STAGIONE 2009 - 2010

 

1

2

3

4

5

FESTIVAL LIEDERIADI
STAGIONE 2009-2010    
Dedicata a HUGO WOLF  (nel 150° anniversario della sua nascita)


1

25 ottobre 2009
FRANZ SCHUBERT
Schwanengesang D957
Auf dem Strom D943
Goethe Lieder
- Die Musensohn - Rastlose Liebe - Am Flusse D160 - An Schwager Kronos D369


Mirko Guadagnini -tenore


Dimer Maccaferri-corno


Paolo Ceccarini- pianoforte


Info:
Schwanengesang D957
http://www.recmusic.org/lieder/assemble_texts.html?SongCycleId=13
Auf dem Strom D943
http://www.recmusic.org/lieder/get_text.html?TextId=13381
Goethe Lieder
http://www.recmusic.org/lieder/g/goethe/


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
     
           
   





 

 

 

 

 







 

           
           
           
    Note di sala      
        A cura di Angela Nisi  
        Schwanengesang (opera ultima, 1828)
Auf dem Strom (Rellstab, 1828)

Lieder di Goethe:
Der Musensohn (1822)
Rastlose Liebe (1815)
Am Flusse (1815)
An schwager kronos (1816)
 
        Tutto incentrato sulla figura di Franz Schubert il programma proposto dal duo composto da Mirko Guadagnini e Paolo Ceccarini, e sicuramente su Lieder tra i più interessanti e riusciti del grande compositore.
Di raro ascolto Schwanengesang (Il canto del cigno) rispetto agli altri cicli di Schubert, Winterreise e Die schöne Müllerin, ma sicuramente non di valore inferiore. Anzi, esso contiene alcuni tra i Lieder più intensi della produzione schubertiana, a testimoniare anche la grande intensità emotiva dell’ultimo anno della sua vita. E’ un ciclo terminato infatti proprio nel 1828, anno della morte e pubblicato postumo dall’editore, con l’aggiunta dell’ultimo Die Taubenpost su testo di Johann Gabriel Seidl.
La particolarità rispetto a quello che si può definire a pieno titolo un ciclo è che contiene testi di poeti diversi, in particolare sette su versi di Ludwig Rellstab, sei su versi di Heinrich Heine, oltre all’ultimo, come abbiamo detto.
Ma nemmeno raccolta è la parola giusta per definire quest’insieme di composizioni, perché evidente è la loro interconnessione tematica. I testi non sono parti dello stesso discorso, ma ad ogni Lied Schubert ha affidato con chiarezza l’espressione di un sentimento o di una situazione, come fossero dei quadri in successione. Nei testi di Rellstab prevale il tema della nostalgia in relazione soprattutto agli elementi della natura ed al ricordo degli affetti perduti. Il sentimento della nostalgia viene trattato nelle sue caratteristiche più diverse, o come dialogo con elementi della natura, di volta in volta il ruscello, la primavera, il bosco, o come successione di pensieri e ricordi in diverse situazioni. In Kriegers Ahnung i pensieri sono quelli di un guerriero angosciato dalla battaglia imminente che ripensa ai bei momenti d’amore trascorsi con la propria donna, in In der Ferne, è il pensiero della lontana terra natale che rievoca suggestioni e malinconia. In ogni caso, sono gli elementi della natura che sono chiamati a farsi carico di questi sentimenti o che li rievocano, suscitando inquietudine o consolazione, invitando al riposo o offrendo compagnia.
I testi di Heine posseggono invece un tono notevolmente più drammatico dovuto alla definitiva perdita dell'amore e dipingono la sofferenza umana nelle sue varie sfaccettature, l’amarezza, la disperazione. Fin dal primo, Der Atlas, ciò è chiaro. In netto contrasto con il Lied precedente, Abschied, in cui l’allontanamento dalla propria terra pare trovare consolazione nella compagnia dei bei ricordi e delle stelle durante il cammino, questo Lied contiene la disperazione del dover sopportare tutto il male del mondo sulle proprie spalle. Apparentemente più tranquillo il successivo, Ihr Bild, quasi un momento di intorpidimento dopo tutta questa disperazione, un momento di abbandono alla propria tristezza, al proprio senso di vuoto, nella coscienza di una sofferenza enorme, quella di aver perso la propria amata per sempre. Essa potrà rivivere solo nei sogni che però appariranno sempre come tali, impossibilitati a donare consolazione ma piuttosto adatti ad aumentare la pena. Segue l’unico momento di serenità in Das Fischermädchen, nell’invito ad una pescatrice a condividere i propri sentimenti teneramente. Dura troppo poco questa sospensione. Il Lied successivo, forse una delle pagine più riuscite del genio austriaco, Die Stadt, è il ritratto della depressione, dell’allontanamento, della perdita di una parte importante di sé insieme al proprio amore. La città dove vive l’amata, ormai abbandonata per sempre appare da lontano come un altro mondo dove continua la vita e splende ancora il sole, da una prospettiva funebre, immersa in nebbie e colori grigi, quasi una marcia verso l’oltretomba. La scrittura pianistica delinea perfettamente questo incedere verso la perdita, verso la separazione e la morte. Am Meer contiene il pianto sommesso e avvelenante dell’amata in un’atmosfera marina che diviene temibile rapidamente con l’avanzare dei flutti e l’innalzarsi della nebbia. Quest’atmosfera è la perfetta anticamera del Lied successivo, l’ultimo sui versi di Heine, Der Doppelgänger, il più intenso del ciclo, il più disperato, il più commovente. Due realtà parallele temporalmente lontane entrano in comunicazione quasi per incanto. Parrebbe che il poeta, ormai morto, ritorni indietro a visitare i luoghi della sua sofferenza, anima vagante e senza risposo, e inorridisca nell’osservare se stesso disperato nella casa in cui ha tanto penato per amore. E’ una lenta marcia funebre il cui incedere è determinato dal susseguirsi degli accordi sotto un testo disperatamente declamato.
Completamente distaccato da questa angosciosa atmosfera è l’ultimo aggiunto Lied Die Taubenpost, che parla della nostalgia, della Sehnsucht per meglio dire, come compagna fedele della vita, perfetta messaggera dell’amore per la propria donna.

