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        Comune di 
        Montaldeo - Proloco di Montaldeo - Ass.Oltregiogo - Ass.Alto MonferratoAssociazione Amici della Musica di Stazzano
 
 Presentano
 L'Opera in Castello
 
 Sabato 5 settembre 2009 Ore 21
 Cortile superiore del castello D'Oria - Montaldeo (AL)
 Gaetano Donizetti
 Don Pasquale
 Opera comica in tre atti su libretto di G.Ruffini
 Adattamento strumentale per flauto, clarinetto e pianoforte del M°Paolo 
        Fiamingo
 
 
 Personaggi ed interpreti:
 
 Don Pasquale: Bruno Pestarino
 Norina: Irene Favro
 Ernesto: Vito Martino
 Il Dottor Malatesta: Yiannis Vassilakis
 Il Notaio-Il Maggiordomo:Gianluigi Repetto
 
 Elena Bollati: flauto
 Daniele Garabello: clarinetto
 M°concertatore al pianoforte: Paolo Fiamingo
 Regia di Bruno Pestarino
 INGRESSO LIBERO
 E' possibile cenare presso:
 
 Ristorante "Al Ghiottone"
 Via Cadegualchi, 1-Fraz.Cadegualchi-Parodi L. (AL) Tel.: 0143/681213
 
 Hotel Ristorante "Il Girasole"
 Piazza M. della Benedica 15R – 15066 Gavi (Al) Tel. e Fax 0143.64.34.85
 
 
        ProgrammaAtto I & Atto II prima parte - senza intervallo - 
        Atto II seconda parte & Atto III
 
 
         
         
        Alcune immagini 
        della serata..... 
        
          | 
          Gaetano Donizetti  (1797 
          - 1848) Don 
          Pasquale 
            
            Atto primo
 
  
 Sala in casa di Don Pasquale, con porta in fondo d'entrata comune, e due porte laterali che guidano agli appartamenti interni.
 
 
 
 Scena prima                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                         (Atto 
            I)
 
 
 Don Pasquale solo. Guarda con impazienza all'orologio.
 
 
 DON PASQUALE
 Son nov'ore; di ritorno
 il dottore esser dovria.
 (ascoltando)
 
 Zitto!... Parmi... È fantasia...
 Forse il vento che passò.
 
 Che boccon di pillolina,
 nipotino, vi preparo!
 Vo' chiamarmi don Somaro
 
 se veder non ve la fo.
 
 MALATESTA
 È permesso?
 
 (Malatesta di dentro)
 
  DON PASQUALE
 Avanti, avanti.
 
 
 
 Scena seconda                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                         (Atto 
            I)
 
 Il dottore Malatesta e detto.
 
 
 
 DON PASQUALE
 (con ansietà)
 Dunque?...
 
 MALATESTA
 Zitto, con prudenza.
 
 DON PASQUALE
 Io mi struggo d'impazienza.
 La sposina...?
 
 
 MALATESTA Si trovò.
 
  DON PASQUALE
 Benedetto!
 
 MALATESTA
 (Che babbione!)
 
 Proprio quella che ci vuole.
 Ascoltate, in due parole
 il ritratto ve ne fo'.
 
 
 DON PASQUALESon tutt'occhi, tutto orecchie,
 muto, attento a udir vi sto.
 
 
 MALATESTA Bella siccome un angelo
 in terra pellegrino,
 fresca siccome il giglio
 che s'apre in sul mattino,
 occhio che parla e ride,
 sguardo che i cor conquide.
 
 Chioma che vince l'ebano
 sorriso incantator.
 DON PASQUALESposa simile! Oh, giubilo!
 Non cape in petto il cor.
 
 MALATESTA
 Alma innocente e candida,
 che sé medesma ignora;
 modestia impareggiabile,
 dolcezza che innamora
 ai miseri pietosa,
 gentil, buona, amorosa.
 Il ciel l'ha fatta nascere
 per far beato un cor.
 
 DON PASQUALE
 Famiglia?
 
 MALATESTA
 Agiata, onesta.
 
  DON PASQUALE
 Casato?
 
 MALATESTA
 Malatesta.
 
