Lucia di Lammermoor (1)

 
     

Cenacolo Francescano - Lecco
NONA STAGIONE DI LECCO LIRICA 2012/2013

Sabato 2 febbraio 2013 ore 21:00

Organizzato da Cenacolo Francescano
Piazza Cappuccini, 3 - Lecco


Gaetano Donizetti
Lucia di Lammermoor

Dramma tragico in due parti
Libretto di SALVATORE CAMMARANO


Miss Lucia Asthon ELISA MAFFI, soprano


Lord Enrico Asthon WALTER FRANCESCHINI, baritono


Sir Edgardo di Ravenswood ENRICO GIOVAGNOLI, tenore


Lord Arturo Bucklaw ANDREA BRAGIOTTO, tenore


Raimondo di Bidebent LUCA GALLO, basso


Alisa LARA ROTILI

Normanno ROBERTO NATALE

CORO SIMON MAYR DI BERGAMO
ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO


Maestro concertatore e direttore SALVO SGRÒ
Opera rappresentata con sovratitoli

Costumi ANGARONI&CIAPPESSONI
Produzione scene e organizzazione IL CENACOLO FRANCESCANO
Direzione artistica e regia DANIELE RUBBOLI

INGRESSO:

Prima platea: € 22,00 - Galleria: €18,00 - Seconda platea: €15,00

I BIGLIETTI saranno messi in vendita, il mercoledì e il sabato, dalle 15.00 alle 18.30. La settimana precedente la rappresentazione, il mercoledì, il venerdì e il sabato dalle 15.00 alle 18.30, e prima dell'inizio dello spettacolo.Per informazioni e prenotazioni: tel. 0341- 372329

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Programma:

Opera in tre atti di Gaetano Donizetti su libretto di Salvadore Cammarano, tratto da The Bride of Lammermoor (La sposa di Lammermoor) di Walter Scott. La prima assoluta ebbe luogo al teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835: nei ruoli dei protagonisti figuravano Fanny Tacchinardi (Lucia), Gilbert Duprez (Edgardo) e Domenico Cosselli (Enrico). In seguito lo stesso Donizetti curò una versione francese che andò in scena al Théâtre de la Renaissance di Parigi il 6 agosto 1839. (tratto da ...)

Al Cenacolo Francescano, torna la grande lirica. in programma “Lucia di Lammermoor”, capolavoro di Gaetano Donizetti, opera fra le più amate di tutto il melodramma italiano dell’ottocento.
Lo spartito di “Lucia di Lammermor”, ricco di pagine immortali, necessita di interpreti, di scaltrita perizia tecnica e di profonda sensibilità artistica.
La compagnia di canto in scena al Cenacolo, tutta italiana, vedrà, nelle vesti della sfortunata Lucia, Elisa Maffi, giovanissimo soprano di grandi potenzialità che, in pochi anni, ha percorso una carriera in rapida ascesa, evidenziando doti non comuni, con apprezzamenti da parte del pubblico e della critica. Edgardo sarà il tenore Enrico Giovagnoli, artista più volte applaudito al Cenacolo, popolare anche al pubblico televisivo per aver partecipato con successo a due programmi su RAI 1: “Mettiamoci all’opera” condotta da Fabrizio Frizzi e “I Raccomandati” condotta da Pupo. La parte di Enrico, il dispotico fratello di Lucia, sarà interpretata dal baritono Walter Franceschini, anch’esso noto al pubblico lecchese che, al Cenacolo, l’ha applaudito sia quale autorevole Giorgio Germont nella Traviata di Giuseppe Verdi che quale spassoso Mustafà nell’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini.
Grande cura è stata dedicata anche alle parti di fianco che vedranno il tenore Andrea Bragiotto nelle vesti Lord Arturo Bucklaw il nobile sposo vittima della pazzia di Lucia. Bragiotto, è stato protagonista di “Addio giovinezza” lo scorso 13 febbraio al Cenacolo, riscuotendo calorosi applausi anche per la suggestiva interpretazione di “Addio sogni di gloria”. Il basso Luca Gallo che impersonerà Raimondo di Bidebent, vanta nel suo curriculum collaborazioni con i maggiori teatri in Italia ed in Europa.
Il Coro Simon Mayr di Bergamo e l’Orchestra Sinfonica di Lecco saranno, in questa occasione, diretti dall’esperto Salvo Sgrò.
A Daniele Rubboli, Direttore Artistico di Lecco Lirica, tra i maggiori esperti italiani del canto lirico, è affidata, anche in questa occasione, la regia.
La stagione di Lecco Lirica, è da sempre effettuata grazie al concorso di varie importanti realtà culturali lecchesi. La scenografia è, come di consueto, realizzata dai volontari dell’associazione “Il Cenacolo Francescano”. (Angelo Cesana)


Nella foto Elisa Maffi, protagonista dell'opera con Mario Mainino


Seguono immagini della serata:

Atto I -- Atto II -- Atto III

 


L’avvenimento ha luogo in Iscozia, parte nel castello di Ravenswood, parte nella rovinata Torre di Wolferag – L’epoca rimonta al declinare del secolo XVI.


