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Teatro Coccia - Novara
STAGIONE TEATRALE 2014-2015
OPERA E BALLETTO
Sabato 29 novembre 2014 ore 20.30 – Turno A
Domenica 30 novembre 2014 ore 16.00 – Turno B
Jacques Offenbach
I racconti di Hoffmann
LES CONTES D’HOFFMANN
Opéra fantastique in un prologo tre atti e un epilogo
Su libretto di Jules Barbier,
tratto da una pièce scritta
nel 1851 assieme a Michel Carr e da E.T.A. Hoffmann
Prima rappresentazione postuma 10 febbraio 1881,
Parigi (Théâtre dell’Opéra-Comique)
Orchestra Arché
Direttore Guy Condette
Regia Nicola Zorzi
Nuovo allestimento
Personaggi e Interpreti
Olympia, una bambola automa (soprano)
CLAUDIA SASSO (29) | ANNA DELFINO (30)
Antonia, una cantante (soprano)
MADINA SEREBRYAKOVA-KARBELI (29) | ERMINIE BLONDEL (30)
Giulietta, una cortigiana (soprano)
VALENTINA BOI (29) | ALICE MOLINARI (30)
Stella, una cantante (soprano) - Mimo
Hoffmann, poeta (tenore)
MAX JOTA (29) | GIOVANNI COLETTA (30)
Lindorf, consigliere municipale (baritono)
Coppelius, inventore (baritono)
Dr. Miracle, medico (baritono)
Dapertutto, stregone (baritono)
CARLO TORRIANI (29) | FEDERICO CAVARZAN (30)
Nicklausse, amico di Hoffmann (contralto)
ARIANNA RINALDI (29) | MARTA LEUNG KWING CHUNG (30)
Andrès, servo di Stella (tenore)
Cochenille, aiutante di Spalanzani (tenore)
Frantz, servo di Crespel (tenore)
Pittichinaccio, spasimante di Giulietta (tenore)
ANDREA SCHIFAUDO (29) | MASSIMILIANO SILVESTRI (30)
Crespel, liutaio e padre di Antonia (basso) - Luther,
taverniere (basso)
EUGENJI GUNKO (29) | LUKAS ZEMAN (30)
Spalanzani, inventore (tenore) - Nathanael, studente
(tenore)
CAN GÜVEM (29) | FABIO MARIO LA MATTINA (30)
La madre di Antonia (mezzosoprano) SOFIA JANELIDZE (29) | MIA YANIW
(30)
Hermann / Schlémil, studente/spasimante di Giulietta (basso)
VEIO TORCIGLIANI (29) | JUAN JOSÉ NAVARRO (30)
La scelta degli interpreti è il risultato del Laboratorio LTL Opera Studio
2013
Coproduzione Teatro Coccia di Novara, Teatro Verdi di Pisa,
Teatro Goldoni di Livorno e Teatro del Giglio di Lucca
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Seguono immagini della serata:
Prologo
Nella taverna di mastro Luther, Norimberga.
Atto I :
Olympia - Parigi.
Atto II: Antonia - Monaco.
Atto III: Giulietta
- Venezia.
Epilogo
Nella taverna di mastro Luther, Norimberga. |
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ATTO PRIMO (Olimpya)
Nel suo gabinetto scientifico, il fisico Spalanzani sta ammirando la
propria creatura, quando viene interrotto dall’arrivo di Hoffmann,
suo giovane allievo, venuto per la festa del debutto in società di
sua figlia Olympia.
Spalanzani (solennel) La physique est tout, mon cher!
Hoffmann (à part) Quel rapport la physique a-t-elle avec sa fille?
Mentre Spalanzani e il suo servitore balbuziente
Cochenille fanno gli ultimi preparativi per il ricevimento, Hoffmann
scorge, dietro una tenda, Olympia dormiente e subito se ne innamora.
L’âme qu’on aime est aisée à connaître!
Giunge Nicklausse e Hofffmann gli confida i
propri sentimenti; invano Nicklausse lo esorta alla prudenza.
In quel mentre entra Coppélius, un sinistro
commerciante di lenti che, cogliendo lo sguardo innamorato di
Hoffmann e capendo a chi è rivolto, gli propone le sue merci e
riesce anche vendergliene alcune millantando la loro capacità di far
vedere il cuore di una donna nel profondo.
