La finta semplice (1)

 

Teatro Fraschini - Pavia

Giovedì 24 ottobre 2013 ore 20:30

Organizzato da Teatro Fraschini Pavia
in collaborazione cono Circuito Lirico Lombardo
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
La finta semplice

Solisti di canto / Personaggi
SALOME JICIA
Rosina, Baronessa unghera, sorella di Fracasso, la quale si finge semplice (soprano)
ANDREA CONCETTI
Don Cassandro, ricco terrazzano cremonese, gentiluomo sciocco ed avaro (basso)
RAOUL d'ERAMO
Don Polidoro, suo fratello minore, gentiluomo sciocco (tenore)
ELENA BELFIORE
Giacinta', loro sorella (soprano)
BIANCA TOGNOCCHI
Ninetta, loro cameriera (soprano)
MATTEO MEZZARO
Fracasso, capitano nelle truppe unghere acquartierate sul Cremonese, e fratello di Rosina (tenore)
GABRIELE NANI
Simone, suo sergente (basso)
Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano
SALVATORE PERCACCIOLO
Direttore d'orchestra

Coproduzione dei Teatri del Circuito Lirico Lombardo
Teatro Fraschini di Pavia, Teatro Grande di Brescia, Teatro Ponchielli di Cremona, Teatro Sociale di Como – As.Li.Co.
Recite
mercoledì 23 ottobre 2013_10_23, giovedì 24 ottobre 2013_10_24 alle ore 20.30.


La seconda opera in cartellone è un dramma giocoso che il genio musicale compose a 12 anni. In questa edizione è firmata da Elisabetta Courir. La direzione musicale è affidata a Salvatore Percacciolo.
Nel cast Andrea Concetti (Don Cassandro) i tenori Raoul Deramo e Matteo Mezzano (rispettivamente Don Polidoro e Fracasso), Salome Jicia (Rosina) e Bianca Tognocchi (Ninetta), Elena Belfiore (Giacinta) e Gabriele Nani (Simone).
Salvatore Percacciolo si è formato nei conservatori di Messina e Palermo, in direzione d’orchestra a Firenze, è vincitore del Premio Carlo Maria Giulini (2005).
Elisabetta Curir, regista bolognese di formazione classica, ha collaborato, tra gli altri, con Dario Fo e Federico Tiezzi.
Il Circuito Lirico Lombardo è un progetto promosso, sostenuto e coordinato da Regione Lombardia, con il quale si è voluta valorizzare la ricca tradizione operistica dei Teatri di Tradizione lombardi. Il circuito regionale ha permesso di realizzare e promuovere programmazioni liriche di grande qualità attraverso la formazione di un sistema strutturato di coproduzione, distribuzione e promozione.
Opera rappresentata con sovratitoli.
BIGLIETTERIA C.so Strada Nuova 136 - Pavia
Aperta dal lunedì al sabato dalle ore 11 alle 13 e dalle 17 alle 19
Aperta un’ora prima di ogni spettacolo tel. 0382-371214
PREZZI
Da 55 euro (platea e palchi centrali) a 14 euro (posti in piedi non numerati).
ACQUISTO ON LINE www.teatrofraschini.org
Call center Vivaticket by Charta 899.666.805
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Atto I -- Atto II -- Atto III


Seguono immagini della serata:

LA FINTA  SEMPLICE
DRAMMA GIOCOSO PER  MUSICA
di CARLO GOLDONI
Prima rappresentazione: 1764, Venezia.

PERSONAGGI
ROSINA baronessa unghera.
Don CASSANDRO ricco terrazzano cremonese.
Don POLIDORO suo fratello minore.
Donna GIACINTA loro sorella.
NINETTA loro cameriera.
FRACASSO capitano nelle truppe unghere acquartierate sul Cremonese, e 
fratello di Rosina.
SIMONE suo sergente.
La scena è in una terra del cremonese.
 

 
 

ATTO PRIMO
Scena prima.
Giardino con un viale d'alberi che si stende dalla pianura sopra 
d'una eminenza, dove termina nella facciata d'un palazzino da 
campagna.

