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ATTO SECONDOScena I
 
 Interno della casa di Miller.
 
 Laura e Contadini, poi Luisa
 
 LAURA, CONTADINI: (accorrendo agitati)
 Ah! Luisa, Luisa, ove sei?
 
 LUISA: (uscendo)
 Chi m'appella?
 Voi certo recate tristo annunzio!
 
 LAURA:
 Pur troppo!
 
 CONTADINI:
 E tu dei ascoltarlo.
 
 LUISA:
 Parlate, parlate.
  
 
  
LAURA, CONTADINI: Al villaggio dai campi tornando
 della roccia per ripido calle,
 un fragor, che veniasi accostando,
 a noi giunse dall'ima convalle;
 eran passi e minaccie d'armati,
 cui d'ambascia una voce frammista;
 al ciglion della rupe affacciati
 ne colpì deplorabile vista!
 Crudi sgherri traenti un vegliardo fra catene!
  
 
  
LAURA, CONTADINI Fa cor.
 Havvi un Giusto, un Possente
 che il guardo tien rivolto
 sui miseri ognor!
 
 LUISA:
 O padre, o padre mio!
 (s'incammina per uscire)
 
 LAURA:
 Dove?
 
 LUISA:
 Al castello
  
 
 
  
(Entra Wurm)LAURA, CONTADINI
 Wurm!
 
 ATTO SECONDO
 Scena II
 
 Wurm e Detti
 
 WURM: (a Luisa)
 Ascoltarmi è d'upo.
 (ai contadini)
 Uscite.
 
 LUISA:
 (Io gelo!)
 
 LAURA, CONTADINI
 Havvi un Giusto, un Possente, ecc.
 
  
 
  
WURM:Il padre tuo . . .
 
 LUISA:
 Ah! mio padre!
 Finisci.
 
 WURM:
 Langue in dura prigion.
 
 LUISA:
 Reo di che fallo?
  
 
  
WURM:Ei, del Conte vassallo, farlo d'oltraggi
 e di minacce segno ardì!
 Grave il delitto,
 grave la pen fia!
 
 LUISA:
 D'interrogarti io tremo!
 
 WURM:
 Che val tacerlo?
 Sul canuto suo crin pende la scure.
 
 LUISA:
 Ah! Taci, taci!
 
 WURM:
 Eppure, tu puoi salvarlo.
  
 
  
LUISA:Io? Come?
 
 WURM:
 A te m'invia l'offesa Conte:
 un foglio vergar t'impone,
 e prezzo ne fia lo scampo di tuo padre.
 
 LUISA:
 Un foglio?
 
 WURM: (accennando a Luisa una tavola, su cui v'ha l'occorrente per scrivere)
 Scrivi!
 "Wurm, io giammai Rodolfo non amai . . ."
 (Luisa scrive)
 "Il suo lignaggio erami noto,
 e volli stringerlo fra mie reti . . ."
  
 
  
LUISA:E deggio?
 
 WURM:
 Dei salvar tuo padre.
 (Luisa scrive)
 "Ambizion mi vinse . . . tutto svanì . . . perdona.
 Ritorno al primo affetto,
 e di Rodolfo ad evitar gli sdegni,
 come la notte regni,
 vieni, ed insieme fuggirem."
  
 
  
LUISA:Che!
 
 WURM:
 Srivi.
 
 LUISA:
 E segnar questa mano
 potrebbe l'onta mia?
 Lo speri invano.
  
 
  
Tu puniscimi, o Signore, se t'offesi e paga io sono
 ma de' barbari al furore
 non lasciarmi in abbandono.
  
 
  
A scampar da fato estremo innocente genitor
 chieggon essi, a dirlo io fremo,
 chieggon essi della figlia il disonor!
  
 
  
 
  
WURM:Qui nulla s'attenta imporre al tuo core;
 tu libera sei. Ti lascio.
 
 LUISA:
 Spietato! E il misero vecchio?
 
 WURM:
 L'udisti: egli muore.
 
 LUISA:
 E libera io sono!
 (dando il foglio a Wurm)
 Il foglio è vergato.
 
 WURM:
 Sul capo del padre, spontaneo lo scritto,
 Luisa, mi giura che all'uopo dirai.
  
 
  
LUISA:Lo giuro.
 
 WURM:
 Un sol cenno ancor t'è prescritto.
 
 LUISA:
 Io t'odo.
 
 WURM:
 Al castello venirne dovrai,
 ed ivi al cospetto di nobil signora
 accesa mostrati . . . di Wurm.
  
 
  
LUISA:Di te?
 
 WURM:
 Acerba è la prova!
 
 LUISA:
 No.
 
 WURM:
 Duolmi!
 
