato con sé, si inginocchia
e prega con molta devozione, segnandosi, poi s'alza)
(a Cavaradossi, che intanto si è avviato per riprendere il lavoro)
Ora stammi a sentir - stasera canto,
ma è spettacolo breve. - Tu m'aspetti
sull'uscio della scena
e alla tua villa andiam soli, soletti.

CAVARADOSSI
(che fu sempre soprapensieri)
Stasera!

TOSCA
È luna piena
e il notturno effluvio floreal
inebria il cor! - Non sei contento?

(si siede sulla gradinata presso a Cavaradossi)

CAVARADOSSI
(ancora un po' distratto e peritoso)
Tanto!

TOSCA
(colpita da quell'accento)
Tornalo a dir!

CAVARADOSSI
Tanto!

TOSCA
(stizzita)
Lo dici male:
Non la sospiri la nostra casetta
che tutta ascosa nel verde ci aspetta?
Nido a noi sacro, ignoto al mondo inter,
pien d'amore e di mister?
Al tuo fianco sentire
per le silenziose
stellate ombre, salir
le voci delle cose!...
Dai boschi e dai roveti,
dall'arse erbe, dall'imo
dei franti sepolcreti
odorosi di timo,
la notte escon bisbigli
di minuscoli amori
e perfidi consigli
che ammolliscono i cuori.
Fiorite, o campi immensi, palpitate
aure marine nel lunare albor,
piovete voluttà, volte stellate!
Arde a Tosca folle amor!
(reclinando la testa sulla spalla di Cavaradossi)

CAVARADOSSI
(vinto, ma vigilante)
Mi avvinci nei tuoi lacci
mia sirena, mia sirena, verrò!
(guarda verso la parte d'onde uscì Angelotti)
Or lasciami al lavoro.

TOSCA
(sorpresa)
Mi discacci?

CAVARADOSSI
Urge l'opra, lo sai!

TOSCA
(stizzita, alzandosi)
Vado! Vado!
(s'allontana un poco da Cavaradossi, poi voltandosi per guardarlo,
vede il quadro, ed agitatissima ritorna verso Cavaradossi)
Chi è quella
donna bionda lassù?

CAVARADOSSI
(calmo)
La Maddalena.
Ti piace?

TOSCA
È troppo bella!

CAVARADOSSI
(ridendo ed inchinandosi)
Prezioso elogio!

TOSCA
(sospettosa)
Ridi?
Quegli occhi cilestrini già li vidi...

CAVARADOSSI
(con indifferenza)
Ce n'è tanti pel mondo!...

TOSCA
(cercando di ricordare)
Aspetta... Aspetta...
(sale sull'impalcato)
(trionfante)
E l'Attavanti!...

CAVARADOSSI
(ridendo)
Brava!...

TOSCA
(vinta dalla gelosia)
La vedi? T'ama?
(piangendo)
Tu l'ami?...

CAVARADOSSI
(procura di calmarla)
Fu puro caso...

TOSCA
(non ascoltandolo, con ira gelosa)
Quei passi e quel bisbiglio...
Ah! Qui stava pur ora!

CAVARADOSSI
Vien via!

TOSCA
Ah, la civetta!
(minacciosa)
A me, a me!

CAVARADOSSI
(serio)
La vidi ieri, ma fu puro caso...
A pregar qui venne...
Non visto la ritrassi.

TOSCA
Giura!

CAVARADOSSI
(serio)
Giuro!

TOSCA
(sempre con gli occhi rivolti al quadro)
Come mi guarda fiso!

CAVARADOSSI
(la spinge dolcemente a scendere dalla gradinata.
Essa discende all'indietro tenendo alto le sue mani
in quelle di Cavaradossi. Tosca scendendo ha sempre la faccia
verso il quadro cui Mario dà le spalle)
Vien via!

TOSCA
Di me beffarda, ride.

(sono scesi)

CAVARADOSSI
Follia!
(la tiene presso di sé fissandola in viso)
Tosca
(con dolce rimprovero)
Ah, quegli occhi!...

CAVARADOSSI
Quale occhio al mondo
può star di paro
all'ardente occhio tuo nero?
È qui che l'esser mio s'affisa intero.
Occhio all'amor soave, all'ira fiero!
Qual altro al mondo può star di paro
all'occhio tuo nero!...

TOSCA
(rapita, appoggiando la testa alla spalla di Cavaradossi)
Oh, come la sai bene
l'arte di farti amare!
(maliziosamente)
Ma... falle gli occhi neri!...