  DON PASQUALE
 (con intenzione)
 Sarà vostra parente?
 
 MALATESTA
 Alla lontana un po'...
 È mia sorella.
 
 DON PASQUALE
 Oh gioia!
 Di più bramar non so.
 E quando di vederla,
 quando mi fia concesso?
 
 MALATESTA
 Domani sul crepuscolo.
 
 DON PASQUALE
 Domani? Adesso, adesso.
 Per carità, dottore!
 
 
 MALATESTA
 Frenate il vostro ardore,
 quetatevi, calmatevi,
 fra poco qui verrà.
 
 DON PASQUALE
 (con trasporto)
 Da vero?
 
 MALATESTA
 Preparatevi,
 e ve la porto qua.
 
 DON PASQUALE
 Oh caro!
 (lo abbraccia)
 Or tosto a prenderla..
 
 MALATESTA
 Ma udite...
 
 DON PASQUALE
 Non fiatate.
 
 MALATESTA
 Ma...
 
 DON PASQUALE
 Non c'è ma, volate,
 o casco morto qua.
 (gli tura la bocca e lo spinge via)
 
 Un foco insolito
 mi sento addosso,
 omai resistere
 io più non posso.
 Dell'età vecchia
 scordo i malanni,
 mi sento giovine
 come a vent'anni.
 Deh! cara, affrettati,
 dolce sposina!
 Ecco di bamboli
 mezza dozzina
 veggo già nascere,
 veggo già crescere,
 a me d'intorno
 veggo scherzar.
 Son rinato. Or si parli al nipotino.
 A fare il cervellino
 veda che si guadagna.
 (guarda nelle scene)
 Eccolo appunto.
 
 
 
 Scena terza                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                         (Atto 
            I)
 
 Ernesto e detto.
 
 
  DON PASQUALE
 Giungete a tempo. Stavo
 per mandarvi a chiamare. Favorite.
 
 ERNESTO
 Sono ai vostri comandi.
 
 DON PASQUALE
 Non vo' farvi un sermone,
 vi domando un minuto d'attenzione.
 È vero o non è vero
 che, saranno due mesi,
 io v'offersi la man d'una zitella
 nobile, ricca e bella?
 
 ERNESTO
 È vero.
 
  DON PASQUALE
 Promettendovi, per giunta
 un buon assegnamento, e alla mia morte,
 quanto possiedo?
 
 ERNESTO
 È vero.
 
 DON PASQUALE
 Minacciando,
 in caso di rifiuto,
 diseredarvi, e a torvi ogni speranza,
 ammogliarmi, se è d'uopo?
 
  ERNESTO
 È vero.
 
 DON PASQUALE
 Or bene,
 la sposa che v'offersi, or son tre mesi,
 ve l'offro ancor.
 
  ERNESTO
 Non posso; amo Norina,
 la mia fede è impegnata...
 
 DON PASQUALE
 Sì, con una spiantata,
 con una vedovella civettina...
 
 ERNESTO
 Rispettate una giovine
 povera, ma onorata e virtuosa.
 
 DON PASQUALE
 Siete proprio deciso?
 
 ERNESTO
 Irrevocabilmente.
 
 DON PASQUALE
 Or ben, pensate
 a trovarvi un alloggio.
 
  ERNESTO
 Così mi discacciate?
 
 DON PASQUALE
 La vostra ostinatezza
 d'ogni impegno mi scioglie.
 Fate di provvedervi. Io prendo moglie.
 
          
          
 
 ERNESTO
 (nella massima sorpresa)
 Prender moglie?
 
 DON PASQUALE
 Sì, signore.
 
 ERNESTO
 Voi?...
 
 DON PASQUALE
 Quel desso in carne e in ossa.
 
  ERNESTO
 Perdonate lo stupore...
 La sorpresa... (Oh questa è grossa!)
 Voi?...
 
 DON PASQUALE
 L'ho detto e lo ripeto.
 (con impazienza)
 Io, Pasquale da Corneto,
 possidente, qui presente,
 qui presente, in carne ed ossa,
 d'annunziarvi ho l'alto onore
 che mi vado ad ammogliar.
 
