A
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B |
J.S.Bach (1685-1750) Toccata e fuga in re minore BWV
565
La figura musicale di Bach non ha bisogno di grandi
presentazioni; basta ricordare che fu uno dei massimi esponenti del
Barocco tedesco e compositore supremo per ogni genere di strumento. In
ogni caso fu l'organo lo strumento che predilesse ed un esempio
significativo è dato dalla famosissima Toccata e fuga in re minore, è
costituita di tre ampie sezioni, di cui quella centrale, che è la più
estesa, concepita come una fuga."Brano tanto famoso quanto
vituperato dalla moderna filologia, che non lo stima autenticamente
bachiano, e lo liquida come composizione spuria, tardivo adattamento
all’organo di un brano violinistico. Si tratta in ogni caso di una
pagina geniale, capace nella sua immediatezza di suscitare emozioni
profonde ed evocare visioni fantastiche, tanto da essere stata oggetto
di numerose rielaborazioni strumentali." |
Gian Mauro Banzòla ( )
Variazioni sulla melodia popolare alla Vergine di Caravaggio
La "Vergine di Caravaggio" è una melodia popolare, la cui origine si
perde nei decenni, che i fedeli cantano nella Chiesa della Madonna
della Neve in Vigevano. Solo negli anni '60, per volere di un
confratello, il M.o Villa, che spesso suonava l'organo in quella
chiesa, la musicò.
Recentemente è stata riadattata dal M° Gianpiero Fornaro. Mauro Bazòla
presenta una serie di variazioni appositamente studiate per l'organo
della Chiesa della Madonna della Neve. La melodia viene presentata
all'inizio per intero e poi leggermente elaborata con un continuo
variare per registrazioni, per mettere in evidenza le diverse sonorità
dello strumento. Vi è poi un crescendo costante che passa dal do
maggiore al fa maggiore sino al finale dove la melodia viene
riproposta con l'organo alla piena potenza sonora. |
E. Batiste
(1826-1876) Deuxème Offertoire
Il brano appartiene ad una raccolta di quattro Offertori e si
riconduce al genere organistico sinfonico di stampo francese; dal
punto di vista formale ruota attorno ad un tema marziale che viene
ripetuto e ripreso più volte con aumento della sonorità. Il
compositore, valente organista fu insegnante al conservatorio di
Parigi e pubblicò diversa musica sacra. |
F.G.BERTONI (1725-1813) Sonata in fa maggiore
Iniziati gli studi musicali nella città natale di Salò,
perfezionandoli prima a Brescia ed in seguito con Padre Martini a
Bologna. Trasferitosi a Venezia, conseguì rapida fama e fu nominato
prima organista di S. Marco e successivamente alla morte di B.Galuppi,
maestro di cappella. Lasciò Venezia dal 1778 a! 1783, lavorando come
operista a Londra Nel 1810 si ritirò fino alla morte a Desenzano. La
Sonata in fa maggiore è impostata sopra un unico tema elaborato in due
parti ed esprime freschezza, invenzione, eleganza discorsiva e
sobrietà di struttura. La funzione di guida è affidata alla parte
superiore; quella inferiore asseconda la prassi del basso continuo e
soltanto episodicamente propone imitazioni e contrappunti. |
Léon Boëllmann (1862-1897) – Suite Gothique op. 25
Si impone presto come ottimo organista, tanto che gli fu
affidato il superbo organo di St.-Vincent de Paul. Si rivelò
compositore geniale e fecondo e, quantunque morto giovane, lasciò
pubblicati molti lavori sinfonici, da camera e per organo.
Alcune sue pagine organistiche conservano ancor oggi un loro
indiscusso vigore espressivo come appunto la Suite Gothique che
ascolteremo tra poco, forse la sua composizione più famosa.
Consta di quattro movimenti: una maestosa Introduction-Choral in cui
si sprigiona tutta la potenza dell’organo in dialogo fra le due
tastiere; poi il simpatico ma allo stesso tempo serioso Menuet
Gothique ; segue quindi una fra le pagine più ispirate di tutto
l’Ottocento organistico: Priére a Notre-Dame; ed infine non poteva
mancare la Toccata conclusiva tipica delle composizioni (soprattutto
francesi) di questo periodo. |
Marco Enrico Bossi (1861-1925) : Chant du soir
Il più grande organista dell’Ottocento italiano.
Dopo il diploma in pianoforte conseguito al Conservatorio di Milano si
recò a Londra per tenere concerti e qui conobbe l’arte organaria e
organistica inglese.
