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      Domenica 17 Maggio 2009Vigevano, Teatro Antonio Cagnoni
 
        
        Ore 21.00 CONCERTO CONCLUSIVO
 DELLA STAGIONE 2008/9
 
 Programma:Roh Ogura (1916)
 Sonatina per archi
 
 Mario Pilati (1903-1938)
 Suite per pianoforte e archi
 
 Felix Mendelssohn Bartholdy (1809-1847)
 Sinfonia n. 9 in do minore per archi
 
 Pianoforte Adalberto Maria Riva
 Orchestra da Camera Milano Classica
 Hiroaki Masuda (direttore)
 
 VEDI:
        
        http://concertodautunno.blogspot.com/2009/05/2009-05-17-ultimo-concerto-al-cagnoni.html
 
 
        ORCHESTRA DA CAMERA MILANO CLASSICAVia Leoncavallo 8 - 20131 MILANO
 Tel. 02-28510173 Fax 02-28510174
 info@milanoclassica.it
 www.milanoclassica.it
 
 
         
         
        Alcune immagini del concerto 
        
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  Bis = canzone giapponese eseguita dallo 
stesso direttore come voce poi accompagnato dall'Orchestra     
  
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Il concerto conclude la stagione 2009 del Teatro Cagnoni di Vigevano domenica 17 
maggio alle ore 21.00 
 
