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Teatro della Luna - Assago MI
Prima Stagione di opera e balletto
Sabato 21 aprile 2012 ore 21:00
Organizzato da Teatro della Luna
in collaborazione con
Associazione Orchestra Filarmonica e Balletto Aloysius
e Associazione Ritorno all'Opera
Giuseppe Verdi
La traviata
melodramma in tre atti
libretto di Francesco Maria Piave
dal dramma "La dame aux camelias" di Alexandre Dumas figlio
Orchestra Filarmonica Aloysius
direttore Alberto Radice
regia, scene e costumi Paolo Panizza
Coro Giuseppe Verdi di Pavia
maestro del Coro Enzo Consogno
Personaggi e interpreti
Violetta Valery: Stefanna Kybalova soprano
Alfredo Germont: Valter Borin tenore
Giorgio Germont Ivan Marino baritono
Flora Bervoix
Annina
Gastone
Douphol
Marchese d'Obigny
Dottor Grenvil
Giuseppe
Domestico di Flora
Commissionario
Rappresentato per la prima volta al
Teatro La Fenice di Venezia nel 1853, l'idea di questo melodramma venne a
Verdi dopo le prime rappresentazioni teatrali della "Dame aux camélias" di
Alexandre Dumas figlio. Il dramma era strato ricavato, dall'autore, da un
proprio romanzo autobiografico che era stato un bestseller della
letteratura scandalistica del tempo. La scabrosità del soggetto, ispirato
alla parabola amorosa di Alphonsine Duplessis, una delle più celebri
cortigiane parigine, morta ventitreenne appena un anno prima dell'uscita
del romanzo, aveva elettrizzato Verdi, nonostante i pareri sfavorevoli dei
benpensanti.
Note di Regia, Paolo Panizza
Durante un soggiorno a Parigi, Verdi assiste alla pièce teatrale "La dame
aux camelias" di Dumas figlio. Lo spettacolo narrava le vicende di
Marguerite Gautier, che si rifacevano alla vera storia di Alphonsine, la
disinibita e sfortunata giovane protagonista della vita mondana parigina,
che tra i numerosi amanti aveva avuto lo stesso Dumas. Profondamente
colpito dalla vicenda, Verdi decide di farne il soggetto di un'opera per
La Fenice di Venezia, che sarebbe andata in scena il 6 marzo 1853.
Con il librettista Francesco Maria Piave, nasce dunque l'opera più
romantica del compositore di Busseto: "La Traviata". Margherita muta il
suo nome in quello di Violetta, non a caso un altro fiore, emblema di uno
stato di fragilità e di caducità a cui la protagonista soccomberà, vittima
della tisi ma anche dei mali della società perbenista.
Verdi disegna la figura di una donna immortale, pronta a sacrificarsi per
amore, che entra a tutto diritto a far parte dei grandi miti narrati
attraverso le arti. Chi almeno una volta non si è commosso ascoltando lo
struggente "Amami Alfredo" cantato da Violetta?
Nel suggestivo allestimento di Paolo Panizza la classica ambientazione
ottocentesca di "Traviata" viene trasportata negli anni '20 e '30 del
secolo scorso, il periodo prossimo alla Grande Depressione, mettendo in
evidenza i sentimenti e i rapporti ancora estremamente attuali dei
personaggi.
"In questo allestimento ho desiderato puntare molto sulla chiarezza
dell'intreccio, sui rapporti estremamente attuali dei personaggi, nel
pieno rispetto del libretto e della musica. Non amo le stravaganze fini a
se stesse e mi piace lavorare in armonia con il compositore per esaltare
ciò che già la musica esprime a meraviglia. Un dramma borghese come
Traviata mi piace leggerlo nei contrasti tragici e ironici che Verdi ha
fatto coesistere nel libretto, nei parallelismi tra le feste e la morte,
tra il Carnevale del corpo e l'Inferno dell'anima.
L'ambientazione in stile Art Dèco non è solo una scelta estetica. E' una
scelta decadente. Nell'Art Déco vedo la ricerca della bellezza da un lato,
la voglia di vivere ed esagerare dopo la prima grande guerra, ma anche un
senso di vuoto e di smarrimento che l'estetica da sola non può colmare.
