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Teatro Dal Verme
Via S. Giovanni sul Muro, Milano
Venerdì 14 settembre 2018 – ore 21,00
MiTo edizione2018 - Milano
In collaborazione con Teatro Regio di Torino
PASSIONI
Elisso Virsaladze,
pianoforte
Orchestra del Teatro Regio
Vasily Petrenko,
direttore
PROGRAMMA e NOTE :
Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893)
Concerto n. 1 in si bemolle minore per pianoforte e orchestra op. 23
Allegro non troppo e molto maestoso
Andantino semplice
Allegro con fuoco
Sergej Prokof'ev (1891-1953)
Da Romeo e Giulietta:
Suite n. 2 op. 64b
Montecchi e Capuleti
La giovane Giulietta
Frate Lorenzo
Danza
Romeo e Giulietta prima della separazione
Danza delle fanciulle con i gigli
Romeo sulla tomba di Giulietta
dalla Suite n. 1 op. 64a
Scena
Maschere
Morte di Tebaldo
È dedicato a due giganti della composizione russa il concerto in programma
per MITO SettembreMusica, venerdì 14 settembre alle 21 al Teatro Dal Verme di
Milano. Una dedica firmata da Elisso Virsaladze al pianoforte, accompagnata
dall’Orchestra del Teatro Regio di Torino diretta dal magistrale Vasily Petrenko,
giovane ma già osannata bacchetta pietroburghese – è “chief conductor” della
RLPO, della Oslo Philharmonic Orchestra e della EUYO - di raro ascolto a Milano.
In programma il Concerto n. 1 in si bemolle minore per pianoforte e orchestra
op. 23 di Pëtr Il'ič Čajkovskij seguito da alcuni brani da Romeo e Giulietta,
Suite n. 1 e n. 2 di Sergej Prokof'ev.
Il programma della serata, oltre che esaltare l’intensa passione che sgorga
dalla matita geniale dei due compositori, offre la possibilità di godere di due
pagine paradigmatiche nel mostrare come un’arte sperimentale può nel tempo
diventare anche un’arte popolare. Due brani capaci di mettere in discussione
molte certezze acquisite. Non c’è alcun dubbio che insieme alla Sesta Sinfonia,
la “Patetica”, e allo Schiaccianoci, il Concerto per pianoforte e orchestra di
di Pëtr Il'ič Čajkovskij (1840-1893), destinato a diventare l’icona romantica
del concerto per pianoforte e orchestra, sia l’opera più platealmente popolare
(nel senso di conosciuta, citata, saccheggiata, canticchiata, eseguita) del
compositore russo. Chiunque se ne è appropriato senza troppi complimenti: Orson
Wells, i Monty Pyton, i Giochi Olimpici di Mosca, David Letterman, le Merrie
Melodies, Liberace, spot pubblicitari.
Eppure, dal punto di vista formale il primo dei tre concerti per pianoforte e
orchestra di Čajkovskij – composto tra il novembre del 1874 e il febbraio del
1875 – è basato su una scrittura radicalmente “sperimentale”. L’incipit del
movimento iniziale, per esempio, dove il tema lirico e maestoso cantato
dall’orchestra, a voce piena, dopo sei misure di introduzione e dopo la prima
sequenza accordale del pianoforte, è esposto in una tonalità anomala: non in
si bemolle minore – la tonalità d’impianto dell’intero concerto – ma in re
bemolle maggiore, la relativa maggiore. Un dettaglio che provoca un forte
contrasto espressivo, come del resto tutte le brusche modulazioni
minore-maggiore, non preparate e non prevedibili: una sorta di effetto
dissociativo per cui il tema acquista una sua straniata autonomia e indipendenza
rispetto al proprio contesto. E ancora, l’anomalia più vistosa: il rapporto tra
il solista e l’orchestra: che con un magistrale coup de théâtre viene
capovolto. Durante l’esposizione del tema, infatti, il pianoforte, scandendo gli
accordi basati sui gradi fondamentali della tonalità, si limita a svolgere una
mera funzione di accompagnamento. Solo due esempi, fra molti altri, che mostrano
un’architettura e una scrittura di carattere radicalmente sperimentale che non
hanno affatto impedito a questo concerto e al suo indimenticabile incipit di
acquistare una perdurante popolarità. “Bizzarrie”, che fece infuriare Nikolaj
Rubinstein, il maestro di Čajkovskij, che rimprovera il povero Pëtr –
nientemeno – di aver scritto un concerto “volgare, senza valore ed
ineseguibile”.
