L’organo della Chiesa di Santa
Maria del Popolo |
Tale strumento, venne realizzato
dalla celebre Famiglia di Organari F.lli Lingiardi di Pavia nel 1843
per volere e con l’interessamento dell’allora Maestro di Cappella del
Duomo di Vigevano Antonio Cagnoni. Rimasto pressoché inalterato nel
corso dei decenni, è arrivato ai giorni nostri con la particolarità di
essere ancora perfettamente funzionante e con i suoni e l’intonazione
originari voluti dai Lingiardi, grazie al fatto che, regolarmente
mantenuto, non ha mai subito interventi radicali di restauro. Per
questo, l’organo della Chiesa di S. Maria del Popolo, è da
considerarsi tra gli strumenti più pregiati presenti in città. |
L’organo è collocato su balconata sopra la bussola
del portale d’ingresso, all’interno di una cassa barocca decorata a
tempera con dorature e consta di un’unica tastiera, ad ottava corta,
in osso ed ebano di 54 note (DO1 - LA5) e pedaliera cromatica “a
leggio”, in noce, di 17 note (DO1 - MI2). I registri sono a manetta
con inserimento “alla lombarda” e sono posti su due colonne a destra
dell’organista; la facciata è composta da 25 canne di mostra in lega
di stagno a bassa percentuale appartenenti ai registri Principale
bassi 8’ e Flutta soprani 8’ (la canna centrale è il SOL1 del
Principale bassi 8’) disposte a cuspide con ali con bocche allineate e
labbro superiore a mitria. La trasmissione è interamente meccanica; la
manticeria è composta da due grandi mantici a cuneo azionati da
moderno elettroventilatore posti internamente alla cassa.
L’accordatura è secondo temperamento equabile con il LA3 a 440 Hz alla
temperatura di 18° C e alla pressione d’aria di 52 mm. in colonna
d’acqua. Le canne, in tutto, sono 940. |
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La chiesa di S. Maria del Popolo.
Le origini della chiesa risalgono al 1511 quando un gruppo di
Confratelli si staccarono dopo un litigio dalla locale Confraternita
di S. Dionigi per fondarne una loro. Presto il piccolo Oratorio che
eressero fu inadeguato a contenere il gran numero di fedeli e nel 1695
venne demolito, fatta eccezione per il campanile. Il 15 Agosto del
1698 venne posata la prima pietra della nuova chiesa che venne
terminata così come la vediamo oggi nel 1717. Progettata
dall’architetto romano Giovanni Ruggieri, S. Maria del Popolo è il più
puro esempio del trionfo del barocco presente in Vigevano. Soppressa
per decreto napoleonico fu riaperta alla fine dell’ottocento e rimase
proprietà della Confraternita del Suffragio fino ai primi anni del
novecento. Estintasi quest’ultima per mancanza di membri, passò al
Duomo di cui divenne chiesa succursale. Chiusa nuovamente attorno agli
anni cinquanta è stata riaperta al Culto nei primi anni ottanta e nel
1986 è stata ricostituita con decreto vescovile l’antica
Confraternita, che ancora oggi l’amministra. L’interno, a pianta
centrale, di forma ellittica con l’aggiunta di una zona rettangolare
per il Presbiterio ed il Coro, conserva preziose tele settecentesche
del pittore milanese Francesco Bianchi tra cui la Presentazione al
Tempio sulla parete dell’Abside e lo Sposalizio della Vergine nella
cappella di destra. Altri affreschi e decorazioni furono aggiunti alla
fine dell’ottocento dai pittori vigevanesi Giovan Battista Garberini e
Casimiro Ottone; dell’Ottone è anche il progetto della bella
cancellata in ferro battuto posta davanti al sagrato della chiesa nel
1900. Una piccola curiosità: sembra che l’antica dicitura latina del
nome della chiesa “S. Maria ad Populus” non significasse “del Popolo”,
ma “dei Pioppi” forse per la presenza , ai tempi, nelle vicinanze
della chiesa, di alcuni alberi di pioppo.
La Chiesa di S. Maria del Popolo e la sua Confraternita.
L’origine di questa Chiesa, risale al 1511 anno in cui alcuni
Confratelli di S. Dionigi si staccarono da detta Confraternita per
fondarne una loro; il tutto nacque a causa di un furioso litigio
causato da un Confratello che aveva fatto battere il miglio in Chiesa.