 ERNESTO
 Voi scherzate.
 
  DON PASQUALE
 Scherzo un corno,
 lo vedrete, al nuovo giorno.
 Sono, è vero, stagionato,
 ma ben molto conservato,
 e per forza e vigoria
 me ne sento da prestar.
 Voi frattanto, signorino
 preparatevi a sfrattar.
 
 ERNESTO
 (Ci volea questa mania
 i miei piani a rovesciar!
 Sogno soave e casto
 de' miei prim'anni, addio.
 Bramai ricchezze e fasto
 solo per te, ben mio:
 povero, abbandonato,
 caduto in basso stato,
 pria che vederti misera,
 cara, rinunzio a te.)
 
 DON PASQUALE
 (Ma, veh, che originale!
 Che tanghero ostinato!
 Adesso, manco male,
 mi par capacitato.
 Ben so dove gli duole,
 ma è desso che lo vuole,
 altri che sé medesimo
 egli incolpar non può!)
 
 ERNESTO
 (dopo breve pausa)
 Due parole ancor di volo.
 
 DON PASQUALE
 Son qui tutto ad ascoltarvi.
 
  ERNESTO
 Ingannar si puote un solo:
 ben fareste a consigliarvi.
 Il dottore Malatesta
 è persona grave, onesta.
 
 DON PASQUALE
 L'ho per tale.
 
 ERNESTO
 Consultatelo.
 
 DON PASQUALE
 E già bello e consultato.
 
 ERNESTO
 Vi sconsiglia!
 
 DON PASQUALE
 Anzi, al contrario,
 m'incoraggia, n'è incantato.
 
 ERNESTO
 (colpitissimo)
 Come? Come? Oh, questa poi...
 
 DON PASQUALE
 Anzi, a dirla qui fra noi,
 (confidenzialmente)
 la... capite?... Ia zitella,
 ma... silenzio... è sua sorella.
 
 ERNESTO
 Sua sorella!! Che mai sento?
 (agitatissimo)
 Del dottore?
 
 DON PASQUALE
 Del dottor.
 
  ERNESTO
 (Mi fa il destin mendico,
 perdo colei che adoro,
 in chi credevo amico
 discopro un traditor!
 D'ogni conforto privo,
 misero! a che pur vivo?
 Ah! non si dà martoro
 eguale al mio martor?)
 
 DON PASQUALE
 (L'amico è bello e cotto,
 in sasso par cangiato;
 non fiata non fa motto,
 I'affoga il crepacuor.
 Si roda, gli sta bene,
 ha quel che gli conviene.
 Impari lo sventato
 a fare il bello umor.)
 
 (partono)
 
 
 Stanza in casa di Norina.
 
 
 
 Scena quarta                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                         (Atto 
            I)
 
 Entra Norina con un libro alla mano, leggendo.
 
 
  
 NORINA
 "Quel guardo il cavaliere
 in mezzo al cor trafisse
 piegò il ginocchio e disse:
 son vostro cavalier!
 E tanto era in quel guardo
 sapor di paradiso,
 che il cavalier Riccardo,
 tutto d'amor conquiso,
 giurò che ad altra mai
 non volgeria il pensier."
 
 (ridendo)
 Ah, ah! Ah, ah!
 So anch'io la virtù magica
 d'un guardo a tempo e loco,
 so anch'io come si bruciano
 i cori a lento foco,
 d'un breve sorrisetto
 conosco anch'io l'effetto,
 di menzognera lagrima,
 d'un subito languor.
 
 Conosco i mille modi
 dell'amorose frodi,
 i vezzi, e l'arti facili
 per adescare un cor.
 
 Ho testa bizzarra;
 son pronta, vivace...
 mi piace scherzar,
 mi piace brillar.
 Se monto in furore
 di rado sto al segno,
 ma in riso lo sdegno
 
 (ridendo)
 fo presto a cambiar.
 Ho la testa bizzarra,
 ma core eccellente.
 E il dottor non si vede! Oh, che impazienza!
 Del romanzetto ordito
 a gabbar don Pasquale,
 ond'ei toccommi in fretta,
 poco o nulla ho capito, ed or l'aspetto...
 (Entra un servo, le porge una lettera ed esce.
 Norina guardando la soprascritta.)
 La man d'Ernesto... io tremo.
 (legge: dà cenni di sorpresa, poi di costernazione)
 Oh! me meschina!
 
