ATTO II – Parte Prima
Interno della casetta di Butterfly
Butterfly
Pigri ed obesi son gli Dei giapponesi.
L'americano Iddio son persuasa
ben più presto risponde a chi l'imlori.
Ma temo ch'egli ignori
che noi stiam qui di casa.
Butterfly
Suzuki, è lungi la miseria?
Suzuki
Questo è l'ultimo fondo.
Butterfly
Questo? Oh! troppe spese!
Suzuki
(sospirando)
S'egli non torna e presto,
siamo male in arnese.
Butterfly
(decisa, alzandosi)
Ma torna.
Butterfly
(sempre insistendo)
Perché con tante cure
la casa rifornì di serrature,
s'ei non volessi ritornar mai più?
Butterfly
Ah! Taci! o t'uccido.
Quell'ultima mattina:
tornerete, signor? gli domandai.
Egli, col cuore grosso,
per celarmi la pena...
sorridendo rispose:
O Butterfly, piccina mogliettina,
tornerò colle rose alla stagion serena
quando fa la nidiata il petti rosso.
Un bel dì, vedremo
levarsi un fil di fumo
dall'estremo confin del mare.
E poi la nave appare.
Poi la nave bianca
entra nel porto,
romba il suo saluto.
Vedi? È venuto!
Tutto questo avverrà, te lo prometto.
Tienti la tua paura,
io consicura fede l'aspetto.
Sharpless
Chiedo scusa...
Madama Butterfly...
Butterfly
(senza volgersi, ma correggendo)
Madama Pinkerton. Prego.
Sharpless
Grazie.
(desideroso di spiegare
lo scopo per cui è venuto,
cava una lettera di tasca)
Ho qui...Ho da mostrarvi...
Butterfly
(interrompendolo,
senza accorgersi della lettera)
Preferite forse le sigarette americane?
Sharpless
Mi scrisse Benjamin Franklin Pinkerton.
Butterfly
(con grande premura)
Davvero! È in salute?
Sharpless
Perfetta
Goro
(intervenendo per giustificarsi,
entra nella stanza
e si rivolge a Sharpless)
Il ricco Yamadori
Ella è povera in canna.
I suoi parenti l'han tutti rinnegata.
Butterfly
(a Yamadori)
Yamadori, ancor le pene dell'amor non v'han deluso?
Vi tagliate ancor le vene se il mio bacio vi ricuso?
Goro
(con enfasi, indicando Yamadori)
Ville, servi, oro,
ad Omara un palazzo principesco.
Butterfly
(con serietà)
Già legata è la mia fede...
Goro e Yamadori
(a Sharpless)
Maritata ancor si crede.
Butterfly
(alzando di scatto)
Non mi credo, sono, sono!
Goro
(sottovoce a Sharpless e Yamadori)
Segnalata è già la nave di Pinkerton.
Yamadori
(disperato)
Quand'essa lo riveda...
Addio. Vi lascio il cuor
pien di cordoglio: ma spero ancor...
Sharpless
Ora a noi. Sedete qui;
(mostrando la lettera)
legger con me volete questa lettera?
Butterfly
(prendendo la lettera)
Date.
(baciandola)
Sulla bocca,
(mettendola sul cuore)
sul cuore...
Sharpless
(sbuffando)
Benone!
(si alza di scatto e
ripone la lettera in tasca)
(fra sè)
Qui troncarla conviene...
(indispettito)
Quel diavolo d'un Pinkerton!
(guarda Butterfly negli occhi serîssimo)
Ebbene, che fareste, Madama Butterfly,
s'ei non dovesse ritornar più mair?
(Butterfly immobile, come colpita a morte,
china la testa e risponde con sommessione infantile,
quasi balbettando:)
Butterfly
Due cose potri far:
tornar a divertir la gente, col cantar...
oppur, meglio, morire.
Sharpless
(scusandosi)
Fui brutale, non lo nego.
Butterfly
(dolorosamente, portandosi la mano al cuore)
Oh, mi fate tanto male,
tanto male, tanto, tanto!
Butterfly
(con entusiasmo)
E questo? E questo?
E questo, egli potrà pure scordare?
Sharpless
(con emozione)
Egli è suo?
Butterfly
(indicando mano mano)
(con dolcezza e con un po' di agitazione)
Chi vide mai a bimbo del Giappon occhi azzurrini?
E il labbro? E i ricciolini d'oro schietto?
Sharpless
(sempre più commosso)
È palese, e Pinkerton lo sa?
Butterfly
No. No.
(con passione)
È nato quand'egli stava
in quel suo gran paese.
Ma voi
gli scriverete
che l'aspetta un figlio senza pari!
E mi saprete dir s'ei non s'affretta
per le terre e pei mari!
Udite, udite
la triste mia canzon.
A un infelice madre la carità,
muovetevi a pietà....
Oggi il mio nome è Dolore.
Però dite al babbo, scrivendogli,
che il giorno del suo ritorno,
(alzandosi)
Gioia, Gioia mi chiamerò!
Goro
(protestando)
Dicevo... solo...
che là in America
quando un figliolo è nato maledetto
trarrà sempre reietto la vita fra le genti!
(Colpo di cannone sulla scena)
Suzuki
Il cannone del porto!
(Butterfly e Suzuki corrono verso il terrazzo.)
Una nave da guerra...
Butterfly
Bianca, bianca...
il vessillo Americano delle stelle...
Or governa per ancorare.
Reggimi la mano ch'io ne discerna il nome,
Il nome, il nome.
Eccolo: Abramo Lincoln!
Tutti han mentito! tutti, tutti!
sol io lo sapevo, sol io che l'amo.
È giunto! è giunto!
è giunto! proprio nel punto
che ognun diceva: piangi e dispera...
Trionfa il mio amor! il mio amor;
la mia fe' trionfa intera:
ei torna e m'ama!
(giubilante, corre sul terrazzo)
(a Suzuki)
Scuoti quella fronda di ciliegio
e m'innonda di fior.
Butterfly
Quanto lo dovremo aspettar?
Che pensi? Un'ora!
Butterfly
(a Suzuki)
Or vienmi ad adornar.
Dammi sul viso un tocco di carminio
(prende un pennello e mette del rosso
sulle guance del suo bimbo)
ed anche a te, piccino,
perché la veglia non ti faccia
vôte per pallore le gote.
Butterfly
Vo' che mi veda indosso il vel del primo dì!
(a Suzuki, che ha finito d'abbigliare il bambino)
E un papavero rosso nei capelli.
(Suzuki punta il fiore nei capelli di Butterfly, che se ne compiace.)
Così.
È notte; i raggi lunari illuminano dall'esterno lo shosi.
l bimbo si addormenta, rovesciandosi all'indietro, disteso sul cuscino e
Suzuki si addormenta pure,
rimanendo accosciata: solo Butterfly rimane sempre ritta ed immobile.
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