Nel 1516, i Confratelli dissidenti fondarono un proprio Oratorio detto
di “Sancta Maria ad Populos” ed in seguito dedicato alla Purificazione
della Vergine. Il nome “ad Populos” sembra non significasse “del
Popolo”, ma “dei Pioppi” forse perché accanto all’edificio vi erano
alcuni alberi di pioppo. Nel 1595, Francesco II Sforza la elesse ad
“Oratorio Ducale” e nel 1599 la Confraternita fu aggregata
all’Arciconfraternita del Suffragio in Roma. Presto l’Oratorio risultò
essere inadeguato a contenere il gran numero di Fedeli e, nel 1696,
venne abbattuto. La terza Domenica dell’Agosto del 1698, fu benedetta
la prima pietra della nuova Chiesa ed il progetto venne affidato
all’architetto romano Giovanni Ruggeri, all’epoca attivo a Milano, che
la completò così come la vediamo oggi nel 1729. Durante il dominio
napoleonico la chiesa fu chiusa; riaperta a fine ottocento come Chiesa
succursale del Duomo e destinata ad Oratorio per la formazione dei
Chierichetti, continuò ad essere amministrata dalla Confraternita fino
ai primi decenni del novecento quando fu soppressa per mancanza di
membri. Per la rinascita di quest’ultima bisogna arrivare a tempi
recenti e di preciso al 1987 quando è stata ricostituita con Decreto
Vescovile dall’allora Vescovo di Vigevano Mons. Mario Rossi. L’attuale
divisa dei Confratelli è costituita da una cappa celeste con cordone
bianco e celeste e mozzetta bianca con bordi dorati per il Priore. La
Chiesa, nel ricco interno a pianta ovale, conserva molte opere d'arte
tra cui diverse tele settecentesche, un pregevole Cristo ligneo del
'500 e una statua lignea rappresentante l'Assunzione di Maria del 1595
donata all'antico Oratorio da Francesco II Sforza
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L’Oratorio del S.S.
Crocifisso o del Cristo.
Ebbe origine dall’affresco sull’altare
maggiore (Crocifisso tra San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da
Siena) dipinto a inizio seicento su un muro da maestranze anonime. Il
vescovo Caramuel nel 1680 autorizzò l’erezione di una cappella votiva
che fu completata nel 1687. L’edificio attuale, a pianta centrale e
sormontato da una piccola cupola, fu invece costruito tra il 1749 e il
1751; l’interno, austero e scandito da colonne binate, contrasta
fortemente con i preziosi stucchi della cupola di gusto barocchetto.
L’altare marmoreo (sec. XVIII) e la campana (1690: la più antica della
città) provengono dalla soppressa chiesa parrocchiale di San
Cristoforo. La casa annessa, che fino a non molto tempo fa ospitava un
eremita, fu eretta col campanile verso il 1810. Dopo anni di
abbandono, tra il 1993 ed il 2006, la chiesa e tutti i locali annessi
sono stati integralmente restaurati anche grazie al prezioso
contributo del FAI. |
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L’organo di S. Maria del Popolo.
Non sappiamo se la chiesa fu dotata di un organo
già a partire dalla sua erezione, dato che non vi sono documenti
d’archivio che lo attestino. Lo strumento attuale, posto sulla bussola
della porta d’ingresso all’interno di una bella cassa baroccheggiante,
fu invece posto in opera nel 1843 dalla famosa bottega artigiana F.lli
Lingiardi di Pavia per volere di Antonio Cagnoni, all’epoca Maestro di
Cappella del Duomo. Costruito con materiali di pregevole qualità,
l’organo di S. Maria del Popolo si è conservato incredibilmente
perfettamente integro e funzionante sino ai giorni nostri senza essere
mai stato sottoposto a veri e propri interventi di restauro e
conservando così l’intonazione originaria, particolarmente chiara ed
argentina, voluta dai Lingiardi. Dotato di un’unica tastiera ad
“ottava corta”, pedaliera a leggio, 22 registri e circa 900 canne,
regolarmente mantenuto, (l’ultima manutenzione “importante” risale al
2006/7 per iniziativa di un privato) è utilizzato spesso per concerti. |
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La consolle |
Disposizione fonica dello strumento |
TERZA MANO
OTTAVINO SOPRANI 2’
FLUTTA SOPRANI 8’
VIOLA BASSI 4’
FAGOTTO BASSI 8’
TROMBA SOPRANI 8’
VIOLONCELLO SOPRANI 16’
FLAUTO IN OTTAVA 4’
CORNETTO SOPRANI 3 FILE
VOCE UMANA SOPRANI 8’ |
BASSO ALLA TASTIERA 16’
PRINCIPALE BASSI 8’
PRINCIPALE SOPRANI 8’
OTTAVA BASSI 4’
OTTAVA SOPRANI 4’
DECIMAQUINTA 2’
DECIMANONA
VIGESIMA SECONDA E SESTA
VIGESIMA SESTA E NONA
TRIGESIMA TERZA E SESTA
CONTRABBASSO AI PEDALI 16’ |
ACCESSORI:
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pedaloni per: |
TIRARIPIENO-TIRATUTTI
COMBINAZIONE LIBERA |
pedali per: |
TERZA MANO
ROLLANTE a 6 canne indipendenti |
pedaletti per: |
TROMBA SOPRANI 8’
VIOLONCELLO SOPRANI 16’
OTTAVINO SOPRANI 2’
unione pedali alla tastiera costantemente inserita. |
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nota
a cura di Mauro Banzòla |
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