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Teatro alla Scala - Milano
Giovedì 7 dicembre 2023 ore 18.00
Gruppo ascolto Lirica -Robecco
Serata inaugurale
2023/2024
Giuseppe Verdi
DON CARLO
Opera nella versione in italiano in quattro atti
Libretto di François-Joseph Méry e Camille Du Locle
Sarà in scena dal 10 dicembre 2023 al 2 gennaio 2024
Nuova produzione Teatro alla Scala
Cast:
Filippo II, Re di Spagna MICHELE PERTUSI
Don Carlo, Infante di Spagna FRANCESCO MELI
Rodrigo, Marchese di Posa LUCA SALSI
Il Grande Inquisitore JONGMIN PARK
Un frate JONGMIN PARK
Un frate Li Huanhong (IV atto)
Elisabetta di Valois ANNA NETREBKO
La Principessa d’Eboli ELĪNA GARANČA
Tebaldo, paggio d’Elisabetta ELISA VERZIER
Il conte di Lerma / Un araldo reale JINXU XIAHOU
Una voce dal cielo ROSALIA CID
Deputati Fiamminghi
Chao Liu*
Wonjun Jo*
Huanhong Li*
Giuseppe De Luca**
Xhieldo Hyseni*
Neven Crnić
* Allievo dell'Accademia Teatro alla Scala
**Ex allievo dell'Accademia Teatro alla Scala
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Direttore RICCARDO CHAILLY
Regia LLUÍS PASQUAL
Scene DANIEL BIANCO
Costumi FRANCA SQUARCIAPINO
Luci PASCAL MÉRAT
Video FRANC ALEU
Movimenti coreografici NURIA CASTEJÓN
PROGRAMMA e NOTE :
A cena con Carlo ed Elisabetta
propone …
Ce lo vediamo insieme? Ma si dai perché non trovarsi a cena ed insieme vedere
uno dei tanti capolavori verdiani, perché come sempre – quando si parla di
Giuseppe Verdi – si fa fatica a parlare di un capolavoro in quanto non ne
troviamo uno solo nella sua lunga storia di compositore.
Dove trovarsi:
CIRCOLO COOPERATIVO di ROBECCO
Via Roma, 11, 20087 Robecco Sul Naviglio Mi
Le foto dello spettacolo sono
dall'ufficio Stampa ph
Brescia e Amisano
©Teatro alla Scala
Giovedì 7 dicembre 2023 ore 18.00 parte la diretta su RAI 1 della
inaugurazione della stagione al Teatro alla Scala di Milano.
Il Gruppo Ascolto Lirica di Robecco capitanato da grande organizzatore da
Attilio Vigano' è tornato ad essere presente a questo avvenimento in
collegamento virtuale con la sala più famosa d'Italia e del mondo.
Per dodici anni il Cinema Teatro Agorà di Robecco ha tenuta viva la passione per
la lirica in un buon numero di fedelissimi che assistevano ai collegamenti ed
alle differite introdotte all'ascolto da Mario Mainino e così anche ieri sera si
è ripetuta la magia, con veri applausi in loco all'opera vista in condivisione
viva con tanti appassionati.
La sede è stata quella del Circolo Cooperativo Robecco S/N Organizza per la
Prima della Scala una Proiezione in Diretta in una bella sala, ci si è trovati
tra amici felici di rivedersi dopo la chiusura del 2020. Vedremo poi cosa sarà
possibile fare in futuro.
La Visione e l'Ascolto sono stati buoni, ma ci ha messo in difficoltà la
gestione televisiva che negli intervalli ha eliminato i cronometri che ci
permettevano di capire quando avrebbe ripreso la rappresentazione.
Non ci lamentiamo del cast vocale, ne della resa attoriale dei cantanti/attori,
ma un plauso particolare lo vogliamo anche noi dare a Elina Garanka, poi tra
qualche catarrino e qualche mezza voce ,non si sa se volutamente o
incidentalmente emessa, lo spettacolo è filato liscio. Il direttore Chailly ha
fatto strane e lunghe pause tra un momento musicale e l'attacco del successivo,
ma forse sapeva che la ciurma era un po' debilitata e voleva concedere qualche
respiro in più.
