| ATTO PRIMOScena prima.
 Giardino con un viale d'alberi che si stende dalla pianura sopra
 d'una eminenza, dove termina nella facciata d'un palazzino da
 campagna.
 
 Giacinta, Ninetta, Fracasso e Simone.
 TUTTI Bella cosa è far l'amore!
 Bello è assai degli anni il fiore!
 Bella è più la libertà!
 GIACINTA Ma un momento così bello
 forse più non tornerà.
 FRACASSO Son soldato, e a far duello
 guai se alcun mi sforzerà.
 NINETTA Bravo questo, e bravo quello,
 ma nissun ne sposerà.
 SIMONE La tua testa è un molinello;
 questo sol temer mi fa.
 TUTTI Bella cosa è far l'amore!
 Bello è assai degli anni il fiore!
 Bella è più la libertà!
 GIACINTA Ritiriamoci, amico,
 che temo esser sorpresa
 da' miei fratelli sì bizzarri e strani.
 4 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena I
 NINETTA Addio, Simone, e ci vedrem domani.
 FRACASSO Ma cospetto di Bacco!
 Son pur due mesi adesso,
 che in casa vostra abbiam stanza e quartiero;
 e tuttavia si teme,
 se siam trovati due momenti insieme.
 GIACINTA Sapete pur chi sono
 i due fratelli miei!
 NINETTA Sono due pazzi,
 due storni, due merlotti,
 Due gran caricature.
 FRACASSO Che importa a me? Sian pure;
 io li farò tremare. Alfin si tratta
 di farvi sposa mia.
 SIMONE Si tratta alfine,
 che possa anch'io sposar questa ragazza.
 GIACINTA Guai, se lo sa il maggiore: egli ne ammazza.
 FRACASSO L'ammazzeremo lui.
 SIMONE Li sforzeremo a queste nozze entrambi.
 NINETTA Oh, non fate gli strambi,
 che per far queste nozze
 non val bravura, e furberia ci vuole.
 FRACASSO Come sarebbe a dir?
 NINETTA Sarebbe a dire
 che l'un de' miei padroni
 perché fu maltrattato
 da sua cognata un tempo, e l'altro poi
 per timore del primo, or son del pari
 nemici delle donne.
 SIMONE Oh che somari!
 FRACASSO Dunque, che vuoi tu fare?
 NINETTA Vo' farli innamorare.
 FRACASSO Di chi?
 SIMONE Di qualche vecchia
 che sappia far la bella?
 NINETTA Non aspettate voi vostra sorella?
 FRACASSO Arriverà a momenti.
 
 NINETTA Fate che parli meco
 più presto che potete;
 fate che voglia anch'ella
 regolarsi a mio modo, e non temete,
 che noi ci sposerem quando volete.
 FRACASSO Quando non vuoi che questo,
 io farò tutto, e presto. Olà, Simone,
 all'osteria vicina
 smontar dée mia sorella. Ivi l'aspetta;
 va' ad avvisar Ninetta
 subito che sia giunta, e sia tua cura
 che le possa parlar senza paura.
 SIMONE Benissimo, signore:
 ma quando avran parlato
 queste due volpi insieme,
 io dubito di pioggia e di tempesta;
 e tutti ne diran: guarda la testa.
 SIMONE
 Troppa briga a prender moglie,
 troppa briga in verità.
 Non è cosa da soldato,
 che la vuole a buon mercato,
 o di meno ancor ne fa.
 Son le donne belle e buone,
 ma se tanto han da costar,
 per un sol mazzo di carte,
 per un fiasco di buon vino,
 per due pipe di tabacco,
 ve le do tutte in un sacco,
 né mi vo' più maritar.
 (parte)
 Scena seconda.
 Giacinta, Ninetta, e Fracasso.
 NINETTA L'un de' patroni è alzato,
 ché aperte già le sue finestre io veggio.
 FRACASSO Ben, che sarà per questo?
 NINETTA Oh niente, e a vostro grado
 restate voi, che a trappolarli io vado.
