Introduzione di Daniele Rubboli
ATTO I SCENA I
L'esterno del Castello.
Una taverna con pergolato. Gli spaldi nel fondo e il mare. È sera. Lampi, tuoni, uragano.
Jago, Roderigo, Cassio, Montano, più tardi Otello. Ciprioti e Soldati veneti.
CIPRIOTI:
Una vela! Una vela! Un vessillo! Un vessillo!
(Lampi e tuoni)
JAGO: (Un lampo)
È infranto l'artimon!
RODERIGO: (Altro lampo)
Il rostro piomba su quello scoglio!
VOCI INTERNE:
Gittate i palischermi!
(Tuono lontano Un lampo)
Mano alle funi! Fermi!
OTELLO :
Esultate! L'orgoglio musulmano
sepolto è in mar; nostra e del ciel è gloria!
Dopo l'armi lo vinse l'uragano.
JAGO: (sempre in disparte a Roderigo)
E una cagion dell'ira, eccola, guarda.
(Indicando Cassio)
Quell'azzimato capitano usurpa
(continua il passaggio della bassa ciurma nel fondo)
il grado mio, il grado mio che in cento
ben pugnate battaglie ho meritato;
JAGO:
Roderigo, beviam! Qua la tazza, Capitano.
CASSIO:
Ed ella d'ogni lode è più bella.
OTELLO:
Abbasso le spade!
(I Combattenti s'arrestano. Le nubi si diradano a poco a poco)
Olà! Che avvien? Son io fra i Saraceni?
O la turchesa rabbia è in voi trasfusa
da sbranarvi l'un l'altro?
OTELLO:
Cassio,
come obliasti te stesso a tal segno?
JAGO:
Non so. . . qui tutti eran cortesi amici,
dianzi, e giocondi. . .ma ad un tratto, come
se un pianeta maligno avesse a quelli
smagato il senno, sguainando l'arme
s'avventano furenti. . .avess'io prima
stroncati i pie' che qui m'addusser!
OTELLO:
Che? La mia dolce Desdemona anch'essa
per voi distolta da' suoi sogni?
OTELLO:
Già nella notte densa
s'estingue ogni clamor.
Già il mio cor fremebondo
s'ammansa in quest'amplesso e si rinsensa.
DESDEMONA:
Mio superbo guerrier!
Oh! com'è dolce il mormorare insieme:
te ne rammenti!
Quando narravi l'esule tua vita
e i fieri eventi e i lunghi tuoi dolor,
ed io t'udia coll'anima rapita
in quei spaventi e coll'estasi in cor.
OTELLO:
Pingea dell'armi il fremito, la pugna
e il vol gagliardo alla breccia mortal,
l'assalto, orribil edera, coll'ugna
al baluardo e il sibilante stral.
OTELLO:
A questa tua preghiera
"Amen" risponda la celeste schiera.
OTELLO:
Ah! la gioia m'innonda
si fieramente. . .che ansante mi giacio. . .
DESDEMONA:
Tarda e la notte.
OTELLO:
Vien. . .Venere splende.
DESDEMONA:
Otello!
Nota il primo atto, come l'ultimo si
svolgono nell'ombra per cui onde evitare di turbare con il flash
l'allestimento le immagini sono forzatamente scure.
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