 
 
 Scena quinta                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                         (Atto 
            I)
 
 Malatesta e detta.
 
 
 MALATESTA
 (con allegria)
 Buone nuove, Norina,
 il nostro stratagemma...
 
 NORINA
 (con vivacità)
 Me ne lavo le mani.
 
 MALATESTA
 Come? Che fu?
 
  NORINA
 (porgendogli la lettera)
 Leggete .
 
  MALATESTA
 (leggendo)
 "Mia Norina; vi scrivo
 colla morte nel cor". Lo farem vivo.
 "Don Pasquale aggirato
 da quel furfante..." Grazie!
 "da, quella faccia doppia del dottore,
 sposa una sua sorella,
 mi scaccia di sua casa,
 mi disereda infine. Amor m'impone
 di rinunziare a voi.
 Lascio Roma oggi stesso, e quanto prima
 l'Europa. Addio. Siate felice. Questo
 è l'ardente mio voto. Il vostro Ernesto."
 Le solite pazzie!
 
 NORINA
 Ma s'egli parte!...
 
  MALATESTA
 Non partirà, v'accerto. In quattro salti
 son da lui, della nostra
 trama lo metto a parte, ed ei rimane,
 e con tanto di cor.
 
 NORINA
 Ma questa trama
 si può saper qual sia?
 
 MALATESTA
 A punire il nipote,
 che opponsi alle sue voglie
 Don Pasqual s'è deciso a prender moglie.
 
 NORINA
 Già mel diceste.
 
 
 MALATESTA
 Or ben, io suo dottore,
 vistolo così fermo nel proposto,
 cambio tattica, e tosto
 nell'interesse vostro, e in quel d'Ernesto,
 mi pongo a secondarlo. Don Pasquale
 sa ch'io tengo al convento una sorella,
 vi fo passar per quella -
 egli non vi conosce - e vi presento
 pria ch'altri mi prevenga;
 vi vede e resta cotto.
 
 NORINA
 Va benissimo.
 
 MALATESTA
 Caldo caldo vi sposa.
 Carlotto mio cugino
 ci farà da Notaro. Al resto poi
 tocca pensare a voi.
 Lo fate disperar: il vecchio impazza,
 I'abbiamo a discrezione...
 Allor...
 
 NORINA
 Basta. Ho capito.
 
 MALATESTA
 Va benone.
 
 
 NORINA
 Pronta son; purch'io non manchi
 all'amor del caro bene:
 farò imbrogli, farò scene,
 so ben io quel ch'ho da far.
 
 MALATESTA
 Voi sapete se d'Ernesto
 sono amico, e ben gli voglio,
 solo tende il nostro imbroglio
 Don Pasquale a corbellar.
 
 
 NORINA
 Siamo intesi. Or prendo impegno.
 
 MALATESTA
 Io la parte ecco v'insegno.
 
  NORINA
 Mi volete fiera?
 
 MALATESTA
 No.
 
 NORINA
 Mi volete mesta?
 
 MALATESTA
 No, la parte non è questa.
 
 NORINA
 Ho da pianger?
 
 MALATESTA
 No.
 
 NORINA
 O gridare?
 
 MALATESTA
 No, la parte non è questa.
 State un poco ad ascoltar.
 Convien far la semplicetta.
 
 NORINA
 Posso in questo dar lezione.
 
 MALATESTA
 Collo torto, bocca stretta.
 
 MALATESTA e NORINA
 Or proviam quest'altra azione.
 
 NORINA
 (con affettatura)
 Mi vergogno... son zitella...
 
 MALATESTA
 Brava, brava, bricconcella!
 Va benissimo così.
 Collo torto.
 
 NORINA
 Cosi...
 
 MALATESTA
 Brava.
 Bocca stretta.
 
  NORINA
 Mi vergogno.
 
 MALATESTA
 Oh, benedetta!
 Va benissimo cosi.
 