Non ho trovato male l'idea registica, sicuramente meglio della ORRIBILERRIMA
regia del Don Carlo di Opera Lombardia. Qui - secondo me - il regista spagnolo
Lluis Pasqual ci ha aperto gli occhi sul vero lato dei grandi capolavori
verdiani, da Aida a Vespri a - appunto - Don Carlo.
Non si tratta di drammi grandiosi ne di masse di popolo, ma sempre di drammi
intimi. Per questo credo che il coro sia sempre stato più un fondale immobile
che un protagonista attivo e solo tra i personaggi si sia svolto il dramma
sempre personale, come nella scena della solitudine di Filippo, solo che più
solo non si può, senza nemmeno un luce che illuminasse un solo metro in più
attorno alla sua persona, con quella incombente semplice croce alle sue spalle.
Lo spettacolo sarà nella versione in quattro atti con due intervalli tra
primo e secondo atto e tra secondo e terzo e quarto insieme.
Secondo quando annunciato i cambi scena saranno velocissimi.
Sarà cantato in lingua italiana anche se la prima versione scritta per Parigi
era ovviamente in francese.
Gli orari
Le porte del Teatro si aprono alle ore 17.
La diretta Rai inizia alle 17:45.
Alle ore 18 si apre la serata con l’esecuzione dell’Inno nazionale. A seguire lo
spettacolo i cui tempi sono previsti come segue:
ATTO I: 65 minuti
Intervallo: 30 minuti
ATTO II: 37 minuti
Intervallo: 30 minuti
ATTO III e ATTO IV: 80 minuti
ATTO PRIMO
Parte prima
101 CORO Carlo, il sommo imperatore, Non è più che muta polve
102 FRATE Ei voleva regnare sul mondo ... Il duello della terra Nel chiostro
ancor c'insegue
103 DON CARLO Io l'ho perduta! Oh potenza suprema!
104 RODRIGO L'ora suonò!Te chiama il popolo fiammingo! Soccorrer tu lo dei: ti
fa suo salvator!
105 DON CARLO E RODRIGO Dio, che nell'alma infondere Amor volesti e speme
106 DON CARLO E RODRIGO (Con entusiasmo) Vivremo insiem, e morremo insiem!
Parte seconda
107 EBOLI Tra queste mura pie la Regina di Spagna Può sola penetrar
108 EBOLI Canzone del Velo. Nel giardino del bello Saracin ostello,
109 RODRIGO Signora! Per Vostra Maestà, L'augusta madre un foglio Mi confidò in
Parigi
110 EBOLI (A Rodrigo) Che mai si fa nel suol francese,
111 RODRIGO Carlo, ch'è sol il nostro amore
112 DON CARLO ELISABETTA Io vengo a domandar grazia alla mia Regina.
113 DON CARLO Ciel! Non un sol, un solo detto Pel meschino ch'esul sen va!
114 DON CARLO (Con voce morente) Perduto ben, mio sol tesor,
115 DON CARLO (Nel delirio) Qual voce a me dal ciel Scende a parlar d'amor?
116 DON CARLO ELISABETTA Sotto il mio piè si dischiuda la terra
117 FILIPPO (Ad Elisabetta) Perchè sola è la regina? Non una dama almeno presso
di voi serbaste?
118 ELISABETTA Non pianger, mia compagna
119 FILIPPO A Rodrigo che vuol uscire Restate!
120 FILIPPO La pace istessa io dono alle mie Fiandre! RODRIGO (Con impeto)
Orrenda, orrenda pace! La pace dei sepolcri
121 FILIPPO Tu resti in mia regal presenza E nulla ancora hai domandato al Re?
... Non sempre
122 FILIPPO Ti guarda dal Grande Inquisitor!
ATTO SECONDO
Parte prima
201 DON CARLO "A mezzanotte al giardin della Regina
202 DON CARLO (Atterrito, fra sè) Ciel! Non è la Regina!
203 RODRIGO Che disse mai! Egli è deliro, Non menta fe, demente egli è
204 EBOLI (A Carlo) Trema per te, falso figliuolo, La mia vendetta arriva già.
205 RODRIGO Carlo, se mai su te fogli importanti serbi, Qualche nota, un
segreto, a me affidarli dei
Parte seconda
206 CORO Dl POPOLO Spuntato ecco il di d'esultanza
207 FILIPPO Nel posar sul mio capo la corona, Popol, giurai al ciel, che me la
dona Dar morte a rei col fuoco e con l'acciar.