Simile destino ha avuto anche la seconda pagina in programma, un’antologia
tratta da due delle tre Suite da concerto che Sergej Prokof’ev (1891-1953) ha
ricavato dal suo balletto Romeo e Giulietta. Anche in questo caso la genesi è
tormentata e piena di colpi di scena. Stimolato e incoraggiato dal Congresso
degli scrittori sovietici del 1934, il compositore – tornato in Unione Sovietica
da appena due anni – progetta un balletto shakespeariano per il Teatro
Mariinskij di Leningrado. L’assassinio di Sergej Kirov – fedelissimo di Stalin
ucciso probabilmente da un militante della sinistra antistalinista – manda
all’aria il progetto che viene però accolto l’anno successivo, il 1935, dal
Bol’šoj di Mosca, a cui si oppongono però i rappresentanti dei danzatori che
trovano la partitura “ineseguibile” a causa – dicono – dei ritmi irregolari e
sincopati, dei metri mutevoli, dei tempi troppo veloci. Prokof’ev, scoraggiato,
decide di trarre dalla partitura due Suite, di 7 brani ciascuna, finalmente
eseguite in pubblico: la prima a Mosca nel 1936, la seconda a Leningrado
nell’anno successivo. Un trionfo.
Il motivo in fondo è semplice: i tratti “sperimentali” della scrittura
coreografica di Prokof’ev, ossia le poliritmie rifiutate dai danzatori del Bol’šoj,
ma anche i tratti politonali, i timbri non convenzionali, il taglio irregolare
dei temi, non sono pure alchimie da laboratorio, sperimentazioni fine a se
stesse, bensì idee sonore innovative che disegnano con forza e incisività il
carattere dei singoli personaggi. Come in un’opera senza canto in cui a cantare
sono i timbri, i ritmi, i colori. Non a caso Sergej Ejzenštejn, il regista di
Ottobre e di Alekandr Nevskij, sostiene che la musica di Romeo e Giulietta è
una musica “plastica” che contiene “una fermentazione dinamica irresistibile”.
Il suono, insomma, trasformato in movimento: un’invenzione radicale divenuta nel
tempo irresistibilmente “popolare”.
Il concerto è preceduto da una breve introduzione di Gaia Varon.
Il testo si avvale del contributo musicologico di Guido Barbieri.
[fonte ufficio stampa MiTo]
Note:
MiTo edizione 2018 - Milano
Prima settimana di programmazione
dal 4 al 9 settembre
-
Teatro dal Verme - Milano Mercoledì 5 settembre 2018 – ore 17,00
DANZE ROMANTICHE
Camerata RCO Musicisti della Royal Concertgebouw Orchestra
-
Conservatorio “G. Verdi” di Milano, Sala Verdi Giovedì 06 Settembre 2018 – ore 21,00
ANIMA E CORPO
Neojiba Orchestra
Ricardo Castro, direttore e pianoforte
-
Teatro Filodrammatici - Milano Venerdì 7 settembre 2018 – ore 17,00
FOLK BAROCCO
BRÙ Ensemble
-
Piccolo Teatro Grassi - Milano Venerdì 7 settembre 2018 – ore 21,00
KRONOS
-
Seconda settimana di programmazione
dal 1 al 16 settembre
-
Seguiranno prossimi appuntamenti di settembre
Ultimi giorni di programmazione dal 17 al 19 settembre
-
Seguiranno prossimi appuntamenti di settembre
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BIOGRAFIE
Orchestra del Teatro Regio di Torino
L’Orchestra del Teatro Regio è l’erede del complesso fondato alla
ne dell’Ottocento da Arturo Toscanini, sotto la cui direzione furono
tenuti numerosissimi concerti e molte storiche produzioni operistiche,
come la prima italiana del Crepuscolo degli dei di Wagner e della Salome
di Strauss e le prime assolute di Manon Lescaut e La bohème di Puccini.
Ha anche affrontato titoli del Novecento in prima assoluta, come
Gargantua di Corghi e Leggenda di Solbiati.
