G.Rossini Cenerentola

 

Venerdì 21 marzo 2008
http://www.concertodautunno.it/080321-lugano/080321-lugano1.htm


Organizzatori: Athos Caldelari - Amici dell'Opera Comune di Lugano (CH) L'allestimento è del Teatro Comunale Giuseppe Borgatti di Cento.


Palazzo dei Congressi
Piazza Indipendenza 4
Lugano CH

20 marzo 2008
21 marzo 2008 (le foto sono di questa serata)
ore 20:30
Gioacchino Rossini
La cenerentola
Dramma giocoso in due atti libretto di Jacopo Ferretti dal racconto di Perrault


Regia: Giovanni Dispenza
Cast:
Angelina, detta Cenerentola (mezzosoprano): Giuliana Castellani
Tisbe (mezzosoprano): Simona Forni
Clorinda (soprano): Francesca Bruni
Don Ramiro (tenore): Alejandro Escobar
Don Magnifico (basso): Gianluca Breda
Dandini (baritono): Davide Rocca
Alidoro (basso): Paolo Drigo
National Orchestra of Malta
Direttore: Michael Laus
L'incasso della manifestazione verrà devoluto alla Fondazione Bambini Cardiopatici nel Mondo www.bambinicardiopatici.ch

Un bell'allestimento di uno dei tre più famosi lavori buffi di G.Rossini che gareggia in popolarità con Barbiere ed Italiana in Algeri. La Cenerentola è una di quelle macchine perfette che il pesarese ha rivestito della sua straordinaria musica, sempre bella anche quando "riciclata" come il pirotecnico finale che arriva qui a coronare la vittoria della buona Cenerentola sul patrigno profittatore e sulla sorellastre. Finale che non è altro infatti che la stretta della aria "Cessa di più resistere" che Rossini aveva affidato al Conte Almaviva nell'ultimo atto del Barbiere e che alla fine trova qui la sua collocazione (ed entrata in repertorio) mentre sparisce dall'originale. (Sarà anche perchè è più facile trovare una buona Cenerentola che non un pirotecnico Almaviva???).
Qui la protagonista è stata una ottima Giuliana Castellani che ha dato leggiadra espressione alla bellezza della bontà di cuore che caratterizza il personaggio, senza troppe smancerie, ma con una grande pulizia sia come attrice sia per la esecuzione vocale che ha rispettato le fioriture rossinine e la pulizia del declamato. Grande disinvoltura e sicurezza per una giovane e molto promettente artista lirica, che ha iniziato a calcare giovanissima le scene.
Il suo principe Ramiro è stato Alejandro Escobar un artista dal timbro vocale di grande bellezza che lascia sempre soddisfatti ad ogni sua interpretazione.
Simpaticissimo e senza voler strafare il Dandini che ha reso Davide Rocca, mentre un po' statico il saggio Alidoro di Paolo Drigo. Simona Forni e Francesca Bruni sono state due buffissime sorellastre che si sono sottomesse ad un trucco pesantissimo per rendere ancora più caricaturale il personaggio ma senza rinunciare a sfoggiare belle voci. Papà don Magnifico è stato uno stralunatissimo Gianluca Breda rigoroso nelle sue arie e clownesco nella creazione dello squattrinato Barone di Montefiascone.
La regia è stata una delle cose più pregevoli della serata. Giovanni Dispenza ha creato una struttura molto semplice, un libro che si apre e crea la scenografia, oggetti tutti disegnati dalle suppellettili, alla colazione, all'asino con le penne che vola sul campanile, ai cavalli alle carrozze. Di grande suggestione il finale primo con i mimi sullo sfondo che fanno volare in aria delle sfere, il concertato che vede il pranzo terminare con i convitati che finiscono tutti in pentola. Bello il famoso "nodo raggruppato" uno dei punti clou della partitura, questa volta reso visivamente con l'incrocio dei fili che reggono i vari personaggi. Una regia misurata sulla musica come il numero di penne (di carta anch'esse) sfilate dall'oca nella aria della cantina, una per ogni affondo musicale. Costumi molto belli (esclusi quelli dei servitori del principe Ramiro e una poco comprensibile giacca bianca per Alidoro).
In quanto alla direzione musicale Michael Laus ha condotto la National Orchestra of Malta con un piglio simpaticamente sostenuto, ma che in qualche momento sarebbe stato opportuno alleggerire come per il "temporale" che è sembrato più Beethoven che non Rossini.