Siamo prossimi alla Grande Depressione… Anche i bellissimi costumi di
Valerio Maggioni mi aiutano nel dare una linea a questa sfrenata ricerca
dell'apparire di quella società, ma Violetta, come sappiamo, non riuscirà
ad indossare il suo ultimo abito, a tornare nel guscio falso e
rassicurante di quella borghesia, perché ormai ha scoperto l'amore al
prezzo della vita.
Nell'Art Déco poi la donna è esaltata, come figura e come affermazione del
ruolo; sono i primi anni di leggera emancipazione, di autodeterminazione:
c'è molto più di quello che non sembri a uno sguardo superficiale. È
inoltre l'ultima epoca utile per avvicinare ancor di più Violetta a noi,
senza tradire un libretto che parla ancora di calesse e duelli. La logica
per me è importante, anche se il nostro lavoro è di nasconderla dietro le
emozioni."
Trama dell'opera da
Wikipedia
La Traviata:
storia e vicende
Notizia sul blog
Seguono immagini della serata:
Avvertenza:
Le foto sono state scattate durante la messa in scena del lavoro e non
alla esecuzione davanti al pubblico pertanto posso differire da quanto
rappresentato nei dettagli che verranno messi a punto ma non nella
struttura generale della impostazione.
Coro ed orchestra durante le prove non sono in abito di scena.
Atto I ---
Atto II ---
Atto III
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Il Maestro Alberto Radice
Foto dal backstage
Foto dal backstage
Foto dal backstage
Foto dal backstage
Foto dal backstage
Flora, amici, la notte che resta
D'altre gioie qui fate brillar
In Alfredo Germont, o signora,
Ecco un altro che molto vi onora
Mio Visconte, merce' di tal dono.
Egra foste, e ogni di' con affanno
Qui volo', di voi chiese.
Voi Barone, feste altrettanto
Meglio fora che aveste taciuto
Sarò l'Ebe che versa
E ch'io bramo immortal come quella!
Libiam ne' lieti calici
Che la bellezza infiora
Tra voi sapro' dividere
Il tempo mio giocondo;
Tutto e' follia nel mondo
Cio' che non e' piacer.
Foto del backstage
Foto dal backstage
Usciamo
(Fa qualche passo, ma e' obbligata a nuovamente fermarsi e sedere.)
Oh Dio!
Un tremito che provo Or la' passate
(indica l'altra sala.)
Tra poco anch'io saro'
Oh qual pallor
Voi qui!
ALFREDO
Cessata e' l'ansia
Che vi turbo'?
Ah, in cotal guisa
V'ucciderete aver v'e' d'uopo cura
Dell'esser vostro
ALFREDO
(con fuoco)
Perche' nessuno al mondo
V'ama
VIOLETTA
Nessun?
ALFREDO
Tranne sol io.
VIOLETTA
(ridendo)
Gli e' vero!
Si' grande amor dimenticato avea0
Ah si', da un anno.
Un di', felice, eterea,
Mi balenaste innante,
E da quel di' tremante
Vissi d'ignoto amor.
Di quell'amor ch'e' palpito
Dell'universo intero,
Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor.
Ah, se cio' e' ver, fuggitemi
Solo amistade io v'offro:
Amar non so, ne' soffro
Un cosi' eroico amor.
GASTONE
Ebben? che diavol fate?
Prendete questo fiore.
ALFREDO
Perche'?
VIOLETTA
Per riportarlo
ALFREDO
O ciel! domani
VIOLETTA
Ebben,
Domani.
Io son felice. Oh, quanto v'amo!
Foto dal backstage
Foto dal backstage
Foto dal backstage
Foto dal backstage
Foto dal backstage
Nel riposo ancor la lena
Si ritempri per goder
E' strano! e' strano! in core
Scolpiti ho quegli accenti!
Sari'a per me sventura un serio amore?
Che risolvi, o turbata anima mia?
Senti'a che amore e' palpito
Dell'universo intero,
Misterioso, altero,
Croce e delizia al cor!
Povera donna, sola
Abbandonata in questo
Popoloso deserto
Che appellano Parigi
Follie! follie delirio vano e' questo!
Sempre lieta ne' ritrovi
A diletti sempre nuovi
Dee volare il mio pensier.
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Atto I ---
Atto II ---
Atto III
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