CORO
Cantiamo, facciam brindisi
a sposi così amabili.
Per lor sian lunghi e stabili
i giorni del piacer.
BELCORE
Per me l'amore e il vino
due numi ognor saranno.
Compensan d'ogni affanno
la donna ed il bicchier.
ADINA
(Ci fosse Nemorino!
Me lo vorrei goder.)
DULCAMARA
Poiché cantar vi alletta,
uditemi, signori:
ho qua una canzonetta,
di fresco data fuori.
DULCAMARA
«La Nina gondoliera,
e il senator Tredenti,
barcaruola a due voci.»
DULCAMARA
«Io son ricco, e tu sei bella,
io ducati, e vezzi hai tu:
perché a me sarai rubella?
Nina mia! Che vuoi di più?»
ADINA
«Quale onore! un senatore
me d'amore supplicar!
Ma, modesta gondoliera,
un par mio mi vuo' sposar.»
DULCAMARA
«Adorata barcaruola,
prendi l'oro e lascia amor.
Lieto è questo, e lieve vola;
pesa quello, e resta ognor.»
BELCORE
È qua il notaro,
che viene a compier l'atto
di mia felicità.
DULCAMARA
Le feste nuziali,
son piacevoli assai; ma quel che in esse
mi dà maggior diletto
è l'amabile vista del banchetto.
NEMORINO Voi qui, dottore!
DULCAMARA Sì, mi han voluto a pranzo
questi amabili sposi, e mi diverto
con questi avanzi.
NEMORINO Ed io son disperato.
Fuori di me son io. Dottore, ho d'uopo
d'essere amato... prima di domani.
Adesso... su due piè.
DULCAMARA (Cospetto è matto!)
Recipe l'elisir, e il colpo è fatto.
DULCAMARA
Ben volentier. Mi piace
giovare a' bisognosi. Hai tu danaro?
NEMORINO
Ah! non ne ho più.
DULCAMARA
Mio caro
la cosa cambia aspetto. A me verrai
subito che ne avrai. Vieni a trovarmi
qui, presso alla Pernice:
ci hai tempo un quarto d'ora.
BELCORE (Ebbene, che cos'ha questo baggiano?)
Ehi, ehi, quel giovinotto!
Cos'hai che ti disperi?
NEMORINO
Io mi dispero...
perché non ho denaro... e non so come,
non so dove trovarne.
BELCORE
Eh! scimunito!
Se danari non hai,
fatti soldato... e venti scudi avrai.
NEMORINO (Che far deggio?)
NEMORINO
Ah! non è l'ambizione,
che seduce questo cor.
BELCORE
Se è l'amore, in guarnigione
non ti può mancar l'amor.
BELCORE
Ma la carta che tu vedi
pria di tutto dêi segnar.
Qua una croce.
BELCORE
Qua la mano, giovinotto,
dell'acquisto mi consolo:
in complesso, sopra e sotto
tu mi sembri un buon figliuolo,
sarai presto caporale,
se me prendi ad esemplar.
CORO Sarà possibile?
GIANNETTA Possibilissimo.
CORO Non è probabile.
GIANNETTA Probabilissimo.
GIANNETTA
Non fate strepito: parlate piano:
non ancor spargere si può l'arcano:
è noto solo al merciajuolo,
che in confidenza l'ha detto a me.
GIANNETTA
Sappiate dunque che l'altro dì
di Nemorino lo zio morì,
che al giovinotto lasciato egli ha
cospicua immensa eredità...
Ma zitte... piano... per carità.
Non deve dirsi.
CORO
Non si dirà.
DONNE
Or Nemorino è milionario...
è l'Epulone del circondario...
un uom di vaglia, un buon partito...
Felice quella cui fia marito!
Ma zitte... piano... per carità
non deve dirsi, non si dirà.
NEMORINO
Dell'elisir mirabile
bevuto ho in abbondanza,
e mi promette il medico
cortese ogni beltà.
NEMORINO Giannetta!
CORO (l'una dopo l'altra)
A voi m'inchino.
NEMORINO (fra sé meravigliato)
(Cos'han coteste giovani?)
GIANNETTA
Caro quel Nemorino!
Davvero ch'egli è amabile:
ha l'aria da signor.
NEMORINO
(Capisco: è questa l'opera
del magico liquor.)
ADINA
(Credea trovarlo a piangere,
e in giuoco, in festa il trovo;
ah, non saria possibil
se a me pensasse ancor.)
NEMORINO
Adesso. (a Giannetta)
Tu per la prima,(alle altre)
poi te, poi te.
DULCAMARA
Misericordia! Con tutto il sesso!
Liquor eguale del mio non v'è.
ADINA
(Oh come rapido fu il cambiamento!
Dispetto insolito in cor ne sento.
O amor, ti vendichi di mia freddezza:
chi mi disprezza, mi è forza amar.)
DULCAMARA
La lode è mia. Sì, tutta.
La gioia è al mio comando:
io distillo il piacer, l'amor lambicco
come l'acqua di rose, e ciò che adesso
vi fa maravigliar nel giovinotto.
Tutto portento egli è del mio decotto.
ADINA Isotta!
(Che ascolto?) E a Nemorino
voi deste l'elisir?
DULCAMARA Ei me lo chiese
per ottener l'affetto
di non so qual crudele...
ADINA Ei dunque amava?
DULCAMARA
Languiva, sospirava
senz'ombra di speranza. E, per avere
una goccia di farmaco incantato,
vendé la libertà, si fe' soldato.
ADINA (Quanto amore! Ed io, spietata,
tormentai sì nobil cor!)
NEMORINO
Una furtiva lagrima
negli occhi suoi spuntò...
quelle festose giovani
invidiar sembrò...
Che più cercando io vo?
(PER LE CONDIZIONI DI LUCE
DELLA SCENA NON VI SONO PURTROPPO IMMAGINI)
ADINA
Nemorino!... Ebbene!
Odimi...
Dimmi: perché partire,
perché farti soldato hai risoluto?
NEMORINO
Perché?... Perché ho voluto
tentar se con tal mezzo il mio destino
io potea migliorar.
ADINA
La tua persona...
la tua vita ci è cara... Io ricomprai
il fatale contratto da Belcore.
NEMORINO
Voi stessa! (È naturale: opra è d'amore.)
ADINA
Prendi; per me sei libero:
resta nel suol natio,
non v'ha destin sì rio
che non si cangi un dì.
ADINA
Ah! fu con te verace
se presti fede al cor.
Sappilo alfine, ah! sappilo:
tu mi sei caro, e t'amo...
NEMORINO
Oh, gioia inesprimibile!
Non m'ingannò il dottor.
Viva il grande Dulcamara,
dei dottori la Fenice!
con salute, con tesori
possa presto a noi tornar!
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