Atto I prima parte


Atto I - parte prima parte seconda Atto I I- parte prima - parte seconda

 .

Atto I
Antica sala terrena nel castello del Barone

Clorinda provando uno sciassé;
Tisbe acconciando un fiore ora alla fronte ora al petto;
Cenerentola soffiando con un manticetto al camino per far bollire un cuccumo di caffè;
indi Alidoro da povero; poi seguaci di Ramiro.

CLORINDA
No no no: non v'è, non v'è
Chi trinciar sappia così
Leggerissimo sciassé.

TISBE
Sì sì sì: va bene lì.
Meglio lì; no, meglio qui.
Risaltar di più mi fa.

CENERENTOLA
Una volta c'era un Re,
Che a star solo s'annoiò:
Cerca, cerca, ritrovò;
Ma il volean sposare in tre.

CLORINDA e TISBE
La finisci sì o no?
Se non taci ti darò.

(S'ode picchiare. Cenerentola apre, ed entra Alidoro da povero.)

CENERENTOLA
Zitto, zitto: su prendete
Questo po' di colazione.
(Versa una tazza di caffè, e la dà con un pane ad Alidoro coprendolo dalle sorelle.)
Ah non reggo alla passione,
Che crudel fatalità!

CLORINDA e TISBE
Ma che vedo! Ancora lì!
Anche un pane? anche il caffè?
(scagliandosi contro Cenerentola)
Prendi, prendi, questo a te.

(Si picchia fortemente; Cenerentola corre ad aprire, ed entrano i cavalieri.)

CORO
O figlie amabili - Di Don Magnifico
Ramiro il Principe - Or or verrà,
Al suo palagio - Vi condurrà.
Si canterà - Si danzerà:
Poi la bellissima - Fra l'altre femmine
Sposa carissima - Per lui sarà.

CORO
Già nel capo una fucina
Sta le donne a martellar;
Il cimento si avvicina,
Il gran punto di trionfar.

ALIDORO
Nel cervello una fucina
Sta le pazze a martellar.
Ma già pronta è la ruina.
Voglio ridere a schiattar.
 

CENERENTOLA
(accompagnando Alidoro)
(Io poi quel mezzo scudo
A voi l'avrei donato;
Ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo
Mi spaccherei per darlo a un infelice

CLORINDA
Ecco egli stesso.

DON MAGNIFICO
Miei rampolli femminini,
Vi ripudio; mi vergogno!
Un magnifico mio sogno
Mi veniste a sconcertar.

Un bellissimo somaro.
Un somaro, ma solenne.
Quando a un tratto, oh che portento!
Su le spalle a cento a cento
Gli spuntavano le penne
Ed in alto, fsct, volò!
Ed in cima a un campanile
Come in trono si fermò.
Si sentiano per di sotto
Le campane sdindonar.
Col cì cì, ciù ciù di botto
Mi faceste risvegliar.

Resta l'asino di poi?
Ma quell'asino son io.

Un Re piccolo di qua.
Un Re bambolo di là.
E la gloria mia sarà.

Don Ramiro vestito da scudiero
Tutto è deserto. Amici?
Nessun risponde. In questa
Simulata sembianza
Le belle osserverò.

Eppur mi diè speranza
Il sapiente Alidoro,
Che qui, saggia e vezzosa,
Degna di me trovar saprò la sposa.
Sposarsi... e non amar! Legge tiranna,
Che nel fior de' miei giorni
Alla difficil scelta mi condanna.