Torna Spalanzani e, scorgendo Coppélius, lo
prende da parte. Uno strano patto sembra legare i due, che si
contendono la paternità di Olympia e chiudono la questione solo
quando Coppélius s’impegna a rinunciarvi a patto che Spalanzani gli
rimetta del denaro, depositandolo nella banca dell’ebreo Elias.
Finalmente inizia la festa e Spalanzani presenta
così in società la figlia, che tutti trovano assolutamente
incantevole. Coppélius À propos, une idée!... Mariez donc
Olympia!
Invitata a cantare, Olympia – che fino a quel
momento non ha detto una sola parola – si esibisce al suono
dell’arpa, ma il suo canto è via via interrotto e si rianima solo
quando il padre le tocca una spalla, tra strani rumori di
ingranaggi.
Cochenille (au fond du théâtre, en voix de fausset) La harpe!
Cochenille A-at-ten-ti-on!
Olympia
Les oiseaux dans la charmille,
dans les cieux l’astre du jour,
tout parle à la jeune fille
d’amour!
Ah! tout parle d’amour!
Ah! voilà la chanson gentille,
la chanson d’Olympia!
Ah!...C’est la chanson d’Olympia!
Ah!...
Tout ce qui chante et résonne,
et soupire tour à tour,
émeut son coeur et frissonne
d’amour!
Ah! tout parle d’amour!
Ah! voilà la chanson mignonne,
la chanson d’Olympia!
Cochenille avverte che la cena è servita, tutti
si precipitano, tranne Olympia e Hoffmann che, finalmente solo con
lei, trova il coraggio di confessarle il suo amore, non ottenendo
però alcuna reazione, tranne qualche laconico ‘Sì, sì’.
Spalanzani Allons, messieurs, la main aux dames! Le souper nous
attend!
InvitésLe souper!... bon cela!
... Spalanzani Vous voyez! jusque-là voulez-vous me faire la
grâce de tenir compagnie à mon Olympia?
Hoffmann Ô bonheur!
... Hoffmann
Ô mon Olympia, laisse-moi t’admirer!
De ton regard charmant laisse-moi
[m’énivrer!
Olympia Oui! oui!
Nicklausse viene a richiamare l’amico e, visto il suo stato
sognante, prova a riportarlo alla realtà, ma ancora una volta
invano.
Nel frattempo rientra anche Coppélius che,
furioso perché Elias ha fatto bancarotta, entra furtivamente nella
camera di Olympia meditando vendetta.
Si aprono le danze: Hoffmann invita Olympia per
un valzer; i volteggi sempre più vorticosi della fanciulla
preoccupano gli invitati finché Spalanzani, slanciandosi, riesce a
bloccare la figlia toccandole la spalla.
... (Valse)
Spalanzani Voici les valseurs!
Cochenille Voi-ci la-a ri-tour-nel-le!
Hoffmann (à Olympia) C’est la valse qui nous appelle!
Nicklausse Elle va lui casser la tête!...
Eh! mille diables
Olympia si ritira. Di lì a poco, dalla sua
camera, proviene un fracasso di molle rotte. Coppélius si è
vendicato: ha distrutto Olympia, che in realtà non è una fanciulla
ma un automa.
Hoffmann, pallido e spaventato, è consolato da
Nicklausse e deriso da tutti gli altri invitati.
Ah! terre et cieux! elle est cassée! Cassée?...
Hoffmann Un automate!... un automate!...
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Prologo
Nella taverna di mastro Luther, Norimberga.
Atto I :
Olympia - Parigi.
Atto II: Antonia - Monaco.
Atto III: Giulietta
- Venezia.
Epilogo
Nella taverna di mastro Luther, Norimberga.
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Note:
Atto I: Prologo
Nella taverna di mastro Luther, situata in prossimità del teatro
dell'opera di Norimberga, si parla della famosa cantante di nome
Stella la quale interpreta il ruolo di Donna Anna nel Don Giovanni. La
donna ha risvegliato l'amore di due personaggi: Hoffmann, un poeta la
cui passione per la cantante l'ha portato ad abusare dell'alcol, e il
consigliere municipale Lindorf, un uomo sposato che la corteggia.
Mentre i clienti ordinano le loro consumazioni, entra in scena Lindorf.