 (parte)
 FRACASSO Ninetta è scaltra assai.
 GIACINTA Ma assai conosco i miei fratelli anch'io.
 FRACASSO Ad un uomo par mio,
 che ad essi far potrebbe un brutto giuoco,
 per dir di no ci penseranno un poco.
 GIACINTA Vel diran certamente.
 FRACASSO Se mel diran, farne saprò vendette;
 saprò sposarvi a forza,
 saprò condurvi altrove, e mi trattengo
 sol perché spero...
 GIACINTA Oibò, signor, non vengo.
 FRACASSO Così non farem nulla.
 Troppo fredda voi siete,
 né sapete alla fin cosa volete.
 GIACINTA So che vi voglio ben.
 FRACASSO Del vostro bene
 che n'ho da far, se presto
 non arrivo a sposarvi, e vi perdete
 in occhiate e in sospiri,
 che noi soldati non contiamo un fico?
 GIACINTA Pian, che ci pensi un poco, e ve lo dico.
 GIACINTA
 Marito io vorrei,
 ma senza fatica:
 averlo, se comoda;
 lasciarlo, se intrica;
 che aspetti degli anni,
 che sole le mani
 gli basti baciar.
 In somma io desidero
 un uomo d'ingegno,
 ma fatto di legno,
 che dove lo metto,
 là sappia restar.
 (parte)
 www.librettidopera.it 7 / 61Atto I, scena III La finta semplice
 Scena terza.
 Fracasso, poi Cassandro.
 FRACASSO Oh, starem male insieme,
 ch'ella è tutta di ghiaccio, io tutto fuoco;
 ma pur l'amo non poco,
 e se arrivo a sposarla a mio talento,
 non mi fo più ammazzar per complimento.
 CASSANDRO
 Non c'è al mondo altro che donne:
 ma sian belle, ma sian buone,
 non mi voglio infemminire,
 non mi vo' matrimoniar.
 Servitore... sì signore,
 sua sorella... l'ho con ella,
 vada altrove ad abitar.
 FRACASSO Con chi l'ha don Cassandro?
 CASSANDRO L'ho con i capitani,
 colle capitanesse sue sorelle,
 cogli alfier, coi sergenti,
 coi tamburi e le trombe,
 coi cannoni e le bombe
 che or or vorran con vostra signoria
 il quartier generale in casa mia.
 FRACASSO È forse già arrivata
 la baronessa mia sorella?
 CASSANDRO Appunto.
 Non fosse mai venuta!
 FRACASSO L'avete voi veduta?
 CASSANDRO Non la voglio veder: donne non voglio
 in casa acquartierate.
 FRACASSO A me lo dite? Andate
 a dirlo a chi si aspetta.
 CASSANDRO Spedirò in Transilvania una staffetta.
 8 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena III
 FRACASSO Dove son io, ci deve
 star mia sorella ancora,
 che del pari v'onora.
 CASSANDRO Oh, lo sappiamo;
 ma ci vuol convenienza.
 Si domanda licenza,
 e purché non ci venga a civettare,
 vedremo... e penserem che s'ha da fare.
 FRACASSO Ella sa le creanze,
 so il mio dovere anch'io. Pria la vedete,
 e poi deciderete.
 CASSANDRO Eh, la vedremo;
 perché si dée cerimoniar la donna
 per la sua fratellevol fratellanza.
 Del resto ho per usanza,
 vo' dir che star costumo
 alla larga dal fumo.
 Imperciocché quantunque
 la militare sua baroneria
 la vorrei persuasa
 che mi può imbaronar tutta la casa.
 FRACASSO Olà, mi meraviglio:
 d'una sorella mia
 non si parla così.
 CASSANDRO Di lei non parlo.
 Cioè parlo di tutte, anzi pretendo
 non parlar di nissuna.
 FRACASSO Che stil spropositato! Io non v'intendo.
 CASSANDRO M'intenderà madama,
 conciossiaché di lei
 in casa m'hanno detto,
 che parla e scrive ancor senza alfabeto.