Durante il viaggio di ritorno sostò a Parigi dove ebbe l’occasione di
sentire i grandi organisti allora attivi nella capitale francese.
Dall’incontro delle due culture musicali scaturì la sua arte
organistica famosa ancora oggi in tutto il mondo, anche perché lui
stesso veniva chiamato a tenere concerti d’organo nelle principali
capitali e centri culturali europei spingendosi spesso anche oltre
oceano. Ed è appunto durante una navigazione sull’Atlantico, per una
delle sue tournèe musicali, che morì nel 1925.
Il brano che ascolteremo è una pagina semplice ma di intensa
ispirazione musicale che bene si adatta al nostro strumento |
Johannes Brahms (1833-1897) : Corale : “Es ist esi
Ros’ entsprungen è sbocciata una rosa
Brahms ha scritto per organo durante gli anni giovanili,
attorno al 1856, quando si esercitava nel contrappunto. Forse quelle
esercitazioni, se conservateci, avrebbero portato un interessante
contributo alla sua opera di compositore. Purtroppo si sa che poco si
salvò dalla distruzione che egli stesso fece di questi lavori nel
1880. Tra le cose salvate degne di rilievo sono alcune musiche per
organo che provano il legame esistente tra Brahms e gli ideali
bachiani (sul suo leggio le opere organistiche del Kantor – Bach –
erano di casa) e la sua straordinaria capacità di elaborare forme
collaudate e sicure del periodo barocco. Durante l’ultimo soggiorno di
Brahms a Karlsbad, celebre città termale, quando si era ormai
manifestato il cancro al fegato che concluderà ancora relativamente
giovane la sua vita, quasi per superare la noia delle giornate
monotone, in memoria di Clara Schumann, egli mise in bella copia e
completò la serie degli undici preludi ai corali per l’organo,
raggruppati sotto l’opus 122 (di cui fa parte il corale che
ascolteremo). In queste pagine Brahms si rivela per quello che è: un
musicista nordico che sa maneggiare il contrappunto con grande
destrezza, senza rinnegare la sua natura romantica. Compose queste
pagine avendo presente l’opera di Mendelsshon. |
D. Buxtehude (1637-1707): Corale “Nun komm der heiden
Heiland”
Buxtehude fu compositore ed organista danese. Il Corale “Nun komm, der
Heiden Heiland” , tradotto in italiano VIENI ORA SALVATORE DEI PAGANI,
è la trasposizione dell’inno latino Veni Redemptor Gentium che è
tipico dell’Avvento della Liturgia Ambrosiana. |
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C |
J. Callaerts (1838-1901) Marche triomphale
Il brano è stato composto dal belga Callaerts e, pur
rifacendosi alla forma tipica della marcia, manifesta una originale
concezione della forma che, sottraendosi a schemi convenzionali, si
traduce in un esito inedito ed originale con effetti grandiosi. |
Louis-Nicolas Clérambault (1676-1749) - Basse et dessus
de Trompette
Organista e compositore francese svolse la sua attività nelle
principali chiese di Parigi. Era solito tenere in casa sua riunioni
musicali alle quali partecipavano i più famosi concertisti dell'epoca.
Fu tra i primi in Francia a comporre cantate profane.
Nelle composizioni organistiche si ispirò allo stile monodico e
concertante, sfruttando appieno le risorse timbriche dell'organo
francese.
Il brano è un dialogo tra la parte alta (soprano - tromba) e la parte
bassa (tenore - fagotto) della tastiera. |
Jeremiah Clarke (1673-1707)
Fu compositore ed organista nei primi anni del 18th secolo. Il suo
pezzo più noto, 'Marcia del Principe di Danimarca, è stato per molti
anni erroneamente attribuito a Henry Purcell e chiamato 'Trumpet
Voluntary.
Clarke era un cantante nel coro del ragazzo nella Cappella Reale al
tempo dell'incoronazione di James II. Quando la sua voce cambiò nel
1692, è divenuto organista del Winchester College. Nel giugno 1699 che
è stato nominato vicario-corale della Cattedrale di San Paul, Londra.