Giacinta, Ninetta, Fracasso e Simone.
TUTTI Bella cosa è far l'amore!
Bello è assai degli anni il fiore!
Bella è più la libertà!
GIACINTA Ma un momento così bello
forse più non tornerà.
FRACASSO Son soldato, e a far duello
guai se alcun mi sforzerà.
NINETTA Bravo questo, e bravo quello,
ma nissun ne sposerà.
SIMONE La tua testa è un molinello;
questo sol temer mi fa.
TUTTI Bella cosa è far l'amore!
Bello è assai degli anni il fiore!
Bella è più la libertà!
GIACINTA Ritiriamoci, amico,
che temo esser sorpresa
da' miei fratelli sì bizzarri e strani.
4 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena I
NINETTA Addio, Simone, e ci vedrem domani.
FRACASSO Ma cospetto di Bacco!
Son pur due mesi adesso,
che in casa vostra abbiam stanza e quartiero;
e tuttavia si teme,
se siam trovati due momenti insieme.
GIACINTA Sapete pur chi sono
i due fratelli miei!
NINETTA Sono due pazzi,
due storni, due merlotti,
Due gran caricature.
FRACASSO Che importa a me? Sian pure;
io li farò tremare. Alfin si tratta
di farvi sposa mia.
SIMONE Si tratta alfine,
che possa anch'io sposar questa ragazza.
GIACINTA Guai, se lo sa il maggiore: egli ne ammazza.
FRACASSO L'ammazzeremo lui.
SIMONE Li sforzeremo a queste nozze entrambi.
NINETTA Oh, non fate gli strambi,
che per far queste nozze
non val bravura, e furberia ci vuole.
FRACASSO Come sarebbe a dir?
NINETTA Sarebbe a dire
che l'un de' miei padroni
perché fu maltrattato
da sua cognata un tempo, e l'altro poi
per timore del primo, or son del pari
nemici delle donne.
SIMONE Oh che somari!
FRACASSO Dunque, che vuoi tu fare?
NINETTA Vo' farli innamorare.
FRACASSO Di chi?
SIMONE Di qualche vecchia
che sappia far la bella?
NINETTA Non aspettate voi vostra sorella?
FRACASSO Arriverà a momenti.