CAVARADOSSI
(teneramente)
Mia gelosa!

TOSCA
Sì, lo sento... ti tormento
senza posa.

CAVARADOSSI
Mia gelosa!

TOSCA
Certa sono - del perdono
se tu guardi al mio dolor!

CAVARADOSSI
Mia Tosca idolatrata,
ogni cosa in te mi piace;
l'ira audace
e lo spasimo d'amor!

TOSCA
Dilla ancora
la parola che consola...
Dilla ancora!

CAVARADOSSI
Mia vita, amante inquieta,
dirò sempre: "Floria, t'amo!"
Ah ! l'alma acquieta,
sempre "t'amo!" ti dirò!

TOSCA
(sciogliendosi, paurosa d'esser vinta)
Dio! quante peccata!
M'hai tutta spettinata!

CAVARADOSSI
Or va, lasciami!

TOSCA
Tu fino a stassera
stai fermo al lavoro. E mi prometti:
sia caso o fortuna,
sia treccia bionda o bruna,
a pregar non verrà donna nessuna!

CAVARADOSSI
Lo giuro, amore!... Va!

TOSCA
Quanto m'affretti!

CAVARADOSSI
(con dolce rimprovero vedendo rispuntare la gelosia)
Ancora?

TOSCA
(cadendo nelle sue braccia e porgendogli la guancia)
No - perdona!...

CAVARADOSSI
(scherzoso)
Davanti alla Madonna?

TOSCA
(accennando alla Madonna)
È tanto buona!
(si baciano. Avviandosi ad uscire e guardando ancora il quadro,
maliziosamente gli dice:)
Ma falle gli occhi neri!...
(fugge rapidamente)
(Cavaradossi rimane commosso e pensieroso)

Cavaradossi - Angelotti.
(Appena uscita Tosca, Cavaradossi sta ascoltandone i passi allontanarsi,
poi con precauzione socchiude l'uscio e guarda fuori.
Visto tutto tranquillo, corre alla Cappella.
Angelotti appare subito dietro la cancellata)

CAVARADOSSI
(aprendo la cancellata ad Angelotti,
che naturalmente ha dovuto udire il dialogo precedente)
È buona la mia Tosca, ma credente
al confessor nulla tiene celato, ond'io mi tacqui.
È cosa più prudente.

ANGELOTTI
Siam soli?

CAVARADOSSI
Sì. Qual è il vostro disegno?...

ANGELOTTI
A norma degli eventi, uscir di Stato
o star celato in Roma... Mia sorella...

CAVARADOSSI
L'Attavanti?

ANGELOTTI
Sì... ascose un muliebre
abbigliamento là sotto l'altare...
Vesti, velo, ventaglio...
(si guarda intorno con paura)
Appena imbruni
indosserò quei panni...

CAVARADOSSI
Or comprendo!
Quel fare circospetto
e il pregante fervore
in giovin donna e bella
m'avean messo in sospetto
di qualche occulto amor!
Or comprendo!
Era amor di sorella!

ANGELOTTI
Tutto ella ha osato
onde sottrarmi a Scarpia, scellerato!

CAVARADOSSI
Scarpia?! Bigotto satiro che affina
colle devote pratiche
la foia libertina
e strumento al lascivo talento
(con forza crescente)
fa il confessore e il boia!
La vita mi costasse, vi salverò!
Ma indugiar fino a notte è mal sicuro...

ANGELOTTI
Temo del sole!...

CAVARADOSSI
(indicando)
La cappella mette
a un orto mal chiuso, poi c'è un canneto
che va lungi pei campi a una mia villa.

ANGELOTTI
M'è nota...

CAVARADOSSI
Ecco la chiave... - innanzi sera
io vi raggiungo, - portate con voi
le vesti femminili...

ANGELOTTI
(raccoglie in fascio le vestimenta sotto l'altare)
Ch'io le indossi?

CAVARADOSSI
Per or non monta, il sentier è deserto...

ANGELOTTI
(per uscire)
Addio!

CAVARADOSSI
(accorrendo verso Angelotti)
Se urgesse il periglio, correte
al pozzo del giardin. L'acqua è nel fondo,
ma a mezzo della canna, un picciol varco
guida ad un antro oscuro,
rifugio impenetrabile e sicuro!

(un colpo di cannone; i due si guardano agitatissimi)

ANGELOTTI
Il cannon del castello!...