 FRACASSO Certo la troverete
 una buona ragazza.
 CASSANDRO Oimè... sarà una pazza!
 Tanto meglio: sì bene...
 vo' dir che mia cognata
 uno spirito avea da spiritata.
 FRACASSO Della sorella mia
 non dovete già aver tale impressione.
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 CASSANDRO Ma... fo come Catone,
 cioè fuggo i rumori.
 FRACASSO Cosa temete voi? Che v'innamori?
 CASSANDRO Io innamorarmi! Oh sfido
 Lucrezia, Marco Antonio e Catilina.
 N'ho avute una dozzina,
 che volean migliorar questo colosso.
 Ma non voglio: non posso!
 Conciossiaché ho fissato
 verginello morir come son nato.
 FRACASSO Ne ho veduti degli altri,
 che facean colle donne i paladini,
 e poi ci son caduti.
 CASSANDRO I babbuini.
 FRACASSO Ci cadrete, io scommetto,
 presto o tardi voi pure.
 CASSANDRO Uh poveretto!
 FRACASSO Non fate tanto il bravo.
 CASSANDRO Sono in questo un Orlando...
 anzi... cioè... con lui non mi baratto.
 FRACASSO Orlando per le donne era un bel matto.
 FRACASSO
 Guarda la donna in viso,
 e non l'amar, se puoi;
 con un gentil sorriso,
 con quegli occhietti suoi,
 «Vieni», vi dice, «vieni,
 se per me piangi e peni,
 ch'io t'ho da consolar.»
 E siano pure infide,
 siano le donne ingrate:
 quando una guarda e ride,
 vogliate o non vogliate,
 bisogna perdonar.
 (parte)
 CASSANDRO Eh, ben ben, ci vedremo, e sua sorella
 metterla voglio in tanta soggezione,
 che creda di parlar con Cicerone.
 (parte)
 10 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena III
 Scena quarta.
 Gabinetto nella casa di Cassandro.
 
 Rosina, Ninetta, poi Polidoro.
 ROSINA
 Colla bocca, e non col core,
 tutti sanno innamorar.
 Ma chi vuol fede ed amore,
 da me venga ad imparar
 che si può senza rossore
 gradir tutti, e un solo amar.
 NINETTA Sicché m'avete inteso?
 ROSINA So cosa deggio fare.
 NINETTA Fateli innamorare
 questi due sciocchi, e giacché l'un ne viene,
 cominciate da lui.
 ROSINA Qual vien di loro?
 NINETTA Viene don Polidoro,
 e con lui ci vuol poco,
 che di sposarla ei tratta
 se vede con la scuffia anche una gatta.
 ROSINA Zitto, ch'egli entra adesso.
 POLIDORO Ehi?
 (dalla porta fa cenno a Ninetta che corre a lui)
 NINETTA Signore.
 POLIDORO È permesso?
 NINETTA Cosa?
 POLIDORO Veder madama.
 www.librettidopera.it 11 / 61Atto I, scena IV La finta semplice
 ROSINA (correndogli incontro)
 Favorisca, se il brama.
 Complimenti non vo'; sempre padrone.
 Ecco a baciar la mano,
 ecco là da seder; voglio l'onore
 dell'amicizia vostra, e qua si viene,
 si va, si resta a desinare, a cena,
 perché io non ho pretese,
 e tratto cogli amici alla francese.
 (facendo cenno a Ninetta)
 POLIDORO Ehi?
 NINETTA Da me che volete?
 POLIDORO Cosa risponderò?
 NINETTA Non intendete
 che non vuol cerimonie, e tutto è buono
 quel che vi viene in bocca?
 POLIDORO Ho capito... Madama,
 gran bell'abito avete!
 ROSINA Eh, bagattelle
 all'uso del paese.
 POLIDORO Oh, come belle
 quelle scarpine ancora!
 ROSINA (Che sciocco!)
 POLIDORO Ma signora,
 più delle scarpe vostre, io mi dichiaro,
 siete bella voi stessa.