Nel 1704 è stato nominato organista della Cappella Reale, condividendo
la posizione con William Croft. Ha scritto per il teatro,
antifone e musica sacra, ed brani perarpicordo. Soggetto a periodi di
depressione profonda, Clark apparentemente si suicidò, ma è stato
seppellito ugualmente nella cripta della Cattedrale di San Paul. |
D |
PADRE DAVIDE DA BERGAMO (1791-1863) Elevazione in re
minore
Con Padre Davide da Bergamo entriamo a pieno titolo nel
repertorio organistico ottocentesco teatrale. Rinomatissimo come
organista diede molti concerti e fu chiamato in numerose occasioni in
veste di esperto nel collaudo dì nuovi organi. Per questo strinse
rapporti di amicizia con i celebri organari Serassi e Bossi. Per 45
anni dimorò presso il convento di S. Maria di Campagna a Piacenza
conducendo, una vita sacerdotale esemplare nonostante l'aggravarsi di
una malattia che lo affisse tutta la vita. Il catalogo delle sue opere
annovera circa 1800 composizioni. L'Elevazione in re minore
rappresenta un chiaro esempio della sua luminosa e ricca vena
compositiva; formalmente è articolata in tre parti: recitativo,
andante cantabile, allegro con spirito. |
François-Clement-Théodore Dubois (1837-1924) –
Toccata in sol
Organista e compositore francese, conseguì nel 1861 l’ambito
riconoscimento artistico Prix de Rome.
Fu insegnante al Conservatorio di Parigi e organista titolare alla
Madelein con a disposizione un grandioso organo Cavaillé-Coll (la più
grande e prestigiosa casa organaria di tutti i tempi).
Fu considerato come uno dei maggiori compositori e organisti del suo
tempo.
La leggiadra Toccata in sol, che ascolteremo fra poco è una delle sue
composizioni più conosciute ed eseguite.
Impostata in forma tripartita (ABA), ad una prima parte vivace e ricca
di spirito toccatistico, segue una parte centrale più meditativa che
si stacca completamente dalla tonalità iniziale di sol per portarsi,
senza modulazioni di passaggio, in si maggiore (praticamente si passa
da un diesis a 5 diesis in chiave).
Quindi ritorna e conclude col movimento toccatistico iniziale. |
E |
A. Esposito (...): Finale
Esposito, compositore ed organista italiano. Il tema quasi ostinato di
questo brano è costruito sulla linea del canto mariano Mira il tuo
popolo. |
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F |
Gianpiero Fornaro (1951) - Variazioni nello stile
antico su un corale di Bach.
Queste variazioni nello stile antico su un corale di Bach, scritte
appositamente per l'organo che stiamo ascoltando e in generale per gli
antichi organi italiani, vogliono essere innanzitutto un omaggio alla
Madonna di Caravaggio nel suo giorno di festa. Si tratta di 4
variazioni in cui si vogliono mettere in risalto le possibilità
timbriche dello strumento. La melodia del corale, molto semplice e
austera, è tratta da una raccolta del M° Luigi Pìcchi. Musicista di
origini pavesi (nato a Sairano), fu organista per diversi anni nel
Duomo di Como ove dimostrò di essere un ottimo improvvisatore, la
raccolta di musiche che comprende questo corale è edita dalla casa
musicale Carrara di Bergamo. |
G. Frescobaldi (1583-1643): Canzona Seconda
Frescobaldi fu apprezzato compositore e organista italiano. Questa
canzona è caratterizzata dall’alternanza di variazioni tematiche con
episodi di transizione in stile toccatistico e cambi di tempo dal
binario al ternario. |
P.Fumagalli (1830 - 1900) Marcia della Guardia
Nazionale (op.89)
L'abitudine e il gusto nel corso dell'ottocento operistico per
composizioni di carattere bandistico, contagiò anche gli organisti; è
il caso di Polibio Fumagalli, musicista milanese e insegnante al
conservatorio della stessa città del quale viene presentata la marcia
della Guardia Nazionale. |
G |
V. Goller (…): Preludio e Postludio sul Pange Lingua
Preludio e Postludio di Goller, organista e compositore che scrisse
moltissima musica sacra. Il tema di questa composizione è costruito
sull’inno eucaristico del Pange Lingua, testo in cui è racchiuso il
mistero dell’amore. |
P.A.GUGLIELMI (1728-1804)
Nativo dì Massa Carrara, si dedicò soprattutto al teatro senza
trascurare il genere sacro, strumentale e cameristico. Attivo sia in
Italia che in Europa, concluse la sua attività a Roma, maestro di
cappella in S. Pietro, chiamato a questo incarico da Pio VI. La sonata
in re maggiore manifesta evidenti analogie con la letteratura
clavicembalistica apparsa nello stesso periodo storico. Nella sua
composizione infatti sono presenti passaggi virtuosistici costituiti
da scale, arpeggi, ritmi brillanti, ornamenti, voci gravi con funzioni
di basso continuo, contrappunti armonici con ritmi di sostegno ad
accordi |
H |
Georg Friedrich Hàndel (1685-1759) - Passacaglia in sol
minore
Musicista tedesco, fu bambino prodigio (incominciò a comporre a 10
anni). Nel 1702 entrò all'Università di Halle per studiarvi Diritto
(così accontentava i desideri del padre che era contrario alla
professione del musicista). Lo stesso anno divenne organista del
Duomo. L'anno seguente lasciò Halle per Amburgo dove entrò a far parte
dell'orchestra cittadina. Il suo primo melodramma, Almira (parte in
italiano e parte in tedesco), fu rappresentato ad Amburgo nel 1705. Il
genere melodrammatico interessò parecchio la sua attività di
compositore e cercò di studiarne la forma e la tecnica.