 LUISA:
 Ed allora?
 
 WURM:
 Allora . . .
 
 LUISA:
 Mio padre?
 
 WURM:
 Fia salvo.
  
 
  
 
  
LUISA:Mercè.
 A brani, a brani, o perfido
 il cor tu m'hai squarciato!
 Almen t'affertta a rendermi
 il padre, il padre sventurato.
 Di morte il fero brivido
 tutta m'invade omai.
 Mi chiuda almeno i rai
 la man del genitore!
  
WURM:Coraggio: il tempo è farmaco
 d'ogni cordoglio umano.
 Di stringer la tua mano
 speranza nutro ancor.
 
  
ATTO SECONDOScena III
 
 Il castello: appartamento di Walter.
 
 Walter, Wurm, Federica
 
 WALTER:
 Egli delira: sul mattin degli anni
 vinta da cieco affetto spesso è ragion!
 Del senno empia il difetto
 pel figlio il padre!
 L'opra mia si compia,
 nulla cangiar mi debbe:
 esser pietoso crudeltà sarebbe.
  
 
  
ATTO SECONDOScena IV
 
 Wurm e detti
 
 WALTER:
 Ebben?
 
 WURM:
 Tutte apprestai della trama le fila.
 
 WALTER:
 Oh! di': Luisa?
 
 WURM:
 Come previdi già, vinta,
 conquisa da credulo spavento,
 alle minaccie s'arrendea;
 per calle recondito qui tratta verrà.
 
 WALTER:
 Ma il foglio?
  
 
  
WURM:Compra man recar lo deve a Rodolfo;
 la vittoria è certa!
 Eppur dal primo assalto
 qual poter vi respinse io non intendo!
  
 
  
WALTER:Inatteso periglio?
 Del figlio una minaccia!
 Ingrato figlio!
 L'alto retaggio non ho bramato
 di mio cugino, che sol per esso!
 Ad ottenerlo, contaminato
 mi son pur troppo di nero eccesso!
 
 WURM:
 In punto feci del mio signore
 nel palesarvi la mente ascosa!
 A me, cui sempre fidava il core,
 scovrì la scelta ei d'una sposa.
  
 
  
WURM:Aver quel nodo figli potea!
 
 WALTER:
 Ad acquetarmi tu suggeristi
 orribil mezzo!
 
 WURM:
 Varcar dovea l'irta foresta notturno il Conte.
 Noi l'appostammo, e . . .
 
 WALTER:
 Non seguir . . .
 Sento dizzarsi le chiome in fronte!
 Tutto il mio sangue rabbrividir!
 
 WURM:
 È ver, che giova parlar d'evento
 cui notte eterna fra' suoi misteri,
 ha già sepolto?
  
 
  
WALTER:Sepolto?
 
 WURM:
 Spento il sire antico da' masnadieri,
 qual noi spargemmo, tutti han creduto.
 
 WALTER:
 No, tutti! Al rombo mio figlio accorse
 dell'armi nostre . . . non era muto
 ancor quel labbro!
 
 WURM:
 Che intendo! Ah! forse? . . .
 
 WALTER:
 In quel supremo, terribil punto
 Walter nomava .
  
 
 
 WALTER:
 Sol tu? Congiunto
 non t'ha Satanno a' miei destini?
 O meco incolume sarai, lo giuro,
 o sul patibolo verrò con te.
  
 
  
 
  
WURM:Chi?
 
 WALTER:
 Gli assassin!
 
 WURM:
 O me perduto!
  
 
  
 
  
 
  
 
  
WALTER:Timori nacquero in me ben tristi!
  
WURM:(Più questo capo non è sicuro!
 Potria del ceppo cadere a piè!)
 
 WALTER:
 Vien la Duchessa!
  
 
 
 
ATTO SECONDOScena V
 
 Federica, e Detto
 
 FEDERICA:
 Conte!
 
 (Ad un segno di Walter, Wurm si ritira)
 
 WALTER:
 Il detto mio confermo:
 di Rodolfo nel sen,
 qual d'un infermo il delirio,
 s'apprese amor che spento fia.
 
 FEDERICA:
 Spento?
 
 WALTER:
 Ed in breve.
  
 
  
FEDERICA:Io temo!
 
 WALTER:
 Indarno; di Luisa il core
 mai Rodolfo non ebbe;
 d'altri è colei.
 
 FEDERICA:
 Fia vero? E chi potrebbe attestarlo?
 
 WALTER:
 Ella stessa.
 
 FEDERICA:
 Ella!
 
 WALTER:
 Qual tu chiedesti qui fu condotta.
 
 FEDERICA:
 Già:!
 
 WALTER:
 Non lo volesti?
  