 NINETTA (Oh, che somaro!)
 ROSINA Tutta vostra bontà.
 POLIDORO Voi mi piacete.
 ROSINA Oh, troppo onor!
 POLIDORO Volete
 prendermi per marito?
 ROSINA Io non son degna
 d'una tanta fortuna.
 POLIDORO Eh, non importa.
 Anch'io non voglio cerimonie, e basta
 che non lo sappia mio fratel: del resto
 vi sposo adesso qui.
 12 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena IV
 ROSINA Ma così presto?
 Così arrivata in casa vostra appena,
 e nel vostro paese?
 POLIDORO Sì ben, come diceste, alla francese.
 ROSINA Alla francese ancora,
 domanda un matrimonio i passi suoi.
 S'ama da prima, e poi
 qualche visita almeno,
 qualche gentil biglietto,
 qualche bel regaletto;
 in somma un uom di spirito qual siete,
 in somiglianti impegni
 bisogno non avrà che altri gli insegni.
 POLIDORO Insegnatemi pure,
 ma la visita è fatta;
 e il regalo farò senza fatica.
 Quello che più m'intrica
 è il biglietto, o madama,
 ché a scriver mai non m'insegnò la mamma.
 NINETTA Eh non serve, signore;
 sarò io, se volete,
 la vostra segretaria.
 POLIDORO Ma nol dite a nessun.
 NINETTA Nemmeno all'aria.
 POLIDORO Così ci sposerem.
 ROSINA Tempo e cervello.
 POLIDORO Non basta un'ora?
 NINETTA È qua vostro fratello.
 POLIDORO Oh poveretto me!
 ROSINA Non dubitate;
 perché nulla sospetti,
 io me ne andrò finché con voi ragiona.
 POLIDORO Se con voi mi ritrova, ei mi bastona.
 ROSINA Siatemi voi costante;
 ché, per esservi amante,
 fin col fratello vostro
 a me non mancheran mille ripieghi,
 e se m'ha da parlar, vo' che mi preghi.
 (parte)
 www.librettidopera.it 13 / 61Atto I, scena IV La finta semplice
 NINETTA Gran fortuna è la vostra!
 Chi moglie tal non prende, è grosso e tondo,
 perché di queste ne son poche al mondo.
 (parte)
 Scena quinta.
 Cassandro e detto.
 POLIDORO Oh, la prendo da vero.
 CASSANDRO Dov'è la baronessa?
 POLIDORO In qualche sito
 sarà sicuramente.
 CASSANDRO Oh scimunito!
 Voi mi fate vergogna;
 e non aveste mai
 il coraggio, cioè la petulanza,
 di parlar seco lei?
 POLIDORO Le ho già parlato.
 CASSANDRO Ella v'avrà trovato
 un stolido rampollo... sì signore,
 della progenie nostra ingenerata
 di mascolini eroi.
 POLIDORO S'è innamorata.
 CASSANDRO Di voi?
 POLIDORO Di me.
 CASSANDRO Sarà una sciocca anch'ella?
 POLIDORO Ve la mantengo, è bella.
 CASSANDRO Bella, ma senza spirito:
 bella senza intelletto.
 POLIDORO Ha un spirito... da spirito folletto.
 CASSANDRO Non è dunque per voi;
 amar non può uno storno,
 e statele lontan.
 POLIDORO La notte, o il giorno?
 14 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena V
 CASSANDRO E giorno, e notte, e sempre,
 seco lei non trescate.
 POLIDORO Farò quel che voi fate.
 CASSANDRO Io posso far che voglio. Infra noi due
 c'è una gran differenza.
 POLIDORO Siamo però fratelli, in conclusione.
 CASSANDRO Ma son io uom di garbo, e voi minchione.
 POLIDORO Sarò per altro un uomo.
 CASSANDRO E per questo?
 POLIDORO La donna
 mi piace, e d'una moglie ho anch'io bisogno.
 CASSANDRO Da farne che, baggiano?
 POLIDORO Quel che gli altri ne fanno.