 MALATESTA e NORINA
 Vado, corro
 al gran cimento,
 Sì corriam.
 Pieno ho il cor d'ardimento.
 A quel vecchio affé la testa
 questa volta ha da girar.
 
  NORINA
 Già l'idea del gran cimento
 mi raddoppia l'ardimento,
 già pensando alla vendetta
 mi comincio a vendicar.
 Una voglia avara e cruda
 i miei voti invan contrasta.
 Io l'ho detto e tanto basta,
 la saprò, la vo' spuntar.
 
 
 MALATESTA
 Poco pensa don Pasquale
 che boccon di temporale
 si prepari in questo punto
 sul suo capo a rovinar.
 Urla e fischia la bufera,
 vedo il lampo, il tuono ascolto;
 la saetta fra non molto
 sentiremo ad iscoppiar.
 
 
            
            Atto secondo 
 
            Sala in casa di don Pasquale. 
 Scena prima                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                         (Atto 
            II)
 
 
 Ernesto solo abbattutissimo.
 
  
 ERNESTO
 Povero Ernesto!
 Dallo zio cacciato
 da tutti abbandonato,
 mi restava un amico,
 e un coperto nemico
 discopro in lui, che a' danni miei congiura.
 Perder Norina, oh Dio!
 Ben feci a lei
 d'esprimere in un foglio i sensi miei.
 Ora in altra contrada
 i giorni grami a trascinar si vada.
 
 Cercherò lontana terra
 dove gemer sconosciuto,
 là vivrò col cuore in guerra
 deplorando il ben perduto.
 
 Ma né sorte a me nemica,
 né frapposti monti e mar,
 ti potranno, o dolce amica,
 dal mio seno cancellar.
 E se fia che ad altro oggetto
 tu rivolga un giorno il core,
 se mai fia che un nuovo affetto
 
 spenga in te l'antico ardore,
 non temer che un infelice
 te spergiura accusi al ciel;
 se tu sei, ben mio, felice,
 sarà pago il tuo fedel.
 
 
 (esce)
 
 
 
 Scena seconda                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                    (Atto 
            II)
 
 Don Pasquale in gran gala seguito da un servo.
 
 
  DON PASQUALE
 (al servo)
 Quando avrete introdotto
 il dottor Malatesta e chi è con lui,
 ricordatevi bene,
 nessuno ha più da entrar; guai se lasciate
 rompere la consegna. Adesso andate.
 (il servo parte)
 
 Per un uom sui settanta...
 (Zitto che non mi senta la sposina)
 convien dir che son lesto e ben portante.
 Con questo boccon poi
 di toilette...
 (si pavoneggia)
 Alcun viene...
 eccoli. A te mi raccomando, Imene.
 
 
 
 Scena terza                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                         (Atto 
            II)
 
 
 Malatesta conducendo per mano Nerina velata.
 
 
  
 MALATESTA
 Via, da brava.
 
 NORINA
 Reggo appena...
 Tremo tutta...
 
 MALATESTA
 V'inoltrate.
 
 (nell'atto che il dottor fa inoltrare,
 Norina accenna colla mano a Don Pasquale
 di mettersi in disparte,
 Don Pasquale si rincantuccia)
 
 NORINA
 Ah fratel, non mi lasciate.
 
 MALATESTA
 Non temete.
 
 NORINA
 Per pietà!
 
 (appena Norina è sul davanti del proscenio
 il dottore corre a Don Pasquale)
 
 MALATESTA
 Fresca uscita di convento,
 natural è il turbamento,
 è per tempra un po' selvatica.
 Mansuefarla a voi si sta.
 
 NORINA
 (Sta a vedere, vecchio matto,
 ch'or ti servo come va.)
 
 DON PASQUALE
 Mosse, voce, portamento,
 tutto è in lei semplicità.
 La dichiaro un gran portento
 se risponde la beltà!
 
  MALATESTA
 Mosse, voce, portamento,
 tutto è in lei semplicità.
 
 NORINA
 Ah fratello!
 
 MALATESTA
 Non temete.
 
  NORINA
 A star sola mi fa male.
 