L’Orchestra si è esibita con i solisti più celebri e alla guida del
complesso si sono alternati direttori di fama internazionale come
Roberto Abba- do, Ahronovič, Bartoletti, Bychkov, Campanella, Dantone,
Gelmetti, Gergiev, Hogwood, Luisi, Luisotti, Oren, Pidò, Sado,
Steinberg, Tate e in ne Gianandrea Noseda, che dal 2007 al 2018 ha
ricoperto il ruolo di direttore musicale del Teatro Regio. Ha inoltre
accompagnato grandi compagnie di balletto come quelle del Bol’šoj di
Mosca e del Mariinskij di San Pietroburgo.
Negli ultimi anni è stata ospite, sempre con la direzione di Noseda, in
Germania, Spagna, Austria, Francia e Svizzera. Nel 2010 ha tenuto una
trionfale tournée in Giappone e in Cina con La traviata e La bohème,
un successo ampiamente bissato nel 2013 con il “Regio Japan Tour”. Nel
2014, dopo le tournée a San Pietroburgo ed Edimburgo, si è tenuto il
primo tour negli Stati Uniti e in Canada. Tre gli importanti
appuntamenti internazionali nel 2016: i complessi artistici del Teatro
sono stati ospiti d’onore al 44° Hong Kong Arts Festival, poi a Parigi e
a Essen, in ne allo storico Savonlinna Opera Festival. La scorsa
stagione, dopo le tappe a Ginevra e a Lugano, ha visto l’Orchestra
impegnata in un concerto a Buenos Aires e il Regio ospite per la seconda
volta al Festival di Edimburgo con quattro recite di Bohème, tre di
Macbeth (riproposto in forma di concerto a Parigi) e la Messa da Requiem
di Verdi. Nel settembre 2017 si è in ne tenuta la prima tournée in
Medioriente, con tre rappresentazioni di Aida alla Royal Opera House di
Muscat, in Oman.
L’Orchestra e il Coro del Teatro hanno una intensa attività discogra ca,
nell’ambito della quale si segnalano diverse produzioni video di
particolare interesse: Medea, Edgar, Thaïs, Adriana Lecouvreur, Boris
Godunov, Un ballo in maschera, I Vespri siciliani, Leggenda, Don Carlo,
Faust, Aida, La bohème e L’incoronazione di Dario. Tra le incisioni
discogra che più recenti, tutte dirette da Gianandrea Noseda, gurano la
Seconda Sinfonia di Mahler (Fonè), il cd Fiamma del Belcanto con Diana
Damrau (Warner-Classics/Erato), recensito dal «New York Times» come uno
dei 25 migliori dischi di musica classica del 2015, due cd verdiani con
Rolando Villazón e Anna Netrebko e uno mozartiano con Ildebrando
D’Arcangelo (Deutsche Grammophon); Chandos ha pubblicato Quattro pezzi
sacri di Verdi e, nell’ambito della collana «Musica Italiana», due album
dedicati a composizioni sinfonico-corali di Petrassi.
Vasily Petrenko, direttore
Nato nel 1976, Vasily Petrenko ha studiato al Conservatorio di San
Pietroburgo, proseguendo poi con Ilya Musin, Mariss Jansons e Yuri
Temirkanov. Dopo diversi riconoscimenti in concorsi internazionali
(Concorso Dmitrij Šostakovič nel 1997, Concorso Sergej Prokof’ev nel
2003 e Concorso di Cadaqués in Spagna) è stato direttore principale
della State Academic Symphony Orchestra di San Pietroburgo dal 2004 al
2007.
È direttore principale della Oslo Philharmonic, della Royal Liverpool
Philharmonic Orchestra e dell’European Union Youth Orchestra; inoltre è
stato eletto direttore principale della National Youth Orchestra della
Gran Bretagna e direttore principale ospite del Teatro Michajlovskij.
Nel 2017 è stato Artista dell’anno ai Gramophone Awards ed è il
secondo ad aver ricevuto il dottorato honoris causa sia dall’Università
di Liverpool sia dalla Liverpool Hope (nel 2009) e una borsa di studio
d’onore dalla John Moores University di Liverpool (nel 2012). Petrenko
ha collaborato con London Symphony, London Philharmonic, Philharmonia
Orchestra, Russian National Orchestra, Orchestre National de France,
Czech Philharmonic, Finnish Radio Symphony, NHK Symphony, Sydney
Symphony, Philadelphia Orchestra, Los Angeles Philharmonic e le
orchestre sinfoniche di San Francisco, Boston, Chicago, Montreal e St
Louis. Ha diretto ai festival di Edimburgo, Grafenegg, Aspen e Ravinia e
ha partecipato più volte ai BBC Proms. Nella stagione 2016/2017 ha
diretto le sinfonie di Beethoven a Liverpool e Oslo e ha lavorato con
Orchestre de la Suisse Romande, Danish National Symphony Orchestra, WDR
Sinfonieorchester di Colonia, Baltimore Symphony, Minnesota Orchestra,
Pittsburgh Symphony e Cleveland Orchestra, tra le altre. Appuntamenti
importanti della stagione 2017/2018 includono il debutto con la Seoul
Philharmonic, concerti con Royal Liverpool e Oslo Philharmonic,
Netherlands Radio Philharmonic, Orchestre Philharmonique de Radio France,
London e Israel Philharmonic, a Vienna e Montreal.