 CASSANDRO Voi donne? Voi mogliera? Oh che asinaccio!
 POLIDORO Zitto, zitto, che taccio.
 CASSANDRO Non lo dite più mai.
 POLIDORO Farò senza parlar.
 CASSANDRO Cosa farai?
 POLIDORO Tutto quel che volete.
 CASSANDRO Mai più parlar di donne.
 POLIDORO Sì signore.
 CASSANDRO Non guardar per amore
 mai più la baronessa.
 POLIDORO Signor sì.
 CASSANDRO E quando ella vi guarda,
 cioè quando vi piace,
 chiuder gli occhi, fuggir, farle dispetto.
 POLIDORO Andrò a cacciarmi per paura in letto.
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 POLIDORO
 Cosa ha mai la donna indosso
 che mi piace tanto tanto?
 Se la guardo, in lei m'incanto:
 se la tocco, mi fo rosso;
 e che caldo ella mi fa!
 Il malanno che li porti,
 quei che sprezzan le consorti.
 Carezzarla, coccolarla
 una moglie, poveretta.
 Una moglie, benedetta,
 anche a me, per carità.
 (parte)
 Scena sesta.
 Cassandro e Rosina.
 CASSANDRO Grand'uomo che son io,
 per non temer le donne! Ecco che viene
 la baronessa, e sfoderar bisogna
 tutta la mia eloquenza, onde ella veda,
 dal mio cerimonial cerimoniante,
 che lo spirito suo meco è spirante.
 ROSINA Chi è qua?... Fratello... aiuto.
 (ritirandosi spaventata)
 CASSANDRO Cosa avete veduto?
 Cioè, di che temete?
 Un galantuom son io.
 ROSINA Un galantuomo?
 CASSANDRO Al portamento, al viso,
 all'abito leggiadro,
 chi, come e quale mi credeste?
 ROSINA Un ladro.
 CASSANDRO Per una qual voi siete
 spiritosa pulcella,
 questa è una debolezza.
 ROSINA Io spiritosa?
 Oh sì, signore, e come!
 16 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena VI
 CASSANDRO (Non mi pare;
 ma la vo' esaminare.)
 (fa portar delle sedie)
 Sediam qui, baronessa,
 e discorriamla un poco.
 ROSINA Saria meglio in cucina, appresso il fuoco.
 CASSANDRO (Che stolida!) Volete
 che parliamo in francese,
 in tedesco, in turchesco o in italiano?
 ROSINA Come che più vi piace.
 CASSANDRO In verso, o in prosa?
 ROSINA Oibò, né l'un, né l'altro.
 CASSANDRO Come, se ognun che parla,
 cioè sempre favella il mondo intero
 e in prosa, o in versi?
 ROSINA Io nol sapea da vero.
 CASSANDRO Ma dunque, che sa lei?
 ROSINA So che tre e tre fan sei.
 CASSANDRO Poter del mondo! Siete
 una gran dottoressa in aritmetica.
 E non è già sì poco
 nell'età vostra... di quanti anni?
 ROSINA Gli anni?
 CASSANDRO Sì, signora madama.
 ROSINA Lasciate che ci pensi.
 CASSANDRO E così?
 ROSINA Gli anni adesso
 son mille settecento
 sessantaquattro in punto.
 CASSANDRO Oh che portento!
 ROSINA Chi è questo signore?
 CASSANDRO Non sapete che sia
 il portento, il prodigio
 da tutti conosciuto?
 ROSINA Non ho l'onor d'averlo mai veduto.
 www.librettidopera.it 17 / 61Atto I, scena VI La finta semplice
 CASSANDRO (Che innocente fanciulla!
 Questa non fa paura.)
 Ma nulla voi sapete?
 ROSINA Oh, so un poco di tutto.
 CASSANDRO Verbigrazia?
 Voglio dir, per esempio?
 ROSINA Sì signore.
 CASSANDRO Cosa sapete voi?
 ROSINA Far all'amore.
 CASSANDRO L'avete fatto mai?
