| Parte terza 
           
           
           
            
            
            
           Scena primaGalleria nel palazzo di Capellio.
 Segue la notte: il luogo è 
          rischiarato da
 antichi doppieri.
 La musica esprime un lontano rumore che a poco a poco va cessando.
 Giulietta sola.
 [N. 8 - Introduzione, scena ed aria]
  
           GIULIETTA Né alcun ritorna!... Oh! cruda
 dolorosa incertezza! ~ Il suon dell'armi
 si dileguò... Sol tratto tratto un fioco,
 incerto mormorio lunge si desta,
 come vento al cessar della tempesta.
 Chi cadde, ohimè! chi vinse?
  
           Chi primo io piangerò? ~ Né uscir poss'io!...
 e ignara di mia sorte io qui m'aggiro!
 Scena seconda
 Lorenzo e detta.
  
           GIULIETTA Lorenzo! ebben?...
 LORENZO Salvo è Romeo.
 GIULIETTA Respiro.
 LORENZO Nella vicina rocca
 da' suoi sorpresa, da Ezzelin soccorso
 sperar ei puote... ma tu, lassa!... in breve
 di Tebaldo al castel tratta sarai,
 se in me non fidi, se al periglio estremo
 con estrema fermezza or non provvedi.
 GIULIETTA Che far? Favella.
 LORENZO Hai tu coraggio?
 GIULIETTA E il chiedi?
  
           LORENZO Prendi: tal filtro è questo,
 e sì possente, che sembiante a morte
 sonno produce. A te creduta estinta
 tomba fia data ne' paterni avelli...
 
 
 GIULIETTA Oh! che di' tu? fra quelli
 giace il fratello da Romeo trafitto...
 Esso del mio delitto
 sorgeria punitor...
  
           LORENZO Al tuo svegliarti
 sarem presenti il tuo diletto ed io...
 Non paventar. ~ Tremi? t'arretri?
 GIULIETTA Oh! Dio!
 GIULIETTA Morte io non temo, il sai...
  
           Sempre io la chiesi a te...
 Pur non provato mai
 sorge un terrore in me
 che mi sgomenta.
 LORENZO Fida, deh fida in me:
 sarai contenta.
 GIULIETTA Se del licor possente
 fallisse la virtù!...
 Se in quell'orror giacente
 non mi destassi più...
  
           Dubbio crudele!
 (si sente vicino calpestio)
 LORENZO Prendi... gl'istanti volano...
 il padre tuo si avanza...
 GIULIETTA
 (spaventata)
  
           Il padre! ah! porgi, e salvami.
 (Lorenzo le consegna il sonnifero; essa il beve rapidamente)
 LORENZO Salva già sei: costanza.
  
           GIULIETTA Guidami altrove.
 Scena terza
 Capellio con Séguito e detti.
 CAPELLIO Arresta.
 LORENZO
 (piano a Giulietta)
 Calmati.
  
           CAPELLIO Ancor sei desta?
 Concedo al tuo riposo
 brevi momenti ancor.
  
           Esci: e a seguir lo sposo
 ti appresta al nuovo albor.
 (Giulietta è nelle braccia di Lorenzo, muta ed immobile)
 
 CORO
 (a Capellio)
 Lassa!... d'affanno è piena...
 geme... si regge appena.
 Più mite a lei favella;
 l'uccide il tuo rigor.
 (Capellio rinnova a Giulietta il cenno di uscire; Lorenzo la tragge 
          seco;
 ella si volge, e con somma passione
  
            si
          appressa al padre)GIULIETTA
 Ah! non poss'io partire
 priva del tuo perdono...
  
           presso alla tomba io sono...
 dammi un amplesso almen.
 Pace una volta all'ire,
 pace ad un cor che more...
  
           dorma ogni tuo furore
 del mio sepolcro in sen.
 CAPELLIO Lasciami...
  
           LORENZO
 (piano a Giulietta)
 Ah! vieni, e simula.
  
