in collaborazione con
Città di Vigevano |
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CONFERENZE |
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30 novembre
2003 Ridotto Te |
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il Ciclo
I tre concerti del ciclo di conferenze-concerto proposto dalla Fondazione Claude Tagger in collaborazione con i Madrigalisti Ambrosiani ed il Comune di Vigevano presentano alcuni generi e tappe fondamentali del repertorio vocale da camera in diversi periodi della storia della musica.
Il programma dedicato alle cantate di Carissimi ci introduce nei circoli intellettuali e artistici della Roma del Seicento. In quest’epoca, nella musica liturgica e devozionale si varia da composizioni in stile antico, tenendo d’occhio più o meno fedelmente il modello di Palestrina, a composizioni che riflettono maggiormente la sensibilità teatrale e drammatica tipica del Barocco, ma tradotta, specie nel secondo caso, in forme piuttosto semplici e immediatamente apprezzabili anche da parte di un uditorio non competente; negli ambienti culturalmente più elevati, invece, i musicisti sono tenuti a esprimersi in maniera ricercata, a sviluppare un rapporto più sottile fra testo poetico e intonazione, a mettere in atto espedienti compositivi raffinati e complessi, specialmente a livello armonico e formale. Il caso di Carissimi, uno dei più grandi autori operanti nel mondo artistico romano della prima metà del XVII secolo, è esemplare: le sue cantate, adottando uno stile del tutto diverso da quello dei suoi famosi oratorii, rivelano un aspetto poco conosciuto del compositore, che sa unire la sapienza tecnica a un’invenzione melodica sempre piacevole.
Con il concerto per voce e tiorba si è trasportati, ancora a cavallo fra Rinascimento e Barocco pieno, in una dimensione diversa, quella del far musica domestico: sempre raffinato, ma destinato più alla ricreazione dilettantistica, nel senso alto del termine, che al ritrovo intellettuale. La tiorba è una sorta di liuto ingrandito. Le corde sono più lunghe; inoltre, alle corde normali sono aggiunte corde di basso ancor più estese, montate separatamente su un secondo cavigliere, con le quali è possibile raggiungere note assai gravi. Era particolarmente indicata per accompagnare il canto solista. Nel Cinquecento questa pratica era fiorita proprio grazie al liuto: brani polifonici venivano adattati in maniera che un solo esecutore potesse cantare la parte superiore e riassumere le altre voci sullo strumento. Nel secolo successivo, quando trionfa il canto a solo, sostenuto dal basso continuo, la tiorba, con le sue più vigorose sonorità, apparirà strumento ideale per svolgere la funzione di accompagnamento.
Ancora Hausmusik, infine, ma dai palazzi rinascimentali e barocchi ci si trasferisce nei salotti della Vienna romantica, dove Franz Schubert compone i suoi celebri Lieder. La Winterreise (Il viaggio d’inverno) è un ciclo di 24 liriche scritte dal poeta Wilhelm Müller, il cui nome sopravvive oggi quasi esclusivamente in ragione dell’ampio uso che Schubert fece dei suoi testi (oltre a singoli lieder, è di Müller anche l’altro grande ciclo Die schöne Müllerin), trasfigurandoli e dando loro pienezza e profondità di significato. Questo sviluppo in profondità degli spunti offerti dalla poesia è particolarmente evidente nella Winterreise, impressionante viaggio verso il nulla, progressiva presa di coscienza della vanità di ogni cosa. Amore, società, religione, Dio: tutto è illusione, solo il Nulla è realtà. Nell’angosciata e angosciante figura del viandante travolto dalla tempesta invernale si intravede in filigrana un musicista ben diverso dall’immagine paciosa e sorridente tramandata per molto tempo: un musicista che alla tormentata vicenda artistica unì – lui ateo e omosessuale - una tormentata vicenda umana e intellettuale.Angelo Rusconi
ANGELO RUSCONI
Nato a Lecco, si è laureato con lode in Musicologia nella Scuola di Paleografia e Filologia Musicale dell’Università di Pavia (sede di Cremona). Ha poi seguito seminari diretti da Giacomo B. Baroffio sui codici liturgico-musicali. Nel 1995 ha vinto una borsa di studio per una ricerca sulla teoria musicale medioevale presso la Fondazione «Ezio Franceschini» di Firenze, con la quale coopera regolarmente. Nel 2003 ha vinto una borsa di studio della Wagner Stiftung. È dottorando di ricerca in Musicologia presso l’Università di Bologna. Si occupa principalmente della musica e della trattatistica medioevale, della musica liturgica del Seicento e di Ottocento minore, svolgendo attività sia nel campo della ricerca sia in quello dell’organizzazione di attività concertistiche e seminariali. Partecipa a convegni internazionali, tiene conferenze, corsi e seminari presso istituzioni prestigiose (Bayerische Akademie der Wissenschaften di Monaco di Baviera, Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma, Fondazione Levi di Venezia, Università di Bologna/Ravenna ecc.); è professore di Storia della musica presso il Civico Istituto Musicale «G. Zelioli» di Lecco. Pubblica articoli e saggi in volumi e periodici italiani e stranieri e collabora con progetti di ricerca nazionali e internazionali quali «Corpus dei ritmi latini» (Università di Siena-S.I.S.M.E.L.) e «Archangelus» (Università di Padova, Parma, Lecce). Fa parte del comitato scientifico del progetto «Le regole della musica», un progetto di ricerca co-finanziato dalle Università di Bologna e Udine e dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica. È redattore della rivista bibliografica «Medioevo Musicale» e consulente scientifico dell’Associazione Carissimi - Archivio Manusardi di Milano. Presiede l’associazione Res Musica. Collabora con enti, associazioni e gruppi nell’ideazione e realizzazione di eventi artistici in Italia e all’estero, fra i quali si ricorda lo spettacolo inaugurale del Festival di Spoleto 2000.
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