 ROSINA Signore sì.
 CASSANDRO E al giorno d'oggi
 Lo fate?
 ROSINA Sì signore.
 CASSANDRO E lo vorrete far anche dappoi?
 ROSINA Signor sì.
 CASSANDRO Ma con chi?
 ROSINA Bella! Con voi.
 CASSANDRO Con me? M'accosto un poco,
 che questa è al caso mio.
 ROSINA (Povero allocco!)
 CASSANDRO (Un muso da museo,
 una buona pulcella innocentina.
 Eh, lascia far a noi.) Ehi... madamina.
 ROSINA Che volete?
 CASSANDRO Accostatevi.
 ROSINA Così?
 (s'accosta un poco)
 CASSANDRO Così in buon'ora.
 (la tira vicino affatto)
 ROSINA Se volete, io vi vengo in braccio ancora.
 CASSANDRO (Senz'altro è innamorata.)
 Ma dite in confidenza,
 voi faceste all'amore
 anche con mio fratello?
 18 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena VI
 ROSINA Sì signore.
 CASSANDRO E sposarvi vorrebbe?
 ROSINA Signor sì.
 CASSANDRO Onde, se io vi sposassi,
 rivale avrei la fratellanza in casa,
 e dividendo il core
 mi fareste voi forse?...
 ROSINA Oh, sì signore.
 CASSANDRO (Poter del mondo! Io sfido
 tutta la quinta essenza femminesca
 ad esser più sincera:
 cioè più di costei sciocca e ciarliera.)
 ROSINA Ah!...
 CASSANDRO Cosa è quel sospiro?
 ROSINA Quanto più vi rimiro,
 voi nemmen mi guardate.
 CASSANDRO Anzi a forza d'occhiate
 vi assorbo e vi divoro.
 ROSINA Una manina almeno.
 CASSANDRO Ecco la mano.
 (Quanto è mai compiacente!
 E come mi vien caldo!)
 ROSINA Quanto siete mai bello!
 CASSANDRO Me l'han detto degli altri.
 ROSINA Oh, questo anello?
 CASSANDRO Mi costa mille scudi.
 ROSINA Se mi voleste bene?...
 CASSANDRO Oh, son di fuoco.
 ROSINA Mel dovreste donar.
 CASSANDRO Torno tra poco.
 (alzandosi in fretta)
 ROSINA Partite da chi v'ama?
 CASSANDRO Sento là fuora che qualcun mi chiama.
 ROSINA Lasciatemi l'anello,
 che in vece vostra compagnia mi tenga.
 www.librettidopera.it 19 / 61Atto I, scena VI La finta semplice
 CASSANDRO Sì bene, un'altra volta:
 cioè mai più, conciossiaché so io...
 l'anello ha d'esser mio.
 ROSINA Perché voi non mi amate.
 CASSANDRO Oh mai... non dubitate.
 Ma...
 ROSINA Siete troppo avaro.
 CASSANDRO Oh mai, me ne dichiaro;
 ma...
 ROSINA Se non ho da voi
 questa memoria almen, presto mi scordo.
 CASSANDRO A questa cantilena oggi son sordo.
 CASSANDRO
 Cosa dicon tanti e tanti,
 che in amor spender bisogna?
 Falso, falso, è una menzogna,
 è una gran bestialità.
 Questo è far le sue galanti
 più superbe, più arroganti;
 e chi amar vuole all'usanza,
 dei sospiri in abbondanza
 delle smanie e batticori,
 ma regali, no signori,
 che l'amor più durerà.
 (parte)
 Scena settima.
 Fracasso, Ninetta e detta.
 FRACASSO E ben, sorella mia?
 ROSINA Siamo a buon segno,
 e in questo dì m'impegno
 d'innamorarli tutti due del pari,
 sino a farmi sposar.
 FRACASSO Basta ch'io sposi
 Giacinta, lor sorella.
 NINETTA E ch'io, sua damigella,
 abbia Simone per marito mio.