Il consigliere ha corrotto Andrea, un servitore di Stella, perché gli
consegni una lettera che la cantante ha inviato a Hoffmann, con la
chiave delle sue stanze. In questo modo, il consigliere potrà
sostituirsi al poeta.
Luther, il taverniere, entra seguito da vari camerieri e si accinge a
riordinare una parte della locanda prima che arrivino gli studenti.
Questi fanno il loro ingresso cantando, diretti da due di loro, Hermann
e Nathaniel. Gli studenti chiedono a Luther di Hoffmann, che giunge
proprio in quel momento accompagnato dal suo fedele amico Nicklausse.
Il compagno del poeta paragona la storia amorosa di Hoffmann con quella
di Don Giovanni, alludendo al testo dell'aria di Leporello "Notte e
giorno faticar". Il poeta sembra pensieroso al cospetto delle persone
riunite, però, cedendo alle richieste dei suoi amici, decide di
intrattenerli cantando un'aria comica su un nano di nome Kleinzach.
Tuttavia, durante la narrazione, lo spirito romantico dello scrittore lo
porta ad allontanarsi da quel soggetto per trattare dell'amore. Poco
dopo Hoffmann si incontra con Lindorf, che si burla del poeta. Questi,
però, crede di riconoscere nel consigliere le forze del male che sempre
l'hanno tormentato. La tensione fra i due personaggi sfocia in un
reciproco scambio di insulti.
Dopodiché, Hoffmann torna a conversare con gli studenti e inizia a
raccontare loro le sue esperienze con tre amori del passato, Olympia,
Giulietta e Antonia, le cui caratteristiche si trovano riunite in
Stella. I giovani si dispongono ad ascoltare il poeta trascurando
l'avvertimento di Luther, che li informa che il sipario si sta alzando
per il successivo atto dell'opera.
Atto II
L'atto II è dedicato a Olympia e si svolge a Parigi.
Il fisico e inventore Spalanzani si inorgoglisce della sua creazione,
una bambola meccanica chiamata Olympia. Entra in scena Hoffmann, che è
stato suo allievo ed è perdutamente innamorato della fanciulla, credendo
che si tratti di una donna vera. L'inventore dà istruzioni al suo
assistente Cochenille e lascia Hoffmann da solo.Il poeta è rapito dalla
visione, attraverso una tendina, della bella Olympia, che sembra
addormentata.
Appare quindi Nicklausse, che rivela al suo amico che l'unico interesse
di Spalanzani è la scienza, e aggiunge che l'inventore costruisce
bambole, fra cui la stessa Olympia, che sembrano vere. Tuttavia, il
contrariato Hoffmann si rifiuta di credere a questa affermazione.
Entra in scena Coppelius, un rivale di Spalanzani. Dopo aver fatto
pubblicità alle proprie invenzioni, il curioso scienziato vende a
Hoffmann alcune lenti che consentono una visione ideale degli oggetti.In
questo modo il poeta potrà godere, con i suoi nuovi occhi, di una
visione ancora più perfetta della bella Olympia.
Senza che Hoffmann se ne accorga, torna Spalanzani, al quale Coppelius
chiede di saldare il debito per la fabbricazione degli occhi di Olympia.Il
creatore della bella automa consegna al suo rivale un assegno.
Cominciano ad arrivare gli invitati alla festa organizzata da Spalanzani
per presentare la sua creazione. Fra questi vi sono anche Hoffmann e
Nicklausse, desiderosi di vedere Olympia. Finalmente lo scienziato
presenta, con grande piacere del poeta, la fanciulla e annuncia che lei
andrà ad interpretare un'aria di coloratura. Nel bel mezzo della
presentazione dell'automa, Spalanzani deve avvicinarsi precipitosamente
a lei per ricaricare il suo meccanismo e impedire che si interrompa la
finzione.
Però l'estasiato Hoffmann non sembra rendersi conto di quest'ennesima
prova dell'artificialità della sua amata. Quando Olympia ha terminato la
sua aria, il poeta cerca di invitare a cena la bambola meccanica, ma il
suo creatore inventa una scusa. Lungi dal rinunciare ai suoi propositi,
e mentre il resto degli invitati si dirige verso la sala da pranzo, il
poeta dichiara il suo amore all'automa. Tuttavia, quando prende fra le
sue la mano della fanciulla, Olympia si alza e, dopo essersi mossa in
varie direzioni, esce dalla sala. Torna in quel momento Nicklausse, che
insiste con il suo amico sulla natura meccanica dell'oggetto dei suoi
desideri: anche questa volta, Hoffmann si rifiuta di ammetterlo.