NINETTA Fate che parli meco
più presto che potete;
fate che voglia anch'ella
regolarsi a mio modo, e non temete,
che noi ci sposerem quando volete.
FRACASSO Quando non vuoi che questo,
io farò tutto, e presto. Olà, Simone,
all'osteria vicina
smontar dée mia sorella. Ivi l'aspetta;
va' ad avvisar Ninetta
subito che sia giunta, e sia tua cura
che le possa parlar senza paura.
SIMONE Benissimo, signore:
ma quando avran parlato
queste due volpi insieme,
io dubito di pioggia e di tempesta;
e tutti ne diran: guarda la testa.
SIMONE
Troppa briga a prender moglie,
troppa briga in verità.
Non è cosa da soldato,
che la vuole a buon mercato,
o di meno ancor ne fa.
Son le donne belle e buone,
ma se tanto han da costar,
per un sol mazzo di carte,
per un fiasco di buon vino,
per due pipe di tabacco,
ve le do tutte in un sacco,
né mi vo' più maritar.
(parte)
Scena seconda.
Giacinta, Ninetta, e Fracasso.
NINETTA L'un de' patroni è alzato,
ché aperte già le sue finestre io veggio.
FRACASSO Ben, che sarà per questo?
NINETTA Oh niente, e a vostro grado
restate voi, che a trappolarli io vado.
(parte)
FRACASSO Ninetta è scaltra assai.
GIACINTA Ma assai conosco i miei fratelli anch'io.
FRACASSO Ad un uomo par mio,
che ad essi far potrebbe un brutto giuoco,
per dir di no ci penseranno un poco.
GIACINTA Vel diran certamente.
FRACASSO Se mel diran, farne saprò vendette;
saprò sposarvi a forza,
saprò condurvi altrove, e mi trattengo
sol perché spero...
GIACINTA Oibò, signor, non vengo.
FRACASSO Così non farem nulla.
Troppo fredda voi siete,
né sapete alla fin cosa volete.
GIACINTA So che vi voglio ben.
FRACASSO Del vostro bene
che n'ho da far, se presto
non arrivo a sposarvi, e vi perdete
in occhiate e in sospiri,
che noi soldati non contiamo un fico?
GIACINTA Pian, che ci pensi un poco, e ve lo dico.
GIACINTA
Marito io vorrei,
ma senza fatica:
averlo, se comoda;
lasciarlo, se intrica;
che aspetti degli anni,
che sole le mani
gli basti baciar.
In somma io desidero
un uomo d'ingegno,
ma fatto di legno,
che dove lo metto,
là sappia restar.
(parte)
www.librettidopera.it 7 / 61Atto I, scena III La finta semplice
Scena terza.
Fracasso, poi Cassandro.
FRACASSO Oh, starem male insieme,
ch'ella è tutta di ghiaccio, io tutto fuoco;
ma pur l'amo non poco,
e se arrivo a sposarla a mio talento,
non mi fo più ammazzar per complimento.
CASSANDRO
Non c'è al mondo altro che donne:
ma sian belle, ma sian buone,
non mi voglio infemminire,
non mi vo' matrimoniar.
Servitore... sì signore,
sua sorella... l'ho con ella,
vada altrove ad abitar.
FRACASSO Con chi l'ha don Cassandro?
CASSANDRO L'ho con i capitani,
colle capitanesse sue sorelle,
cogli alfier, coi sergenti,
coi tamburi e le trombe,
coi cannoni e le bombe
che or or vorran con vostra signoria
il quartier generale in casa mia.
FRACASSO È forse già arrivata
la baronessa mia sorella?
CASSANDRO Appunto.
Non fosse mai venuta!
FRACASSO L'avete voi veduta?
CASSANDRO Non la voglio veder: donne non voglio
in casa acquartierate.
FRACASSO A me lo dite? Andate
a dirlo a chi si aspetta.
CASSANDRO Spedirò in Transilvania una staffetta.
8 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena III
FRACASSO Dove son io, ci deve
star mia sorella ancora,
che del pari v'onora.
CASSANDRO Oh, lo sappiamo;
ma ci vuol convenienza.
Si domanda licenza,
e purché non ci venga a civettare,
vedremo... e penserem che s'ha da fare.
FRACASSO Ella sa le creanze,
so il mio dovere anch'io. Pria la vedete,
e poi deciderete.
CASSANDRO Eh, la vedremo;
perché si dée cerimoniar la donna
per la sua fratellevol fratellanza.
Del resto ho per usanza,
