L’organo della Chiesa di San Carlo Borromeo
La chiesa di S. Carlo possedeva un organo già dalla sua erezione, ma purtroppo, di questo strumento smantellato durante l’occupazione napoleonica, non si hanno più notizie. Quello attuale, posto nella cassa opportunamente modificata e ingrandita dell’organo precedente, è stato realizzato nel 1884 da Alessandro Mentasti di Novara. Costruito in un’epoca di transizione, benché impostato ancora secondo i canoni ottocenteschi, presenta già le caratteristiche timbriche del grande organo romantico d’oltralpe (rilevabile anche dall’alta pressione d’aria che lo fa suonare). Mai restaurato, ripristinato e censito recentemente dopo ben 40 anni di silenzio, è stato definito tra i più interessanti organi storici della provincia di Pavia.

L’organo è collocato su balconata sopra la bussola del portale d’ingresso, all’interno di una cassa barocca decorata a tempera con dorature e consta di un’unica tastiera, cromatica, in osso ed ebano di 58 note (DO1 - LA5) e pedaliera cromatica “a leggio”, in noce, di 17 note (DO1 - MI2). I registri sono a manetta con inserimento “alla lombarda” e sono posti su due colonne a destra dell’organista; la facciata è composta da 23 canne di mostra in lega di stagno ad alta percentuale appartenenti ai registri Principale bassi 8’ e Principale soprani 16’ (la canna centrale è il FA1 del Principale bassi 8’) disposte in tre cuspidi con bocche allineate e labbro superiore a mitria. La trasmissione è interamente meccanica; la manticeria è composta da tre grandi mantici a lanterna azionati da moderno elettroventilatore o da stanga manuale posti: uno internamente alla cassa e due esternamente. L’accordatura è secondo temperamento inequabile con il LA3 a 436 Hz alla temperatura di 18° C e alla pressione d’aria di 64 mm. in colonna d’acqua. Le canne, in tutto, sono 820.

Disposizione fonica dello strumento

nota a cura di Mauro Banzòla

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