Il Trovatore (III)

 

Teatro Rosetum - Milano

TEATRO ROSETUM VIA PISANELLO n.1
MILANO (MM1 GAMBARA)
Sabato 25 maggio 2013 ore 20:00
Domenica 26 maggio 2013 ore 16:00
Organizzato da Teatro Rosetum
in collaborazione con VoceAllOpera

Giuseppe Verdi
Il t
rovatore

§§§§§§§§§

Il Conte di Luna VALENTINO SALVINI (25) EUN YONG PARK* (26)
Leonora LORENA CAMPARI (25) MARIANNA PRIZZON (26)
Azucena ALESSANDRA NOTARNICOLA*
Manrico GIOVANNI RIBICHESU (25) DIEGO CAVAZZIN (26)
Ines EULALIA LAI*
Ruiz ALESSANDRO MUNDULA
Un vecchio zingaro GIOVANNI TODARO
Un messo MATTIA ROSSI
Ferrando CESARE LANA
Ensamble strumentale VoceAllOpera
Coro ROSETUM diretto da DEBORA MORI
Direttore d’orchesta GIANLUCA FASANO
Regia GIANMARIA ALIVERTA
Scena CLAUDIA BRAMBILLA
Costumi ELENA ROSSI

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Seguono immagini della serata:

 

 
 

IL FIGLIO DELLA ZINGARA


Scena prima
Accampamento: a destra il padiglione del Conte di Luna, su cui
sventola la bandiera in segno di supremo comando; da lungi torreggia
Castellor.
Scolte di Uomini d'arme dappertutto; alcuni giocano, altri forbiscono le
armi, altri passeggiano; poi Ferrando dal padiglione del Conte.


[N. 9 Coro]
ALCUNI Or co' dadi, ma fra poco
giocherem ben altro gioco.


ALTRI Quest'acciar, dal sangue or terso
fia di sangue in breve asperso!
Odonsi strumenti guerrieri; tutti si volgono là donde il suono si avanza.
Un grosso drappello di balestrieri, in completa armatura, traversa il
campo.
ALCUNI Il soccorso dimandato!
ALTRI Han l'aspetto del valor!
TUTTI Più l'assalto ritardato
or non fia di Castellor!
No, no, non fia più!


FERRANDO (dal padiglione del Conte)
Sì, prodi amici; al dì novello, è mente
del capitan la rocca
investir d'ogni parte.
Colà pingue bottino
certezza è rinvenir più che speranza;
si vinca, è nostro.

TUTTI Tu c'inviti a danza!

TUTTI
Squilli, echeggi la tromba guerriera,
chiami all'armi, alla pugna, all'assalto.
Fia domani la nostra bandiera
di quei merli piantata sull'alto.


No, giammai non sorrise vittoria
di più liete speranze finor!...
Ivi l'util ci aspetta e la gloria,


ivi opimi la preda e l'onor.
(si disperdono)
Scena seconda
Il Conte, uscito dalla sua tenda, volge un bieco sguardo a Castellor.
[N. 10 Scena e Terzetto]


CONTE In braccio al mio rival? Questo pensiero
come persecutor demone ovunque
m'insegue! In braccio al mio rival! Ma corro,
surta appena l'aurora,
io corro a separarvi... Oh Leonora!
(odesi tumulto)
Scena terza
Ferrando e detto.
CONTE Che fu?
FERRANDO D'appresso il campo
s'aggirava una zingara; sorpresa
da' nostri esploratori,
si volse in fuga; essi a ragion temendo
una spia nella trista,
l'inseguir...
CONTE Fu raggiunta?

FERRANDO È presa.
CONTE Vista
l'hai tu?
FERRANDO No; della scorta
il condottier m'apprese
l'evento.
CONTE Eccola.
(tumulto più vicino)

Scena quarta
Azucena, con le mani avvinte, e trascinata dagli Esploratori, un codazzo
di altri Soldati, e detti.
ESPLORATORI Innanzi, o strega, innanzi!...

AZUCENA Aita!... Mi lasciate... Ah furibondi!
Che mal fec'io?
CONTE S'appressi.
(Azucena è tratta innanzi al Conte)
CONTE A me rispondi
e trema dal mentir!
AZUCENA Chiedi!
CONTE Ove vai?
AZUCENA No 'l so.
CONTE Che?
AZUCENA D'una zingara è costume
mover senza disegno
il passo vagabondo,
ed è suo tetto il ciel, sua patria il mondo.
CONTE E vieni?

AZUCENA Da Biscaglia, ove sinora
le sterili montagne ebbi ricetto!
CONTE (Da Biscaglia!)
FERRANDO (Che intesi!... O qual sospetto!)
AZUCENA
Giorni poveri vivea,
pur contenta del mio stato;
sola speme un figlio avea!
Mi lasciò!... m'oblia, l'ingrato!

Io deserta vado errando
di quel figlio ricercando,
di quel figlio che al mio core
pene orribili costò!...

Qual per esso provo amore
madre in terra non provò!
FERRANDO (Il suo volto!)
CONTE Di', traesti
lunga etade tra quei monti?



AZUCENA Lunga, sì.
CONTE Rammenteresti
un fanciul, prole di conti,
involato al suo castello,
son tre lustri, e tratto quivi?
AZUCENA E tu... parla... sei?
CONTE Fratello
del rapito.