vo' dir che star costumo
alla larga dal fumo.
Imperciocché quantunque
la militare sua baroneria
la vorrei persuasa
che mi può imbaronar tutta la casa.
FRACASSO Olà, mi meraviglio:
d'una sorella mia
non si parla così.
CASSANDRO Di lei non parlo.
Cioè parlo di tutte, anzi pretendo
non parlar di nissuna.
FRACASSO Che stil spropositato! Io non v'intendo.
CASSANDRO M'intenderà madama,
conciossiaché di lei
in casa m'hanno detto,
che parla e scrive ancor senza alfabeto.
FRACASSO Certo la troverete
una buona ragazza.
CASSANDRO Oimè... sarà una pazza!
Tanto meglio: sì bene...
vo' dir che mia cognata
uno spirito avea da spiritata.
FRACASSO Della sorella mia
non dovete già aver tale impressione.
www.librettidopera.it 9 / 61Atto I, scena III La finta semplice
CASSANDRO Ma... fo come Catone,
cioè fuggo i rumori.
FRACASSO Cosa temete voi? Che v'innamori?
CASSANDRO Io innamorarmi! Oh sfido
Lucrezia, Marco Antonio e Catilina.
N'ho avute una dozzina,
che volean migliorar questo colosso.
Ma non voglio: non posso!
Conciossiaché ho fissato
verginello morir come son nato.
FRACASSO Ne ho veduti degli altri,
che facean colle donne i paladini,
e poi ci son caduti.
CASSANDRO I babbuini.
FRACASSO Ci cadrete, io scommetto,
presto o tardi voi pure.
CASSANDRO Uh poveretto!
FRACASSO Non fate tanto il bravo.
CASSANDRO Sono in questo un Orlando...
anzi... cioè... con lui non mi baratto.
FRACASSO Orlando per le donne era un bel matto.
FRACASSO
Guarda la donna in viso,
e non l'amar, se puoi;
con un gentil sorriso,
con quegli occhietti suoi,
«Vieni», vi dice, «vieni,
se per me piangi e peni,
ch'io t'ho da consolar.»
E siano pure infide,
siano le donne ingrate:
quando una guarda e ride,
vogliate o non vogliate,
bisogna perdonar.
(parte)
CASSANDRO Eh, ben ben, ci vedremo, e sua sorella
metterla voglio in tanta soggezione,
che creda di parlar con Cicerone.
(parte)
10 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena III
Scena quarta.
Gabinetto nella casa di Cassandro.
­­­
Rosina, Ninetta, poi Polidoro.
ROSINA
Colla bocca, e non col core,
tutti sanno innamorar.
Ma chi vuol fede ed amore,
da me venga ad imparar
che si può senza rossore
gradir tutti, e un solo amar.
NINETTA Sicché m'avete inteso?
ROSINA So cosa deggio fare.
NINETTA Fateli innamorare
questi due sciocchi, e giacché l'un ne viene,
cominciate da lui.
ROSINA Qual vien di loro?
NINETTA Viene don Polidoro,
e con lui ci vuol poco,
che di sposarla ei tratta
se vede con la scuffia anche una gatta.
ROSINA Zitto, ch'egli entra adesso.
POLIDORO Ehi?
(dalla porta fa cenno a Ninetta che corre a lui)
NINETTA Signore.
POLIDORO È permesso?
NINETTA Cosa?
POLIDORO Veder madama.
www.librettidopera.it 11 / 61Atto I, scena IV La finta semplice
ROSINA (correndogli incontro)
Favorisca, se il brama.
Complimenti non vo'; sempre padrone.
Ecco a baciar la mano,
ecco là da seder; voglio l'onore
dell'amicizia vostra, e qua si viene,
si va, si resta a desinare, a cena,
perché io non ho pretese,
e tratto cogli amici alla francese.
(facendo cenno a Ninetta)
POLIDORO Ehi?
NINETTA Da me che volete?
POLIDORO Cosa risponderò?
NINETTA Non intendete
che non vuol cerimonie, e tutto è buono
quel che vi viene in bocca?
POLIDORO Ho capito... Madama,
gran bell'abito avete!
ROSINA Eh, bagattelle
all'uso del paese.
POLIDORO Oh, come belle
quelle scarpine ancora!
ROSINA (Che sciocco!)
POLIDORO Ma signora,
più delle scarpe vostre, io mi dichiaro,
siete bella voi stessa.
NINETTA (Oh, che somaro!)
ROSINA Tutta vostra bontà.
POLIDORO Voi mi piacete.
ROSINA Oh, troppo onor!
POLIDORO Volete
prendermi per marito?
ROSINA Io non son degna