Dopo un breve viaggio in Italia, dove approfondì le tecniche
compositive del melodramma, Hàndel si stabilì ad Hannover per assumere
la nomina di Kapellmeister dell'elettore. Lasciò anche Hannover e la
Germania dopo poco tempo per stabilirsi a Londra. In questa capitale
passerà il resto della sua vita, riuscendo anche ad ottenere la
cittadinanza inglese nel 1726.
La Passacaglia fa parte della produzione per strumento solista.
Passacaglia è una composizione consistente in variazioni su un basso
ostinato, di ritmo ternario e d'andamento moderato. Affermatasi a
partire dal '600, affine alla Ciaccona, la Passacaglia era
originariamente una danza spagnola. |
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Theodore Gustav Holst (1874-1934) - Jupiter, theBringer
of Jolity (da "The Planets")
Compositore inglese, la sua musica, influenzata da Wagner e da
Strawinskij si arricchì di spunti esoticamente suggestivi dopo un suo
viaggio in Grecia e in Asia Minore.
L'opera più famosa è senz'altro The Planets (1916) in cui Holst
descrive con la musica i vari pianeti. Da questa raccolta è tratto il
brano in programma stasera dedicato al pianeta Giove: Jupiter, thè
Bringer of Jolity . È una pagina austera e maestosa, quasi un grande
corale che si innalza da sonorità delicate sino a coinvolgere tutta la
potenza fonica dello strumento. L'adattamento organistico è dello
stesso esecutore Mauro Banzòla. |
M |
I. Meini (…): “Away in a manger”
Meini, compositore ed organista italiano. Away in a Manger è una
pastorale in tempo ternario il cui tema, che viene esposto nelle varie
voci e variato, è natalizio. |
Felix
Mendelssohn-Bartholdy (1809-1847) : Sonata V
Uomo di vasta cultura, non solo musicale, ma letteraria, filosofica
e storica, di educazione cosmopolita, Mendelssohn fin da giovane,
grazie al suo maestro Carl Friedrich Zelter, entrò nel movimento di
rivalutazione della musica di Bach, dove poi svolse una parte da
protagonista. Lo studio dell’opera del grande di Lipsia (Bach) portò
M., eccellente organista, a scrivere per organo, e precisamente: Drei
Praeludien und Fugen (Tre Preludi e Fughe) op. 37 (1837) e Sechs
Sonaten (Sei Sonate) op. 65 (1839-1845). La Sonata V, che ascolteremo
fra poco, fa appunto parte di questa raccolta di Sei Sonate per
organo.
È divisa in tre movimenti: Andante: quasi nello stile di un solenne
Corale; Andante con moto: pagina seriosa e meditativa con interessante
dialogo fra i due manuali ed infine il terzo movimento, Allegro
Maestoso: dal tema interessante impostato su salti di ottava e arpeggi
arricchiti dal movimento terzinato che da slancio e vigore alla
composizione.
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T. Merula (1595-1665): Capriccio
Merula, compositore ed organista italiano. Il capriccio è una
composizione contrappuntistica di carattere brillante e abbastanza
rigorosa. |
Wolfgang Amadeus Mozart - Fantasia in Fa minore KV 594
a quattro mani
Questo brano di Mozart venne scritto per “organo automatico”, uno
strumento dotato di canne d’organo, ma senza tastiera: quest’ultima
era sostituita da un cilindro munito di punte che, ruotando, azionava
i ventilabri delle canne facendole suonare.
La Fantasia in Fa minore KV 594 è composta da tre parti: Adagio –
Allegro – Adagio.