CAVARADOSSI
Fu scoperta la fuga!
Or Scarpia i suoi sbirri sguinzaglia!

ANGELOTTI
Addio!

CAVARADOSSI
(con subita risoluzione)
Con voi verrò! Staremo all'erta!

ANGELOTTI
Odo qualcun!

CAVARADOSSI
(con entusiasmo)
Se ci assalgon, battaglia!

(escono rapidamente dalla Cappella.)

Sagrestano - Allievi e Cantori della Cappella - Chierici - Confratelli.

SAGRESTANO
(entra correndo, tutto scalmanato, gridando:)
Sommo giubilo, Eccellenza!...
(guarda verso l'impalcato e rimane sorpreso
di non trovarvi neppure questa volta il pittore)
Non c'è più! Ne son dolente!...
Chi contrista un miscredente
si guadagna un'indulgenza!
(accorrono da ogni parte chierici, confratelli,
allievi e cantori della Cappella.
Tutti costoro entrano tumultuosamente)
Tutta qui la cantoria!
Presto !...

(altri allievi entrano in ritardo e alla fine si radunano tutti)

ALLIEVI
(colla massima confusione)
Dove?

SAGRESTANO
(spinge alcuni chierici)
In sagrestia...

ALCUNI
Ma che avvenne?

SAGRESTANO
Nol sapete?
(affannoso)
Bonaparte... scellerato...
Bonaparte...

Altri ALLIEVI
(si avvicinano al sagrestano e lo attorniano,
mentre accorrono altri che si uniscono ai primi)
Ebben? Che fu?

SAGRESTANO
Fu spennato, sfracellato,
è piombato a Belzebù!

ALLIEVI, Cantori, ecc.
Chi lo dice?
- È sogno!
- È fola!

SAGRESTANO
È veridica parola;
or ne giunse la notizia!

CORO
Si festeggi la vittoria!

SAGRESTANO
E questa sera
gran fiaccolata
veglia di gala a Palazzo Farnese,
ed un'apposita
nuova cantata
con Floria Tosca!...
E nelle chiese
inni al Signore!
Or via a vestirvi,
non più clamor!
Via... via... in sagrestia!

TUTTI
(ridendo e gridando gioiosamente, senza badare al Sagrestano
che inutilmente li spinge a urtoni verso la sagrestia)
Doppio soldo... Te Deum... Gloria!
Viva il Re!... Si festeggi la vittoria!

Scarpia - Sagrestano - Cantori - Allievi, ecc.
Spoletta - Birri.
(Le loro grida e le loro risa sono al colmo,
allorché una voce ironica tronca bruscamente
quella gazzarra volgare di canti e risa.
È Scarpia: dietro a lui Spoletta e alcuni sbirri)

SCARPIA
(con grande autorità)
Un tal baccano in chiesa! Bel rispetto!

SAGRESTANO
(balbettando impaurito)
Eccellenza! il gran giubilo...

SCARPIA
Apprestate per il te Deum.
(tutti s'allontanano mogi; anche il Sagrestano fa per cavarsela,
ma Scarpia bruscamente lo trattiene)
Tu resta!

SAGRESTANO
(impaurito)
Non mi muovo!

SCARPIA
(a Spoletta)
E tu va, fruga ogni angolo,
raccogli ogni traccia

SPOLETTA
Sta bene!

(fa cenno a due sbirri di seguirlo)

SCARPIA
(ad altri sbirri che eseguiscono)
Occhio alle porte,
senza dar sospetti!
(al Sagrestano)
Ora a te! Pesa
le tue risposte. Un prigionier di Stato
fuggì pur ora da Castel Sant'Angelo...
(energico)
S'è rifugiato qui...

SAGRESTANO
Misericordia!

SCARPIA
Forse c'è ancora.
Dov'è la Cappella degli Attavanti?

SAGRESTANO
Eccola.
(va al cancello e lo vede socchiuso)
Aperta! Arcangeli!
E un'altra chiave!

SCARPIA
Buon indizio... Entriamo.
(entrano nella Cappella, poi ritornano:
Scarpia, assai contrariato, ha fra le mani un ventaglio chiuso
che agita nervosamente)
(fra sé)
Fu grave sbaglio
quel colpo di cannone! Il mariolo
spiccato ha il volo, ma lasciò una preda...
preziosa... un ventaglio.
(agitandolo in aria)
Qual complice il misfatto preparò?
(resta alquanto pensieroso, poi guarda attentamente il ventaglio;
ad un tratto egli vi scorge uno stemma, e vivamente esclama:)
La marchesa Attavanti!...
Il suo stemma!...
(guarda intorno, scrutando ogni angolo della chiesa:
i suoi occhi si arrestano sull'impalcato, sugli arnesi del pittore,
sul quadro... e il noto viso dell'Attavanti gli appare
riprodotto nel volto della santa)
Il suo ritratto!
(al sagrestano)
Chi fe' quelle pitture?