 MALATESTA
 Cara mia, sola non siete,
 ci son io, c'è don Pasquale...
 
 NORINA
 (con terrore)
 Come? Un uomo! Ah, me meschina:
 (agitatissima)
 presto, andiam, fuggiam di qua.
 
  DON PASQUALE
 (vedendo che vuol partire)
 Dottore, dottore!...
 
 NORINA
 (Sta a vedere, vecchio matto,
 chi'io ti servo come va.)
 
  DON PASQUALE
 (Com'è cara e modestina
 nella sua semplicità.)
 
 MALATESTA
 (Quella scaltra malandrina
 impazzire lo farà.)
 (a Norina)
 Non abbiate paura, è Don Pasquale,
 padrone e amico mio,
 il re dei galantuomini.
 
 
 (Don Pasquale si confonde in inchini.
 Norina non lo guarda.)
 ( Norina:
 Risponde al saluto.)
 
 NORINA
 (fa una riverenza senza guardar Don Pasquale)
 Grazie, serva.
 
 DON PASQUALE
 (Che piè... che bella mano!)
 
 MALATESTA
 (E già cotto a quest'ora.)
 
 NORINA
 (Oh, che baggiano!)
 
 
 (Don Pasquale dispone tre sedie;
 siedono, dottore nel mezzo.)
 
 MALATESTA
 (a Don Pasquale)
 (Che ne dite?)
 
 DON PASQUALE
 (È un incanto; ma, quel velo...)
 
  MALATESTA
 Non oseria, son certo,
 a sembiante scoperto
 parlare a un uom. Prima l'interrogate,
 
 vedete se nei gusti v'incontrate,
 poscia vedrem.
 
 DON PASQUALE
 (Capisco. Andiam, coraggio)
 (a Norina)
 Posto ch'ho l'avvantaggio...
 (s'imbroglia)
 Anzi il signor fratello...
 Il dottor Malatesta...
 Cioè volevo dir...
 
 MALATESTA
 (Perde la testa.)
 (a Norina)
 Rispondete .
 
 NORINA
 (facendo la riverenza)
 Son serva, mille grazie.
 
  DON PASQUALE
 (a Norina)
 Volea dir ch'alla sera
 la signora amerà la compagnia.
 
 NORINA
 Niente affatto. Al convento
 si stava sempre sole.
 
 DON PASQUALE
 Qualche volta in discoteca [al teatro]?
 
 NORINA
 Non so che cosa sia, né saper bramo.
 
  DON PASQUALE
 Sentimenti ch'io lodo.
 Ma il tempo, uopo è passarlo in qualche modo.
 
 NORINA
 Cucire, ricamar, far la calzetta,
 badare alla cucina:
 il tempo passa presto.
 
 MALATESTA
 (Ah, malandrina!)
 
 DON PASQUALE
 (agitandosi sulla sedia)
 (Fa proprio al caso mio.)
 (al dottore)
 Quel vel per carità!
 
  MALATESTA
 (a Norina)
 Cara Sofronia.
 Rimovete quel velo.
 
 NORINA
 (vergognandosi)
 Non oso... in faccia a un uom?
 
 MALATESTA
 Ve lo comando.
 
 NORINA
 Obbedisco, fratel.
 
 (si toglie il velo)
 
  DON PASQUALE
 (dopo averla guardata, levandosi a un tratto
 e dando indietro come spaventato)
 Misericordia!
 
 MALATESTA
 (tenendogli dietro)
 Che fu? dite...
 
 DON PASQUALE
 Una bomba in mezzo al core.
 (agitatissimo)
 Per carità, dottore,
 ditele se mi vuole,
 (con ansia)
 mi mancan le parole,
 sudo, agghiaccio... son morto.
 
 MALATESTA
 (Via, coraggio,
 mi sembra ben disposta, ora le parlo.)
 (piano a Norina)
 Sorellina mia cara.
 Dite... vorreste... in breve.
 Quel signore...
 (accenna Don Pasquale)
 vi piace?
 
 NORINA
 (con un'occhiata a Don Pasquale che si ringalluzza)
 A dirlo ho soggezione...
 
 MALATESTA
 Coraggio .
 