 
  
ATTO SECONDOScena VI
 
 La Duchessa siede, cercando ricomporsi dal suo turbamento.
 Walter apre una porta segreta, donde esce Luisa, accompagnata da Wurm.
 
 WALTER:
 Presentarti alla Duchessa
 Puoi Luisa - Intendi?
 
 DUCHESSA: (Con sussiego)
 Appressa.
 
 WURM: (Piano a Luisa)
 Ti rammenta in qual periglio
 È tuo padre!
 
 LUISA:
 (O mio terror!)
  
 
  
 
  
FEDERICA:(Dolce aspetto! Il volto, il ciglio,
 tutto spira in lei candore!)
 
 LUISA:
 (A costei sarà concesso,
 quanto il ciel m'avea promesso!)
 
 FEDERICA:
 Mi par che manchi in te coraggio
 d'erger gl'occhi al mio sembiante!
 
 WALTER:
 Ella nata in un villagio!
  
 
  
FEDERICA:Luisa, m'odi. Far mi puote un sol tuo detto
 sventurata, o appien felice!
 Non mentir! Ma no, l'aspetto
 tu non hai di mentitrice!
 
 LUISA:
 (Chi soffrì maggior affanno!)
 
 FEDERICA:
 Ami tu?
 
 LUISA:
 (Destin tiranno!)
 
 FEDERICA:
 Ami tu?
 
 LUISA:
 Amo.
 
 FEDERICA:
 E chi? Chi?
 
 LUISA:
 Wurm!
 (Indegno!)
 
 FEDERICA:
 Ma Rodolfo?
 
 LUISA:
 Fra noi venne sconosciuto.
 A qual disegno io lo ignoro.
 
 FEDERICA:
 E non ottenne mai d'amor lusighe,
 accenti da Luisa?
 
 LUISA:
 (Quai momenti!)
  
WURM:D'alta dama or tratta innante!
 
 LUISA:
 (Rea fucina d'empie frodi son costor!)
 
 FEDERICA:
 Di'.
 
 LUISA:
 No! Mai.
 
 FEDERICA:
 (La speme in cor mi si avviva!)
 
 LUISA:
 (Esulta!)
 
 FEDERICA:
 Parmi - sì -
 cangiasti di colore!
 Ah! che fia? Non ingannarmi!
 Non tradir te stessa!
  
 
  
 
  
LUISA:(O cielo!)
 
 WALTER:
 (Oserebbe?)
 
 FEDERICA:
 Parla.
 
 WURM:
 (Io gelo!)
 
 FEDERICA:
 Dell'arcano squarcia il manto
 se un arcano in sen tu chiudi.
 
 LUISA:
 Io . . .
 
 FEDERICA:
 Favella.
  
 
  
WALTER:Sì, per quanto ami il padre!
 
 LUISA:
 (Il padre! O crudi!)
  
 
 
 WURM:
 Via, che tardi?
  
 
  
FEDERICA:Ebben?
  
 
  
LUISA: (accennando Wurm) Lo stesso da Luisa udrete ognor,
 che alimento sol per esso
 fido, immenso, ardente amore!
 (Come celar le smanie
 del mio geloso amore?
 Ahimé, l'infranto core
 più reggere non può!
 Se qui rimango, esanime
 a' piedi suoi cadrò!)
 
 FEDERICA:
 (Un sogno di letizia
 par quel ch'io veggo e sento! . . .
 No, mai sì gran contento
 quest'alma non provò!
 Frena, mio core, i palpiti,
 o di piacer morrò)
 
 WALTER E WURM:
 (Pinto ha di vivo giubilo
 il sorridente viso!
 Fortuna in quel sorriso
 propizia balenò!
 Ben io fermarla, e stringerne
 l'infido crin saprò)
 
 (La Duchessa si ritira, seguita da Walter; Wurm riconduce Luisa per l'uscio 
segreto).
 
  
 
  
ATTO SECONDOScena VII
 
 Giardino pensile del castello. Rodolfo viene precipitoso da un appartamento. Ha 
il foglio di Luisa tra le mani; un contadino lo segue.
 
 RODOLFO:
 Il foglio dunque?
 
 CONTADINO:
 Io tutto già vi narrai!
 
 RODOLFO:
 Mi giova udirlo ancor.
 
 CONTADINO:
 Segreta e viva prece a man giunte mi fe' Luisa,
 onde recarlo a Wurm . . .
 
 RODOLFO:
 E d'evitar la mia presenza . . .
 
 CONTADINO
 Mi repeté più volte.
 Sospetto incerto di non so qual trama,
 e speme di mercede a voi m'han tratto.
 
