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MTD - DIOCESi VIGEVANO
organizzano
Sabato 3 febbraio ore 20.30
MUSEO DEL TESORO DEL DUOMO
Piazza Sant'Ambrogio, 14 Vigevano
SALA DEGLI ARAZZI
VIRTUOSISSIMA SIRENA
Una sera in casa STROZZI, ascoltando BARBARA
con:
Laura Catrani, soprano
Angelo Calvo, Francesco Facchini, Violini
Giulio Padoin, Violoncello
Laura La Vecchia, Tiorba
Margherita Burattini, arpa
Riccardo Doni, cembalo e direzione
Testi di Guido Barbieri
liberamente tratti da
"Veglie de' Signori Academici Unisoni", Venezia 1638
PROGRAMMA e NOTE :
"VIRTUOSISSIMA SIRENA" Una sera in casa Strozzi, ascoltando Barbara
Laura Catrani, Soprano
Angelo Calvo, Francesco Facchini, Violini Giulio Padoin, Violoncello
Laura La Vecchia, Tiorba Margherita Burattini, arpa
Riccardo Doni, cembalo e direzione
Testi di Guido Barbieri liberamente tratti da "Veglie de 'Signori Academici
Unisoni", Venezia 1638
Barbara Strozzi (1619-1677)
Godere e tacere (A 2 violini e b.c.)
L'Amante segreto (A voce sola, due violini e b.c.)
Giovanni Legrenzi (1626-1690)
La Savorgniana (A 3, 2 Violini e Violone)
Barbara Strozzi (1619-1677)
A pena il Sol (A voce sola e b.c.)
Dario Castello (1602-1631)
Sonata IX dal libro primo - Venezia 1629 (A 2 Violini e Violone)
Barbara Strozzi (1619-1677)
Che si può fare (A voce sola, 2 violini e b.c.)
Tradimento (A voce sola e b.c.)
Bis
La vendetta
Note di Riccardo Doni a fondo pagina
Note:
Note di sala
Nata nel 1619 a Venezia, la giovane Barbara venne adottata nel 1628 dal
poeta e avvocato Giulio Strozzi che la riconobbe come figliuola
adottiva. In realtà è più che probabile che fosse davvero sua figlia:
Giulio apparteneva ad una delle famiglie più in vista di Firenze ed era
un grande appassionato di musica che nel corso del tempo sarebbe
diventato uno dei più prolifici librettisti d'opera del XVII secolo.
Unitosi prima a Roma nell'Accademia degli Ordinati e poi a Venezia
all'Accademia degli Incogniti, nel 1637 ne fondò una propria:
l'Accademia degli Unisoni della quale la figlia Barbara divenne prima la
mascotte e poi la protagonista.
Barbara, allieva di Marc'Antonio Cesti e Pier Francesco Cavalli, si era
esibita in tutte le accademie e luoghi facoltosi frequentati dal padre
Giulio dove era stata definita "la virtuosissima cantatrice".
A Barbara sono dedicati molti dei resoconti delle "Veglie de' Signori
Accademici havute in Venetia in casa del Signor Giulio Strozzi" redatti
da Matteo Dandolo e Francesco Loredan (Venezia 1638); in questi salotti
dove letterati, musicisti, poeti e filosofi si incontravano, Barbara
aveva un ruolo fondamentale di "cantatrice" assieme ad altri strumenti e
funse da "maestra di cerimonie in alcuni dibattiti accademici".
Allo stesso tempo non fu dispensata da riservati lazzi feroci e
offensivi.
Nel salotto si scherza assai di frequente sulla castità della ragazza
che gentilmente dona fiori ai partecipanti. Barbara comunque scelse
sempre liberamente i suoi amori: riuscì a mantenersi da sola godendo di
discrete disponibilità economiche e con una prole di ben quattro figli.
Barbara ci lascia 8 volumi di Cantate di vario genere: dal sacro allo
spirituale e perfino al profano. Le sue composizioni sono
tendenzialmente a voce sola con accompagnamento del basso, poche a due e
tre voci e solo alcune con strumenti.
Perché Barbara ignora gli autori più in vista del momento, come Guarini
e Marino, e si rivolge invece ad autori minori (come Artale, Aureli,
Brunacci ed altri), ai testi del padre o in molte occasioni a testi
anonimi forse redatti da lei stessa?
La spiegazione si trova ancora una volta, probabilmente, nel carattere
"privato", esclusivo e riservato delle pubblicazioni che, nonostante le
dediche a volte roboanti e illustri (Ferdinando III, Anna d'Austria,
ecc...), non sembrano destinate ad alcun uso pubblico.
Che cosa cerca ad ogni modo Barbara nei testi che sceglie senza alcuna
costruzione esterna? Per un verso una forte componente drammatica e
narrativa, per un altro la possibilità di variare fortemente l'intensità
e il carattere degli affetti.
Il carattere sperimentale e anomalo delle scelte poetiche di Barbara si
riflette ovviamente anche nel tratto originale, atipico, non canonico
dell'intonazione musicale. Barbara tende ad accostare in maniera
repentina, quasi brusca e senza alcuna transizione, le sezioni in stile
recitativo e quelle in stile arioso o "florido" (come si diceva al
tempo). Adottando quindi una tecnica a pannelli, a tableaux separati,
che traggono forza più dal loro contrasto che dalle loro affinità. E
contrariamente a quanto voleva l'uso del tempo è nelle sezioni in tempo
lento e improvvisativo - in cui la recitazione prevale sul canto - che
Barbara attribuisce gli affetti più intensi e passionali della sua
musica.
Questo florilegio vocale e strumentale di alto pregio stilistico è
coronato da composizioni di autori coevi di area veneta come Dario
Castello e Giovanni Legrenzi.
Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ300 12 Megapixel, Zoom 0X, 1600 ISO, LCD ad Angolazione Variabile e rigorosamente non hanno subito nessuna post elaborazione.
Le foto e le riprese sono state effettuate con macchina fotografica e cellulare a mano, senza mai passare davanti ad un solo spettatore.
MI RACCOMANDO, COPIA PURE QUELLO
CHE VUOI
MA CITA DA DOVE LO HAI PRELEVATO
Foto Mario Mainino Concertodautunno.it |
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