 20 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena VII
 ROSINA Tutto va ben; ma vo' marito anch'io.
 FRACASSO Sono sì pazzi entrambi,
 ch'io non saprei qual sia per voi migliore.
 NINETTA Il più sciocco è il minore:
 attaccatevi a lui,
 che farete più presto;
 ed una moglie spiritosa e bella,
 come l'han molte e molte,
 un marito ha d'aver buono tre volte.
 FRACASSO No, che quell'altro almeno
 un uom non è di legno, e mia sorella
 di ridurlo a dovere è ben capace.
 ROSINA Io sposerò quello che più mi piace
 ma perché piaccia un uomo,
 e perché amor non sia di noi tiranno
 cosa si debba far, tutte non sanno.
 ROSINA
 Senti l'eco, ove t'aggiri,
 sussurrar tra fiori e fronde;
 ma se gridi o se sospiri,
 quello sol l'eco risponde
 che ti sente a ragionar.
 Così far dovrebbe ancora
 cogli amanti, e questa e quella:
 voler bene a chi l'adora,
 corbellar chi ne corbella,
 non dar niente a chi non dona,
 ché l'usanza è bella e buona
 di far quel che gli altri fanno,
 e in amor non può fallar.
 (parte)
 Scena ottava.
 Polidoro e detti.
 POLIDORO Ninetta.
 NINETTA Che volete?
 POLIDORO Digli a colui che vada,
 perché t'ho da parlar da solo a sola.
 www.librettidopera.it 21 / 61Atto I, scena VIII La finta semplice
 FRACASSO Dov'è la convenienza?
 Quivi alla mia presenza
 non si parla in secreto.
 POLIDORO Andate via,
 che ho un non so che da dirle.
 FRACASSO A mia sorella
 porto rispetto adesso, e alla sua stanza,
 ma noi v'insegneremo la creanza.
 (parte)
 NINETTA Voi l'avete irritato.
 POLIDORO Eh, non importa.
 NINETTA E se vi bastonasse?
 POLIDORO Eh, prenderemo
 le bastonate ancora
 per quella che m'adora; e preme adesso
 quel biglietto che sai.
 NINETTA L'ho preparato:
 eccolo sigillato.
 Di tenerezze è pieno,
 e basta ritrovar chi a lei lo dia
 perché io non sarei buona.
 POLIDORO Glielo darò in persona.
 NINETTA Oh, bravo da dovvero!
 La moda è nuova affatto;
 ma la migliore è poi
 far tutti da sua posta i fatti suoi.
 22 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena VIII
 NINETTA
 Chi mi vuol bene,
 presto mel dica,
 che per capire
 non vo' fatica,
 né intisichire
 per civiltà.
 Tutti i biglietti
 io ve li dono:
 sono seccaggini,
 son melensaggini,
 e alla più presta
 da testa a testa
 tutto si fa.
 (parte)
 Scena nona.
 Polidoro, poi Rosina, Ninetta, Polidoro, Fracasso, poi
 Cassandro, Giacinta e Simone.
 POLIDORO Adesso è fatto tutto.
 Questo è il biglietto che da me pretende
 l'innamorata mia.
 Anche il regalo è pronto,
 onde faccio il mio conto
 che nissun me la toglie,
 e saremo così marito e moglie.
 Ecco che viene appunto. Allegramente,
 che solo qui mi trova;
 e se ancor qui venisse mio fratello,
 in sua presenza aver dovrà cervello.
 (Rosina, Ninetta, Polidoro, Fracasso, poi Cassandro, Giacinta e Simone coll'ordine seguente)
 ROSINA Dove avete la creanza?
 Mio fratello e la mia stanza
 sempre s'ha da rispettar.
 FRACASSO Cospettaccio, cospettone,
 vo' da voi soddisfazione,
 o vi faccio bastonar.
 www.librettidopera.it 23 / 61Atto I, scena IX La finta semplice
 POLIDORO Non so niente, poveretto.
 N'è cagion questo biglietto,
 ch'io le avea da presentar.