 NORINA
 (timidamente)
 Sì. (Sei pure il gran babbione!)
 
 MALATESTA
 (tornando a Don Pasquale)
 Consente. È vostra.
 
 DON PASQUALE
 (con trasporto)
 Oh giubilo!
 Beato me!
 
 NORINA
 (Te n'avvedrai fra poco!)
 
 DON PASQUALE
 Or presto pel notaro.
 
 MALATESTA
 Per tutti i casi dabili
 ho tolto meco il mio ch'è in anticamera
 or l'introduco.
 
 (esce)
 
 DON PASQUALE
 Oh caro!
 Quel dottor pensa a tutto.
 
 MALATESTA
 (rientrando col notaro)
 Ecco il notaro.
 
 
 Don Pasquale e Norina seduti.
 I servi dispongono in mezzo alla scena un tavolo
 coll'occorrente da scrivere.
 Sopra il tavolo un campanello.
 Notaro saluta, siede e s'accinge a scrivere.
 Dottore in piedi a destra del Notaro come dettandogli.
 
 
 
 Scena quarta                     
            Scene 1, 2, 3, 4, 5                                         (Atto 
            II)
 
 Notaro e detti.
 
 
  
 MALATESTA
 Fra da una parte etcetera,
 Sofronia Malatesta,
 domiciliata etcetera
 con tutto quel che resta;
 e d'altra parte etcetera
 Pasquale da Corneto etcetera.
 
 NOTARO
 ...etcetera.
 
 MALATESTA
 Coi titoli e le formole
 secondo il consueto.
 
 NOTARO
 ...eto.
 
 MALATESTA
 Entrambi qui presenti,
 volenti, e consenzienti
 
 NOTARO
 ...enti.
 
 MALATESTA
 Un matrimonio in regola
 a stringere si va.
 
 DON PASQUALE
 (al notaro)
 Avete messo?
 
 NOTARO
 Ho messo.
 
  DON PASQUALE
 Sta ben.
 (va alla sinistra del notaro)
 Scrivete appresso.
 (come dettando)
 Il qual prefato etcetera
 di quanto egli possiede
 in mobili ed immobili,
 dona tra i vivi e cede
 a titolo gratuito
 
 alla suddetta etcetera
 sua moglie dilettissima
 fin d'ora la metà.
 
 NORINA
 Sta scritto.
 
 DON PASQUALE
 E intende ed ordina...
 
 NOTARO
 ...na.
 
 DON PASQUALE
 Che sia riconosciuta...
 
 NOTARO
 ...uta.
 
 DON PASQUALE
 In questa casa e fuori...
 
 NOTARO
 ...ori.
 
 DON PASQUALE
 Padrona ampia assoluta,
 e sia da tutti e singoli
 di casa riverita...
 
 NOTARO
 ...ita.
 
 DON PASQUALE
 Servita ed obbedita...
 
 NOTARO
 ...ita .
 
 DON PASQUALE
 Con zelo e fedeltà.
 
 MALATESTA e NORINA
 (a Don Pasquale)
 Rivela il vostro core
 quest'atto di bontà.
 
 NOTARO
 Steso è il contratto.
 Le firme...
 
 DON PASQUALE
 Ecco la mia.
 
 (sottoscrivendo con vivacità)
 
 MALATESTA
 (conducendo Norina al tavolo con dolce violenza)
 Cara sorella, or via,
 si tratta di segnar.
 
 NOTARO
 Non vedo i testimoni,
 un solo non può star.
 
 
 Mentre Norina sta in atto di sottoscrivere,
 si sente la voce di Ernesto dalla porta d'ingresso.
 Norina lascia cader la penna.
 
 ERNESTO
 (di dentro)
 Indietro, mascalzoni,
 indietro; io voglio entrar.
 
 NORINA
 Ernesto! Or veramente
 mi viene da tremar!
 
 MALATESTA
 Ernesto! E non sa niente;
 può tutto rovinar!
 
 Ernesto senza badare agli altri
 va dritto a Don Pasquale.
 
 segue .....
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          Atto I & Atto II prima parte - senza intervallo - 
          Atto II seconda parte & Atto III |  |