AZUCENA (Ah!)
FERRANDO (notando il mal nascosto terrore di Azucena)
(Sì!...)
CONTE Ne udivi
mai novella?
AZUCENA Io? No... Concedi
che del figlio l'orme io scopra.
FERRANDO Resta, iniqua...
AZUCENA (Ohimè!)
FERRANDO Tu vedi
chi l'infame, orribil opra
commettea...
CONTE Finisci.
FERRANDO È dessa...
AZUCENA
(piano a Ferrando)
Taci!
FERRANDO È dessa che il bambino
arse!
CONTE Ah! perfida!
ESPLORATORI Ella stessa!
AZUCENA Ei mentisce...

CONTE Al tuo destino or non fuggi.
AZUCENA Deh!
CONTE Quei nodi
più stringete.
(i soldati eseguiscono)
AZUCENA Oh dio! oh dio!
CORO Urla pur!

AZUCENA
(con disperazione)
E tu non m'odi,
o Manrico, o figlio mio?...
Non soccorri all'infelice
madre tua?
CONTE Di Manrico genitrice?
FERRANDO Trema!...
CONTE Oh sorte! In mio poter!


AZUCENA
Deh! rallentate, o barbari,
le acerbe mie ritorte...
questo crudel martirio
è prolungata morte!
D'iniquo genitore
empio figliuol peggiore,
trema! v'è dio pe' miseri,
e dio ti punirà!
Insieme
CONTE
Tua prole, o turpe zingara,
colui, quel traditore?...
Potrò col tuo supplizio
ferirlo in mezzo al core!
Gioia m'inonda il petto,
cui non esprime il detto!...
Meco il fraterno cenere
ampia vendetta avrà!

FERRANDO E ESPLORATORI
Infame pira sorgere,
ah sì, vedrai tra poco...
né solo tuo supplizio
sarà terreno foco:
le vampe dell'inferno
a te fian rogo eterno,
ivi penare ed ardere
l'anima tua dovrà!
(al cenno del Conte i soldati traggon seco Azucena.
Egli entra nella sua tenda, seguìto da Ferrando)


Scena quinta
Sala adiacente alla cappella in Castellor, con verone in fondo.
Manrico, Leonora e Ruiz.
[N. 11 Aria]
LEONORA Quale d'armi fragor
poc'anzi intesi?


MANRICO Alto è il periglio!... vano
dissimularlo fora!
A la novella aurora
assaliti saremo!...
LEONORA Ahimè! che dici!...


MANRICO Ma de' nostri nemici
avrem vittoria... pari
abbiam al loro ardir, brando e coraggio!...


(a Ruiz)
Tu va'; le belliche opre
nell'assenza mia breve, a te commetto!...
Che nulla manchi!...


(Ruiz parte)
Scena sesta
Manrico e Leonora.
LEONORA Di qual tetra luce
il nostro imen risplende!


MANRICO Il presagio funesto,
deh! sperdi, o cara!...
LEONORA E il posso?
MANRICO Amor... sublime amore,
in tale istante ti favelli al core!

MANRICO
Ah sì, ben mio, coll'essere
io tuo, tu mia consorte,
avrò più l'alma intrepida,


il braccio avrò più forte.
Ma pur se nella pagina
de' miei destini è scritto


ch'io resti fra le vittime
dal ferro ostil trafitto,
fra quegli estremi aneliti
a te il pensier verrà!


E solo in ciel precederti
la morte a me parrà!
(si ode il suono dell'organo della vicina cappella)


LEONORA E MANRICO L'onda de' suoni mistici
pura discende al cor!


Vieni; ci schiude il tempio
gioie di casto amor!


(si avviano giubilanti al tempio; Ruiz viene frettoloso)

RUIZ Manrico?


MANRICO Che?
RUIZ La zingara,
vieni... tra ceppi mira...
MANRICO Oh dio!
RUIZ Per man de' barbari
accesa è già la pira!


MANRICO (accostandosi al verone)
Oh ciel! mie membra oscillano...
nube mi copre il ciglio!...
LEONORA Tu fremi!
MANRICO E il deggio! Sappilo...
io son...
LEONORA Chi mai?


MANRICO Suo figlio!
Ah! vili... il rio spettacolo
quasi il respir m'invola!...
Raduna i nostri, affrettati,
Ruiz... va'... torna... vola...
(Ruiz parte)

MANRICO
Di quella pira... l'orrendo foco
tutte le fibre m'arse, avvampò!
Empi, spegnetela, o ch'io fra poco
col sangue vostro la spegnerò!
Era già figlio prima d'amarti...
non può frenarmi il tuo martir!


Madre infelice, corro a salvarti,
o teco almeno corro a morir!
LEONORA Non reggo a colpi tanto funesti...
Oh, quanto meglio sarìa morir!
(Ruiz torna con armati)
Insieme
MANRICO Madre infelice, corro a salvarti,
o teco almeno corro a morir!


RUIZ E ARMATI All'armi, all'armi! eccone presti
a pugnar teco, o teco a morir.

MANRICO  All'armi!!
Manrico parte frettoloso seguìto da Ruiz e dagli Armati, mentre odesi
dall'interno fragor d'armi e di bellici strumenti.

 

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Note:

 

 
 


 
 

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