d'una tanta fortuna.
POLIDORO Eh, non importa.
Anch'io non voglio cerimonie, e basta
che non lo sappia mio fratel: del resto
vi sposo adesso qui.
12 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena IV
ROSINA Ma così presto?
Così arrivata in casa vostra appena,
e nel vostro paese?
POLIDORO Sì ben, come diceste, alla francese.
ROSINA Alla francese ancora,
domanda un matrimonio i passi suoi.
S'ama da prima, e poi
qualche visita almeno,
qualche gentil biglietto,
qualche bel regaletto;
in somma un uom di spirito qual siete,
in somiglianti impegni
bisogno non avrà che altri gli insegni.
POLIDORO Insegnatemi pure,
ma la visita è fatta;
e il regalo farò senza fatica.
Quello che più m'intrica
è il biglietto, o madama,
ché a scriver mai non m'insegnò la mamma.
NINETTA Eh non serve, signore;
sarò io, se volete,
la vostra segretaria.
POLIDORO Ma nol dite a nessun.
NINETTA Nemmeno all'aria.
POLIDORO Così ci sposerem.
ROSINA Tempo e cervello.
POLIDORO Non basta un'ora?
NINETTA È qua vostro fratello.
POLIDORO Oh poveretto me!
ROSINA Non dubitate;
perché nulla sospetti,
io me ne andrò finché con voi ragiona.
POLIDORO Se con voi mi ritrova, ei mi bastona.
ROSINA Siatemi voi costante;
ché, per esservi amante,
fin col fratello vostro
a me non mancheran mille ripieghi,
e se m'ha da parlar, vo' che mi preghi.
(parte)
www.librettidopera.it 13 / 61Atto I, scena IV La finta semplice
NINETTA Gran fortuna è la vostra!
Chi moglie tal non prende, è grosso e tondo,
perché di queste ne son poche al mondo.
(parte)
Scena quinta.
Cassandro e detto.
POLIDORO Oh, la prendo da vero.
CASSANDRO Dov'è la baronessa?
POLIDORO In qualche sito
sarà sicuramente.
CASSANDRO Oh scimunito!
Voi mi fate vergogna;
e non aveste mai
il coraggio, cioè la petulanza,
di parlar seco lei?
POLIDORO Le ho già parlato.
CASSANDRO Ella v'avrà trovato
un stolido rampollo... sì signore,
della progenie nostra ingenerata
di mascolini eroi.
POLIDORO S'è innamorata.
CASSANDRO Di voi?
POLIDORO Di me.
CASSANDRO Sarà una sciocca anch'ella?
POLIDORO Ve la mantengo, è bella.
CASSANDRO Bella, ma senza spirito:
bella senza intelletto.
POLIDORO Ha un spirito... da spirito folletto.
CASSANDRO Non è dunque per voi;
amar non può uno storno,
e statele lontan.
POLIDORO La notte, o il giorno?
14 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena V
CASSANDRO E giorno, e notte, e sempre,
seco lei non trescate.
POLIDORO Farò quel che voi fate.
CASSANDRO Io posso far che voglio. Infra noi due
c'è una gran differenza.
POLIDORO Siamo però fratelli, in conclusione.
CASSANDRO Ma son io uom di garbo, e voi minchione.
POLIDORO Sarò per altro un uomo.
CASSANDRO E per questo?
POLIDORO La donna
mi piace, e d'una moglie ho anch'io bisogno.
CASSANDRO Da farne che, baggiano?
POLIDORO Quel che gli altri ne fanno.
CASSANDRO Voi donne? Voi mogliera? Oh che asinaccio!
POLIDORO Zitto, zitto, che taccio.
CASSANDRO Non lo dite più mai.
POLIDORO Farò senza parlar.
CASSANDRO Cosa farai?
POLIDORO Tutto quel che volete.
CASSANDRO Mai più parlar di donne.
POLIDORO Sì signore.
CASSANDRO Non guardar per amore
mai più la baronessa.
POLIDORO Signor sì.
CASSANDRO E quando ella vi guarda,
cioè quando vi piace,
chiuder gli occhi, fuggir, farle dispetto.
POLIDORO Andrò a cacciarmi per paura in letto.
www.librettidopera.it 15 / 61Atto I, scena V La finta semplice
POLIDORO
Cosa ha mai la donna indosso
che mi piace tanto tanto?
Se la guardo, in lei m'incanto:
se la tocco, mi fo rosso;
e che caldo ella mi fa!
Il malanno che li porti,
quei che sprezzan le consorti.
Carezzarla, coccolarla
una moglie, poveretta.
Una moglie, benedetta,