L’ Adagio iniziale è in tonalità di Fa minore; l’Allegro inizia in Fa
maggiore per poi modulare alla dominante Do minore; infine l’Adagio
finale ritorna nella tonalità di partenza Fa minore.
Mozart, componendo questa Fantasia per organo automatico, non prese in
considerazione i problemi pratici di una esecuzione a 4 mani.
Questa edizione, per organo a 2 tastiere, presenta il brano nella
versione originale di Mozart, senza bisogno di alcun arrangiamento, in
quanto, usufruendo di 2 tastiere, gli organisti riescono ad evitare
problematici incroci e sovrapposizioni di mani.
by Paolo Piccolini |
P |
J. Pachelbel (1653-1706) - Preludio Natalizio
Pachelbel, compositore ed organista tedesco. Questo preludio è in
forma fugata a 4 voci, in tempo ternario e il tema è natalizio. |
J. Pachelbel (1653-1706): Ciaccona
La Ciaccona di Pachelbel è danza in tempo ternario fondata sopra un
basso ostinato. Il compositore scrive in una tonalità minore che serve
di supporto per la cantabilità della linea melodica e la semplicità
armonica. |
Bernardo Pasquini (1670-1710) - Toccata
Compositore, organista e clavicembali sta italiano. Trasferitesi
appena dodicenne a Roma fu allievo dei migliori maestri dell'epoca e
organista nelle principali Chiese romane. Nel 1669 entra al servizio
del principe Borghese come clavicembalista da camera. Apprezzato come
concertista si esibì nelle principali corti europee, anche davanti a
Luigi XIV. La sua produzione musicale predilige lo strumento a
tastiera (organo e clavicembalo) eccellendo nel genere Toccata che,
grazie a lui, divenne complementare alla Fuga. Fu anche tra i primi
autori di sonate, aprendo la strada in tale genere compositivo a
Domenico Scarlatti. Coltivò anche il genere teatrale componendo una
quindicina di opere. Scrisse infine Saggi di contrappunto e le Regole
per ben suonare il cembalo e l'organo (purtroppo ' andato perduto).
Nato nel 1637 a Massa di Valdinievole (oggi Massa e Cozzile nel
pistoiese), arrivò a Roma tredicenne, dopo la prima formazione
musicale in Toscana (e forse anche a Ferrara), e si perfezionò con
Loreto Vittori, celebre sopranista umbro, e con Antonio Cesti,
aretino, autore della nota opera Pomo d’oro. Si radicò a Roma (brevi i
viaggi a Vienna, dove rifiutò l’invito di Leopoldo II che lo voleva a
corte, e a Parigi, dove suonò alla presenza del Re Sole). Ebbe
contatti con musicisti di tutta Europa come testimoniano le dediche di
molte composizioni per tastiera (per lo Scozzese, per l’Inglese, per
il Francese, per il Danese, per Spagna, per Francia, per Monaco ecc;)
A Roma prestò servizio in diverse Chiese ( S. Maria in Vallicella, S.
Luigi dei Francesi, S. Maria in Aracoeli, S. Maria Maggiore, Oratorio
del SS. Crocifisso). Passò gli ultimi 40 anni della sua vita come
cembalista da camera di Palazzo Borghese. Fu membro dell’Arcadia con
il nome di Protico Azetiano, e della Congregazione di S. Cecilia. La
sua attività compositiva, a differenza di G. Frescobaldi, comprese i
principali generi: dall’opera, all’oratorio, alle cantate, alla musica
per tastiera. Quasi tutta la sua produzione ci è pervenuta manoscritta
e quella per tastiera è in gran parte autografa. La sua fama di
insegnante, testimoniata anche dai Saggi di contrappunto (conservati a
Berlino) e dalle Regole per ben suonare il cembalo e organo,
conservate a Münster e purtroppo andate perdute nella II guerra
mondiale), attirò un gran numero di allievi italiani e stranieri poi
divenuti celebri: G. Muffat e forse J. K. Kerrl, J. Ph. Krieger, F.
Durante, B. Gaffi e F. Gasparini, Azzolino della Ciaia, G.M. Casini,
D. Zipoli e altri. Morì a Roma il 21 novembre 1710.
La recente edizione critica delle opere per tastiera consente di
riconoscere in Pasquini una delle figure di spicco a livello europeo.