208 DEPUTATI Sire, no, l'ora estrema ancora
209 DON CARLO Sire; egli è tempo ch'io viva.
210 FILIPPO Guardie, disarmato ei sia.... Marchese Duca siete ...
211 UNA VOCE DAL CIELO Volate verso il ciel, volate povere alme. V'affrettate a
goder la pace del Signor!
ATTO TERZO
Parte prima
301 FILIPPO come trasognato Ella giammai m'amò...!
302 FILIPPO Dormirò sol nel manto mio regal
303 INQUISITORE Son io dinanzi al Re...?
304 INQUISITORE Allor son io che a voi parlerò, Sire.
305 FILIPPO (Solo) Dunque il trono piegar dovrà sempre all'altare!
306 ELISABETTA Entrando e gettandosi ai piedi del Re Giustizia! o Sire. Ho fè
nella lealtà del Re.
307 ELISABETTA Io l'oso! Sì! Ben lo sapete. Un di promessa al figlio vostro fu
la mia man;
308 FILIPPO Ah! la pietà di adultera consorte!
309 FILIPPO (Fra sè) Ah! sii maledetto, sospetto fatale
310 ELISABETTA Rendetemi la croce! La Corte vi convien lasciar col di novello!
Tra l'esilio ed il vel sceglier potrete!
311 EBOLI O don fatale, o don crudel
Parte seconda
312 RODRIGO Son io mio Carlo
313 RODRIGO Ascolta, il tempo stringe
314 RODRIGO O Carlo, ascolta, la madre t'aspetta
315 FILIPPO (Cade ginocchioni presso il cadavere) Chi renda a me quell'uom?
316 POPOLO Perir dovrà chi d'arrestarci attenti! Che volete? L'Infante
317 INQUISITORE Vi prostate innanzi al Re, Che Dio protegge! A terra!
ATTO QUARTO
401 ELISABETTA Tu che la vanità conoscesti del mondo
402 DON CARLO Vago sogno m'arrise... ei sparve
403 ELISABETTA e DON CARLO Ma lassù ci vedremo in un mondo migliore
404 FILIPPO (Prendendo il braccio della Regina) Si, per sempre! Io voglio un
doppio sacrifizio!
405 FRATE Il duolo della terra Nel chiostro ancor c'insegue; Solo del cor la
guerra In ciel si calmerà.
406 FRATE ( ombra di Carlo V) trascina in salvo nel chiostro Don Carlo smarrito.
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Note:
Le foto dello
spettacolo sono dall'ufficio Stampa ph
Brescia e Amisano
©Teatro alla Scala
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Segue presentazione
dell'opera di Mario Mainino.
Don Carlos (o Don Carlo nelle versioni in italiano)
E' un'opera lirica di Giuseppe Verdi su libretto di Joseph Mery e
Camille Du Locle, rappresentata la prima volta a al Théâtre de l'Académie
Impériale de Musique di Parigi, nella versione in cinque atti e in
lingua francese, l'11 marzo 1867. In seguito l'opera fu tradotta in
italiano da Achille de Lauzières e rimaneggiata a più riprese per
quasi quindici anni. Nel 1872 Verdi operò alcune modifiche minori
con la collaborazione di Antonio Ghislanzoni, il librettista di
Aida. La revisione più importante fu realizzata oltre 10 anni dopo e
comportò l'eliminazione dell'originario atto primo.
Le modifiche al libretto furono messe a punto da Du Locle, ma la
versione in 4 atti andò in scena al Teatro alla Scala di Milano il
10 gennaio 1884 nella traduzione italiana di Angelo Zanardini e sarà
quella presentata questa sera.
