L’organo della Cappella di San
Giovanni Battista
Presso l'Istituto Manara Negrone
di Vigevano Lo strumento
attualmente in dotazione alla Cappella dell’Istituto, fu costruito nel
1908 dall’organaro Alessandro Mentasti di Novara. Originariamente a
trasmissione pneumatico-tubolare, venne poi elettrificato dai Benzi di
Crema nel 1960 i quali aggiunsero anche il registro ai pedali Basso
Dolce 8’ (realizzato con canne Tamburini). In realtà, recenti nuove
documentazioni emerse dall’archivio, hanno fatto scoprire che il
Mentasti non costruì l’organo “ex novo”, ma che invece utilizzò ben 12
registri di un organo realizzato da Carlo I Vegezzi-Bossi per una
chiesa della Valsesia nel 1898, poi mai montato. |
L’organo Mentasti - Benzi
Particolare delle canne di facciata |
la consolle |
Di Mentasti sono i somieri, la manticeria, le
canne di facciata e i registri posti nel Grand’Organo Flauto Armonico
8’ e Oboe 8’ ad ancia. Quest’ultimo non è un oboe classico, ma un
registro di taglio più grande, a metà tra l’oboe e la tromba, che con
la sua versatilità permette di avere un’ottima voce di canto per
diversi Corali ed allo stesso tempo una poderosa ancia nel tutti.
L’organo fu poi restaurato interamente dai Krengli di Novara nel 1985.
Purtroppo nell’elettrificazione del 1960 operata dai Benzi andò persa
l’originale consolle in noce cesellato di Carlo I Vegezzi-Bossi che il
Mentasti aveva installato. Attualmente si sta ipotizzando un’ulteriore
ampliamento non invasivo dello strumento con l’inserimento di un
Clarino 8’ ad ancia e di un Cornetto Francese 5 file (su misure
Cavaillè-Coll) sulla seconda tastiera e di una Bombarda di 16’ in
legno al pedale realizzata su misure ed in copia di quella che
Mentasti inserì nel suo organo costruito nel 1884 nella chiesa di S.
Carlo in Vigevano e che oggi si può ancora ascoltare nella sua
incredibile potenza e rotondità. Il progetto è stato affidato ad
Alessandro Venchi di Pavia, organaro di fiducia dell’Associazione “Vox
Organi”. |
particolare delle canne del Grand’organo |
Disposizione fonica dello strumento |
Descrizione tecnica:
L’organo è posto su grande cantoria in muratura sopra la porta
d’ingresso alla Cappella, all’interno di una grande cassa lignea
neoclassica decorata a tempera con dorature. La mostra è divisa i tre
specchiature con rispettivamente 11, 15 e 11 canne di facciata in lega
di stagno ad alta percentuale disposte a cuspide (una per ogni
specchiatura) con bocche allineate e labbro superiore a scudo
appartenenti ai registri Principale 8’ e Flauto Armonico 8’ (la canna
centrale è il Fa1 del Principale 8’). La consolle si trova in fondo
alla cantoria, leggermente inclinata verso l’Altare e l’Assemblea e
consta di due tastiere cromatiche di 58 note (Do1-La5) e di una
pedaliera cromatica “concavo-radiale” di 27 note (Do1-Re3); i registri
sono a placchetta a bilico e sono posti in unica fila sopra le
tastiere; la trasmissione è elettrica con somieri pneumatici a
membrane. Lo strumento è accordato secondo temperamento equabile con
il La3 a 440 Hz alla temperatura di 18° C. ed alla pressione d’aria di
70 mm. in colonna d’acqua. Le canne, in tutto, sono 1132. |
Grand’Organo (I
Tastiera): |
Unioni ed accoppiamenti: |
Principale 8’
Flauto Armonico 8’
Dulciana 8’
Ottava 4’
Decimaquinta 2’
Ripieno 5 file
Oboe 8’ (ad ancia)
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A placchetta e pistone:
Unione pedali alla I Tastiera
Unione pedali alla II Tastiera
Unione Tastiere |
Organo Espressivo (II
Tastiera): |
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Bordone 8’ (le prime 12 in
legno)
Viola da Gamba 8’
Violini 8’ 2 file
Concerto Viole 8’ 3 file
Flauto a Camino 4’
Unda Maris 8’ |
A pistone:
Combinazione Libera
Ripieno Grand’Organo
Fortissimo (tutti i registri e le unioni) |
Pedale: |
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Subbasso 16’ (le prime 12,
Contrabbasso modificato)
Basso Dolce 8’ (in legno)
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A placchetta:
Ottava Acuta I Tastiera al Pedale
Ottava Grave II Tastiera alla I Tastiera
Ottava Acuta I Tastiera
Ottava Acuta II Tastiera |
ACCESSORI:
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Staffa Espressione II
Tastiera
Staffa Crescendo/Decrescendo (Sweller)
Pistoncini per Combinazioni Fisse
Tastini numerati per Combinazione Libera
Traspositore di Tono –3/0/+2 |
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nota
a cura di Mauro Banzòla |