Nell’interpretare questo ciclo splendido, il duo di Mirko Guadagnini e Paolo Ceccarini coglie pienamente la frattura tra i primi sette Lieder ed i successivi, ma realizza concretamente fin da subito l’atmosfera di grande sofferenza presente nell’intero ciclo. Anche nella ricerca delle situazioni più serene c’è un’agitazione di fondo che trabocca non appena si presenti un accordo inaspettato o un trascinamento greve e cupo (come ad esempio in Kriegers Ahnung) che prepara il terreno ai Lieder maggiormente drammatici. Anche nei Lieder più dolci come il meraviglioso Ständchen i due interpreti fanno seguire alla prime strofe estremamente cullanti un episodio di grande passionalità, donando concretezza alla lettura, umanità e vita; oppure lasciano terminare l’esecuzione trascinata e pesante di In der Ferne con un finale concitato e straziante. Questa lettura così umana e profondamente vissuta è evidente in Ihr Bild in cui il sogno diviene concreto come un’esperienza reale, e ciò si ripercuote ed amplifica negli ultimi Lieder.
Moltissimi sono i Lieder di Schubert su testi di Goethe. Oggi ne ascolteremo quattro molto interessanti ed eterogenei appartenenti principalmente ai primi anni di produzione. Der Musensohn del 1822 è un canto pieno di vitalità e gioia date dall’arte che permette di vagare con le ali ai piedi verso le creazioni più varie della fantasia. C’è chiaro un riferimento all’amore lontano cui il canto vorrebbe arrivare. Dedicato completamente all’amore è invece Rastlose Liebe composto nel 1815. Un amore che non riesce a dare pace, però, anzi che procura dolore, tanto da potergli preferire qualunque fatica. Un insieme di gioie che provocano atteggiamenti convulsi e irrequietezza. Ciò è reso perfettamente dalla scrittura schubertiana, senza soste, leggiadra, ma irrequieta, senza pause.
Molto in contrasto invece è Am Flusse, un canto pieno di nostalgia e dolce tristezza, che nella sua brevità fa assaporare tutta la sofferenza di un amore perduto, come il canto ad esso dedicato. Esso svanisce perché scritto sull’acqua, su qualcosa che è in continuo movimento qualcosa che non si può prevedere e che è destinato a trasformarsi e per questo destinato ad affondare, a scomparire. Conclude il gruppo di Lieder su testi di Goethe proposti An Schwager Kronos (1816), perfettamente adatto a terminare un discorso sulla fugacità della vita e delle esperienze gioiose. Come Crono, dio associato all’età dell’oro, ormai passata per far posto ad una nuova generazione, detronizzato, così la vita corre verso la sua fine, fermandosi brevissimamente per godere di qualche gioia. La musica anche qui rispecchia perfettamente questa fugacità, questa corsa senza sosta.
E’ nota la grande ammirazione che Schubert provava per Beethoven. Il Lied Auf dem Strom (1828) è stato composto proprio in occasione del primo anniversario della sua morte e la prima esecuzione ha visto lo stesso Schubert al pianoforte. Su testo di Rellstab, questo Lied prevede la parte del corno obbligato, ma è stato redatto in versioni diverse, una delle quali prevede invece il violoncello obbligato. In questo concerto sarà eseguita la versione con il corno, che rende a pieno il sentimento di lontananza e abbandono che pervade il testo. Non senza speranza però rimane il canto, la speranza di un incontro in altri mondi, tra le stelle, lontano dalle difficoltà della vita terrena, lontano dalla disperazione e dall’angoscia della solitudine, lontano dalle sofferenze causate dall’essere trascinati senza potere nulla dalle vicissitudini della vita.
Così ricco si presenta quindi questo programma, denso di riferimenti esistenziali, che ci permetterà certo di riflettere ma anche di emozionarci profondamente, come solo il ‘canto del cigno’ può fare.

       

Angela Nisi

      1 2 3 4 5