Donne babilonesi, Popolo e Soldati:
È l'Assiria una regina,
pari a Bel potente in terra;
porta ovunque la ruina
se stranier la chiama in guerra
or di pace fra i contenti,
degno premio del valor,
scorrerà suoi dì ridenti
nella gioia e nell'amor.
Gran Sacerdote:
Eccelsa donna, che d'Assiria il fato
reggi, le preci ascolta
de' fidi tuoi! Di Giuda gli empi figli
perano tutti, e pria colei che suora
a te nomar non oso...
Essa Belo tradì...
ABIGAILLE: (con finzione)
Che mi chiedete!...
Nabucco con lacere vesti presentasi
sulla scena
NABUCCO:
Ove condur mi vuoi? Lasciami!... Questa
è del consiglio l'aula... Sta'!... Non vedi?
M'attendon essi... Il fianco
perché mi reggi? Debole sono, è vero,
ma guai se alcuno il sa!...
(S'avvicina al trono e fa per salirvi)
Chi è costei?
Oh qual baldanza!
ABIGAILLE: Uscite, o fidi miei!
NABUCCO:Donna, chi sei?...
ABIGAILLE: Custode del seggio tuo qui venni!...
NABUCCO:
Menzogna! A morte, a morte
tutto Israel sia tratto!
Porgi!
(Pone il suggello e rende la carta ad Abigaille)
ABIGAILLE: (con gioia)
Oh mia lieta sorte!
L'ultimo grado è fatto!
NABUCCO:
Oh!... ma Fenena!
ABIGAILLE:
Perfida!
si diede al falso Dio.
(per partire)
Oh pèra!
(Dà la carta a due Guardie che tosto partono)
NABUCCO: (fermandola)
È sangue mio!
ABIGAILLE:
Niun può salvarla!
NABUCCO: (coprendosi il viso)
Orror!
ABIGAILLE:
Un'altra figlia...
NABUCCO:
Pròstrati,
o schiava, al tuo signor!
ABIGAILLE:
Stolto!... qui volli attenderti!...
Io schiava? Io schiava?
ABIGAILLE:
O stolto!...e ancor contrasti?
Queste guardie io le serbava
per te solo, o prigionier!
NABUCCO:
Prigionier?...
ABIGAILLE:
Sì!... d'una schiava
che disprezza il tuo poter!
Le sponde dell'Eufrate. Ebrei incatenati
e costretti al lavoro.
Va', pensiero, sull'ale dorate;
va', ti posa sui clivi, sui colli,
ove olezzano tepide e molli
l'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
di Sïonne le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
Oh membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto raccendi,
ci favella del tempo che fu!
O simìle di Sòlima ai fati
traggi un suono di crudo lamento,
o t'ispiri il Signore un concento
che ne infonda al patire virtù!
ZACCARIA:
Oh chi piange?di femmine imbelli
chi solleva lamenti all'Eterno?
Oh sorgete, angosciati
fratelli,
sul mio labbro favella il Signor!
Del futuro nel bujo discerno...
ecco rotta l'indegna catena!...
Piomba già sulla perfida arena
del leone di Giuda il furor!
A posare sui crani, sull'ossa
qui verranno le jene, i serpenti,
fra la polve dall'aure commossa
un silenzio fatal regnerà!
Solo il gufo suoi tristi lamenti
spiegherà quando viene la sera...
niuna pietra ove sorse
l'altiera
Babilonia allo stranio dirà!
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