NORMANNO, CORO

Percorrete le spiagge vicine



CORO
Percorriamo
Della torre le vaste rovine:
Cada il velo di sì turpe mistero
Lo domanda... lo impone l’onor.


Fia che splenda il terribile vero
Come lampo fra nubi d’orror!


NORMANNO
Tu sei turbato!
(accostandosi rispettosamente ad Enrico)

ENRICO
E n’ho ben donde. Il sai:
Del mio destin si ottenebrò la stella...

Intanto Edgardo... quel mortal nemico
Di mia prosapia, dalle sue rovine
Erge la fronte baldanzosa e ride!

Sola una mano raffermar mi puote
Nel vacillante mio poter...
Lucia Osa respinger quella mano!...
Ah! suora Non m’è colei!

RAIMONDO
(in tuono di chi cerca di calmare l’altrui collera)
Dolente Vergin, che geme sull’urna recente
Di cara madre, al talamo potria
Volger lo sguardo? Ah! rispettiam quel core


Che per troppo dolor non sente amore.

NORMANNO
Non sente amor! Lucia D’amore avvampa.

ENRICO
Che favelli?...

RAIMONDO
(Oh detto!)

NORMANNO
M’udite. Ella sen gìa colà, nel parco
Nel solingo vial dove la madre
Giace sepolta: la sua fida Alisa
Era al suo fianco... Impetuoso toro
Ecco su lor s’avventa...
Prive d’ogni soccorso,
Pende sovr’esse inevitabil morte!...
Quando per l’aere sibilar si sente
Un colpo, e al suol repente
Cade la belva.

ENRICO
E chi vibrò quel colpo? Io fremo! Né tu scovristi il seduttor?...

NORMANNO
Sospetto Io n’ho soltanto. E' tuo nemico.

ENRICO
Esser potrebbe!... Edgardo?

ENRICO
Cruda... funesta smania
Tu m’hai destata in petto!...
È troppo, è troppo orribile
Questo fatal sospetto!
Mi fe’ gelare e fremere!...
Mi drizza in fronte il crin!
Colma di tanto obbrobrio
Chi suora mia nascea! –
Pria che d’amor sì perfido
(con terribile impulso di sdegno)
A me svelarti rea,
Se ti colpisse un fulmine,
Fora men rio destin.

CORO
Come vinti da stanchezza
Dopo lungo errar d’intorno...

ENRICO
La pietade in suo favore
Miti sensi invan ti detta...


Se mi parli di vendetta
Solo intender ti potrò. –
Sciagurati!... il mio furore


Già su voi tremendo rugge...
L’empia fiamma che vi strugge
Io col sangue spegnerò.



Introduzione con il famoso passaggio riservato all'arpa

LUCIA
Ancor non giunse!...

ALISA
Incauta!... a che mi traggi!...
Avventurarti, or che il fratel qui venne,
È folle ardir.

LUCIA
Quella fonte mai
Senza tremar non veggo...

Ah! tu lo sai.
Un Ravenswood, ardendo
Di geloso furor, l’amata donna


Colà trafisse: l’infelice cadde
Nell’onda, ed ivi rimanea sepolta...

M’apparve l’ombra sua...

ALISA
Che intendo!...



LUCIA Ascolta.

Regnava nel silenzio
Alta la notte e bruna...
Colpìa la fonte un pallido


Raggio di tetra luna...
Quando sommesso un gemito
Fra l’aure udir si fe’,
Ed ecco su quel margine
L’ombra mostrarsi a me!

Qual di chi parla muoversi
Il labbro suo vedea,
E con la mano esanime
Chiamarmi a sé parea.
Stette un momento immobile
Poi rapida sgombrò,
E l’onda pria sì limpida,
Di sangue rosseggiò! –

ALISA
Chiari, oh ciel! ben chiari e tristi
Nel tuo dir presagi intendo!
Ah! Lucia, Lucia desisti
Da un amor così tremendo.

