G.Verdi
Aida
venerdì 5 ottobre ore 20.30
sabato 6 ottobre ore 15.30
regia Franco Zeffirelli
allestimento della Fondazione Arturo Toscanini |
G.Verdi
Nabucco
sabato 10 novembre ore 20.30
domenica 11 novembre ore 15.30
regia Stefano Monti
allestimento della Fondazione Arturo Toscanini |
Orchestra e
coro Fondazione Arturo Toscanini
Concertatore e direttore d'orchestra:
Massimiliano Stefanelli
prenotazioni telefoniche venerdì 28
settembre (9.30/12.30) |
Orchestra e coro
Fondazione Arturo Toscanini
Concertatore e direttore d'orchestra:
Romano Gandolfi
prenotazioni telefoniche lunedì 8
ottobre (9.30/12.30) |
foto di Rolando Paolo Guerzoni |
foto di Rolando Paolo Guerzoni |
Aida Olga Romanko, Ilaria De Francesco
Radames Nicola amrtinucci, Nicola Rossi Giordano
Amneris Tiziana Carraro, Alessandra Canettieri
Amonasro Giuseppe Garra
Ramfis Enrico Giuseppe Iori
Il Re Paolo Pecchioli
Un messaggero Stefano Pisani **** |
NABUCCO Alberto Gazale, Jasuo Horiuchi
ABIGAILLE Paola Romanò, Sabrina Antona
ZACCARIA Riccardo Zanellato
ISMAELE Luigi Frattola
FENENA Tiziana
Carraro
GRAN SACERDOTE Cesare Lana
ABDALLO Stefano Pisani
ANNA Daria Masiero |
foto di Rolando Paolo Guerzoni |
foto di Rolando Paolo Guerzoni |
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Giuseppe Verdi era agli
esordi come musicista d'opera, aveva al suo attivo solo altre due opere, Oberto conte di
San Bonifacio (17 novembre 1839 Milano, Teatro alla Scala) e Un Giorno di regno ovvero il
finto Stanislao (5 settembre 1840 Milano, Teatro alla Scala) il
Nabucodonosor che va in scena il 9 marzo 1842 a Milano al Teatro alla Scala, per cui si
può dire che fosse ancora alle prime armi, infatti la conoscenza dell'impresario della
Scala e della sua amante la cantante Giuseppina Strepponi, che fu l'interprete femminile
di Abigaille, gli consentirono di scrivere un lavoro per quel teatro, ma si badi bene,
solo se fosse stato rappresentato quasi al termine della stagione (9 marzo), che allora
iniziava appena dopo Natale, il 26 dicembre e terminava prima della quaresima.
Quella stagione 1841/42 la Scala aveva aperto con un lavoro di Donizetti, la Maria
Padilla, opera ormai dimenticata che è stata ripresa una sola volta negli anni '80 al
Teatro Carcano di Milano. Per l'opera di Verdi, non si voleva spendere molto e si pensò
di riutilizzare le stesse scene che avevano servito per un balletto su soggetto analogo
Nabuccodonsor. |
foto di Rolando Paolo Guerzoni |
foto di Rolando Paolo Guerzoni |
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Si dice che alla prima
rappresentazione assistesse Gaetano Donizetti e che al termine dell'opera lasciasse il
teatro sconvolto dalla forza drammatica espressa da Verdi con la sua musica.
Si dice anche che Verdi non avesse molto voglia di tornare a scrivere musica dopo la morte
della sua prima moglie e dei figlioli, così quando rientrò con il nuovo libretto che gli
avevano proposto lo getto con malavoglia, e questo si aprì (miracolosamente) sui versi
del coro "Và pensiero", colpito da quelle parole Verdi fu stimolato a scrivere
la musica per la nuova opera.
Sembra che questo non sia mai successo, ma Verdi era un buon "promoter" di se
stesso e quando la storia cominciò a circolare, lui ancora vivente, lasciò fare
"tanto non era poi male come storia
"
Molto più vero che vista particolare situazione personale non fosse nel suo animo
musicare un'opera dove si parlasse troppo d'amore, mentre un soggetto biblico che parla di
Dio era più consono al momento, tanto è vero che l'opera più che in atti è divisa in
quattro grandi temi:
Gerusalemme - L'empio - La profezia - L'idolo infranto . |
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Amneris
Tiziana Carraro, mezzosoprano |
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