Salotto nel palazzo ducale.
(Entra il Duca agitatissimo)
DUCA:
Ella mi fu rapita!
E quando, o ciel... ne'brevi istanti, prima
che il mio presagio interno
sull'orma corsa ancora mi spingesse!
Schiuso era l'uscio!... e la magion deserta!
E dove ora sarà quell'angiol caro?
Ne ei potea soccorrerti,
cara fanciulla amata,
ei che vorria coll'anima
farti quaggiù beata;
ei che le sfere agli angeli,
per te non invidiò.
BORSA, MARULLO, CEPRANO:
Scorrendo uniti remota via,
brev'ora dopo caduto il dì,
come previsto ben s'era in pria,
rara beltà ci si scoprì.
Era l'amante di Rigoletto,
che, vista appena, si dileguò.
DUCA: (da sè)
(Ah, tutto il ciel non mi rapì!)
(da sè, alzandosi con gioia)
(Possente amor mi chiama,
volar io deggio a lei;
il serto mio darei
per consolar quel cor.
Ah! sappia alfin chi l'ama,
conosca alfin chi sono,
apprenda ch'anco in trono
ha degli schiavi Amor)
Marullo, Ceprano, Borsa, altri Cortigiani, poi
Rigoletto
RIGOLETTO: (a Marullo)
Son felice
che nulla a voi nuocesse
l'aria di questa notte.
MARULLO:
Questa notte!..
RIGOLETTO:
Sì... Oh fu il bel colpo!..
MARULLO:
S'ho dormito sempre!
RIGOLETTO:
Ah, voi dormiste!.. Avrò dunque sognato!..
RIGOLETTO:
Ah! ella è qui dunque!.. Ella è col Duca!..
RIGOLETTO:
Io vo' mia figlia...
RIGOLETTO:
Sì... la mia figlia... D'una tal vittoria...
che?.. adesso non ridete?..
Ella è la!.. la vogl'io... la rendete.
Cortigiani, vil razza dannata,
per qual prezzo vendeste il mio bene?
Ebben, piango... Marullo... signore,
tu ch'hai l'alma gentil come il core,
dimmi tu dove l'hanno nascosta?..
È là? non è vero? ... tu taci!.. ohimè!
(piange)
Miei signori.. perdono, pietate...
al vegliardo la figlia ridate...
ridonarla a voi nulla ora costa,
tutto al mondo è tal figlia per me.
GILDA:
Mio padre!
RIGOLETTO:
Dio! mia Gilda!..
Signori... in essa... è tutta la mia famiglia...
Non temer più nulla, angelo mio...
GILDA:
Arrosir voglio innanzi a voi soltanto...
RIGOLETTO:
Cielo! Che dici?
GILDA:
(Ciel dammi coraggio!)
Tutte le feste al tempio
mentre pregava Iddio,
bella e fatale un giovine
offriasi al guardo mio...
se i labbri nostri tacquero,
dagl'occhi il cor, il cor parlò.
Furtivo fra le tenebre
sol ieri a me giungeva...
Sono studente, povero,
commosso mi diceva,
e con ardente palpito
amor mi protestò.
Partì... il mio core aprivasi
a speme più gradita,
quando improvvisi apparvero
color che m'han rapita,
e a forza qui m'addussero
nell'ansia più crudel.
RIGOLETTO:
Piangi! piangi fanciulla, fanciulla piangi...
scorrer, scorrer fa il pianto sul mio cor.
il Conte di Monterone che attraversa la scena fra gli alabardieri
Usciere:
(alle guardie)
Schiudete... ire al carcere Monteron dee.
MONTERONE: (fermandosi verso il ritratto del Duca)
Poichè fosti invano da me maledetto,
nè un fulmine o un ferro colpiva il tuo petto,
felice pur anco, o duca, vivrai!...
(esce fra le guardie dal mezzo)
RIGOLETTO:
No, vecchio t'inganni... un vindice avrai!
RIGOLETTO: (con impeto volto al ritratto)
Sì, vendetta, tremenda vendetta
di quest'anima è solo desio...
GILDA:
O mio padre, qual gioja feroce
balenarvi ne gl'occhi vegg'io!..
Perdonate, a noi pure una voce
di perdono dal cielo verrà
Di punirti già l'ora saffretta,
che fatale per te tuonerà.
Rigoletto
Come fulmin scagliato da Dio,
te colpire il buffone saprà.
Gilda
Mi tradiva, pur l'amo, gran Dio!
per l'ingrato ti chiedo pietà!
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