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CINEMATEATRO Milano
Venerdì 7 dicembre 2018 ore 18:00
Teatro alla Scala - Milano
Inaugurazione Stagione 2018-2019
#primadiffusa
Giuseppe Verdi (1813-1901)
Attila, Re degli Unni
Orchestra Sinfonica e Coro del Teatro alla Scala
Riccardo Chailly, direttore
Davide Livermore, regia
Introduzione, commenti e note a cura di
Mario Mainino
In
queste decima edizione della "Prima dalla Scala al Cinema", abbiamo per un
soffio sfiorato il SOLD OUT, il tutto esaurito, e solo per una decina di posti.
Un buon risultato se teniamo conto che le premesse lasciavano intendere un
piccolo fiasco, in quanto le persone intervistate nelle serate di programmazioni
precedenti di arte al cinema, ci avevano esternato molti dubbi, su di "un'opera
noiosa", "un'opera pesante" e tutti preconcetti perché nessuno l'aveva mai ne
vista ne sentita.
Poi alla prova dei fatti, di fronte ad una allestimento spettacolare, in stile
colossal di Cinecittà, tutti sono stati soddisfatti della serata.
A seguire il 70% degli spettatori ha aderito alla iniziativa di sostegno per i
giovani che frequentano l'Istituto Alberghiero Ravizza di Novara, ai quali è
stata data l'opportunità di realizzare una esperienza di "scuola-lavoro". Le
giovani hostess hanno svolto un elegante servizio di sale accogliendo ed
accompagnando gli spettatori al loro posto.
E poi
numerosi altri giovani studenti con molta professionalità hanno svolto il
servizio catering con l'allestimento dei tavoli buffet, la distribuzione di cibi
e bevande dai tavoli di esposizioni ed ai tavoli di seduta dei partecipanti, e
anche con un ottimo lavoro di ordinamento sala nel raccogliere al più presto le
posaterie e plastiche utilizzate.
L'iniziativa ha avuto il sostegno di :
Comune di Robecco sul Naviglio
Associazione Italia Nostra sezione Naviglio Grande
Italia Nostra
Cari Amici melomani, la sezione NAVIGLIO GRANDE di Italia Nostra onlus, con i suoi 54 Soci, è particolarmente lieta di figurare quale MAIN SPONSOR di questa bella ed interessante serata. Italia Nostra onlus, da quasi 70 anni, tutela il Patrimonio Storico, Artistico e Naturale del nostro Bel Paese.
In particolare la sezione NAVIGLIO GRANDE di Robecco S/N è importante sentinella di tutto ciò che avviene nell'ambito Naviglio Grande, importantissima risorsa storica del nostro bellissimo Territorio, che va tutelata e protetta da ogni indebito sfruttamento.
In concreto, da ultimo, la sezione NAVIGLIO GRANDE, ha promosso il rifacimento, con l'inserimento del codice QR, delle targhe (ben 22) dei monumenti di Robecco S/N, nonché provveduto al restauro della bellissima, seicentesca, campana, dedicata a Santa Rosa da Lima, della torre civica di Abbiategrasso.
Auguriamo a tutti una buona serata !
Italia Nostra onlus
Sez. NAVIGLIO GRANDE
Gilberto Costa - Presidente
Per informazioni e adesioni : 334 577 7782
Visita il
!
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Uso dello SLIDER
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2) cliccare sul pallino per avanzare di una foto
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.. ed ora con buona pace andate tutti a
pasteggiare!
Italia Nostra Sezione di Robecco è stata il main-sponsor
della serata
E allora! Mi raccomando non mancate alle prossime serate!!
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Note:
Concertodautunno intervista
Mario Mainino a proposito di Attila inaugurale.
COME SPETTACOLO È STATO UN BELLO SPETTACOLO?
Indubbiamente si, un colossal da inaugurazione.
COME OPERA È STATA UNA BELLA MESSA IN SCENA?
No, in particolare essendo un'opera di Verdi, un autore che chiedeva di
ridurre al minimo il contorno alla azione, in questa edizione c'erano
troppe masse e troppi movimenti inopportuni.
PERCHÉ INOPPORTUNI?
Perché quando l'azione si congela in una scena ed aria di un personaggio,
l'azione si congela punto, non continua con tonnellate di movimenti
scenici che distraggono attenzione dal cantante e cito un esempio per me
eclatante, Ecco l'orrido campo nel Ballo in maschera di Michelietto, dove
la cantante veniva strattonata e spogliata della pelliccia proprio mentre
cantava una delle romanze più impegnative dell'opera, non prima o dopo in
modo da lasciarla tranquilla, no, durante!
E DELLA SCENOGRAFIA?
Della scenografia sono soddisfatto perché utilizza le tecnologie che
abbiamo a disposizione e che lo stesso Verdi avrebbe usato se le avesse
avute. Molto affascinanti erano i nuvolosi cieli cangianti con
l'apparizione delle immagini del padre di Odabella (che lei non guarda) o
di Attila truce uccisore di vecchi e fanciulli. Belli i ponti mobili,
peccato che si compie - sempre a danno del cantante - la collocazione dei
cantanti su di questi il più in alto e lontano possibile dal proscenio.