 RODOLFO: (gettandogli una borsa)
 Esci.
 (Il contadino esce)
 Olà?
 (Comparisce un servo)
 Wurm.
 (Il servo parte)
  
 
  
Oh! fede negar potessi agl'occhi miei! Se cielo e terra, se mortali ed angeli
 attestarmi volesser ch'ella non è rea,
 mentite! io risponder dovrei, tutti mentite.
 (mostrando il foglio)
  
 
  
Son cifre sue! Tanta perfidia! Un'alma sì nera! sì mendace!
 Ben la conobbe il padre!
  
 
  
Ma dunque i giuri, le speranze, la gioia, le lagrime, l'affanno?
 Tutto è menzogna, tradimento, inganno!
  
 
  
Quando le sere al placido chiator d'un ciel stellato
 meco figgea nell'etere
 lo sguardo innamorato,
  
 
  
e questa mano stringermi dalla sua man senita . . .
 ah! mi tradia!
  
 
  
Allor, ch'io muto, estatico da' labbri suoi pendea,
 ed ella in suon angelico,
 "amo te sol" dicea,
  
 
  
tal che sembrò l'empiereo apirisi all'alma mia!
 Ah! mi tradia!
  
 
  
L'ovazione al termine della romanza ha fatto si che il 
tenore Diego Cavazzin l'ha dovesse ripetere integralmente con eguale successo.
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
 
  
ATTO SECONDOScena VIII
 
 Wurm e Detto
 
 WURM:
 Di me chiedeste?
 
 RODOLFO:
 Appressati.
 (gli porge il foglio)
 Leggi.
 (Wurm lo legge)
 Ad entrambi è questa ora di morte.
 
 WURM:
 Oh!
 
 RODOLFO: (presentandogli due pistole)
 Scegliere tu dèi.
 
 WURM: (cercando di allontanarsi)
 Signor . . .
 
 RODOLFO:
 T'arresta . . .
 Meco ad un punto solo
 spento cader al suolo t'è forza . . .
 
 WURM:
 (Inferno aiutami!)
 
 (Scarica la pistola in aria).
  
 
  
ATTO SECONDOScena IX
 
 Accorrono d'ogni parte armigeri e famigliari, seguiti da Walter.
 Wurm confondendosi tra i sopravvenuti, sparisce
 
 SERVI
 Che avvenne? O ciel!
 
 RODOLFO:
 Codardo! L'ali ha viltade!
  
 
  
SERVI Orribile d'ira vi splende il guardo!
 
 WALTER:
 Rodolfo!
 
 RODOLFO:
 Padre!
 
 WALTER:
 O Dio! Calmati!
 
 RODOLFO: (cadendo ai piedi del padre)
 Ah! padre mio!
  
 
  
WALTER:Deh! sorgi! M'odi.
 Abbomino il mio rigor crudele.
 Abbia virtude un premio.
 Cedo; alla tua fedele porgi la man
 
 RODOLFO:
 Che ascolto! Tu vuoi . . . ?
  
 
  
WALTER:Gioisci!
 
 RODOLFO:
 Ah! stolto diverrò!
 
 WALTER:
 Qual smanie!
 Figlio! Né pago sei?
 
 RODOLFO:
 Pago?
 
 WALTER:
 Sperai . . .
 
 RODOLFO:
 Compiangimi!
 Tradito m'ha colei!
 
 WALTER:
 Tradito!
 
 RODOLFO:
 A me t'affretta, o morte!
  
 
  
WALTER:No . . . vendetta!
 
 RODOLFO:
 Come?
 
 WALTER:
 Altre nozze attestino
 il tuo disprezzo ad essa!
 
 RODOLFO:
 Che intendi?
 
 WALTER:
 All'ara pronuba conduci la Duchessa.
  
 
  
RODOLFO:Io? Sì, lo vo', lo deggio . . .
 Che parlo? Ahimé, vaneggio!
 
 WALTER:
 Rodolfo, non pentirti.
 
 RODOLFO:
 Ove mi sia non so!
 
 WALTER:
 T'arrendi a me,
 tradirti il padre tuo, no, non può.
  
 
  
RODOLFO:L'ara, o l'avello apprestami.
 Al fato io m'abbandono.
 Non temo . . . Non desidero . . .
 Un disperato io sono!
 Or la mia brama volgere
 nemmeno al ciel potrei,
 ché inferno senza lei
 sarebbe il ciel per me!
 
 WALTER:
 Quell'empio cor dimentica,
 quell'alma ingannatrice.
 Che un dì sarai felice
 promette il padre a te.
 T'arrendi a me, ecc.
  
 
  
SERVI Del genitor propizio
 al senno v'affidate.
 Nell'avvenir sperate;
 eterno il duol non è.
 
 (Walter seco tragge Rodolfo: tutti li seguono).
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