    NOTE AL PROGRAMMANegli ultimi decenni, la musica moderna giapponese si è imposta 
    all'attenzione del pubblico occidentale grazie a espressioni di particolare 
    interesse e intensità. Il primo compositore ad affermarsi sulla scena 
    musicale europea è stato forse Tōru Takemitsu (Tokyo, 1930-1996). Alcune sue 
    composizioni fanno ormai parte del canone della musica contemporanea, e sono 
    ricordate come esempio di compenetrazione tra le culture orientale e 
    occidentale: I hear the water dreaming sa molto di Debussy; November Steps 
    utilizza, insieme all'orchestra, due strumenti tradizionali giapponesi, il 
    biwa e lo shakuachi, rispettivamente un liuto e un flauto della cultura 
    musicale nipponica. Roh Ogura, di poco più anziano, ha seguito un percorso 
    simile. Formatosi nella cultura autoctona, ha ben presto sviluppato un 
    interesse per la musica francese del Novecento, che già di per sé, per la 
    sua innata predisposizione alle statiche sonorità modali, forniva ai 
    compositori orientali un accesso più naturale alla musica d'Occidente. Ben 
    presto si appassionò al classicismo e al romanticismo tedesco, e infine, 
    gradualmente, trovò in Bartók un modello decisivo. Fu di certo il percorso 
    di Bartók a indicargli la strada per realizzare quell'integrazione di musica 
    tradizionale e musica colta, che costituisce, come capita al suo più noto 
    compagno di strada Takemitsu, una cifra importante della sua poetica. 
    Nacquero così, nel 1957, i Cinque movimenti su canzoni popolari giapponesi 
    per orchestra, e, nel 1958, i Nove pezzi su canzoni infantili della regione 
    di Tohoku per coro femminile a cappella. Nel complesso però, e a differenza 
    di Takemitsu, le composizioni di Ogura si muovono più decisamente nell'alveo 
    della tradizione colta europea: Ogura ha scritto per lo più musica da 
    camera, sinfonie e concerti per strumenti solisti e orchestra. La sua prima 
    composizione fu una Sonatina per pianoforte, del 1937, l'ultima un Concerto 
    per violoncello e orchestra, del 1980. La Sonatina per orchestra d'archi è 
    del 1963, ed è un'opera che ancora riflette l'entusiamo per la scoperta di 
    una civiltà musicale "altra": la musica occidentale.
 Pur essendo coetaneo di Luigi Dallapiccola e Goffredo Petrassi, Mario Pilati 
    fu un compositore più vicino alla generazione precedente, la "Generazione 
    dell'Ottanta", quella di Pizzetti e di Respighi, per il gusto dell'evidenza 
    melodica e ritmica e per l'inclinazione classicistica venata di arcaismi e 
    di una moderata modernità. Napoletano di origine, fu chiamato a insegnare a 
    Milano proprio da Pizzetti, negli anni Trenta e Quaranta direttore del 
    Conservatorio della nostra città. Come compositore i suoi riferimenti 
    furono, oltre a Pizzetti e Respighi, la musica francese e Ravel in 
    particolare. La Suite per pianoforte e orchestra, composta nel 1924, risente 
    in verità di vari influssi: oltre Respighi, che proprio allora stava 
    ultimando il ciclo di Antiche arie e danze, Poulenc, Britten, Rachmaninov. È 
    una sequenza di quattro movimenti che elaborano, come una serie di 
    variazioni, e secondo forme di danza differenti, il medesimo materiale 
    tematico.
 Mendelssohn scrisse le sue dodici sinfonie per orchestra d'archi tra il 1821 
    e il 1823. The first seven were completed in 1821 when the composer was 12 
    years old; the eighth was composed in 1822 with the others following in 1823.Le 
    prime sette furono completate nel 1821, quando il compositore aveva 12 anni; 
    l'ottava seguì nel 1822 e le restanti quattro nel 1823.The symphonies 
    recorded here (7, 8 and 9) show how quickly Mendelssohn matured as a 
    composer in a matter of months. Le ultime quattro sinfonie lasciano 
    trasparire la precoce maturazione del compositore: un solco di 
    consapevolezza e maestria le separa dalle più acerbe prove precedenti.Beginning 
    with the Seventh, the works are laid out in the traditional four movements 
    and Mendelssohn is striking out on his own and no longer imitating other 
    composers such as Mozart and Bach. La Sinfonia per archi n. 9 si articola 
    nei tradizionali quattro movimenti, ma colpisce la netta emancipazione del 
    suo stile personale dai modelli assai ammirati di Mozart e Bach. Si apre con 
    una solenne introduzione e una intensa melodia. L'Andante richiede un 
    organico più ridotto che prevede quattro violini, due viole, violoncello e 
    contrabbasso, e che conferisce all'insieme un più spiccato suono cameristico.String 
    Symphony No. 7 is in D minor and has a dramatic opening (that sounds a bit 
    like Bach to me) followed by a serene slow movement and an expressive and 
    energetic Menuetto. In terza posizione, in luogo del Minuetto e sulla scia 
    di Beethoven, Instead of a Menuetto Mendelssohn composed a Scherzo with a 
    trio section that was inspired by a visit to Switzerland where he heard a 
    yodeling song; something of a precursor of the Scottish and Italian 
    symphonies. Mendelssohn scrive uno Scherzo, e in ultima posizione campeggia 
    il tema drammatico del finale, il cui sviluppo impressiona davvero se si 
    pensa che Mendelssohn aveva allora soltanto quattordici anni.
 (Livio Aragona)
 