Entra quindi Coppelius, che ha verificato che l'assegno che gli ha dato
Spalanzani non è coperto. Con l'obiettivo di vendicarsi, il rivale del
fabbricante di automi, si nasconde nella stanza di Olympia.Al ritorno
degli invitati, ha inizio il ballo. Hoffmann comincia a danzare con
Olympia, ma la sua compagna meccanica volteggia sempre più velocemente,
con grande sorpresa del poeta, finché il suo inventore si vede obbligato
a darle un colpetto sulla spalla per farla smettere.
Da parte sua, Hoffmann perde gli occhiali, mentre la fanciulla si
allontana dalla stanza senza smettere di danzare. Una volta sparita
dalla vista si ode un grande fracasso provenire dalla sua stanza:
Coppelius ha compiuto la sua vendetta e ha distrutto Olympia, con grande
orrore di Hoffmann, che finalmente si rende conto di essersi innamorato
di una donna meccanica. Gli invitati si burlano del poeta afflitto,
mentre Spalanzani e Coppelius si insultano a vicenda.
Atto III
L'atto III ha come titolo il nome del nuovo amore di Hoffmann,
Antonia, e si svolge a Monaco.
Appare in scena l'amata del poeta, che canta, seduta al clavicembalo,
un'aria triste. Giunge il liutaio Crespel, suo padre, che rimprovera la
figlia di non avere mantenuto la promessa: la giovane ha giurato di non
cantare, poiché ha ereditato dalla madre non solo una bella voce, ma
anche la tubercolosi. Antonia assicura al padre che non canterà più ed
esce di scena. Sicuro che le insistenze del pretendente della figlia,
Hoffmann, ne avrebbero debilitato la salute, Crespel prende una
decisione: ordina al suo servitore sordo, Franz, che il poeta faccia
visita alla giovane inferma.
Dopo un numero comico del servitore, arrivano Hoffmann e Nicklausse, che
non trovano alcuna resistenza da parte del servo per entrare in casa di
Crespel. Ha luogo quindi l'incontro fra il poeta e la giovane malata:
Hoffmann dà l'avvio al duetto amoroso ed entra in scena Antonia, che si
getta appassionatamente fra le sue braccia. Una volta che Nicklausse ha
abbandonato la scena, la donna rivela a Hoffmann che il padre le ha
proibito di cantare a causa della sua malattia. Tuttavia, il suo
innamorato la incoraggia a sedersi al pianoforte e a intonare con lui il
loro duetto amoroso.
Alla fine del pezzo, la giovane si sente male e, avvertendo il
sopraggiungere del padre, si affretta a rifugiarsi nella sua camera
mentre Hoffmann decide di nascondersi. Torna Crespel al quale il
servitore Franz ha annunciato l'arrivo del dottor Miracle; tuttavia il
padre di Antonia non desidera che il dottore visiti sua figlia, temendo
che ciò aggravi le sue sofferenze, così come era stato per la sua
defunta moglie.
Per mezzo delle arti magiche, Miracle fa la diagnosi della malattia di
Antonia e desidera far cantare la giovane ma Crespel, in preda
all'indignazione, scaccia il medico da casa sua. Quando Antonia torna in
scena, si trova da sola con Hoffmann che, prima di andarsene, chiede
all'amata di abbandonare per sempre il sogno di diventare cantante; la
giovane promette di non cantare più.
Appena Hoffmann si allontana riappare Miracle che loda la bellissima
voce di Antonia e la convince che la attende un futuro straordinario
come cantante professionista; confusa, Antonia, si avvicina al ritratto
della madre. Con sua grande sorpresa, il ritratto prende vita e le
consiglia di cantare, mentre il losco dottor Miracle impugna con
entusiasmo un violino. Alla fine, il medico sparisce sotto il pavimento,
il ritratto torna ad assumere il suo aspetto normale e la povera Antonia
cade a terra, agonizzante.
Crespel torna appena in tempo per dare l'estremo saluto alla figlia.
Arriva in quel momento Hoffmann, che il liutaio accusa di essere la
causa della morte della figlia. Il poeta chiede a Nicklausse di chiamare
un medico. Stranamente torna il dottor Miracle, che alla fine constata
la morte di Antonia.