           CAPELLIO Alle tue stanze riedi.
 CORO
 (a Capellio)
  
           Ella è morente, il vedi.
 Poni al tuo sdegno un fren.
 (Giulietta parte sostenuta da Lorenzo)
 Scena quarta
 Capellio, e Séguito.
 [N. 9 - Scena e duetto]
  
           CAPELLIO Qual turbamento io provo!
 Quale scompiglio in cor! ~ Taci, o pietade:
 viltà saresti. Di Tebaldo in traccia
 corra qualcuno, e di Lorenzo i passi
  
           spïate voi; sospetto omai mi è desso.
 Né uscir, né altrui parlar gli sia concesso.
 (partono)
 
 
 Scena quinta
 Luogo remoto presso il palazzo di Capellio. In fondo, a traverso un
 grand'arco, vedesi una galleria che mette all'interno del palazzo
 medesimo.
 Romeo solo.
 ROMEO Deserto è il loco. ~ Di Lorenzo in traccia
 irne poss'io. ~ Crudel Lorenzo! anch'esso
 m'obblia nella sventura, e congiurato
 col mio destin tiranno,
 mi abbandona a me solo in tanto affanno.
 Vadasi. ~ ~ Alcun si appressa...
 Crudele inciampo!
 Scena sesta
 Tebaldo, e Romeo.
 TEBALDO Olà! chi sei, che ardisci
 aggirarti furtivo in queste mura? ~
 Non odi tu?
  
           ROMEO Non t'appressar. Funesto
 il conoscermi fora.
 TEBALDO Io ti conosco
 all'audace parlar, all'ira estrema
 che in me tu desti.
 ROMEO Ebben mi guarda, e trema.
 TEBALDO
 Stolto! ad un sol mio grido
 mille a punirti avrei;
 ma vittima tu sei
 serbata a questo acciar.
  
           ROMEO
 Vieni: io ti sprezzo, e sfido
 teco i seguaci tuoi:
 tu bramerai fra noi
 l'alpi frapposte e il mar.
 
 
  TEBALDO E ROMEO
 Un nume avverso, un fato
 che la ragion ti toglie,
 t'ha spinto in queste soglie
 la morte ad incontrar.
 TEBALDO All'armi.
 ROMEO All'armi.
 (per uscire: odesi musica lugubre ecc.; si fermano ambidue sorpresi)
 TEBALDO Arresta.
 ROMEO Qual mesto suono echeggia?
 VOCI
 (lontane)
 Ahi! sventurata!
 ROMEO È questa
 voce di duol.
 TEBALDO Si veggia.
 Scena settima
 Comparisce a poco a poco un corteggio funebre; lento lento difila 
          lungo
 la galleria.
 ROMEO Ciel! di funebri tede
 pompa feral succede...
 TEBALDO E ROMEO Presentimento orribile!
 Ho nelle vene un gel.
 CORO
 Come a cader fu rapido
 il fior de' tuoi verd'anni!
 Come su te sollecito
 nembo piombò crudel!
 Pace alla tua bell'anima
 dopo cotanti affanni!
 Vivi, se non fra gli uomini,
 vivi, o Giulietta, in ciel.
 ROMEO Giulietta!
 TEBALDO Spenta!...
 ROMEO Oh barbari!
 TEBALDO E ROMEO Mi scende agli occhi un vel!
 
 
  (rimangono immobili e muti alcuni momenti; Romeo pel primo si scuote, 
          e gittando la spada, si precipita
 disperato innanzi a Tebaldo)
  
           Insieme
 ROMEO Ella è morta, o sciagurato,
 per te morta di dolore.
 Paga alfine è del tuo cuore
 l'ostinata crudeltà.
 Svena, ah! svena un disperato...
 a' tuoi colpi il sen presento...
 sommo bene in tal momento
 il morir per me sarà.
  
           TEBALDO Ah! di te più disperato,
 più di te son io trafitto...
 l'amor mio come un delitto
 rinfacciando il cor mi va.
 Vivi, ah vivi, o sventurato,
 tu che almen non hai rimorso:
  
           se ai miei dì non tronchi il corso,
 il dolor mi ucciderà.
 (si dividono e partono entrambi nella massima desolazione)
  
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