 GLI INTERPRETI 
 
    Hiroaki Masuda, direttore 
    d'orchestra Inizia la sua formazione musicale con 
    lo studio del violino e del pianoforte a Tokio. Assume l'incarico di 
    direttore musicale dell'Orchestra Sinfonica Giapponese. Nel 1985 è 
    ingaggiato allo Stadttheater di Coblenza, istituzione presso la quale nel 
    1987 assume l'incarico di primo Kappelmeister e direttore musicale. Dal 1993 
    al 2000 è stato primo Kappelmeister e direttore musicale dello 
    Saarländischen Staatstheater Saarbrücken. Formazione che ha diretto in 
    Giappone, in Cina, in Svezia e in molte città del Germania. Dalla stagione 
    2002-2003 è direttore musicale dei Loh-Orchesters Sondershausen. Adalberto Maria Riva, pianoforteCon la menzione speciale dell'IBLA Grand Prize 2008, il pianista milanese 
    Adalberto Maria Riva debutterà negli Stati Uniti nell'aprile 2009 con una 
    tournée in Virginia, Arkansas e North Dakota e con un concerto alla Carnegie 
    Hall. Nello stesso mese, in Canada, si produrrà come solista con l'orchestra 
    di Sherbrooke e in duo a Montreal con il flautista svizzero Christian 
    Delafontaine.
 Il suo pianismo elegante e aristocratico (A. Bellisario, il Cittadino), si 
    traduce in un tocco carico di grande forza comunicativa ed interpretativa, 
    con un suono non solo chiaro e cristallino, ma, anche, ricco di colori e di 
    sfumature davvero impensabili (R. Zambonini, la Provincia di Lecco).
 Dopo la maturità classica conseguita presso il liceo Berchet di Milano, il 
    diploma in pianoforte con il massimo dei voti e la lode al Conservatorio "G. 
    Verdi" della stessa città e la frequenza a numerose master class in Italia, 
    Germania, Inghilterra e USA, tenute da importanti concertisti come Paul 
    Badura-Skoda, Lazar Berman, Vitaly Margulis, Bruno Canino e Aldo Ciccolini, 
    Adalberto Riva consegue, nel 2001, la Virtuosité presso il Conservatorio di 
    Losanna nella classe del prof. Dag Achatz.
 Ha suonato per il Festival Internazionale di Bergamo e Brescia e per il 
    Mozarteum di Salisburgo, più volte con la Filarmonica di Timisoara in 
    Romania, sotto la direzione di Jean-François Antonioli, con l'Orchestra 
    dell'Angelicum e dei Pomeriggi Musicali di Milano sotto la direzione di 
    Daniele Gatti e Enrique Mazzola. Ha tenuto recital in Spagna, Inghilterra, 
    Russia, Ungheria, Croazia, Germania, Polonia, Malta e Montecarlo; tra i suoi 
    impegni più recenti, dopo la vittoria del premio A.R.A.M. del 1995 con una 
    tournée in Germania e Polonia, si segnala la partecipazione alle Settimane 
    musicali di Lugano, alla Schubertiade d'Espace 2, per tre volte consecutive, 
    e alla 49° edizione del Festival di Barga.
 Il suo repertorio spazia da Bach ai contemporanei, che Riva presenta anche 
    in cicli di conferenze-concerto, imperniate sulla storia della letteratura 
    pianistica, presso numerose istituzioni culturali e musicali, tra cui il 
    Conservatorio di Ginevra, la fondazione Hindemith di Blonay e il centro "pro 
    natura" di Champ-Pittet a Yverdon, in Svizzera, l'ICIMUS di Schio, il 
    circolo culturale "Il castello" di La Spezia, oltre a diverse biblioteche e 
    associazioni nell'area lombarda, dove risiede (Monza, Milano, Luino, Inzago, 
    Trezzano Rosa). Collabora alla ideazione e realizzazione di spettacoli 
    teatrali concepiti sulle diverse relazioni instaurabili tra musica e testo 
    recitato su vari soggetti.
 Dopo numerosi anni di insegnamento presso scuole musicali, attualmente è 
    pianista collaboratore per il repertorio strumentale presso il Conservatorio 
    "Guido Cantelli" di Novara, dove si è appena laureato a pieni voti con lode 
    con una tesi sulle trascrizioni pianistiche di Adolfo Fumagalli, sulla cui 
    figura di pianista e compositore, in collaborazione con il Comune di Inzago, 
    paese natale del musicista, nel centocinquantesimo anniversario della morte 
    ha registrato un CD a conclusione del convegno che ha visto la 
    partecipazione del Maestro Ettore Borri, studioso di musica italiana, e del 
    prof. Quirino Principe, insigne musicologo.
 Dal 2007 è cofondatore e direttore artistico dell'Associazione Culturale 
    Momenti Musicali. Ha al suo attivo più di dieci registrazioni discografiche, 
    prevalentemente dal vivo, oltre a numerose trasmissioni radiofoniche per la 
    radio svizzera francese Espace2.
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