E‘ un Grand Opéra, corredato di balletto nella prima versione, con
grandiose scene di massa, nella quale la base storica viene resa
drammaturgia teatrale invecchiando il personaggio di Filippo II
(32enne in realtà) ma visto qui come un vecchio dai capelli bianchi
e presupponendo un amore nascosto tra il figlio Don Carlo (15enne) e
la matrigna Elisabetta di Valois (14enne).
Nella realtà i due bimbi non ebbero modo certo di avere simili
sentimenti e morirono ben presto, le loro tombe sono ancora oggi
vicine nell‘avello dell‘Escorial.
Verdi sviluppa in questo lavoro diverse tematiche: il contrasto
genitore/figlio, fra Filippo II di Spagna e Don Carlos; il tema
politico delle Fiandre oppresse verso le quali Carlo è chiamato in
soccorso; il tema dell‘amicizia nel personaggio del Marchese di
Posa, Rodrigo, che muore facendosi credere sobillatore della rivolta
al posto di Carlo; il tema del potere religioso con la figura del
Grande Inquisitore al quale anche il Re di Spagna si deve
sottomettere; il tema della gelosia di Filippo II verso il figlio e
della Principessa di Eboli verso Don Carlo quando lo scopre
innamorato della propria matrigna.
Atto primo
L‘opera si apre nel Chiostro del Convento di San Giusto con il Coro
dei Frati Carlo il sommo Imperatore Non è più che muta polve. Che
commenta la morte dell‘Imperatore. Don Carlo ricorda l‘incontro con
Elisabetta in Francia Io l'ho perduta! Oh potenza suprema! Nel dolce
suol di Francia, Nella foresta di Fontainebleau! Io la vidi e il suo
sorriso Nuovo un cielo apriva a me!. Qui lo raggiunge il Marchese di
Posa che lo incita a prendere le difese delle Fiandre L'ora suonò;
te chiama il popolo fiammingo!. i due si promettono amicizia eterna
Giuriam insiem di vivere e di morire insieme. Nella scena seguente
siamo alle Porte del Chiostro di S. Giusto, dove una dama della
Regina, la principessa Eboli canta una canzone moresca Nei giardin
del bello Saracin ostello Mohammed, re moro, sen va. Arriva la
Regina Elisabetta di Valois (promessa a Don Carlo ma poi sposata da
Filippo II) a lei Posa consegna un foglio di Carlo e la prega di
volerlo ricevere prima della sua partenza. Elisabetta cede e
allontana le dame. Carlo arriva e risponde (con veemenza): Figlio!
Tal nome no; ma quel D'altra volta!.. alla Regina. Il colloquio
rischia di riaccendere il loro amore, ma l'arrivo improvviso di
Filippo II mette in fuga Carlo.
Il Re trovando la Regina sola, condanna la dama di compagnia che
doveva essere presente al ritorno immediato in Francia. Elisabetta
la consola Non pianger, mia compagna, Lenisci il tuo dolor. Bandita
sei di Spagna Ma non da questo cor.
L'atto si chiude con un grande duetto tra Filippo e Posa, il quale
non ha nessun timore del Re ma gli chiede senza mezzi termini la
libertà per i Fiamminghi, e non la "La pace che Voi date al mondo,
la pace dei sepolcri" che invece vuole dare Filippo.
Atto II
E‘ notte, Don Carlo aspetta la Regina nel giardino ma il foglio che
lo aveva invitato all‘incontro era invece della Principessa Eboli.
Don Carlo le rivolge frasi d‘amore interrompendosi di colpo quando
si accorge che non è Elisabetta. Eboli, scoprendo di non essere
amata e che la Regina è sua rivale si infuria e nemmeno Posa riesce
a calmarla. Eboli medita vendetta e insinua in Filippo il sospetto
della tresca tra figlio e matrigna.
La scena più grandiosa è quella che segue con la piazza piena di
popolo in attesa del corteo del Re, Spuntato ecco il dì d'esultanza
a lui Carlo presenta i deputati Fiamminghi e, quando il Re si
rifiuta di ascoltarli, alza la spada verso il padre, fermato solo da
Posa che lo disarma. Carlo viene imprigionato, Posa nominato Duca.