anche a me, per carità.
(parte)
Scena sesta.
Cassandro e Rosina.
CASSANDRO Grand'uomo che son io,
per non temer le donne! Ecco che viene
la baronessa, e sfoderar bisogna
tutta la mia eloquenza, onde ella veda,
dal mio cerimonial cerimoniante,
che lo spirito suo meco è spirante.
ROSINA Chi è qua?... Fratello... aiuto.
(ritirandosi spaventata)
CASSANDRO Cosa avete veduto?
Cioè, di che temete?
Un galantuom son io.
ROSINA Un galantuomo?
CASSANDRO Al portamento, al viso,
all'abito leggiadro,
chi, come e quale mi credeste?
ROSINA Un ladro.
CASSANDRO Per una qual voi siete
spiritosa pulcella,
questa è una debolezza.
ROSINA Io spiritosa?
Oh sì, signore, e come!
16 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena VI
CASSANDRO (Non mi pare;
ma la vo' esaminare.)
(fa portar delle sedie)
Sediam qui, baronessa,
e discorriamla un poco.
ROSINA Saria meglio in cucina, appresso il fuoco.
CASSANDRO (Che stolida!) Volete
che parliamo in francese,
in tedesco, in turchesco o in italiano?
ROSINA Come che più vi piace.
CASSANDRO In verso, o in prosa?
ROSINA Oibò, né l'un, né l'altro.
CASSANDRO Come, se ognun che parla,
cioè sempre favella il mondo intero
e in prosa, o in versi?
ROSINA Io nol sapea da vero.
CASSANDRO Ma dunque, che sa lei?
ROSINA So che tre e tre fan sei.
CASSANDRO Poter del mondo! Siete
una gran dottoressa in aritmetica.
E non è già sì poco
nell'età vostra... di quanti anni?
ROSINA Gli anni?
CASSANDRO Sì, signora madama.
ROSINA Lasciate che ci pensi.
CASSANDRO E così?
ROSINA Gli anni adesso
son mille settecento
sessantaquattro in punto.
CASSANDRO Oh che portento!
ROSINA Chi è questo signore?
CASSANDRO Non sapete che sia
il portento, il prodigio
da tutti conosciuto?
ROSINA Non ho l'onor d'averlo mai veduto.
www.librettidopera.it 17 / 61Atto I, scena VI La finta semplice
CASSANDRO (Che innocente fanciulla!
Questa non fa paura.)
Ma nulla voi sapete?
ROSINA Oh, so un poco di tutto.
CASSANDRO Verbigrazia?
Voglio dir, per esempio?
ROSINA Sì signore.
CASSANDRO Cosa sapete voi?
ROSINA Far all'amore.
CASSANDRO L'avete fatto mai?
ROSINA Signore sì.
CASSANDRO E al giorno d'oggi
Lo fate?
ROSINA Sì signore.
CASSANDRO E lo vorrete far anche dappoi?
ROSINA Signor sì.
CASSANDRO Ma con chi?
ROSINA Bella! Con voi.
CASSANDRO Con me? M'accosto un poco,
che questa è al caso mio.
ROSINA (Povero allocco!)
CASSANDRO (Un muso da museo,
una buona pulcella innocentina.
Eh, lascia far a noi.) Ehi... madamina.
ROSINA Che volete?
CASSANDRO Accostatevi.
ROSINA Così?
(s'accosta un poco)
CASSANDRO Così in buon'ora.
(la tira vicino affatto)
ROSINA Se volete, io vi vengo in braccio ancora.
CASSANDRO (Senz'altro è innamorata.)
Ma dite in confidenza,
voi faceste all'amore
anche con mio fratello?
18 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena VI
ROSINA Sì signore.
CASSANDRO E sposarvi vorrebbe?
ROSINA Signor sì.
CASSANDRO Onde, se io vi sposassi,
rivale avrei la fratellanza in casa,
e dividendo il core
mi fareste voi forse?...
ROSINA Oh, sì signore.
CASSANDRO (Poter del mondo! Io sfido
tutta la quinta essenza femminesca
ad esser più sincera:
cioè più di costei sciocca e ciarliera.)
ROSINA Ah!...
CASSANDRO Cosa è quel sospiro?
ROSINA Quanto più vi rimiro,
voi nemmen mi guardate.
CASSANDRO Anzi a forza d'occhiate
vi assorbo e vi divoro.
ROSINA Una manina almeno.
CASSANDRO Ecco la mano.
(Quanto è mai compiacente!
E come mi vien caldo!)
ROSINA Quanto siete mai bello!
CASSANDRO Me l'han detto degli altri.
ROSINA Oh, questo anello?
CASSANDRO Mi costa mille scudi.
ROSINA Se mi voleste bene?...
CASSANDRO Oh, son di fuoco.
ROSINA Mel dovreste donar.