LUCIA
Io?... che parli!
Al cor che geme
Questo affetto è sola speme...


Senza Edgardo non potrei
Un istante respirar...

Egli è luce a’ giorni miei,
E conforto al mio penar

Quando rapito in estasi
Del più cocente amore,
Col favellar del core
Mi giura eterna fe’;

Gli affanni miei dimentico, Gioia diviene il pianto...


Parmi che a lui d’accanto
Si schiuda il ciel per me!

ALISA
Giorni d’amaro pianto Si apprestano per te!
Egli s’avanza... La vicina soglia Io cauta veglierò.




EDGARDO
Lucia, perdona Se ad ora inusitata
Io vederti chiedea: ragion possente
A ciò mi trasse.
Pria che in ciel biancheggi
L’alba novella, dalle patrie sponde Lungi sarò.

EDGARDO
Pe’ Franchi lidi amici
Sciolgo le vele: ivi trattar m’è dato
Le sorti della Scozia.
Pria di lasciarti
Asthon mi vegga... stenderò placato
A lui la destra, e la tua destra, pegno
Fra noi di pace, chiederò.

LUCIA
Che ascolto!... Ah! no... rimanga nel silenzio avvolto Per or l’arcano affetto...

EDGARDO
(con amarezza)
Intendo! – Di mia stirpe Il reo persecutore
Dei mali miei .. Ancor pago non è!
Mi tolse il padre... Il mio retaggio avito
Con trame inique m’usurpò...

Né basta? Che brama ancor? che chiede
Quel cor feroce e rio?
La mia perdita intera, il sangue mio? Ei mi abborre...

EDGARDO
M’odi, e trema.
Sulla tomba che rinserra Il tradito genitore,
Al tuo sangue eterna guerra
Io giurai nel mio furore:
Ma ti vidi...in cor mi nacque
Altro affetto, e l’ira tacque...
Pur quel voto non è infranto...
Io potrei compirlo ancor!

LUCIA
Deh! ti placa...deh! ti frena...
Può tradirne un solo accento!
Non ti basta la mia pena?

Vuoi ch’io mora di spavento?
Ceda, ceda ogn’altro affetto;

Solo amor t’infiammi il petto...
Ah! il più nobile, il più santo
De’ tuoi voti è un puro amor!

EDGARDO
(con subita risoluzione)
Qui, di sposa eterna fede


Qui mi giura, al cielo innante.
Dio ci ascolta, Dio ci vede...
Tempio, ed ara è un core amante;
Al tuo fato unisco il mio
(ponendo un anello in dito a Lucia)


Son tuo sposo.

LUCIA
E tua son io.
(porgendo a sua volta il proprio anello a Edgardo)


A’ miei voti amore invoco.

EDGARDO
A’ miei voti invoco il ciel.

LUCIA, EDGARDO
Porrà fine al nostro foco Sol di morte il freddo gel...


EDGARDO
Separarci omai conviene.

LUCIA
Oh parola a me funesta! Il mio cor con te ne viene.

LUCIA
Ah! talor del tuo pensiero
Venga un foglio messaggiero,


E la vita fuggitiva
Di speranza nudrirò.

EDGARDO
Io di te memoria viva Sempre o cara, serberò.

LUCIA, EDGARDO
Verranno a te sull’aura I miei sospiri ardenti,
Udrai nel mar che mormora


L’eco de’ miei lamenti...

Pensando ch’io di gemiti
Mi pasco, e di dolor.


Spargi una mesta lagrima
Su questo pegno allor.


EDGARDO Io parto...

LUCIA Addio…


EDGARDO Rammentati! Ne stringe il cielo!...


 

Atto I -- Atto II -- Atto III

 

 

Note:

al Cenacolo Francescano di Lecco il soprano Elisa Maffi ha fatto il suo debutto in un ruolo particolarmente difficile che ha visto coronare con un indiscusso successo anche questa sua prova.
Le sue qualità interpretative, che già ben conosciamo, le hanno permesso di dare vita ad una vibrante miss Lucia, non succube ma pur sconfitta dal mondo che la circonda e che la priva del suo amore così contrastato. Lo scoglio della "scena della pazzia" è stato tranquillamente superato, smentendo i timori della forte emozione che precedeva l'avvio della recita.
Abbiamo così la conferma di avere da sempre apprezzato in lei un elemento di assoluto valore nel campo della giovane lirica alla quale auguriamo nel prossimo futuro tanti altri successi.

 

 
 
 
 


 
 

Servizio fotografico di Fabio Borsani

 

 

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