Le quattordici sonate per due bassi rappresentano una delle opere
didattiche più significative del compositore: la numerica apposta da
Pasquini sulle due linee di basso continuo segue le consuetudini del
cosiddetto “partimento”, una forma di scrittura musicale che
suggerisce un preciso canovaccio armonico-contrappuntistico che
l’esecutore è chiamato ad arricchire e completare in modo
estemporaneo.
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B. Pasquini (1637-1710): Toccata VII
Pasquini, compositore clavicembalista e organista italiano. La toccata
è una composizione di carattere improvvisativo composta da più sezioni
di diversa scrittura. Questa toccata è articolata in 4 parti: un
preludio introduttivo virtuosistico ricco di figure ornamentali, un
episodio fugato in stile contrappuntistico, una variazione del tema
fugato in tempo ternario e per concludere un episodio di carattere
armonico accordale. |
Louis PERONARD
Costruttore di organi francese, stabilitesi a Reims, verso il 1760.
Restaurò e ingrandì gli organi di Notre Dame di Mézières (1764-1766),
della cattedrale di Reims (1766-1770), costruì il grande organo di
Notre Dame di Ham (Somme), poi distrutti nel corso della guerra del
1914-1918, e fu chiamato all'abbazia di Marmoutier in Turenna.
BALTHAZARD, forse fratello del precedente, costruttore di clavicembali
stabilito a Parigi, « rue des Poissonnières ». Fu uno dei primi
artigiani francesi a costruire pianoforti (1771) |
T |
Paolo Testa (1948) : Preludio in fa magg. e Preludio in re min.
Il M° Testa, vigevanese, da parecchi anni si dedica alla composizione
alternando l'attività didattica a quella di musicista-compositore.
Suoi sono diversi lavori per pianoforte, per flauto, per canto, in cui
rivela una solida conoscenza contrappuntistica e una notevole vena
melodica che danno alle sue composizioni fluidità e contabilità; doti
rare in chi si cimenta nella non facile arte del comporre.
Caratteristiche ereditate dai suoi insegnanti, i Maestri Carlo Mosso,
docente di Composizione e Direttore del Conservatorio "A. Vivaldi" di
Alessandria, e Alberto Soresina, famoso compositore milanese.
Questi due Preludi fanno parte di una raccolta di brani pianistici ma
possono, a detta dello stesso autore, essere eseguiti all'organo,
perché l'andamento e l'atmosfera musicale ben si confa anche ad una
veste organistica. |
V |
L. Vierne (1870-1937) Carillon de Westminster
Il concerto di questa sera si conclude con un brano del
compositore francese Louis Vierne. Nato cieco, iniziò gli studi
musicali a Parigi per completarli in seguito con C.Frank e C.M.Widor.
Dal 1900 fu organista a Notre Dame, intensa fu la sua attività
concertistica, sia in veste di interprete che di improvvisatore. Nella
sua produzione, che comprende musica sinfonica e da camera, quella
organistica è di gran lunga la più pregevole. Questo brano appartiene
al genere sinfonico descrittivo; dotato di ritmica smagliante rievoca
i rintocchi del celebre orologio di Londra. |
GIUSEPPE VERDI (1813-1901) Marcia dall'opera Aida
Uomo di teatro, nonostante il prezioso e raffinatissimo contributo
offerto ad altri generi musicali, Verdi testimonia la musica
italiana nell'Ottocento, musica votata fondamentalmente al teatro.
L'organo e la letteratura organistica entrano marginalmente nelle
opere verdiane ma l'amore per il teatro degli organisti determinò
un'appropriazione smisurata dei brani famosi, per cui l'ombra di Verdi
si erge imponente nell'ambito del ricco repertorio organistico
dedicato alle trascrizioni. Famoso trascrittore dell'epoca fu Carlo
Fumagalli, autore delle trascrizioni proposte all'ascolto che rivelano
l'abitudine dell'epoca di appropriare alla Liturgia musiche teatrali
alternando versetti recitati o cantati delle preghiere con brani
organistici.
La Marcia nell'opera "Aida" non poteva attirare l'attenzione dei
trascrittori: gli accenti guerreschi ed epici ben si prestano ad
essere tradotti dall'organo italiano ottocentesco, ricco di registri
ad ancia, fl contributo di Carlo Fumagalli si limita a qualche rara
indicazione di natura organistica mentre il discorso musicale è del
tutto simile all'originale. |
Z |
S. Zimarino (...): Pifferata
Zimarino, compositore italiano. Questa pifferata è composta
dall’alternanza tra il tema e piccoli episodi armonici che richiamano
il Natale. |
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