CASSANDRO Torno tra poco.
(alzandosi in fretta)
ROSINA Partite da chi v'ama?
CASSANDRO Sento là fuora che qualcun mi chiama.
ROSINA Lasciatemi l'anello,
che in vece vostra compagnia mi tenga.
www.librettidopera.it 19 / 61Atto I, scena VI La finta semplice
CASSANDRO Sì bene, un'altra volta:
cioè mai più, conciossiaché so io...
l'anello ha d'esser mio.
ROSINA Perché voi non mi amate.
CASSANDRO Oh mai... non dubitate.
Ma...
ROSINA Siete troppo avaro.
CASSANDRO Oh mai, me ne dichiaro;
ma...
ROSINA Se non ho da voi
questa memoria almen, presto mi scordo.
CASSANDRO A questa cantilena oggi son sordo.
CASSANDRO
Cosa dicon tanti e tanti,
che in amor spender bisogna?
Falso, falso, è una menzogna,
è una gran bestialità.
Questo è far le sue galanti
più superbe, più arroganti;
e chi amar vuole all'usanza,
dei sospiri in abbondanza
delle smanie e batticori,
ma regali, no signori,
che l'amor più durerà.
(parte)
Scena settima.
Fracasso, Ninetta e detta.
FRACASSO E ben, sorella mia?
ROSINA Siamo a buon segno,
e in questo dì m'impegno
d'innamorarli tutti due del pari,
sino a farmi sposar.
FRACASSO Basta ch'io sposi
Giacinta, lor sorella.
NINETTA E ch'io, sua damigella,
abbia Simone per marito mio.
20 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena VII
ROSINA Tutto va ben; ma vo' marito anch'io.
FRACASSO Sono sì pazzi entrambi,
ch'io non saprei qual sia per voi migliore.
NINETTA Il più sciocco è il minore:
attaccatevi a lui,
che farete più presto;
ed una moglie spiritosa e bella,
come l'han molte e molte,
un marito ha d'aver buono tre volte.
FRACASSO No, che quell'altro almeno
un uom non è di legno, e mia sorella
di ridurlo a dovere è ben capace.
ROSINA Io sposerò quello che più mi piace
ma perché piaccia un uomo,
e perché amor non sia di noi tiranno
cosa si debba far, tutte non sanno.
ROSINA
Senti l'eco, ove t'aggiri,
sussurrar tra fiori e fronde;
ma se gridi o se sospiri,
quello sol l'eco risponde
che ti sente a ragionar.
Così far dovrebbe ancora
cogli amanti, e questa e quella:
voler bene a chi l'adora,
corbellar chi ne corbella,
non dar niente a chi non dona,
ché l'usanza è bella e buona
di far quel che gli altri fanno,
e in amor non può fallar.
(parte)
Scena ottava.
Polidoro e detti.
POLIDORO Ninetta.
NINETTA Che volete?
POLIDORO Digli a colui che vada,
perché t'ho da parlar da solo a sola.
www.librettidopera.it 21 / 61Atto I, scena VIII La finta semplice
FRACASSO Dov'è la convenienza?
Quivi alla mia presenza
non si parla in secreto.
POLIDORO Andate via,
che ho un non so che da dirle.
FRACASSO A mia sorella
porto rispetto adesso, e alla sua stanza,
ma noi v'insegneremo la creanza.
(parte)
NINETTA Voi l'avete irritato.
POLIDORO Eh, non importa.
NINETTA E se vi bastonasse?
POLIDORO Eh, prenderemo
le bastonate ancora
per quella che m'adora; e preme adesso
quel biglietto che sai.
NINETTA L'ho preparato:
eccolo sigillato.
Di tenerezze è pieno,
e basta ritrovar chi a lei lo dia
perché io non sarei buona.
POLIDORO Glielo darò in persona.
NINETTA Oh, bravo da dovvero!
La moda è nuova affatto;
ma la migliore è poi
far tutti da sua posta i fatti suoi.
22 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena VIII
NINETTA
Chi mi vuol bene,
presto mel dica,
che per capire
non vo' fatica,
né intisichire
per civiltà.
Tutti i biglietti
io ve li dono:
sono seccaggini,
son melensaggini,
e alla più presta
da testa a testa
tutto si fa.
(parte)
Scena nona.
Polidoro, poi Rosina, Ninetta, Polidoro, Fracasso, poi 
Cassandro, Giacinta e Simone.
POLIDORO Adesso è fatto tutto.
Questo è il biglietto che da me pretende
l'innamorata mia.
Anche il regalo è pronto,