Altrettanto a suo agio nel teatro d’opera, con oltre trenta titoli in
repertorio, Petrenko ha debuttato nel 2010 al Festival di Glyndebourne e
all’Opéra di Parigi; nelle ultime stagioni ha diretto La dama di
picche, Boris Godunov, Evgenij Onegin, La bohème, Carmen, Tosca,
Parsifal, Der iegende Holländer, Lady Macbeth del distretto di Mžensk
e Falstaff.
Le sue incisioni delle sinfonie di Šostakovič con la Royal Liverpool
Philharmonic Orchestra hanno ottenuto consensi in tutto il mondo, così
come i lavori orchestrali di Rachmaninov e le sinfonie di Čajkovskij.
Con la Oslo Philharmonic ha pubblicato i concerti per violoncello di Šostakovič,
i concerti per violino di Szymanowski, Romeo e Giulietta di Prokof’ev,
le sinfonie di Skrjabin e i poemi sinfonici di Richard Strauss.
Elisso Virsaladze, pianoforte
Elisso Virsaladze è cresciuta in una famiglia di Tbilisi, Georgia,
che per generazioni ha partecipato attivamente alla vita culturale e
artistica del Paese. Ha iniziato lo studio del pianoforte con la nonna,
Anastasia Virsaladze; dopo gli studi nel locale Conservatorio, lascia la
città natale e si trasferisce a Mosca. A vent’anni vince il terzo
premio del Concorso Čajkovskij e prosegue gli studi sotto la guida di
Heinrich Neuhaus e Yakov Zak. Insegna regolarmente al Conservatorio di
Mosca e alla Musikhochschule di Monaco di Baviera, e ha partecipato come
membro della giuria a pressoché tutti i più importanti concorsi
internazionali: Santander, Géza Anda di Zurigo, Rubinstein di Tel Aviv,
Čajkovskij e Richter.
Elisso Virsaladze coltiva con cura la sua grande passione per i
compositori del tardo diciottesimo e del diciannovesimo secolo. Le sue
interpretazioni storiche e più esemplari riguardano soprattutto autori
come Mozart, Beethoven, Chopin, Liszt e soprattutto Schumann. A
ventiquattro anni, vince il primo premio al Concorso Schumann di Zwickau,
facendola immediatamente annoverare dalla stampa internazionale tra i
più grandi interpreti schumanniani contemporanei. La pianista possiede
un vasto repertorio, che si estende no a comprendere i compositori russi
moderni e contemporanei. L’Unione Sovietica le ha attribuito le massime
onori cenze artistiche.
Elisso Virsaladze si esibisce regolarmente in sale importanti e in
centri musicali come Londra, Milano, Roma, Parigi, Lisbona, Berlino e
Barcellona; tiene numerosi concerti in duo con la violoncellista Natalia
Gutman in città come Vienna, Berlino, Bruxelles, Madrid, Monaco,
Milano, Ginevra e Losanna. In ambito cameristico e con orchestre quali
la Filarmonica di San Pietroburgo e la Philharmonia Orchestra ha
effettuato tournée nel Nord America, in Giappone e in Europa. Appare
inoltre regolarmente con prestigiose orchestre in Francia, Germania,
Italia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e in altri Paesi. Collabora
assiduamente con famosi direttori d’orchestra, come Rudolf Barshai,
Kyrill Kondrashin, Riccardo Muti, Kurt Sanderling, Evgeny Svetlanov,
Yury Temirkanov e Antoni Wit, per nominarne solo alcuni.
Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ1000 20 Megapixel, Zoom 42X, 1600-3200 ISO, LCD ad Angolazione Variabile.
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