|     CORO D'immenso giubilo
 S’innalzi un grido:
 Corra di Scozia
 Per ogni lido;
 
 E avverta i perfidi
 Nostri nemici,
 Che più terribili,
 
 Ne rende l’aura
 D’alto favor ...
 
 
 Che a noi sorridono
 Le stelle ancor.
  
  
  
  
  
  
  
  
 
  
           RAIMONDO
 Cessi... ahi cessi quel contento...
 Un fiero evento!
 
  Dalle stanze ove Lucia
 Trassi già col suo consorte,
 Un lamento... un grido uscia
 Come d’uom vicino a morte!
 Corsi ratto in quelle mura...
 Ahi! terribile sciagura!
 
 
  Steso Arturo al suol giaceva
 Muto freddo insanguinato!...
 E Lucia l’acciar stringeva,
 Che fu già del trucidato!...
 Ella in me le luci affisse...
  
           "Il mio sposo ov’è?" mi disse:
 E nel volto suo pallente
 Un sorriso balenò! Infelice! della mente
 La virtude a lei mancò!
 
 TUTTI
 Oh! qual funesto avvenimento!...
 Tutti ne ingombra cupo spavento!
 Notte, ricopri la ria sventura
 
 Col tenebroso tuo denso vel.
  
           Ah! quella destra di sangue impura
  
           L’ira non chiami su noi del ciel.
 
 
  
           (Lucia è in succinta e bianca veste
 Il di lei sguardo impietrito, i moti convulsi,
 e fino un sorriso malaugurato manifestano
 non solo una spaventevole demenza,
  
           ma ben anco i segni di una vita,
 che già volge al suo termine.)
 
  LUCIA
 Il dolce suono
 Mi colpì di sua voce!...
  
           Ah! quella voce
 M’è qui nel cor discesa!...
 
  
 Edgardo! Io ti son resa:
 Fuggita io son da’ tuoi nemici...
 
 Un gelo Mi serpeggia nel sen!... trema ogni fibra!... Vacilla il 
          piè!...
 
 Presso la fonte,
 
  Meco T’assidi alquanto...
 
 Ahimé!...
 
 Sorge il tremendo
 Fantasma e ne separa!...
 
  Qui ricovriamci, Edgardo, a piè dell’ara...
 Sparsa è di rose!... Un’armonia celeste
 
  
 Di’, non ascolti? – Ah, l’inno Suona di nozze!...
 Il rito per noi, per noi s’appresta!...
 
  Oh me felice! Oh gioia che si sente, e non si dice!
 
  Ardon gl’incensi... splendono Le sacre faci intorno!...
 
 
  Ecco il ministro!
 
 
 Porgimi La destra.... Oh lieto giorno!
 
  Alfin son tua, sei mio! A me ti dona un Dio...
 Ogni piacer più grato
 Mi fia con te diviso
 Del ciel clemente un riso
  
           La vita a noi sarà!
 
 ENRICO Ditemi: Vera è l’atroce scena?
 
  LUCIA
 Non mi guardar sì fiero...
 Segnai quel foglio è vero... –
 Nell’ira sua terribile
 Calpesta, oh Dio! l’anello!...
  
           Mi maledice!... Ah! vittima
 Fui d’un crudel fratello
 
  Ma ognor t’amai... lo giuro...
  
           Chi mi nomasti? Arturo! –
  
           Ah! non fuggir... Perdono...
 
  LUCIA
 Presso alla tomba io sono...
 Odi una prece ancor.
 
  ENRICO
 Vita di duol, di pianto Serba il rimorso a me!
  
           Io più me stesso In me non trovo!...
 
  
          La cadenza è stata eseguita come da tradizione 
          con il flauto.  
           
  
          Spargi di amaro pianto Il mio terrestre velo,   
           Mentre lassù nel cielo Io pregherò per te...
  
           Al giunger tuo soltanto
  
           Fia bello il ciel per me!
 
  (resta quasi priva di vita, fra le braccia di Raimondo)
 
  
           
 EDGARDO
 Tombe degli avi miei, l’ultimo avanzo
 D’una stirpe infelice
 Deh! raccogliete voi.
 Cessò dell’ira Il breve foco... sul nemico acciaro
 Abbandonar mi vo’.
 
  Per me la vita
 È orrendo peso!... l’universo intero
 È un deserto per me senza Lucia!...
 Di liete faci ancora
 Splende il castello! Ah! scarsa
 Fu la notte al tripudio!... Ingrata donna!
 Mentr’io mi struggo in disperato pianto,
 Tu ridi, esulti accanto
 Al felice consorte!
 Tu delle gioie in seno, io... della morte!
 Fra poco a me ricovero darà negletto avello...
 Una pietosa lagrima
 Non scorrerà su quello!...
  
           Fin degli estinti, ahi misero!
 Manca il conforto a me!
 Tu pur, tu pur dimentica
 Quel marmo dispregiato:
  
           Mai non passarvi, o barbara,
 Del tuo consorte a lato...
 Rispetta almen le ceneri
 Di chi moria per te.
 
  
           
 RAIMONDO
  
           Ove corri sventurato? Ella in terra più non è.
 
  
            
          E' in cielo ! 
  
          EDGARDO Ah! Lucia! Lucia!... –
 È decisa la mia sorte!...
 
  CORO
 Oh Dio!... Qual trasporto sconsigliato!...
 Ah desisti...ah! riedi in te...
 
 EDGARDO
 (trae rapidamente un pugnale e se lo immerge nel petto)
 
  Tu che a Dio spiegasti l’ali,
 O bell’alma innamorata,
 Ti rivolgi a me placata...
 
  Teco ascenda il tuo fedel.
 Ah se l’ira dei mortali
 Fece a noi sì lunga guerra,
 Se divisi fummo in terra,
 Ne congiunga il Nume in ciel.
 
 Io ti seguo...
 
 RAIMONDO Forsennato!...
 
  CORO Che facesti!...
 
 RAIMONDO, CORO Quale orror!
 
 CORO Ahi tremendo!... ahi crudo fato!...
 
  RAIMONDO Dio, perdona un tanto error.
 
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