SAGRESTANO
(ancor più invaso dalla paura)
Il cavalier
Cavaradossi...

SCARPIA
Lui!

(uno degli sbirri che seguì Scarpia, torna dalla Cappella
portando il paniere che Cavaradossi diede ad Angelotti)

SAGRESTANO
(vedendolo)
Numi! Il paniere!

SCARPIA
(seguitando le sue riflessioni)
Lui! L'amante di Tosca!
Un uom sospetto!
Un volterrian!

SAGRESTANO
(che avrà esaminato il paniere, con gran sorpresa esclama:)
Vuoto?... Vuoto!...

SCARPIA
Che hai detto?
(vede lo sbirro col paniere)
Che fu?...

SAGRESTANO
(prendendo il paniere)
Si ritrovò nella Cappella
questo panier.

SCARPIA
Tu lo conosci?

SAGRESTANO
Certo!
(è esitante e pauroso)
È il cesto del pittor... ma... nondimeno...

SCARPIA
Sputa quello che sai.

SAGRESTANO
(sempre più impaurito e quasi piangendo
gli mostra il paniere vuoto)
Io lo lasciai ripieno
di cibo prelibato...
Il pranzo del pittor!...

SCARPIA
(attento, inquirente per scoprir terreno)
Avrà pranzato!

SAGRESTANO
Nella Cappella?
(facendo cenno di no colla mano)
Non ne avea la chiave
né contava pranzar... disse egli stesso.
Onde l'avea già messo...
al riparo.
(mostra dove aveva riposto il paniere e ve lo lascia)
(impressionato dal severo e silente contegno di Scarpia)
(Libera me Domine!)

(pausa)

SCARPIA
(Or tutto è chiaro...
la provvista - del sacrista
d'Angelotti fu la preda!)
(scorgendo Tosca che entra nervosissima)
Tosca? Che non mi veda.
(appena vista entrare Tosca, si è abilmente nascosto dietro la colonna
ov'è la pila dell'acqua benedetta,
facendo imperioso cenno di rimanere al Sagrestano;
il quale, tremante, imbarazzato, si reca vicino al palco del pittore)
(Per ridurre un geloso allo sbaraglio
Jago ebbe un fazzoletto... ed io un ventaglio!...)

Tosca - Scarpia - Sagrestano

TOSCA
(Va dritta all'impalcato, ma non trovandovi Cavaradossi,
sempre in grande agitazione va a cercarlo
nella navata principale della chiesa)
Mario?! Mario?!

SAGRESTANO
(che si trova ai piedi dell'impalco, avvicinandosi a Tosca)
Il pittor Cavaradossi?
Chi sa dove sia?
Svanì, sgattaiolò
per sua stregoneria.

(se la svigna)

TOSCA
Ingannata? No!... no!...
Tradirmi egli non può!
(quasi piangendo)

SCARPIA
(ha girato la colonna e si presenta a Tosca, sorpresa del suo subito apparire.
Intinge le dita nella pila e le offre l'acqua benedetta;
fuori suonano le campane che invitano alla chiesa)
Tosca gentile la mano mia
la vostra aspetta, piccola manina,
non per galanteria
ma per offrirvi l'acqua benedetta.

TOSCA
(tocca le dita di Scarpia e si fa il segno della croce)
Grazie, signor!

SCARPIA
Un nobile
esempio è il vostro. Al cielo
piena di santo zelo
attingete dell'arte il magistero
che la fede ravviva!

TOSCA
(distratta e pensosa)
Bontà vostra...

(cominciano ad entrare in chiesa ed a recarsi
verso il fondo alcuni popolani)

SCARPIA
Le pie donne son rare...
Voi calcate la scena...
(con intenzione)
E in chiesa ci venite per pregar...

TOSCA
(sorpresa)
Che intendete?...

SCARPIA
E non fate come certe sfrontate
che han di Maddalena
(indica il ritratto)
viso e costumi...
(con intenzione marcata)
e vi trescan d'amore!