CENERENTOLA
Una volta c'era...
Ah! è fatta

RAMIRO
Cos'è?

CENERENTOLA
Che batticuore!

RAMIRO
Forse un mostro son io!

CENERENTOLA
(prima astratta poi correggendosi con naturalezza)
Sì... no, signore.

RAMIRO
Un soave non so che
In quegl'occhi scintillò!

CENERENTOLA
Io vorrei saper perché
Il mio cor mi palpitò?
 

CENERENTOLA e RAMIRO
Una grazia, un certo incanto
Par che brilli su quel viso!
Quanto caro è quel sorriso.
Scende all'alma e fa sperar.

RAMIRO
Mi seduce, m'innamora
Quella sua semplicità.

CENERENTOLA
Tutto tutto tocca a me.
(ora verso una, ora verso l'altra delle porte)
Vengo, vengo. Addio, signore.

DON MAGNIFICO
Domando
Un milion di perdoni.
Dica: e Sua Altezza il Principe?

Cavailieri, Dandini e detti; indi Clorinda e Tisbe.

DANDINI
Come un'ape ne' giorni d'aprile
Va volando leggiera e scherzosa;
Corre al giglio, poi salta alla rosa,
Dolce un fiore a cercare per sé;
Fra le belle m'aggiro e rimiro;
Ne ho vedute già tante e poi tante
Ma non trovo un giudizio, un sembiante,
Un boccone squisito per me.

DANDINI
Nulla, nulla;
(con espressione or all'una ora all'altra)
Vezzosa; graziosa!
(accostandosi a Ramiro)
(Dico bene?) Son tutte papà.

DANDINI
(alle due sorelle che lo guardano con passione)
Per pietà, quelle ciglia abbassate.
Galoppando sen va la ragione,
E fra i colpi d'un doppio cannone
Spalancato è il mio core di già.

DANDINI
Allegrissimamente! che bei quadri!
Che bocchino! che ciglia!
Siete l'ottava e nona meraviglia.
Già tales patris talem filias.

CENERENTOLA
Una parola.
Signore, una parola:
In casa di quel Principe
Un'ora, un'ora sola
Portatemi a ballar.

CENERENTOLA
Ma una mezz'ora... un quarto.

DON MAGNIFICO
(ora a Dandini ora a Cenerentola)
Ma vattene. - Altezzissima!
Servaccia ignorantissima!

Entra Alidoro con taccuino aperto
ALIDORO
Qui nel mio codice
Delle zitelle
Con Don Magnifico
Stan tre sorelle.

CENERENTOLA
(Ah! di me parlano.)
(ponendosi in mezzo con ingenuità)
No, non morì.

DON MAGNIFICO
Se tu respiri,
Ti scanno qui.

TUTTI
Nel volto estatico
Di questo e quello
Si legge il vortice
Del lor cervello,
Che ondeggia e dubita
E incerto sta.

Dopo qualche momento di silenzio entra Alidoro in abito di pellegrino
con gli abiti da filosofo sotto, indi Cenerentola.

ALIDORO
(Nel momento che si volge, Alidoro gitta il manto.)
Osservate. Silenzio. Abiti, gioie,
Tutto avrete da me. Fasto, ricchezza
Non v'abbaglino il cor. Dama sarete

ALIDORO
Figlia mia,
L'allegrezza e la pena
Son commedia e tragedia, e il mondo è scena.
Il mondo è un gran teatro.
Siam tutti commedianti.
Si può fra brevi istanti
Carattere cangiar.

Aprono la porta; vedesi una carrozza. Cenerentola vi monta.
Alidoro chiude la porta e sentesi la partenza della carrozza.

 
 

Atto I - parte prima parte seconda Atto I I- parte prima - parte seconda


 
 


 
 

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