onde faccio il mio conto
che nissun me la toglie,
e saremo così marito e moglie.
Ecco che viene appunto. Allegramente,
che solo qui mi trova;
e se ancor qui venisse mio fratello,
in sua presenza aver dovrà cervello.
(Rosina, Ninetta, Polidoro, Fracasso, poi Cassandro, Giacinta e Simone coll'ordine seguente)
ROSINA Dove avete la creanza?
Mio fratello e la mia stanza
sempre s'ha da rispettar.
FRACASSO Cospettaccio, cospettone,
vo' da voi soddisfazione,
o vi faccio bastonar.
www.librettidopera.it 23 / 61Atto I, scena IX La finta semplice
POLIDORO Non so niente, poveretto.
N'è cagion questo biglietto,
ch'io le avea da presentar.
FRACASSO Un biglietto a mia sorella?
NINETTA La faceste ora più bella?
ROSINA E FRACASSO Non prendiam vostri biglietti,
non sappiam di voi che far.
POLIDORO Me l'avete voi richiesto.
ROSINA E FRACASSO Per noi due che affronto è questo!
POLIDORO Ah Ninetta, che paura!
NINETTA (lo fa inginocchiare)
In ginocchio a dirittura,
e pregarli a perdonar.
FRACASSO Non perdono per sì poco.
NINETTA Lo scrissi io, così per giuoco.
ROSINA E FRACASSO Compatiam la debolezza,
e per fargli una finezza
s'ha il biglietto da accettar.
CASSANDRO Bravo, fratello:
brava, madama!
Così in ginocchio
cosa si fa?
POLIDORO Ora sto fresco!
Caro tedesco,
voi difendetemi
per carità.
CASSANDRO Anche biglietti,
mia signorina,
quel mamalucco
scriver vi sa?
ROSINA Oibò, signore,
questo biglietto
pieno d'amore
è per voi scritto
in verità.
CASSANDRO Scritto l'avete
per me, carina?
NINETTA Brava davvero!
24 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena IX
FRACASSO Povero allocco!
CASSANDRO Leggiamo un poco:
datelo qua.
(prende il biglietto, e si ritira a leggerlo)
POLIDORO Finché il fratel non guarda,
prendete il regaletto
che voi m'avete detto,
per farmi poi sposar.
(le porge una borsa)
ROSINA A me si dan danari?
(prende con dispetto)
NINETTA Che diavolo faceste?
ROSINA E FRACASSO Per Bacco, i nostri pari
non l'han da sopportar.
CASSANDRO Che fassi in quel cantone?
Fratello mio buffone,
a lei non t'accostar.
ROSINA Povero Polidoro!
Che questa borsa d'oro
mi dà, se il voglio amar.
CASSANDRO Che pezzo d'asinaccio!
Di queste io non ne faccio,
né sono con le donne
sì facile a cascar.
ROSINA Se mi volete bene,
quest'oro voi serbate,
e quell'anel mi date
per farlo disperar.
CASSANDRO L'anel?
ROSINA Per un pochetto.
CASSANDRO L'anel?
ROSINA Vel rendo subito.
CASSANDRO Da vero che ne dubito;
ma in grazia del biglietto
che con tal gusto ho letto,
vi voglio contentar.
(le dà l'anello)
www.librettidopera.it 25 / 61Atto I, scena IX La finta semplice
SIMONE Presto, madama,
che uno vi chiama,
e vi vorrebbe
complimentar.
(parte)
ROSINA Subito... addio.
(volendo partire)
CASSANDRO L'anello mio?
(la trattiene)
FRACASSO Corpo del diavolo!
Non vuol mangiarvelo.
NINETTA Non vuol scappar.
SIMONE Presto, signora,
che c'è di fuora
chi vi desidera
seco a pranzar.
ROSINA Andiam, fratello.
(come sopra)
CASSANDRO Prima il mio anello.
(come sopra)
ROSINA E FRACASSO Poter del mondo!
De' pari nostri
s'ha da fidar.
CASSANDRO Senza che andiate
con chi vi brama,
fate che resti
quel che vi chiama,
che io darò a tutti
da desinar.
GIACINTA E NINETTA Bravo, bravissimo!
FRACASSO Così va fatto.
POLIDORO E SIMONE Quest'è cervello!
CASSANDRO Così l'anello
non sparirà.
26 / 61Carlo Goldoni Atto I, scena IX
TUTTI
Dunque a pranzo in compagnia,
e tra il vino e l'allegria
che si balli e che si canti.
Tutti amici, tutti amanti.
Viva amore e la beltà!

 

 
 

Note:

Atto I -- Atto II -- Atto III

 
 


 
   

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