Vedi Attila - Ezio duetto primo, o Ezio-coro-Foresto. Stessa cosa si fece
in Arcimboldi facendo cantare ad Ambrogio Maestri l'aria di Jago "Credo"
in fondo all'immenso palcoscenico dell'Arcimboldi mettendo a dura prova i
polmoni di Ambrogione.
COME SI USA ORMAI QUOTIDIANAMENTE C'È STATO UNO SPOSTAMENTO TEMPORALE.
Be di questo non mi importa molto, qualcuno si è scandalizzato per Attila
con le bretelle, si in effetti il protagonista aveva tutti i numeri per
presentarsi degnamente senza bretelle e senza camicia, visto che si
risvegliava dal sonno, ma sappiamo come erano vestiti nel 452 dopo Cristo
Attila, i suoi unni e i nostri proto-italiani?
E allora che mi importa del vestito. Attila è stato reso con un volto
espressivo dei sentimenti cantati e con movimenti del corpo pertinenti
all'azione. Poi la chicca è arrivata con il lussuoso costume di Papa Leone
I che nella realtà probabilmente era vestito poco più che uno straccione,
ma diventa bianco e oro solo con il pennello di Raffaello nel 1514, quindi
con i costumi di una società di 1100 anni dopo il fatto.
PS. la stessa cosa è stata fatta a Bologna nel 2016, per cui non è nemmeno
una novità
MA PASSIAMO ALL'ASPETTO PRETTAMENTE MUSICALE CHE DOVREBBE (???) ESSERE
SEMPRE IL PIÙ IMPORTANTE?
In effetti quello dovrebbe essere il più importante, ma non oggi, forse
50/60 anni fa, oggi no di certo. Oggi l'aspetto più importante è quanto
abbiamo detto più sopra, l'aspetto visivo e più dirompente possibile della
messa in scena.
Per parlare di musica mi è sembrato di avere ascoltato molte lusinghiere
promesse e illustrazioni prima della prima poi invece le premesse non sono
diventate realtà, almeno nella prima recita, forse nelle prossime si
calibrerà meglio e le intenzioni annunciate diventeranno realtà.
VOGLIAMO ANALIZZARE IL CAST, LA DISTRIBUZIONE DELLE PARTI
Non essendo per fortuna un cantante nessuno può accusarmi di invidia, ma
essendo per fortuna un appassionato studioso ed ascoltatore di musica da
oltre mezzo secolo, e Attila l'ho ascoltato e analizzato più volte, posso
dire la mia impressione sui singoli ruoli.
Non parliamo di paragonare interpreti contemporanei con voci storiche che
non esistono più o comunque non sono più in attività.
ATTILA, il ruolo è stato posto sulle spalle giuste, un cantante con
grande presenza scenica ed interprete affascinante, calato nella parte,
con un timbro non particolarmente "cavernoso" ma sempre elegante. Nulla da
eccepire sulla scelta di questo artista, e sulla sua resa in scena.
EZIO, il suo contraltare previsto non era esattamente il cantante
che abbiamo visto ed ascoltato, ed a mio parere è stata una grande perdita
in questa produzione. Il cantante che è arrivato, se pur ha una bella voce
molto chiara, non è stata sufficiente a superare senza difficoltà le vette
che Verdi inserisce, ha diviso in due la sua esecuzione in una prima parte
incerta ed una secondo più sicuro con solo la crinatura nella svettante
chiusura della grande scena "E' gettata". In quanto alla resa visiva è
stato come si diceva una volta "algido" non lasciando trasparire i suoi
sentimenti.
FORESTO, lo ha seguito perfettamente nel restare il più impassibile
possibile, ma in questo non diversamente da quando interpreta altri ruoli.
Anche lui con resa diversa tra la prima e la seconda parte.
ODABELLA, osannata per me oltre il dovuto merito, ha affrontato un
ruolo dove altre attuali regine della lirica italiane avrebbero fatto
scintille. Non ha potuto rispecchiare lo spartito non avendo le note gravi
- grave non significa cercare di ingrossare la voce - il famoso salto, la
parte di Odabella vada dal Fa diesis sotto il rigo al do diesis acuto, e
il primo "patria" ha rivelato la caratteristica tremolante della sua voce.
E A PROPOSTIO DEL COMPRIMARIATO?
Che dire, fare il comprimario è un mestiere di prima classe, chi lo fa
bene ci lavora anche tutta una vita, ricordiamo grandi comprimari del
passato, presenti in tantissime rappresentazioni ed incisioni. Qui solo
solo due il tenore Uldino ed il basso Leone, e vorrei riportare quanto
scritto da Enrico Stinchelli "Una menzione a parte meritano sia Francesco
Pittari come Uldino che il basso Gianluca Buratto che ha impressionato
come Papa Leone, sfoderando dei veri tuoni come è giusto che sia e come è
raro ascoltare dai bassi scritturati per questa parte." E io sottolineo
Francesco Pittari che ha avuto presenza scenica ottimale e sfoggiato una
voce di bel timbro ed ottima impostazione.
Le foto sono scattate con:
Panasonic LUMIX FZ1000 20 Megapixel, Zoom 42X, 1600-3200 ISO, LCD ad
Angolazione Variabile.
MI RACCOMANDO, COPIA PURE QUELLO
CHE VUOI
MA CITA DA DOVE LO HAI PRELEVATO, se vuoi delle foto a più alta
risoluzione segui la procedura, Grazie
1) scorrere
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