Deserta sponda del Mincio. È notte.
Gilda e Rigoletto, inquieto, sono sulla strada.
RIGOLETTO:
E l'ami?
GILDA:
Sempre.
RIGOLETTO:
Pure
tempo a guarirne t'ho lasciato.
GILDA:
Io l'amo.
RIGOLETTO:
Povero cor di donna!.. Ah il vile infame!..
Ma ne avrai vendetta, o Gilda...
DUCA:
Una stanza e del vino...
RIGOLETTO:
Son questi i suoi costumi!
DUCA:
La donna è mobile
qual piuma al vento,
muta d'accento e di pensiero.
Sempre un amabile
leggiadro viso,
in pianto o in riso, è menzognero.
SPARAFUCILE:
È là il vostr'uomo... viver dee o morire?
RIGOLETTO:
Più tardi tornerò l'opra a compire.
DUCA:
Un dì, si ben rammentomi,
o bella, t'incontrai...
mi piacque di te chiedere,
e intesi che qui stai.
Or sappi, che d'allora
sol te quest'alma adora.
GILDA:
Iniquo!...
DUCA:
E tu sii docile,
non farmi tanto chiasso.
Ogni saggezza chiudesi
nel gaudio e nell'amore...
(le prende la mano)
La bella mano candida!...
MADDALENA:
Ebro!...
DUCA: (ridendo)
D'amor ardente.
MADDALENA:
Signor l'indifferente,
vi piace canzonar?
DUCA:
Bella figlia dell'amore,
schiavo son de'vezzi tuoi;
con un detto sol tu puoi
le mie pene consolar.
Il Duca e Maddalena stanno fra loro parlando,
ridendo e bevendo. Rigoletto va dietro la casa, e ritorna con
Sparafucile, contandogli delle monete.Entro le scene si vedrà un
lampo. Maddalena vorrebbe convincere il fratello a desistere e ad
uccidere Rigoletto quando tornerà con il resto del denaro. Detti e
Gilda, che comparisce nel fondo della via in costume virile, con
stivali e speroni, e lentamente si avanza verso l'osteria, mentre
Sparafucile continua a bere. Spessi lampi e tuoni.
SPARAFUCILE:
Ancor c'è mezz'ora...
MADDALENA: (piangendo)
Attendi, fratello...
GILDA:
Che! piange tal donna!.. N'è a lui darò aita!..
Ah, s'egli al mio amore divenne rubello,
io vo'per la sua gettar la mia vita...
GILDA:
Pietà d'un mendico;
asil per la notte a lui concedete.
Gilda entra e viene colpita a morte da
Sparafucile che la consegna a Rigoletto nel sacco dove avrebbe
dovuto esserci il Duca.
RIGOLETTO:
Della vendetta alfin giunge l'istante!
SPARAFUCILE:
Lesti, all'onda il gettiam...
Qui men atto è il sito...
più avanti è più profondo il gorgo... Presto,
che alcun non vi sorprenda... Buona notte.
RIGOLETTO:
Egli è là!.. morto!.. oh sì!.. vorrei vederlo!
ma che importa!.. è ben desso!.. Ecco i suoi sproni!..
Ora mi guarda, o mondo!..
Quest'è un buffone, ed un potente è questo!
Ei sta sotto i miei piedi!.. è desso! oh gioja!..
è giunta alfine la tua vendetta, o duolo!..
Sia l'onda a lui sepolcro,
un sacco il suo lenzuolo!
Ma il Duca canta ancora la sua canzone a quando
Rigoletto apre il sacco vi trova la propria figlia.
Rigoletto
Mia figlia!.. Dio!.. mia figlia!..
Ah, no!.. è impossibil!.. per Verona è in via!..
Fu vision!.. è dessa!..
GILDA:
V'ho l'ingannato... colpevole fui...
l'amai troppo... ora muojo per lui!..
RIGOLETTO: (da sè)
(Dio tremendo! ella stessa fu côlta
dallo stral di mia giusta vendetta!)
lassù... in cielo, vicina alla madre...
in eterno per voi ... pregherò.
RIGOLETTO:
Gilda! mia Gilda! è morta!..
Ah! la maledizione!!
CORALE LIRICA AMBROSIANA
Diretta da Roberto Ardigò
Contessa Sonia Contino
Ceprano Carlo Oggioni
Borsa Roberto Natale
Marullo Antonio Russo
Giovanna Mila di Paolo
Monterone Lorenzo Ciccioni
Maddalena Julic Mellor
Sparafucile Daniele Biccirè
Duca Fabio Buonocore
Gildla Yudith Pezoa
Rigoletto Mauro Augustini
Roberto Gianola, direttore
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