 FRACASSO Un biglietto a mia sorella?
 NINETTA La faceste ora più bella?
 ROSINA E FRACASSO Non prendiam vostri biglietti,
 non sappiam di voi che far.
 POLIDORO Me l'avete voi richiesto.
 ROSINA E FRACASSO Per noi due che affronto è questo!
 POLIDORO Ah Ninetta, che paura!
 NINETTA (lo fa inginocchiare)
 In ginocchio a dirittura,
 e pregarli a perdonar.
 FRACASSO Non perdono per sì poco.
 NINETTA Lo scrissi io, così per giuoco.
 ROSINA E FRACASSO Compatiam la debolezza,
 e per fargli una finezza
 s'ha il biglietto da accettar.
 CASSANDRO Bravo, fratello:
 brava, madama!
 Così in ginocchio
 cosa si fa?
 POLIDORO Ora sto fresco!
 Caro tedesco,
 voi difendetemi
 per carità.
 CASSANDRO Anche biglietti,
 mia signorina,
 quel mamalucco
 scriver vi sa?
 ROSINA Oibò, signore,
 questo biglietto
 pieno d'amore
 è per voi scritto
 in verità.
 CASSANDRO Scritto l'avete
 per me, carina?
 NINETTA Brava davvero!
 24 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena IX
 FRACASSO Povero allocco!
 CASSANDRO Leggiamo un poco:
 datelo qua.
 (prende il biglietto, e si ritira a leggerlo)
 POLIDORO Finché il fratel non guarda,
 prendete il regaletto
 che voi m'avete detto,
 per farmi poi sposar.
 (le porge una borsa)
 ROSINA A me si dan danari?
 (prende con dispetto)
 NINETTA Che diavolo faceste?
 ROSINA E FRACASSO Per Bacco, i nostri pari
 non l'han da sopportar.
 CASSANDRO Che fassi in quel cantone?
 Fratello mio buffone,
 a lei non t'accostar.
 ROSINA Povero Polidoro!
 Che questa borsa d'oro
 mi dà, se il voglio amar.
 CASSANDRO Che pezzo d'asinaccio!
 Di queste io non ne faccio,
 né sono con le donne
 sì facile a cascar.
 ROSINA Se mi volete bene,
 quest'oro voi serbate,
 e quell'anel mi date
 per farlo disperar.
 CASSANDRO L'anel?
 ROSINA Per un pochetto.
 CASSANDRO L'anel?
 ROSINA Vel rendo subito.
 CASSANDRO Da vero che ne dubito;
 ma in grazia del biglietto
 che con tal gusto ho letto,
 vi voglio contentar.
 (le dà l'anello)
 www.librettidopera.it 25 / 61Atto I, scena IX La finta semplice
 SIMONE Presto, madama,
 che uno vi chiama,
 e vi vorrebbe
 complimentar.
 (parte)
 ROSINA Subito... addio.
 (volendo partire)
 CASSANDRO L'anello mio?
 (la trattiene)
 FRACASSO Corpo del diavolo!
 Non vuol mangiarvelo.
 NINETTA Non vuol scappar.
 SIMONE Presto, signora,
 che c'è di fuora
 chi vi desidera
 seco a pranzar.
 ROSINA Andiam, fratello.
 (come sopra)
 CASSANDRO Prima il mio anello.
 (come sopra)
 ROSINA E FRACASSO Poter del mondo!
 De' pari nostri
 s'ha da fidar.
 CASSANDRO Senza che andiate
 con chi vi brama,
 fate che resti
 quel che vi chiama,
 che io darò a tutti
 da desinar.
 GIACINTA E NINETTA Bravo, bravissimo!
 FRACASSO Così va fatto.
 POLIDORO E SIMONE Quest'è cervello!
 CASSANDRO Così l'anello
 non sparirà.
 26 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena IX
 TUTTI
 Dunque a pranzo in compagnia,
 e tra il vino e l'allegria
 che si balli e che si canti.
 Tutti amici, tutti amanti.
 Viva amore e la beltà!
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