Atto IV
L'atto IV è dedicato a Giulietta ed è ambientato a Venezia.
L'azione si svolge in un grande palazzo, dal quale si vede il Canal
Grande. Nicklausse e una cortigiana di nome Giulietta cantano la celebre
barcarola alla presenza di numerose persone. Quando finisce, Hoffmann
intona un brindisi e lo dedica alla cortigiana della quale è
perdutamente innamorato. Giulietta presenta Hoffmann a altri due suoi
ammiratori, Schlemil, con il quale la giovane ha una relazione, e
Pitichinaccio, e propone loro di giocare una partita a carte.
Rimasti soli, Nicklausse consiglia a Hoffmann di non commettere
sciocchezze, spinto dalla passione per Giulietta, ma l'avventato
scrittore decide di non prestare attenzione agli avvertimenti
dell'amico. Quando entrambi i personaggi hanno abbandonato la scena
compare Dapertutto, uno stregone che si serve di Giulietta per
manipolare la volontà delle sue vittime. Lo strano personaggio, che è
già riuscito a rendere schiavo dei suoi poteri Schlemihl, adesso vuole
impadronirsi di Hoffmann.
Dapertutto esibisce sul palcoscenico il diamante con il quale circuirà
Giulietta perché segua i suoi ordini. In quel momento entra in scena la
cortigiana, alla quale lo stregone chiede di sedurre Hoffmann allo scopo
di rubargli l'anima catturando il suo riflesso in uno specchio. Una
volta che il malefico personaggio è uscito di scena, torna Hoffmann, che
dichiara appassionatamente il suo amore per Giulietta. Seguendo gli
ordini dello stregone, la sua amata gli fa sapere che i suoi sentimenti
sono corrisposti e lo mette in guardia dal carattere geloso del suo
amante, Schlemihl.
Dopodiché invita il poeta a guardarsi in uno specchio per conservare la
sua immagine riflessa una volta che se ne sarà andato; Hoffmann, un po'
sconcertato, acconsente al suo volere. Tornano in scena Schlemihl,
Pitichinaccio, Nicklausse e Dapertutto in compagnia di altri personaggi
e lo stregone mostra a Hoffmann uno specchio. Il poeta si accorge con
orrore che nello specchio non viene riflessa la sua immagine e manifesta
i suoi sentimenti contrastanti nei confronti di Giulietta, che ama e
odia al tempo stesso.
In seguito Hoffmann chiede a Schlemihl la chiave della stanza della
cortigiana, ma tale richiesta fa scoppiare una violenta lite fra i due
che si conclude con la morte di Schlemihl per mano di Hoffmann, che usa
la spada di Dapertutto per commettere il crimine. Dopo essersi
impossessato della chiave di Giulietta corre verso casa sua, per tornare
subito indietro perché si accorge che la giovane sta arrivando in
gondola lungo il canale. Il sopraggiungere della cortigiana da un
risultato sorprendente: lungi dall'accettare l'amore di Hoffmann,
Giulietta sceglie il terzo dei suoi pretendenti, Pitichinaccio. Hoffmann,
desolato, si allontana in compagnia del suo inseparabile Nicklausse.
Atto V: Epilogo
L'epilogo si svolge ancora una volta a Norimberga, nella taverna di
Luther.
Hoffmann ha terminato il suo racconto e Lindorf, vedendolo completamente
ubriaco, pensa di avere ormai partita vinta. Nel vicino teatro
dell'Opera, intanto, la rappresentazione del Don Giovanni è finita tra
gli applausi ed anche nella taverna tutti brindano al successo di
Stella.
Luther prepara il punch, mentre gli studenti riprendono uno dei cori del
primo atto. La prima donna fa la sua entrata nel locale e si dirige
subito verso Hoffmann ma il poeta è in uno stato tale di ubriachezza che
non può impedire a Lindorf di accompagnare la diva.
Hoffmann canta un'ultima strofa della storia di Kleinzach, prima di
crollare su di un tavolo. Rimasto solo, ha una visione nella quale gli
appare la musa della poesia che gli consiglia di dedicarle tutta la sua
vita; il poeta acconsente stregato. In lontananza le voci degli
studenti, che brindano di nuovo.
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