Gli eretici fiamminghi vengono portati al rogo, mentre una voce dal
cielo dice Volate verso il ciel, volate, pover'alme, V'affrettate a
goder la pace del Signor!
Atto III
Bellissima è l‘aria che Verdi scrive per Filippo II, solo nell‘Avello
dell‘Escorial. Non riesce a dormire e ricorda il giorno delle sue
nozze Ella giammai m'amò!... Quel core chiuso è a me, Amor per me
non ha!... Io la rivedo ancor contemplar trista in volto Il mio crin
bianco il dì che qui di Francia venne. Segue il duetto con il Grande
Inquisitore che viene a chiedere la testa di Posa, che ha osato
difendere i Fiamminghi, in cambio offre l‘assoluzione al Re se
volesse giustiziare il proprio figlio. Arriva Elisabetta che ha
scoperto la sottrazione del suo scrigno personale, ma il Re glielo
mostra e la invita ad aprirlo, scoprendovi all‘interno un ritratto
di Carlo, che diviene prova del suo tradimento. Il diverbio tra i
due degenera ed Elisabetta sviene. Eboli si rende conto di quello
che ha fatto accusando la Regina di amare Carlo, rivela la sua colpa
ad Elisabetta che le propone il chiostro o l‘esilio. Ma Eboli farà
qualcosa d‘altro solleverà il popolo portandolo alla prigione per
liberare Carlo. Qui Eboli canta Oh dono fatale maledicendo la sua
beltà che l‘ha illusa dell‘amore di Carlo. (da notare la benda
sull'occhio perché nella realtà Eboli aveva perduto un occhio ma
dicono che fosse una donna comunque molto ricercata).
Nella prigione Carlo riceve la visita di Posa che è stato trovato in
possesso delle carte compromettenti che Carlo gli aveva consegnato,
per cui tutti lo credono il sobillatore delle Fiandre. Mentre stanno
parlando, due sicari gli sparano alle spalle uccidendolo Per me
giunto è il di supremo. In quel mentre entra Filippo II, invano
cerca di rappacificarsi con il figlio Tu più figlio non hai! No! i
regni miei Stan, presso a lui!. Arriva il popolo, e, nel subbuglio
che ne segue, Eboli mascherata riesce a fare fuggire Carlo.
Atto IV
Siamo alla fine della vicenda, e torniamo dove ha avuto inizio, nel
Chiostro del Convento di San Giusto. Elisabetta sola attende Don
Carlo per l‘ultimo addio, prega sulla tomba di Carlo V, sommo
imperatore Tu che le vanità conoscesti del mondo E godi nell'avel il
riposo profondo, Se ancor si piange in cielo, piangi sul mio dolor,
E porta il pianto mio al trono del Signor. Giunge Carlo ed i due si
salutano in un melanconico duetto Ma lassù ci vedremo in un mondo
migliore. Dell'avvenire eterno suonan per noi già l'ore; E là noi
troverem nel grembo del Signor Il sospirato ben che fugge in terra
ognor!.
Irrompe Filippo (prendendo il braccio della Regina): Io voglio un
doppio sacrifizio!
Ma avviene un fatto miracoloso, una frate (l‘apparizione di Carlo V)
appare e trae Don Carlo nella cappella del chiostro sottraendo al
furore del padre:
Il duolo della terra Nel chiostro ancor ci segue,
Solo del cor la guerra In ciel si calmerà!
A distanza di ben sedici anni ricordiamo la prima scaligera con il
Don Carlo che fu l'evento presentato al Cinema Teatro Odeon di
Vigevano per la prima stagione di "Opera al cinema" iniziata a
Vigevano e poi proseguita per dodici anni al CineamaTeatro Agorà di
Robecco sino al 2020 quando fu sospesa per l'epidemia Covid.
Segue su ...
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MI RACCOMANDO, COPIA PURE QUELLO
CHE VUOI
MA CITA DA DOVE LO HAI PRELEVATO
Foto Mario Mainino Concertodautunno.it |
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