TOSCA
(scatta pronta)
Che? D'amore? Le prove!

SCARPIA
(mostrandole il ventaglio)
È arnese da pittore questo?

TOSCA
(lo afferra)
Un ventaglio? Dove stava?

(entrano alcuni contadini)

SCARPIA
Là su quel palco. Qualcun venne
certo a sturbar gli amanti
ed essa nel fuggir perdé le penne!...

TOSCA
(esaminando il ventaglio)
La corona! Lo stemma! È l'Attavanti!
Presago sospetto!...

SCARPIA
(Ho sortito l'effetto!)

TOSCA
(con grande sentimento, trattenendo a stento le lagrime,
dimentica del luogo e di Scarpia)
Ed io venivo a lui tutta dogliosa
per dirgli: invan stassera,
il ciel s'infosca...
l'innamorata Tosca
è prigioniera... dei regali tripudi.

(entra un gruppo di pastori e ciociare)

SCARPIA
(Già il veleno l'ha rosa!)
(mellifluo a Tosca)
O che v'offende,
dolce signora?...
Una ribelle
lagrima scende
sovra le belle
guancie e le irrora;
dolce signora,
che mai v'accora?

TOSCA
Nulla!

(vari Nobili Signori accompagnano alcune donne)

SCARPIA
(con marcata intenzione)
Darei la vita
per asciugar quel pianto.

TOSCA
(non ascoltandolo)
Io qui mi struggo e intanto
d'altra in braccio le mie smanie deride!

SCARPIA
(Morde il veleno!)

(entrano alcuni borghesi alla spicciolata)

TOSCA
(con grande amarezza)
Dove son? Potessi
coglierli, i traditori!
(sempre più crucciosa)
Oh qual sospetto!
Ai doppi amori
è la villa ricetto!
(con immenso dolore)
Traditor!
Oh mio bel nido insozzato di fango!
(con pronta risoluzione)
Vi piomberò inattesa!
(rivolta al quadro, minacciosa)
Tu non l'avrai stasera. Giuro!

SCARPIA
(scandalizzato, quasi rimproverandola)
In chiesa!

TOSCA
Dio mi perdona... Egli vede ch'io piango!
(piange dirottamente; Scarpia la sorregge accompagnandola all'uscita,
fingendo di rassicurarla)
(appena uscita Tosca, la chiesa poco a poco va sempre più popolandosi.
La folla si raggruppa nel fondo, in attesa del Cardinale;
alcuni inginocchiati pregano)

SCARPIA
(dopo aver accompagnato Tosca, ritorna presso la colonna e fa un cenno:
subito si presenta Spoletta)
Tre sbirri... Una carrozza...
Presto!... seguila
dovunque vada!... non visto!... provvedi!

SPOLETTA
Sta bene! Il convegno?

SCARPIA
Palazzo Farnese!
(Spoletta parte rapidamente con tre sbirri)
(con un sorriso sardonico)
Va, Tosca! Nel tuo cuor s'annida Scarpia!...
È Scarpia che scioglie a volo
il falco della tua gelosia.
Quanta promessa nel tuo pronto sospetto!
(esce il corteggio che accompagna il Cardinale all'altare maggiore:
i soldati svizzeri fanno far largo alla folla, che si dispone su due ali)
(Scarpia s'inchina e prega al passaggio del Cardinale)
(il Cardinale benedice la folla che reverente s'inchina)

CAPITOLO
Adjutorum nostrum in nomine Domini

FOLLA
Qui fecit coelum et terram

CAPITOLO
Sit nomen Domini benedictum

FOLLA
Et hoc nunc et usquem in saeculum.

SCARPIA
(con ferocia)
A doppia mira
tendo il voler, né il capo del ribelle
è la più preziosa. Ah di quegli occhi
vittoriosi veder la fiamma
(con passione erotica)
illanguidir con spasimo d'amor,
fra le mie braccia...
(ferocemente)
L'uno al capestro,
l'altra fra le mie braccia...
(resta immobile guardando nel vuoto)
(Tutta la folla è rivolta verso l'altare maggiore;
alcuni s'inginocchiano)

FOLLA
Te Deum laudamus:
Te Dominum confitemur!

SCARPIA
(riavendosi come da un sogno)
Tosca, mi fai dimenticare Iddio!
(s'inginocchia e prega con entusiasmo religioso)

TUTTI
Te aeternum Patrem
omnis terra veneratur!

 
 
 

 

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ATTO  II - Palazzo Farnese
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